Celebre
opera di Zweig del '25. Pubblicata in Italia nel '45 da Sperling
& Kupfer su traduzione di A.
Oberdofer. In tempi recenti riedita da Frassinelli.(1992)
ma pur sempre non facilmente reperibile nelle librerie.
Non trattasi naturalmente di unopera filosofica
né, tantomeno, di uno studio sul pensiero di questi tre
personaggi. Trattasi di una semplice biografia. Ma non
certo per questo da sottovalutare.
Le Biografie infatti, se di elevata fattura, divengono un
imprescindibile strumento complementare per comprendere
fino in fondo gli uomini ed il loro pensiero.
Ed altro merito di Zweig, che sotto questo aspetto è
stato un precursore, consiste nellavere accostato
Nietzsche ad Hölderlin e Kleist cogliendone il filo
comune.
Friedrich Hölderlin, oggi unanimemente considerato come uno
dei massimi esponenti della poesia lirica, cominciò in
effetti ad essere apprezzato solo sessantanni dopo
la sua morte.
Studiò a Tubingen dove strinse amicizia con Schiller.
Ottenne alcuni brevi incarichi di insegnamento per poi
divenire precettore dei figli di un ricco banchiere
tedesco. Si innamorò della figlia di questultimo
ma fu poi costretto ad allontanarsene.
E in quegli anni che scrisse una delle sue opere
più celebri: Iperione o Leremita in Grecia;
metafora del combattente sconvolto ed inorridito dalla
guerra e dai suoi stessi commilitoni. (tema sul quale
Zweig era particolarmente sensibile per i motivi ai quali
ho fatto cenno nelle pagine biografiche)
Poco più che trentenne iniziarono a manifestarsi i primi
problemi mentali.
Venne ricoverato in una clinica di Tubingen per un breve
periodo.
Trascorrerà il resto della sua vita in disparte,
continuando a scrivere sotto pseudonimo
Fra le opere di Hölderlin voglio ricordare anche La
morte di Empedocle (tragedia incompiuta) e
soprattutto le liriche.
Heinrich Wilhelm von
Kleist era destinato alla carriera militare ma
preferì congedarsi per iscriversi all'Università. Due
anni dopo abbandonò anche gli studi universitari ed
iniziò a girovagare per l'Europa.
Nel 1805 tornò in Prussia e, dopo una breve parentesi
nella pubblica amministrazione quale modesto impiegato,
iniziò a dedicarsi al teatro.
Nel 1810 fondò un giornale che non piacque al governo
prussiano e che fu pertanto costretto a chiudere nel giro
di un anno.
Nel 1811, a soli 34 anni, si tolse la vita.
Lo seguì nel folle e tragico gesto anche la sua
compagna. Triste presagio della sorte alla quale andrà
incontro lo stesso Zweig che, nel 1942, si toglierà la
vita insieme alla moglie Lotte Altmann.
Kleist è oggi considerato tra i massimi talenti del
teatro tragico romantico tedesco; fra le sue grandi opere
cito Pentesilea, Caterina di Heilbronn ed
Principe di Homburg (pubblicato postumo dieci anni
dopo la morte). Kleist scrisse anche racconti. Voglio
ricordare Michael Kohlhaas e La marchesa di O.
(utilizzato dal regista Erich Rohmer come soggetto del
film "La marchesa von
")
Zweig
ci descrive infine un Nietzsche timido e
solo. Nietzsche scoprì in Italia "uno stile di vita
per se stesso". Riferisce Zweig che Nietzsche,
venendo in Italia, aveva trovato chiarezza, leggerezza e
genuinità, lasciandosi alle spalle la Germania e il
Cristianesimo. Zweig ci parla del rapporto fra Nietzsche
e la musica e, ancora, della profonda onestà
intellettuale del pensatore tedesco. E se Nietzsche
predisse gli eventi sanguinosi che puntualmente si
verificarono, maggior merito suo fu quello di aver
lottato per l'indipendenza e la libertà dell'uomo
(parliamo in questo caso di libertà mentale).
Perché Zweig ha accostato questi tre personaggi? Quale
filo comune vedeva in loro? Ed in cosa consiste la
"lotta col demone"?
Diciamo subito che Zweig non era nuovo a questa
metodologia d'analisi biografica. Il saggio "I tre
maestri", pubblicato qualche anno prima, è
strutturato secondo il medesimo schema.
Zweig amava espressamente il parallelismo, i paragoni,
strumenti attraverso i quali si attua un metodo che lo
stesso autore definiva "non violento", anzi
creativo e stimolante, d'analisi biografica.
Plutarco, autore del celeberrimo "Vite
Parallele", rappresenta secondo lo scrittore
austriaco, il massimo esempio di questa impostazione
metodologica.
Nietzsche, Kleist ed Holderin furono tutti e tre
incompresi dalla loro generazione.
La "lotta col demone" è una metafora che
rappresenta la inquietudine degli artisti, il loro tipico
scollamento col mondo reale, il progressivo
sconvolgimento del loro spirito ed infine la loro
ineluttabile sconfitta.
Tutti e tre finiranno infatti pazzi o suicidi. Come
tragicamente finirà pure lo stesso Zweig
Giuseppe Fallica, 2001
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