Geovismo:
nè scienza nè Bibbia
- Nel caso sia
di un assunto scientifico sia di una scelta religiosa
accade troppo spesso che la ricerca della verità viene
dimenticata, mentre ognuno raccoglie idee per puntellare
la propria convinzione: sentimenti e pregiudizi possono
accecare i capi religiosi con la medesima facilità con
la quale possono accecare gli scienziati. L'evidente
conseguenza di quest'atteggiamento è il dogmatismo: la
pretesa che ciò che si vuol credere sia effettivamente
accaduto. I dogmatici pretendono di dirci cosa pensare,
ci bombardano con le loro trovate e scoraggiano la
discussione dei loro assunti. Troppo spesso i dogmatici
travisano e alterano la realtà, si specializzano in
menzogne o, al massimo, in mezze verità: i fatti
favorevoli vengono ingigantiti, gli altri sono nascosti o
alterati; essi fanno in modo che il loro messaggio appaia
saggio, giusto, morale, e solo chi si adegua ad esso
viene considerato intelligente, utile ed importante.
- Perché
questa premessa sul dogmatismo?
- Poiché
intendiamo analizzare un assunto geovista che, a nostro
avviso, appare fin troppo dogmatico: "la teoria
dell'evoluzione ... è una vera e propria
<<menzogna>> . ... La vera filosofia di
questa teoria è che non esiste nessun Dio, che non c'è
bisogno di lui. ... la teoria dell'evoluzione fa il gioco
di Satana" (Come ha avuto origine la vita?
Per evoluzione o per creazione?, Roma 1985, p.
248). E' pur vero che i testimoni di Geova asseriscono
(Ivi, pp. 9-10): "Non intendiamo mettere in
discussione la scienza e i suoi successi. ... La ricerca
scientifica ha accresciuto in modo straordinario la
nostra conoscenza sia dell'universo che della terra e dei
viventi". Tuttavia, parlando di ciò che Jean
Rostand ha definito il "tenebroso problema
dell'evoluzione" (cfr. J. Rostand, L'evoluzione,
Milano 1961, p.87), i Testimoni di Geova additano il
"caos di teorie" formulate per spiegare
l'evoluzione! Questo terrorismo culturale è
particolarmente evidente se si considera la tecnica
adottata dal Corpo Direttivo per "smantellare"
la teoria evoluzionistica. La letteratura geovista
comprende due testi specifici a sostegno del
creazionismo:
- - L'uomo
è venuto per mezzo dell'evoluzione o per mezzo della
creazione?, Brooklyn 1968;
- - Come
ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?,
Roma 1985.
- Entrambi
i libri sono infarciti di citazioni ed è sorprendente
rilevare quanto segue:
- - nei
primi otto capitoli del primo libro citato, su 164
riferimenti a varie fonti, ben 61 citazioni ( il 37%)
sono tratte da autori evoluzionisti;
- - nel
secondo testo i riferimenti a fonti sicuramente
evoluzionistiche hanno la seguente distribuzione: nel
cap. 2 le citazioni di evoluzionisti costituiscono il 39%
dei riferimenti; nel cap. 4 il 65%; nel cap. 5 il 32%;
nel cap. 6 il 76%; nel cap. 7 il 17%; nel cap. 8 il 15%.
- Da
questi dati i lettori Testimoni dovrebbero ricavare che,
proprio riferendosi a opinioni di evoluzionisti, sia
dimostrabile l'insostenibilità del trasformismo
evoluzionistico; di conseguenza si dovrebbe concludere
che gli scienziati evoluzionisti siano degli instabili,
irragionevolmente incerti! Per esempio, il biologo
evoluzionista Jean Rostand viene ripetutamente citato nei
libri geovisti per mettere in dubbio l'attendibilità di
alcune teorie evoluzionistiche, eppure Rostand è un
convinto assertore dell'evoluzione, dal momento che
esplicitamente sostiene: "Non vi è ormai
opposizione, tranne quelle di ordine confessionale, che
non abbia disarmato di fronte a una verosimiglianza che
è troppo vicina alla certezza perché non si comprenda
la necessità di accordarsi con lei (= ipotesi
evoluzionistica) ... Anche se non avessimo a nostra
disposizione che gli argomenti forniti dalla
paleontologia, essi, da soli, ci costringerebbero a
credere che il mondo vivente si è formato per
complessificazione graduale. ... Nelle forme di
transizione di cui gli strati terrestri ci forniscono le
vestigia, l'evoluzione è scritta a caratteri cubitali.
... Quel che è certo è che l'uomo discende da un
mammifero che non era umano, e nel quale, se oggi
potessimo incontrarlo, troveremmo una notevole
rassomiglianza con le scimmie. ... Il fenomeno
dell'evoluzione è l'incredibile che pur si deve credere.
Così come ce lo insegna la scienza positiva, esso supera
in fantasticità tutti i miti creati dall'immaginazione
umana" (J. Rostand, op. cit., pp. 8,92,95).
- Per un
lettore fondamentalista della Bibbia non è facile
accettare che negli scorsi 100.000 anni sono esistiti
animali come gli ominidi e che gli scheletri di questi
antichi animali sono quasi identici a quelli degli uomini
d'oggi; ma le testimonianze dei fossili sono numerose ed
irrefutabili: i fossili della civiltà Cro-Magnon si
estendono dalla Francia all'Ucraina. Sarebbe
controproducente chiudere gli occhi su questo fatto.
Perciò l'evoluzione biologica è una teoria
scientificamente fondata, è la più plausibile
spiegazione della documentazione fossile, la quale ci
parla di vicende e mutamenti che hanno interessato forme
non umane e ominidi vissute in epoche passate, sebbene i
meccanismi e i processi che hanno determinato quei
mutamenti non sono del tutto chiariti. Forse la teoria e
il processo evolutivo sono un serio ostacolo per molti
credenti per il fatto che tra i primi sostenitori di tale
teoria ci sono stati alcuni scienziati materialisti (C.
Darwin, T. Huxley, E. Haeckel) i quali hanno trasformato
l'evoluzionismo in un'arma contro la religione.
- E' bene
precisare che non esistono prove dinamiche a favore di
Darwin nelle testimonianze dei fossili: né i fossili né
la vita che ci circonda forniscono prove che una specie
si trasformi in un'altra; paleontologi e teologi
concordano nel riconoscere che le prove di cui si
dispone, puntano verso un processo discontinuo, cioè
verso la comparsa di nuove specie senza connessione
diretta con le specie che le precedettero: i cosiddetti
"anelli mancanti" sono ancora mancanti! La
teoria attualmente prevalente fra i paleontologi è
quella dell'equilibrio discontinuo; l'evoluzione lineare
è ormai ritenuta una descrizione inadeguata.
- I Testimoni
di Geova partono da una prestabilita interpretazione
settaria della Genesi biblica e cercano le prove per
sostenerla; si sforzano disperatamente di ignorare le
prove che la contraddicono oppure, quando proprio non
possono, inventano spiegazioni inverosimili per
l'evidente conflitto con la nuda realtà.
- Se i
geologi asseriscono che la Terra ha 4 miliardi di anni, o
se gli astronomi attribuiscono all'universo un'età di 20
miliardi di anni, l'accurato lettore della Bibbia non ha
nulla da eccepire: Genesi, infatti, non è in contrasto
con le teorie scientifiche relative all'età
dell'universo. Inoltre, la Bibbia non dice assolutamente
nulla riguardo alla formazione degli strati sedimentari,
se essa sia avvenuta al tempo del Diluvio o prima. In
sostanza, il racconto di Genesi non fu scritto per
spiegare in termini scientifici il meccanismo
della creazione! La Bibbia non spiega come
"si fece luce" (Genesi 1,3); o come
si "faceva una divisione fra acque che dovevano
essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere
sopra la distesa" (Genesi 1,7); o come
"le acque sotto i cieli si raccolgano in un sol
luogo e appaia l'asciutto" (Genesi 1,9).
- Riflettendo
su ciò, si comprende chiaramente la netta distinzione
tra l'oggetto dell'indagine scientifica e il contenuto di
una dichiarazione di fede: si tratta di due approcci del
tutto differenti, paralleli tra loro e non
necessariamente in aprioristica contraddizione. E'
fondamentale riconoscere alla Scienza e alla Religione i
rispettivi campi di operazione e le precipue competenze.
Altrimenti?
- Altrimenti
accade che bisogna credere con puro atto di fede, come
fanno i Testimoni di Geova, che:
- - nel
2370 a.C., data del Diluvio secondo i Testimoni, non
esistevano tutte le varietà animali d'oggi: "Per
esempio, nella famiglia dei Felidi ci sono molte
«specie», come tigri, pantere, leopardi, ecc.. Ma molti
di questi poterono discendere da un'originale «specie»
dei Felidi. La stessa cosa può dirsi pure dei vari tipi
di cani della famiglia dei Canidi" (E' la
Bibbia realmente la Parola di Dio?, op. cit.,
p. 43).
- Va
incidentalmente rilevato che, quando la Bibbia dice che
la riproduzione animale e vegetale doveva avvenire
"secondo la sua specie" (Genesi 1,12.21.25),
non si può dire con certezza a quale classificazione
moderna sia uguale la "specie" di Genesi; in
altri termini, la nomenclatura adoperata in zoologia
definisce una specie come l'insieme di organismi che
hanno stretta affinità; una o più specie formano un
genere; un gruppo di generi costituisce una famiglia; la
classificazione procede poi con gli ordini, le classi e i
tipi. Quale di queste classificazioni odierne corrisponde
alla "specie" di Genesi? La Bibbia non lo dice.
Eppure i Testimoni riprendono il pensiero del noto
botanico svedese Carlo Linneo (1707-1778), il quale
ammetteva che nuove "specie" vegetali potevano
scaturire sia da qualche brusco cambiamento sia in
seguito a ibridazione: in origine il Creatore plasmò
solo un ridotto numero di "specie", tutte le
altre sarebbero "figlie del tempo". Tali
trasformazioni corrisponderebbero abbastanza bene a
quella che oggi si definisce "microevoluzione".
- - nel
2370 a.C. la superficie terrestre era "più piana e
regolare che al presente": "le catene di alti
monti, come l'Himalaya di ottomila metri, le Alpi, le
Ande e le Montagne Rocciose non fossero sempre così alte
... Quando la Bibbia dice dunque che le acque del Diluvio
coprirono i più alti monti, non dobbiamo pensare a
sufficiente acqua da coprire l'odierno monte
Everest" (Ivi, pp.37-38). Quindi le citate catene
montuose si formarono per effetto delle acque del
Diluvio: "I letti oceanici si approfondirono o
affondarono e sorsero le superfici di asciutto,
producendo evidentemente tale effetto" (Ivi, p.39).
Il tutto sarebbe accaduto poco più di 4000 anni fa!
- E'
vero che fino agli inizi del nostro secolo gli
oceanografi attribuivano l'origine delle acque oceaniche
alla condensazione di una nube primordiale che un tempo
avrebbe circondato la Terra; tuttavia, grazie al fatto
che le scienze fisiche, matematiche e chimiche furono
usate dagli studiosi per addentrarsi in quei campi dello
scibile che erano stati principalmente descrittivi, come
l'astronomia, la geologia e la biologia, si è dimostrato
che la quantità d'acqua, che poteva essere contenuta in
una nube che circondasse la Terra, poteva essere solo una
piccola percentuale dell'acqua presente oggi negli
oceani. I limiti geofisici alle dimensioni di una
siffatta nube sono che la superficie superiore della
nuvola doveva essere abbastanza calda da mantenere
l'acqua allo stato di vapore e abbastanza vicina alla
superficie terrestre perché la forza di gravità
impedisse al vapore acqueo di disperdersi nello spazio;
queste esigenze limitano le dimensioni della nube tanto
che è stato calcolato che la quantità d'acqua che
potrebbe essere contenuta in una nube del genere
corrisponderebbe solo a una piccola frazione dei 1400
milioni di Km cubi d'acqua contenuti oggi negli oceani
(cfr. W. von Arx, An Introduction to Physical
Oceanography, Addison Wesley, Reading, Mass.
1962; d'altra parte, la quantità di vapore emessa dai
vulcani della Terra nella fase di raffreddamento può
spiegare il volume d'acqua contenuto negli oceani - cfr.
Genesi 2,6).
- - nel
2370 a.C. gli animali terrestri salvati nell'arca di Noé
poterono localizzarsi in terre isolate come l'Australia e
la Nuova Zelanda percorrendo nelle loro migrazioni alcune
dorsali di terraferma che collegavano tratti di terra ora
isolati dorsali che dovettero sprofondare sotto la
superficie oceanica dopo il 2370 a.C. (Cfr. Ausiliario
per capire la Bibbia, Roma 1981, p.71). A
questo proposito M.N. La Monica, ex Testimone siciliano,
ha osservato: "Come è stato possibile che animali
usciti dall'arca, che si ritiene arenata sul monte
Ararat, si siano suddivisi per specie così che tutti i
canguri siano andati in Australia senza lasciare traccia
di discendenza, neppure attraverso fossili, nel
continente da cui sarebbero dovuti provenire? come il
lama, il coyote, il cane della prateria, ecc. si siano
diretti nelle Americhe senza lasciare traccia in Asia, in
Africa, in Europa? lo stesso dicasi per molti altri
animali ancora. Infatti, nulla si sapeva di queste
specie, neppure attraverso le raffigurazioni artistiche
degli antichi, prima della scoperta dell'America o
dell'Australia. Se, ad esempio, si fosse trovata la
rappresentazione di un lama o di un canguro in una
piramide egizia, ciò sarebbe stata la prova della
correttezza del punto di vista dei Testimoni di Geova, ma
queste prove non ci sono".
- E' chiaro
che, se applichiamo il metodo scientifico di osservare
prima i fatti e di trarre poi le conclusioni, bisogna
desumere che le preconcette conclusioni geoviste hanno
forzato i fatti disponibili. Evidentemente ai Testimoni -
e a chi, come loro, avanza ancora dogmatiche
rivendicazioni religiose sulla cosmologia -
"l'affare Galileo" non ha ancora detto tutto
sulla pratica e sulla filosofia della Scienza: la posta
in gioco alla fine del 1500 "era non solo la verità
della natura, ma anche la natura della verità"
(Owen Gingerich, L'affare Galileo,
in Le Scienze - edizione italiana di Scientific American
- ottobre 1982, n. 170, pag. 119). Come riferisce O.
Gingerich, in quell'epoca "c'era un accordo diffuso
sulla tesi che la verità si trovasse non
nell'astronomia, ma nella Bibbia. Poiché la Sacra
Scrittura era stata dettata letteralmente da Dio, essa
era al di sopra di ogni possibile contestazione. Lo
stesso Galileo accettava senza esitazione questa
dottrina, ma non era necessariamente d'accordo che la via
verso la verità passasse esclusivamente all'interno del
territorio dei teologi. La Sacra Scrittura poteva essere
ambigua, sosteneva, mentre il libro della natura, che
emanava anch'esso da Dio, poteva essere interrogato e
sottoposto a esperimenti. Egli concedeva che la Bibbia
avesse un suo posto di riguardo, ma credeva anche che la
Scrittura dicesse come si va al cielo, non come vanno i
cieli ... Il campo di battaglia era il metodo stesso, la
via verso una conoscenza sicura del mondo, il problema se
il libro della natura potesse rivaleggiare in qualche
modo col libro infallibile della Scrittura come via verso
la verità" (O. Gingerich, art. cit.,
pp.120-122,126).
- Come
ha avuto origine la vita? A questa fondamentale domanda
si può rispondere per due vie diverse: con criteri
scientifici e con premesse teologiche. I due livelli
menzionati - quello teologico e quello scientifico -
comportano due modalità differenti di porre e cercare di
risolvere la tematica proposta. Il metodo sperimentale è
basato sull'osservazione e sull'esperimento: consiste
nell'osservare un determinato fenomeno naturale al fine
di cogliere le cause essenziali che lo producono e gli
effetti che ne conseguono; successivamente si ricerca la
spiegazione teorica del fenomeno e la conferma della
stessa teoria mediante un esperimento eseguito in
laboratorio. Quindi, chi adopera tale metodo scientifico,
osserva ciò che accade e, in base alle osservazioni,
formula una teoria su ciò che potrebbe essere vero;
infine verifica la teoria con
ulteriori esperimenti ed osservazioni per vedere se le
previsioni basate su essa si realizzano. In sostanza il
metodo scientifico è un modo di pensare sistematico, un
modo di raccogliere le prove e valutarle, un modo di
condurre esperimenti per predire accuratamente ciò che
accadrà in date circostanze, un modo per accertare e
riconoscere i propri errori, un modo per
provare l'erroneità di vecchie idee.
Pertanto, se le teorie non reggono di fronte all'analisi
scientifica, si rivelano speculazioni non verificabili;
è altrettanto ovvio che il progresso della conoscenza
costringe gli scienziati a rivedere continuamente le loro
ipotesi alla luce di nuove scoperte ed informazioni.
- In
conclusione, come asserisce Karl Popper, un'ipotesi che
non è soggetta - almeno in teoria - alla possibilità di
alterazioni sperimentali non può trovare posto nel reame
della Scienza: un insieme d'idee, che in teoria non si
possono dimostrare false, non è Scienza. Applicando il
metodo scientifico descrittivo, gli scienziati sono
pervenuti alla definizione di assiomi ormai
inconfutabili:
- - la
materia non viene all'esistenza spontaneamente;
- - la
materia può essere prodotta da un'enorme fonte di
energia;
- -
l'energia-massa non può essere né creata né distrutta,
ma semplicemente convertita dall'una all'altra.
- Quindi
la Scienza ammette che l'universo materiale si può
ottenere da una fonte d'energia. Eppure molti scienziati
sostengono che il creazionismo non sia scientifico;
perché? in che senso?
- In
effetti i chimici non sono riusciti a riprodurre gli
esperimenti della natura sulla creazione della vita a
partire da materia non vivente, perciò gli scienziati
non sanno come ciò sia avvenuto.
Pertanto la creazione non è provabile, non si può
verificare attraverso il metodo scientifico: non c'è
modo di provarla o di dimostrare che sia falsa, non è
osservabile. In questo senso il creazionismo non è
Scienza. E' pur vero che gli scienziati non hanno le
prove che la vita non sia stata il risultato di un atto
creativo, perciò Albert Einstein asserì: "Chiunque
sia seriamente impegnato nella ricerca scientifica si
convince che nelle leggi dell'universo è manifesto uno
spirito, uno spirito immensamente superiore a quello
dell'uomo, davanti al quale noi, con le nostre modeste
facoltà, dobbiamo sentirci umili". Tuttavia, lo
stesso Einstein, basandosi sul metodo sperimentale di
analisi, sostenne che "la principale causa degli
attuali conflitti tra le sfere della Religione e della
Scienza sta nel concetto di un Dio personale".
- Infatti,
secondo i Testimoni di Geova, la più grave colpa della
maggioranza degli scienziati è quella di non prevedere
il ruolo di una Personalità creatrice. In effetti ci
sono molte cose di cui gli scienziati conoscono
l'esistenza, ma che non sanno spiegare: la coscienza,
l'istinto di adorare ... Queste cose non potrebbero
trovare una spiegazione soddisfacente all'infuori di
quella che offre la Religione: ci troviamo di fronte a
temi che si affrontano e risolvono a un livello
diverso da quello scientifico; i nostri
impulsi religiosi non si possono appagare se non credendo
che la vita ha un significato trascendentale. Tutto ciò
è argomento di fede, non di ricerca scientifica! Il
creazionismo geovista tenta di mescolare i due livelli -
scientifico e teologico - per attribuire alla Bibbia una
"scientificità" che questo Libro non ha, né
pretende di avere. In sostanza, non si può far dire alla
Scienza ciò che essa non può dire
come, in materia di fede, non si può far dire alla
Bibbia ciò che essa non vuol dire.
Infatti, da una parte, il dato rivelato ha essenzialmente
finalità religiose e non scientifiche e quando affronta
soggetti studiati anche dalla Scienza, lo fa con spirito
religioso, non con metodologie scientifiche, utilizzando
le conoscenze del tempo a cui risale il testo sacro; la
Bibbia doveva avere un significato comprensibile per gli
schiavi appena liberati sul Sinai. D'altra parte, però,
i biologi che hanno attribuito l'origine della vita al
risultato di associazioni casuali di molecole, come
ammoniaca e metano, le quali si sarebbero trasformate in
amminoacidi e infine avrebbero dato origine alla vita
stessa, questi stessi scienziati devono fare i conti col
fatto che il tempo, necessario perché associazioni
casuali di molecole chimicamente evolute dessero origine
al più semplice batterio, è stato calcolato in
grandezze che uguagliano o superano l'età dell'universo
... non solo della Terra o del sistema solare: le
migliori valutazioni matematiche odierne affermano che
non vi è stato tempo sufficiente perché reazioni
casuali dessero inizio alla vita così com'è documentato
dalle testimonianze dei fossili. Infatti, spesso è stato
citato un noto esempio per comprendere la probabilità
temporale di un evento del genere: se delle scimmie
battessero a caso sui tasti di macchine da scrivere,
al ritmo di un tentativo al secondo, per
comporre una semplice frase di 16 lettere, ci vorrebbero
due milioni di miliardi di anni per esaurire tutte le
possibili combinazioni.
- Pertanto, non
può essere stato il caso a dare origine alla vita,
semplicemente perché non c'è stato il tempo perché
ciò accadesse: la probabilità che processi casuali
abbiano dato origine alla vita da una miscela primordiale
di sostanze chimiche è ancor più scarsa di quella che,
rovesciando una frittata, vi capiti di vedere il tuorlo e
il bianco separarsi e tornare alla forma originaria di
uovo! Tutto ciò dimostra che i problemi delle nostre
origini, problemi che la maggior parte di noi avrebbe
preferito considerare risolti da esperti che conoscono
tutte le risposte, in realtà non sono affatto stati
risolti. Perciò, l'uomo della strada dovrebbe
convincersi che l'affidamento acritico all'abilità di
esperti per risolvere gli enigmi della vita è pura
presunzione.
- Per
questi motivi non è peregrina un'interpretazione
finalistica all'uomo della struttura cosmica: Dio ha
creato, fra le infinite possibilità, un universo adatto
alla vita umana sulla Terra. "Si potrebbe in effetti
sostenere (come affermò Alfred North Whitehead) che, dal
momento che un Creatore onnipotente avrebbe potuto creare
il mondo in qualsiasi modo gli fosse piaciuto, tanto più
incombe sugli scienziati il compito di scoprire in che
modo scelse di crearlo. ... E' un'ironia della storia che
i metodi di argomentazione scientifica di Galileo abbiano
dato un contributo importante a dimostrare che quel che
è considerato vero nella scienza è solo il probabile;
la verità non può mai essere definitiva e mai assoluta.
Ciò che rende la scienza così affascinante è il
compito di avvicinarsi sempre più al fine mai
raggiungibile di una conoscenza completa" (O.
Gingerich, art. cit., pp. 128-129).
- L'incapacità
dei Testimoni di Geova di distinguere la riflessione
teologica da quella scientifica pone il Geovismo in una
posizione che non è, in sostanza, né biblica né
scientifica.
- Achille
Aveta
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