Numero 2 Marzo/Aprile 97

ilTramBusto

A CURA DEL COORDINAMENTO COBAS AUTOFERROTRANVIERI

ANCORA FUMATA NERA PER IL

CONTRATTO NAZIONALE

CHE PREVEDE TANTA

 

COTRAL: c'è qualcosa che bolle in pentola

LEGGE 626: sicurezza nei luoghi di lavoro (prima parte)

CONCORSO IV LIVELLO: il parere di ...

LEGGE 1204: tutela del padre lavoratore

 

 

 

 

 

Flessibilità è forse il termine più usato in questo periodo. Il Governo l'auspica, gli imprenditori la pretendono, l'Europa la richiede, i sindacati confederali la invocano. E rispettivamente per risanare il debito pubblico, per espandere l'economia, per essere competitiva nel resto del mondo, per rilanciare l'occupazione,. Va a finire che, con tutte queste autorevoli invocazioni, ci apparirà come cosa buona e giusta, capace di dispensare benessere e felicità (forse è vero, basta stabilire a chi). Ma cosa si cela dietro l'innocuo termine flessibilità ?La necessità di rendere poco costosa la forza lavoro, scardinando le residue garanzie contrattuali e sociali dei lavoratori. Un disegno politico che mira al totale smantellamento del patrimonio delle lotte sociali degli anni sessanta e settanta. E, per spianare la strada all'attuazione di un simile piano, si alimenta, in un primo tempo, il conflitto fra occupati e disoccupati, tra lavoratori attivi e lavoratori in pensione. E, in un secondo tempo, tra chi lavora con "salario d'ingresso" e chi a stipendio pieno, fra chi lavorerà con "contratto d'area" del nord e chi con quello del sud, tra chi parteciperà agli utili dell'azienda e chi ne subirà le perdite. La guerra al ribasso è innescata e si sa che tra i due litiganti il terzo gode. Da questo quadro economico emerge chiaramente una considerazione, la dignità dei lavoratori è diventata un bene troppo caro per poterselo permettere. Come al solito, le regole continuano a piegarsi all'economia, lasciando nel dimenticatoio i diritti umani.

COORDINAMENO COBAS AUTOFERROTRANVIERI

 

CONTRATTO NAZIONALE:

ANCORA FUMATA NERA

Per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri si susseguono gli incontri tra la Feder Trasporti, Governo e sindacati. Per la prima volta la categoria presenta due ipotesi d'accordo, la prima proposta dai comitati di base, la seconda dai sindacati confederali. Per la prima volta il governo convoca, insieme al CLN, anche i COBAS. I COBAS sono rappresentati da una delegazione di due conducenti, che consegnano nelle mani della Dott.ssa Gasparrini la piattaforma elaborata insieme agli altri comitati di base e rivendicano i punti più salienti.

Riduzione dell'orario di servizio a 35 ore settimanali (come già sperimentato in Germania e conquistato dagli autoferrotranvieri Francesi).

L'abbassamento a 7 anni di anzianità lavorativa, anziché 15, per raggiungere il 5° livello.

Raddoppio delle indennità domenicali.

Garanzie per i minori aggravi.

Riconoscimento delle malattie professionali.

Inserimento della 626 (legge sulla sicurezza nei posti di lavoro).

Riadeguamento della retribuzione con recupero del differenziale fra inflazione reale e quella programmata.

Aumento salariale.

L'assoluta contrarietà ad una nuova "UNA-TANTUM" come risoluzione degli arretrati.

La piena disponibilità a ridurre i distacchi sindacali.

La Dott.ssa Gasparrini, sottosegretaria al ministro del lavoro, si compiace di aver incontrato i COBAS, che dice di sentire più vicini alle realtà dei lavoratori, ma, allo stesso tempo, parla chiaro, affermando che i soldi non ci sono e che la situazione economica del paese è peggiore di quella dichiarata dai giornali.

Il presidente della Feder Trasporti (in una intervista al corriere della sera) rincalza dicendo che il settore degli autoferrotranvieri è vicino al disastro e che questo contratto deve aiutare le imprese a salvarsi. Tradotto in lire, tutto questo significa che non solo la Feder Trasporti non è disposta a mollare una lira per il rinnovo contrattuale, ma chiede ulteriori sacrifici ai dipendenti delle aziende in termini di flessibilità dell'orario di lavoro e di abbassamento del costo del lavoro in misura del 25-35 %. L'IPOTESI D'ACCORDO CONTRATTUALE PRESENTATA DALLA FEDER TRASPORTI E' DURISSIMA; un cingolato che smantella anni di lotte e di conquiste nel settore. Noi già condannammo, a suo tempo, la piattaforma dei sindacati confederali, in quanto assecondava troppo le esigenze delle aziende, ignorando le richieste che da anni fanno i lavoratori. Con l'inserimento delle multi mansioni già si prevedeva un abbassamento del costo del lavoro, con i contratti d'area e atipici un drammatico indebolimento della categoria e un'apertura ai privati, dimenticando del tutto le malattie professionali sulle quali si accennava sull'ultimo contratto scaduto. Per questo ci siamo stupiti del rigetto delle controparti della piattaforma contrattuale presentata dai confederali.

Ancora oggi la categoria è all'oscuro sui punti di discussione fra sindacati e controparti. Sappiamo per bocca della Dott.ssa Gasparrini che è intenzione della Feder Trasporti tagliare le spese riguardanti i distacchi sindacali, che equivalgono a un terzo del costo del nostro contratto nazionale, ma su questo punto CGIL CISL UIL fanno muro. Saranno disposti a svendere qualcos'altro in cambio di conservare i loro privilegi ?  Certo è che, per entrambe le due piattaforme, la trattativa deve ora spostarsi sulle piazze. Sia i confederali che le strutture di base hanno in cantiere iniziative di lotta per i prossimi giorni. Finora la piattaforma di CGIL CISL UIL ha raccolto più adesione negli scioperi, circa il 60 % a livello nazionale.E si sa che nel settore siamo "specialisti nel darci la zappa sui piedi" e potremmo finire anche noi come i metalmeccanici, che dopo 9 mesi di agitazioni sono stati svenduti da una firma dei "loro rappresentanti" confederali, sottoscrivendo il peggior contratto nella storia del settore. Noi chiediamo che qualsiasi cosa abbiano intenzione di firmare venga letta, discussa e messa a referendum tra i lavoratori, come democrazia sindacale esige. Su questi eventi richiamiamo l'attenzione di tutti lavoratori, la partecipazione unitaria alle assemblee e alle iniziative di lotta a sostegno della piattaforma presentata dalle strutture di base. Non rinunciamo alle nostre richieste, non dobbiamo "commuoverci" davanti un governo che fa il "pianto greco" . 

Roberto D'Agostini - Tuscolana

  ... C'è QUALCOSA CHE BOLLE IN PENTOLA

di Roberto Cortese - Portonaccio

 

E' la tenda dei lavoratori del COTRAL posta davanti al deposito di Portonaccio che lancia l'S.O.S. Sono le stesse RSU che in forma autoconvocata promuovono un'assemblea permanente che li vede protagonisti per circa un mese di una serie di mobilitazioni, dal quartiere fin sotto la sede della regione Lazio. L'obbiettivo è quello di bloccare la volontà della presidenza ATAC-COTRAL nel piano, per l'appunto detto, piano Niccolai : 

 Sembra essere questa la risposta aziendale alle rivendicazioni dei lavoratori che chiedono soluzioni alle carenze di organico (che vede come unica attuale risposta l'utilizzo dei doppi turni ), carenze del parco autobus, definizione sull'aspetto aziendale e costruzione dell'azienda pubblica regionale .

Non prende impegno, il consiglio regionale, di fronte ai lavoratori se non quello di frenare l'intento aziendale. Qualcosa deve aver funzionato, visto che la tenda non c'è più. Facciamo fatica nel pensare che tutto sia tornato sui "giusti binari" ; anche se il problema economico del cotral viene rinchiuso dentro il tira e molla delle varie provincie, servite dal consorzio di trasporto, che minacciano di rinunciare ad esso mirando di conseguenza ad appalti privati. Nessuno ci toglie dalla testa che si è voluto inserire di proposito all'interno della categoria un'ulteriore minaccia che favorisca l'inserimento all'interno dell'organizzazione del lavoro quelle varianti tanto amate dai "manager" della cosa pubblica : flessibilità ? risparmio ? Il suo vero nome è massimo sfruttamento, è volontà di trasformare un intero mondo del lavoro in un "qualcosa di precario, ricattabile senza alcuna forza contrattuale. Una denuncia, questa, che esplode anche nell'ATAC durante un'assemblea dei lavoratori nel deposito di Acilia, dove numerosi lavoratori si schierano per impedire che sia preso anche solo in considerazione l'accordo ponte proposto dalle controparti sul tavolo delle trattative del contratto nazionale, che oltre a flessibilità e precariato propone una decisiva retrocessione economica tramite il congelamento di tutti gli automatismi della busta paga e di tutto quanto ciò va oltre il contratto nazionale "nudo e crudo".

QUAL COSA BOLLE IN PENTOLA, e visto che sono in troppi "a far da sordi" i lavoratori sono stanchi di protestare rispettando regole che non gli appartengono, regole costruite per rendere tutti muti.

LE REGOLE... POTREBBERO ROMPERSI

 

Legge 626/94, salute e sicurezza nei luoghi lavoro

prima parte

a cura di Giovanni Palmeri - Trastevere

Dal 1° gennaio 1997 è entrata in vigore una nuova legge, il decreto legislativo n° 626 del 1994, chiamata più semplicemente "626". E' una legge molto importante perché si occupa degli aspetti generali di igiene e sicurezza del lavoro in tutti i settori sia pubblici che privati. Nasce dal recepimento di alcune Direttive europee, finalizzate al miglioramento delle condizioni di lavoro, stabilendo i requisiti minimi che devono essere tassativamente rispettati in qualsiasi luogo di lavoro. Rispetto alle leggi in vigore, la nuova normativa introduce, tra le altre, una fondamentale novità: in base alla 626 il datore di lavoro non solo deve garantire condizioni di sicurezza e salubrità, ma è tenuto a valutare i rischi presenti negli ambienti di lavoro e riportare i risultati in una relazione. In questa relazione vengono anche individuate le opportune priorità con le quali attuare le misure di protezione. Un'altra delle importanti figure introdotte dalla 626 è il RLS (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), uno dei punti cardine della nuova politica di prevenzione che prevede la partecipazione attiva dei lavoratori all'attuazione della legge. Va ricordato che questo diritto era già sancito nella Legge 300/70 (STATUTO DEI LAVORATORI) "I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l'elaborazione e l'attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica"Art. 9.

Il Dlgs 626 stabilisce che ogni RLS (il loro numero varia a seconda delle dimensioni dell'organico aziendale) ha il compito principale di verificare, per conto dei lavoratori, lo stato di attuazione delle misure di sicurezza e di prevenzione realizzate dal datore di lavoro, demandando alla contrattazione collettiva le modalità di nomina di questi rappresentanti. Con precedenti accordi CGIL-CISL-UIL hanno ricondotto sotto la loro tutela questa figura, realizzando meccanismi di designazione che di fatto impongono la nomina del RLS in seno alle RSU. In sostanza, il RLS non viene eletto direttamente dai lavoratori, ma designato all'interno delle RSU. Nei luoghi di lavoro dove ciò fosse accaduto è comunque possibile far valere i propri diritti, dato che la 626 non ha abolito lo Statuto dei Lavoratori. Per cui, se in un luogo di lavoro è stata costituita una rappresentanza sindacale aziendale, si può comunque chiedere al datore di lavoro di fornire tutta la documentazione necessaria per verificare le condizioni di sicurezza (compresa la relazione sulla valutazione del grado di rischio) e pertanto agire parallelamente ai RLS designati da CGIL-CISL-UIL. Dunque la 626 rappresenta un valido strumento per migliorare le condizioni dei luoghi di lavoro, tutto dipende da quanto i lavoratori per primi siano in grado di mobilitarsi, affinché la sicurezza nei luoghi di lavoro non diventi una vuota appendice contrattuale; qualsiasi legge ha il valore della carta straccia se qualcuno non ha interesse a farla applicare.

I DIRITTI DI UN RLS

 CONCORSO AMT IV LIVELLO

PARLIAMONE con ...FIORENTINI (RSU CNL)

 

Torna alla ribalta, dopo circa 15 anni di attesa, un concorso interno per: Capo Operaio; Capo Tecnico; Addetto al Movimento e Traffico IV Livello. L'accordo è stato firmato il 22 / XI / 96 da una delegazione ATAC / COTRAL, rappresentata dal Presidente ING. Luciano NICCOLAI, Ing. Angelo CURCI, Dr. Paolo MARI, Avv. Giorgio DA ROS, Avv. Bruno GALLI e Avv. Antonio GUARINO e dalle OO.SS. CGIL CISL UIL. Era presente, ma non ha firmato l'accordo, la CNL. Questo concorso interno ha messo in fibrillazione tutto il personale interessato, suscitando la necessita' di risposte concrete ad alcuni quesiti. Incuriosito sono andato ad intervistare il collega e RSU del CNL di TRASTEVERE Giorgio FIORENTINI. Giorgio, che cosa ne pensi dell'accordo interno in base al quale usciranno 150 A.MT IV LIVELLO?, e quali sono stati i motivi per i quali non avete firmato l'accordo?

"Ho notato che si e' stravolto totalmente il passato accordo fatto dal Sig. VACIAGO e dal Sig. MONTAGNOLI, il quale accordo prevedeva il passaggio di qualifica fino a diventare IV LIVELLO con un punteggio ricavato dal titolo di studio e dagli anni di servizio, e soprattutto da quello 0,2 che era il punteggio attribuito dal CAPO Locale. Adesso, con la prova scritta prima e il colloquio poi, si potrebbe innescare un meccanismo CLIENTELARE , e anche questo è stato uno dei motivi per i quali la CNL non ha siglato l'accordo. L'AZIENDA tuttavia ha tenuto conto, nella stesura dell'accordo, di alcuni suggerimenti proposti anche dalla CNL, come la riapertura delle domande per dare la possibilità a tutti quei colleghi, che, con il precedente accordo, non avevano ancora i requisiti richiesti come i 5 Anni di servizio".

Come saranno collocati i vincitori del concorso?

"Anche se il concorso prevede 150 AMT nell'immediato saranno inseriti solo i primi 50 vincitori presso l'AREA ROMANA, gli altri 100 verranno inseriti gradualmente. Tuttavia, in caso di un nuovo concorso a 3° LIVELLO, per i vincitori non ancora inseriti di ruolo, a mansioni di IV LIVELLO, rimane confermata la decorrenza giuridica".

Come sarà composta la commissione esaminatrice?

"La commissione esaminatrice è composta da un responsabile della funzione del personale, rappresentato dall'Avv. GIORGIO DA ROS o da un suo delegato con funzioni di Presidente e da due dirigenti".

Ho notato che non ci sarà nessun esponente sindacale, lo ritiene giusto?

"Questi sono gli accordi... Riterrei giusto che nei locali degli esami fossero presenti i responsabili sindacali, almeno come uditori per garantire la massima trasparenza delle prove selettive a tutti i concorrenti. Concludo affermando che, anche se la C.N.L. non ha siglato l'accordo, invito lo stesso tutti gli iscritti e simpatizzanti a partecipare, augurando loro un grande IN BOCCA AL LUPO!".

Miro Tessi - Trastevere

  

LA LEGGE TUTELA ANCHE IL PADRE LAVORATORE

a cura di Gianfranco De Benedictis - Collatina

La figura del padre è profondamente mutata nel corso degli anni. E' maturata l'esigenza di una maggiore presenza e partecipazione alla crescita del bambino. Buone notizie per chi ha intenzione di mettere al mondo dei figli, accudirli, seguirli maggiormente. C'è infatti la legge n° 903 del 9/12/1977 che testimonia e conferma quanto sia importante la presenza del padre in una situazione così delicata ed essenziale dal punto di vista affettivo, quale può essere l'assistenza al neonato. E' di questo che la legge tratta, e cioè della possibilità, anche da parte del "lavoratore padre", di usufruire di un periodo ben determinato e precisamente di 180 giorni (anche frazionati) per l'assistenza al neonato nell'arco del primo anno di vita del bambino. In sostanza i 180 gg potranno essere goduti entro e non oltre nove mesi. E' certo una possibilità da prendere al volo, ma a talune condizioni ed oneri di tipo economico da non trascurare. Prima ed essenziale condizione per l'inizio dell'assistenza al neonato è che la madre svolga un'attività lavorativa. La stessa dovrà dichiarare la rinuncia al periodo di assistenza facoltativa, compilando un modello prestampato che verrà consegnato al datore di lavoro del padre. Allegata a questa dichiarazione ne verrà compilata una seconda da parte del datore di lavoro della madre, che attesta l'avvenuta rinuncia. La documentazione che presenterà il padre lavoratore consisterà in un modello prestampato dell'I.N.P.S. indirizzato all'istituto stesso e una dichiarazione di assistenza al neonato indirizzata al datore di lavoro (mod. 54).Gli oneri di tipo economico invece riguardano una decurtazione del 50% dello stipendio, vediamo come. La legge di cui abbiamo argomentato fino ad ora venne denominata "parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro". E proprio in materia di lavoro che questa legge ricalca la normativa precedente del '71 e precisamente la n° 1204 (tutela delle madri lavoratrici). Questa legge, oltre a garantire alla madre i periodi obbligatori pre e post parto (art. 4-5), sanciva nell'art. 7 la facoltà di avvalersi per sei mesi dell'assistenza al neonato, facoltà estesa sei anni dopo anche al padre lavoratore (art. 7 L. 903/77). C'è quindi una correlazione tra le due leggi, sia nella parte normativa che in quella economica. Infatti l'art. 15 della legge 1204 concede il diritto ad una indennità pari al 30% della retribuzione. Questa è la soglia minima sotto la quale il datore di lavoro non può scendere. Si può invece aumentare l'indennità tramite i contratti aziendali di categoria, ed è ciò che avvenne in azienda con il contratto integrativo del 13/11/1991. Fu aumentata l'indennità del 20% rispetto a ciò che la legge stabiliva, passando quindi ad un totale del 50% della retribuzione.E' doveroso precisare, per non dare adito a fraintendimenti e per consentire di calcolare la quota che verrà decurtata e quindi ciò che si verrà a percepire a fine mese, che per retribuzione si intende la retribuzione media globale giornaliera.E' da sottolineare inoltre che l'astensione facoltativa viene conteggiata solo per l'anzianità di servizio, non per le ferie né per la tredicesima e quattordicesima e, ai fini pensionistici, solo su riscatto. Tutta la materia è stata ulteriormente regolamentata da un recente decreto legislativo (settembre 1996), che attua delle restrizioni in materia di contributi ai fini pensionistici. Ma, come spesso accade, risulta ancora poco chiara l'interpretazione della legge. Ovviamente questa parte economica sarà quella che interesserà maggiormente chi deciderà di assentarsi dal lavoro, e inciderà soprattutto sulle famiglie con redditi bassi, ma è comunque importante prendere in considerazione la possibilità di stare accanto al neonato in quei primi mesi di vita che richiedono anche la presenza del papa.