Meade 102ACHR/DX500 B
vs
Celestron 102HD
test di
Piergiovanni Salimbeni22 settembre 1998
PREMESSA
Anche le aziende americane più famose hanno deciso di immettere nel mercato dei rifrattori acromatici di serie economica due loro strumenti. Prima di iniziare ad analizzarli voglio subito precisare che mi sono avvalso di un unico esemplare per marca datomi a disposizione da uno dei rivenditori autorizzati Celestron e Meade: l’Ottica "il Diaframma". Non ho avuto la possibilità di comparare le prestazioni con altri esemplari, spero quindi di non essermi imbattuto in due strumenti dall’ottica miracolosamente perfetta o sfortunatamente difettosa, rispetto allo standard di produzione.
ESTETICA
MONTATURE
Paragonati a quello dell’Antares i due treppiedi risultano essere più robusti e soffrire meno della leggera torsione laterale presente nelle gambe di metallo del Venere.
CERCATORE
FUOCHEGGIATORE
Il diametro del tubo del Celestron è di ben 50,8 mm. dotato di serie del raccordo per utilizzare gli oculari da 31,8 mm. Non c’è che dire, è un ottima scelta, caratteristica di strumenti più prestigiosi.
PRESTAZIONI
LUNA
Con un ploss da 26 mm l’immagine era in entrambi i rifrattori ben contrastata. Ai bordi del satellite si poteva vedere un residuo di aberrazione cromatica, nettamente inferiore a quello del Venere e di poco superiore a quello del più pregiato Vixen.
Utilizzando un ploss da 7,5 ho osservato la rima all’interno del cratere Gassendi situata a 19° s e a 39° w. Le altre erano invisibili.
All’interno di Plato invece si vedevano seppur con fatica due dei quattro microcrateri. Impossibile scorgere la rima delle Vallis Alpes, i craterini piroclastici all’interno di Alphonsus erano invece ben visibili, così come la Rupes Recta. Si osserva invece con difficoltà la rima Birt. E’ arduo dire quale sia lo strumento migliore. Entrambi mostravano gli stessi dettagli, anche se il
Celestron soffriva meno dell’aberrazione cromatica. Ma questa differenza è quasi impercettibile. V’è comunque da considerare che il 100ACHR è un f/9, mentre l’HD un f/10.
GIOVE
Del gigante gassoso con un ploss da 7,5 mm. si potevano ammirare la SEB, la NEB, la STB, la NTB , la SPR e la NPR. Stranamente utilizzando degli oculari che dessero il medesimo ingrandimento (rispettando le focali diverse) e lo stesso diagonale (ho utilizzato quello del Celestron) il Meade era lo strumento che rendeva di più in termini di contrasto e di visibilità dei dettagli fini . A differenza di quanto riscontrato osservando la luna. dove a farla da padrone era l’HD.
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STELLE DOPPIE.
Mizar ed Alcor apparivano molto puntiformi anche a 133 ingrandimenti, Cosi come Albireo.
Epsilon Lyrae era circondata da un leggero alone bluastro.
Analizzando il disco di diffrazione delle stelle si notava una leggera tensionatura della lente del Meade all’interno della sua cella.
Entrambe le ottiche sono comunque risultate collimate senza residui di aberrazione sferica.
CONCLUSIONE
DATI TECNICI
CELESTRON
apertura: 102 mm.
focale: 1000 mm.
otturazione : assente
Risoluzione: 1,17
cercatore: 6x30 acromatico
montatura: equatoriale
Accessori: ploss da 20 mm diagonale a specchio 31,8, manopole flessibili, moti
micrometrici, set di chiavi e cacciavite.
Accessori opzionali: cannocchiale polare, motorizzazione in A.R.
Aberrazione cromatica: presente
Aberrazione sferica: assente
MEADE
apertura: 102 mm.
focale: 920 mm
otturazione: assente
risoluzione: 1,17
cercatore: 6x30
montatura: equatoriale
Accessori: ploss serie 3000 da 25 mm., diagonale 31,8 mm.
Accessori opzionali: cannocchiale polare, motorizzazione , moti micrometrici
elettrici sui due assi.
Aberrazione cromatica: presente
Aberrazione sferica: assente
Tensionatura della lente nella celle: leggermente presente.
PREGI
CELESTRON: prezzo, cercatore, messa a fuoco,
MEADE: compattezza, dotazione, estetica.
DIFETTI