************* Paola
 
 

Ho 30 anni, ho la SM a ricadute/remissioni da quando ne avevo 14, ma solo da 5 ne sono al corrente. E' stata benigna con me, per ora, non ho segni evidenti .

Dopo Ragioneria, ho frequentato per 3 anni la facoltà di Medicina Veterinaria, e così, come pratico le iniezioni ai miei 6 gatti, le pratico anche a me stessa ! . . .

Seguo la terapia con interferone beta 1b da 9 mesi e assumo in associazione 1 cp di Brufen 600 per contrastare gli effetti collaterali. Ah! Dimenticavo! Sono anche infermiera professionale.

La SM mi ridusse in breve tempo la memoria repentinamente, tanto che dovetti interrompere il corso di laurea, non riuscendo più a memorizzare ciò che studiavo (DEVASTANTE!).

All'epoca non sapevo di averla, e me ne guardavo bene dall'andare da un dottore, per me tutto quello era normale. Superficialmente pensavo che la causa di ogni piccolo disturbo (tenuto rigorosamente nascosto a tutti) fosse da imputare solo allo stress sorto dalla necessità di soggiornare in un collegio a Bologna per frequentare l'università. Ricordo con tristezza quel periodo, mi vedo ancora sulla terrazza dell'ultimo piano elargire briciole di pane agli amici piccioni, cercando in tal modo di lenire la solitudine.

Non mi diedi per vinta, lo ammetto sono un po' cocciuta, amavo studiare materie scientifiche e così mi iscrissi al corso per infermieri professionali. A 5 mesi dall'esame finale, insorse un dolore acuto a livello del lobo temporale destro, al quale fecero seguito parestesia e ipostenia agli arti superiore ed inferiore destro e al piede sinistro, associate ad una forte alterazione dell'equilibrio. Dalla normalità piombai nella disperazione più profonda : non potevo più camminare, muovere la mano destra e quindi scrivere, avrei dovuto studiare, ma la testa non voleva collaborare, dovevo terminare la parte pratica del tirocinio, ma non mi sentivo più la forza necessaria per farlo, ero disperata, ed era entrata prepotentemente nella mia vita la sensazione di insicurezza assoluta. La cosa più tragica fu che nessuno aveva il coraggio di dirmi cosa avessi, e i dottori, al mio capezzale, parlavano in inglese. Avevo 25 anni e l'avevo studiato solo per 8 anni!, non dicevano mai MULTIPLE SCLEROSIS, usavano solo sigle e raramente SM, inoltre in cuor mio probabilmente negavo l'evidenza dei fatti. Un giorno ad un dottore sfuggì la parola sclerosi, così lo esortai a dirmi sinceramente quale fosse la patologia, della quale fossi affetta. Ero giunta al punto di augurarmi il male peggiore, purché tutto finisse il più presto possibile.

PERCHE' I DOTTORI IGNORANO CHE L'INCERTEZZA UCCIDE SPESSO PIU' DEL MALE IN SE' ?

L'infermiere professionale ha letteralmente la vita dei pazienti nelle proprie mani, ed ora non mi sento più onestamente di gestire l'esistenza di qualcun'altro, avendo, rispetto a prima, la memoria ridotta e rallentata. Secondo il mio modesto parere, eticamente parlando, non sarebbe giusto, per questo non esercito più la professione.

Come infermiera é molto deprimente passare dall'altra parte e diventare paziente, non si può spiegare, é una sensazione molto sgradevole, se non terribile. Non sono molto allegra, non riesco più a ridere spassionatamente. Per questo non si muore, ma si sta perennemente male, perché ormai sono convinta che la mia vita si sia spezzata per sempre !



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