***


RASSEGNA STAMPA

(pilotata)




QUESTA PAGINA CONTIENE MUSICA, WAIT FOR IT....
THIS HORRIBLE PAGE HIDES AN EVEN MORE HORRIBLE SONG, ASPETTATE...

"Jello Biafra e Mojo Nixon per definizione non sono più in grado di rappresentare minoranze. A questo suppliscono egregiamente gli Arivo che, fondamentalmente con la stessa miscela emo-country o roots-core che dire si voglia, andranno davvero poco al di là dei cinquanta devoti alla loro causa".
(Opus Today - settimanale di aggiornamento vaticano)
"Alcool, sesso e pastorizia, questi gli archetipi di riferimento degli Arivo, quintetto romano in fila al deposito dello show-biz. Tra i tanti gruppi emergenti e gruppi emersi, finalmente un vero, reale e tangibile gruppo immerso. Ascoltare le loro canzoni è come ricevere la notizia che quando uscirete di galera avrete un posto in banca. Per la serie, state male, ma starete peggio".
(Musica e Fischi, Ottobre 96)
"Gli Arivo suonano la musica di chi vivrà mantenuto dai genitori fino all'età di quarant'anni. Dai quarantuno in poi, se Dio vorrà, riusciranno a non ridere più al suono di parole quali cazzo, culo e fregna".

(Vumove - la vivista del vock d'Elite - Novembre 96)
"Bisogna capire che le canzoni degli Arivo sono come sequenze di rottami in fila, incastrati e compressi. Ogni canzone comprende almeno sette/otto blocchi di ferrame rugginoso, ingranaggi scalcagnati e tracce di benzina povera di ottani. Bombe che non esploderanno mai, e non perchè manchino i bombaroli".
(Red Roipnol - in diretta dai S.Patrignano Interactive Studios)
"Tra la città e la periferia c'è quella zona afasica e inespressiva fatta di gru perenni e lamiere piangenti, dove ogni microbo diventa un elefante. L'odore è quello del "warm smell of colite", parafrasando Don Henley, il tempo quello giusto per capire quante stelle hanno rubato quelli del dopolavoro del Paradiso, nella speranza di arrivare da qui fino a "Forevere", unico mezzo disponibile la birra economica. Di questo parlano le canzoni degli Arivo, che se non facessero cagare a spruzzo sarebbero un gruppo interessante".
(Q - September 1996)
"Siamo nel territorio tutto particolare di quei perdenti che disconoscono la prima direttiva della loro specie. I perdenti devono, per logica, chiudersi al mondo esterno, e gli Arivo invece si aprono, rompendo oltremodo i coglioni dell'ascoltatore casuale che vuole svagarsi senza spendere 35mila lire per ascoltare una canzone. Al contempo, magia tutta italiana, riescono ad allontanarsi anche dagli acquirenti abituali di dischi, offesi dalla qualità della proposta".
(Mario Luzzatto Fugazi, esperto di musica alternativa)