--- ARIVO ---
- THE LEGEND SO FAR -
Tiziano Apecar Toniutti - chitarre, piano, violino fiddle, Rhodes, mandolino e voce
Ottaviano GdP Rosi - basso
Ivano Famoso Grimani - batteria, percussioni e servissio civile far from home
Francesco Cuscino Cuscino - slide guitar una tantum, elettrica ritmica
Gli ARIVO nascono nell'anno 1993 a Roma, i singoli componenti del gruppo molto tempo prima. Sono attivi principalmente come formazione live e nelle sporadiche fasi di ripresa dall'esaurimento (anche economico) fanno pure tante altre belle cose. Sono stati definiti "pionieri di certo nevrotismo periferico", loro preferiscono considerarsi semplicemente inutili, anelando al contempo l'acquisizione di codici, convenzioni e generi della musica popolare propria dei loro luoghi. Purtroppo la meta appare ancora lontana e e pertanto attualmente riescono bene solo a produrre un certo (gradevole) caos un po' naif ma discretamente vendibile a cani&porci come agli elitari bastardi. la reale vocazione degli Arivo sembra essere quella di raccontare storie, semplicemente storie. Il risultato può essere descritto come un canzoniere per bambini nevrotici, punto d'incontro tra Gianni Rodari e un accumulatore sovraccarico. L'inclinazione trovadorica si riscontra sia nelle canzoni più elettriche ("Mondo a Pile", "Mi Sorvolano") che nelle più stemperate, canzoni il cui tema unico sembra essere l'allontanamento ("Long Camion", "Storia di un'ombra e del suo assassino", "TurboMulo", "Uncino e Nottenera") ma che in realtà è la mancanza cronica di pecunia. Canzoni ad ogni modo viste talvolta da una prima persona narrante che non deve essere confusa con la posizione personale del cantante, per quanto questo faccia vendere più dischi grazie al meccanismo del cult of personality. Da "Forevere" a "La Penultima Rota der Carro", in genere estremi di una tipica setlist, la forma impiegata per le loro produzioni comporta l'utilizzo del dialetto romanesco leggermente venato di italiano (per non rendere la comprensione dei testi troppo ostica alla restante popolazione italica, di cui anelano ai sesterzi e ben poco all'innalzamento culturale), accompagnato da quella che i fans piu' sfegatati definiscono "sagace ironia", "dissacratoria visione della vita" o "ignobile clonazione degli Ottavo Padiglione e Rino Gaetano", ma quest'ultima si è sentita solo in vino veritas, seppure dagli stessi componenti di questa meravigliosa banda disoccupata. Più che altro gli Arivo tentano di recuperare la tradizione mittelitalica innestandola su stilemi noise-roots-agresti,e per questo ottimamente recensiti da Costanza Rodota' su Musica! di Repubblica e intervistati da Pietro d'Ottavio per le pagine degli spettacoli regionali del medesimo quotidiano (lascia perdere che sono amici). Il tutto e' ben esemplificato nei ridondanti potenziali hit-single "Tautologgico" (che vede una partecipazione ai cori di Angelo Branduardi) (falso), oppure "Mondo a Pile" o ancora "Sottantreno". Nonostante la crocifissione sul Golgota del "demenziale" che i nostri grandi eroi del pop italico hanno sempre stoicamente sopportato, e che l'umbratile ascoltatore dovrà eliminare dalla propria visione della cosa - pena una vita triste - gli ARIVO arrivano alle semifinali 97 del Premio Recanati. Nonostante il mondo avverso, gli Arivo non si afflosciano e collaborano, nel 1996, con la Compagnia teatrale "Ruotalibera" fornendo una loro canzone ("Tippettappe", allegra disamina sul dato inconfutabile che se la vita è un brano inedito, pijamose li sòrdi) per lo spettacolo "Pelledoca". Gli Arivo hanno suonato e suonano (!) in lungo e in largo per il Lazio (Roma, Viterbo, Frosinone e sterminata provincia) coi loro "Cyber Caciotta Tour" e "Quello che la gente vuole Tour", e finora inciso 2 demo, "Tanto Ciavemo Nartro Lavoro" del 1995 - elettrico e sclerato - e "Cantina Asociale" del 1996 - acustico ma sclerato uguale. Adesso attendono che il qualche Anima Pia intrecci le mani per fare scaletta verso il Paradiso. E con questo, pare tutto.
Tutti i membri della Band sono attualmente in
vita, per quanto sotto costanti minacce. Ciau ciau.
Riferimenti musicali: Uncle Tupelo e in particolare Jay Farrar, Mano Negra, i Buggles, Son Volt, MGZ, Enzo Jannacci, R.E.M., Montaluna, Whiskeytown, Chemical Brothers, Wallflowers, Rino Gaetano, Banda del Treccia, Mario Pogliotti, Giovanna Marini, Nuovo canzoniere del Lazio. Idoli del momento: Giovannino Lindissimo Faerraetti (toccare ferro e mano alla patta) Federico Sardelli del Vernacoliere (un grande genio), Ennio Antonelli e la buonanima di Mario Brega.