LADYHAWKE
(1985)
Regia:
Richard Donner.
Cast:
Matthew Broderick (Philippe),
Rutger Hauer (Navarre),
Michelle Pfeiffer (Isabeau),
John Wood (Vescovo),
Leo McKern (Imperius),
Ken Hutchinson (Marquet).
Trama:
In un mondo fantastico popolato da cavalieri
e maghi due innamorati sono vittime di un maleficio: saranno sempre insieme
ma non si potranno mai amare...
Lei, Isabeau, di giorno sarà un
falco; lui, Navarre, la notte, un feroce lupo grigio...
Per rompere l'incantesimo hanno bisogno
dell'aiuto di un giovane ladruncolo,
"Philippe il Topo" e di un prete spretato:
devono penetrare nel castello del malvagio
Vescovo e ucciderlo.
Solo così potranno finalmente amarsi
per sempre!
MATTO: Impossibile! Impossibile! Niente è
impossibile! Avanti, Topo! Scava, scava!
PHILIPPE: Topo, forza!
MARQUET: Gerard!
GERARD: Sì, signore!
MARQUET: Portane altri tre.
GUARDIA: Ancora due. Prendi quell'altro. Muoviti,
muoviti! Svelto, svelto, svelto! Avanti!
GUARDIA: Prendine due.
CAPO PRIGIONE: Voglio Philippe Gastogne.
GUARDIA: La cella è questa, signore.
GUARDIA: Stai fermo!
CAPO PRIGIONE: Non è questa. Voglio
Philippe Gastogne, quello chiamato "il Topo".
MATTO: Il Topo? Topo... Il Topo... non so
se torna dopo... Per ora se n'è andato. Di certo è scappato.
E piuttosto che la gogna ha preferito la fogna.
CAPO PRIGIONE: Dov'è il Topo?
MATTO: Ma ce l'ho detto adesso, signore...
CAPO PRIGIONE: All'inferno! Ispeziona le fogne,
ogni chiavica. Trovalo! O il capitano Marquet ti farà impiccare
al posto suo. Impossibile... Nessuno riuscirebbe a fuggire da qui.
PHILIPPE: Uscire dall'utero materno non è
diverso. Oddio, che ricordo. Dio...
GUARDIA: Dai, Fulmine, dai!
PHILIPPE: No, no, no, Dio, no, no. Signore,
prometto che non ruberò mai più per tutta la vita, lo giuro.
Ma il fatto è che se tu non mi salvi come farò a provarti
la mia buona fede? Se mi hai udito, questo appiglio sarà saldo come
una roccia e questa cosa che mi viene incontro non sarà quello che
penso. Se lo sarà, non te ne vorrò di certo, ma ne sarò
molto deluso. Non è possibile... È possibile! Eccomi. Eccomi!
È Philippe, Signore, è Philippe! Non te ne pentirai, Signore!
Sono una brava persona, io. Grazie.
BIMBA: Ciao, che ci fai laggiù?
PHILIPPE: Vattene, vattene, vattene, vattene!
MADRE DELLA BIMBA: Vieni qui, vieni qui!
MARQUET: Notizie spiacevoli, Vostra Grazia:
uno dei prigionieri è riuscito a fuggire.
VESCOVO: Mai nessuno è riuscito a fuggire
dalle prigioni di Agijon, Marquet. Tutta la gente di qui sa questo da sempre.
MARQUET: La responsabilità è
solo mia.
VESCOVO: Certo.
MARQUET: Sarebbe un miracolo se fosse riuscito
ad attraversare le fogne.
VESCOVO: Io credo nei miracoli, Marquet. Il
mio ruolo me lo impone.
MARQUET: Comunque, Vostra Grazia, si tratta
soltanto di un ladruncolo senza importanza.
VESCOVO: Le tempeste si fanno annunciare da
lieve brezza, Capitano, e una sola scintilla può appiccare il fuoco
della ribellione.
MARQUET: Se ne è uscito vivo, Vostra
Grazia, lo prenderò.
VESCOVO: Bene.
MARQUET: Dieci uomini verso Genais. Noi andiamo
a nord, verso Gabrosh. Il nome di colui che riuscirà a trovare Philippe
Gastogne sarà segnalato personalmente al Vescovo. E così
sarà di colui che se lo lascerà scappare.
GUARDIA: Aprite le porte!
PHILIPPE: Lo so che ho promesso di non farlo
più, Signore, ma so anche che tu sai quanto debole sia la mia volontà.
Forza, Topo, non ti fermare. Non ce n'è ancora molto, solo trecento
miglia ed è fatta. Un buon pezzo di cavolo come lo cucinava la mia
cara vecchia... I lupi... Oh, i lupi, oh, per pietà, i lupi no...
L'agnello, che buono... Ma dove diavolo sono? Oh, l'agnello caldo con un
po' di salsa sopra, quella roba verde che la piccola Berta ci metteva su...
Su, forza!
CONTADINO: Ferma! Fermali, oh!
PHILIPPE: Ehi, ciao.
BIMBI: Ciao. Ciao.
PHILIPPE: Hai visto lì?
BIMBA: Sta rubando le scarpe di papà!
PHILIPPE: Già fatto, bella mia. Oste!
La bevanda migliore e più costosa.
OSTE: Sì, sì, fammi vedere i
soldi.
PHILIPPE: Eccoli, amico mio.
OSTE: Ah ah ah ah!
PHILIPPE: E servila anche a tutti quelli che
vogliono brindare con me.
MARQUET: Sentiamo il tuo brindisi.
PHILIPPE: Brindiamo ad un tipo speciale, amico
mio, uno che è stato nelle prigioni di Agijon ed è sopravvissuto
per raccontarlo.
MARQUET: Allora brindi a me, giovanotto. Io
ho visto quelle prigioni.
PHILIPPE: Sei un fabbro per caso? Un carpentiere?
Un tagliatore di pietre? O un prigioniero che viene fuori da là
sotto...
MARQUET: Non ci sono stato da prigioniero.
Se fossi rimasto nel bosco avresti avuto migliore sorte, Gastogne.
PHILIPPE: Hai ragione.
MARQUET: Prendetelo.
GUARDIE: Ehi, prendilo! Dovete trovarlo, presto!
Via, voi, via di qui. Ho detto via di qui! È qui! Fermo! Vieni qui!
Giù!
PHILIPPE: Mi dispiace moltissimo, signore.
MARQUET: Uccidetelo!
PHILIPPE: Possa Dio avere pietà di
me.
NAVARRE: Tu. Via.
MARQUET: Uno dei miei uomini mi ha detto che
eri tornato. Volevo tagliargli la gola per aver mentito, poiché
non ti credevo tanto stupido.
FRANCESCO: Capitan Navarre...
NAVARRE: Francesco...
FRANCESCO: Capitano...
NAVARRE: Tu...
MARQUET: Navarre!
PHILIPPE: Non ti farò del male, sono
una brava persona, io.
MARQUET: Inseguitelo!
PHILIPPE: Dolci cavallini, care e gentili
cavalline, venite qui. Sporche sgualdrine! No no no no no no. No no no
no no no no. No!
NAVARRE: Iaaah!
PHILIPPE: No!
PHILIPPE: Deve esserci gente. Guarda, c'è
del fumo. Sei sicuro di non voler continuare, signore? C'è ancora
tanta luce...
NAVARRE: Basta con le chiacchiere! Passeremo
la notte qui.
CONTADINO: Dammi la scure.
NAVARRE: Buonasera, signori. Il mio compagno
d'armi e io abbiamo bisogno di alloggio per la notte.
CONTADINO: No, no, non c'è posto qui
per voi.
NAVARRE: Vi pagheremo, siatene certi.
PHILIPPE: Non manchiamo di pietà per
i miserabili.
CONTADINO: Potete dormire laggiù, nel
fienile.
NAVARRE: Grazie.
PHILIPPE: Signore, signore, sei qui? Se non
c'è altro che io possa fare faccio un giro qui intorno.
NAVARRE: Puoi badare al mio cavallo.
PHILIPPE: Va bene.
NAVARRE: E dormi con un occhio solo. E non
mi disturbare: potrei tagliarti la gola prima di accorgermi che sei tu.
PHILIPPE: Va bene. Su, bella, andiamo. Testarda
pigrona. Come si chiama?
NAVARRE: Lui si chiama Golia.
PHILIPPE: Oh, è maschio, bel nome.
NAVARRE: Vai pure, Golia, non ti voleva offendere.
PHILIPPE: Su, adesso. Golia, eh? Beh, prima
di diventare amici ti voglio raccontare la storia di un giovane che si
chiamava Davide...
NAVARRE: Un altro giorno...
PHILIPPE: Compagno d'armi. Uno schiavo, piuttosto:
badare al fuoco, governare gli animali e fare la legna. Guardami, o Signore,
stavo meglio nelle prigioni di Agijon. Il mio compagno di cella era un
pazzo e assassino, però mi rispettava. È uno strano tipo,
Navarre. Perchè mi ha salvato la vita? Vuole qualcosa da me, glielo
leggo negli occhi. Ma qualunque cosa sia io non la farò. Sono ancora
giovane, sai, ho un futuro io. Sono evaso per cercarmi un futuro brillante,
Capitano, perciò addio e buona fortuna. Ehi? Chi credi che ci sia
là? Faresti bene a sguainare la spada, Pierre. Ah, Jacques, bravo,
hai portato la balestra. Torniamo tutti al fienile ora, va bene? Va bene,
va bene. Nessuna pietà, Pierre, non ci interessano i prigionieri.
Rimanete dove siete, ragazzi, io torno indietro a cercare aiuto. Ah!
CONTADINO: Ah!
PHILIPPE: Capitano, signor Capitano, signore,
signore, un lupo, un lupo, un lupo, signore, signore, un lupo, un lupo,
un lupo, un lupo, un lupo, un lupo.
ISABEAU: Shhh!
PHILIPPE: Non muoverti di lì, non muoverti
di lì, c'è un lupo, un grosso lupo, il lupo più grande
che si sia mai visto, e un morto.
ISABEAU: Lo so.
PHILIPPE: Signora, ti prego. Forse sto sognando,
eppure sono sveglio. Vuol dire che sono sveglio e sto sognando di dormire,
o piuttosto può essere che... che dormo e sogno di essere sveglio
e mi chiedo se sto sognando.
ISABEAU: Stai sognando.
PHILIPPE: Non ho visto ciò che i miei
occhi hanno visto, non credo ciò che la mia mente crede, mio Dio.
Queste sono cose magiche, sono cose misteriose, di cui ti prego, Signore,
non rendermi partecipe.
NAVARRE: Ora ci fermiamo. Non me la sento
di continuare il viaggio.
PHILIPPE: Su, vieni bella. Oh, scusa, bello.
Golia.
NAVARRE: Ho bisogno di dormire.
PHILIPPE: Certo, Golia è il tuo nome.
Senti che freddo? Freddo, eh? Ti ci vorrebbe un po' di riposo dopo quello
che è successo ieri sera. Un lupo avrebbe potuto uccidermi, è
stato orribile. Per fortuna ha azzannato il contadino e ignorato me. Ma
questo è niente: c'era una donna, con la pelle come di porcellana
e profondi occhi blu come quelli di un uccello. E la sua voce dolce come
quella di un angelo.
NAVARRE: Ha parlato? Che cosa ha detto?
PHILIPPE: Le ho chiesto se stavo sognando,
e lei ha detto di sì. Ma non sono pazzo, devi credermi se ti dico
queste cose.
NAVARRE: Ma io ti credo. Io credo ai sogni.
PHILIPPE: Ma certo.
NAVARRE: Questa signora ti ha detto come si
chiama?
PHILIPPE: No, non me l'ha detto, perchè?
NAVARRE: Beh, si dà il caso che ella
frequenti i miei sogni, e sarebbe bello se potessi chiamarla per nome e
fingere di averla già incontrata. Io... aspetto da tanto tempo di
vederla. Ora dormiamo un po'. Il falco ci avvertirà se si avvicina
qualcuno.
PHILIPPE: Io devo essere diventato matto,
proprio matto.
GUARDIA: Aprite le porte! Aprite le porte!
VESCOVO: Hai trovato quel criminale, quel
Gastogne?
MARQUET: No, non è ancora nelle mie
mani.
VESCOVO: Allora perchè vieni nel mio
giardino sporco, con la barba lunga? Pensi di trovarlo qui?
MARQUET: Navarre è tornato.
VESCOVO: Vieni con me.
MARQUET: Quel criminale, quel Gastogne, è
insieme a lui. I miei uomini stanno rastrellando i boschi.
VESCOVO: E il falco?
MARQUET: Vostra grazia?
VESCOVO: Ci dev'essere anche un falco, uno
splendido falco. Non gli si deve nuocere, chiaro? Se morisse, un nuovo
Capitano della guardia presiederebbe la tua esecuzione. Viviamo in tempi
assai difficili, Marquet. La carestia ha impedito alla gente di pagare
i tributi alla Chiesa. Io aumento le tasse e loro mi dicono che non c'è
nient'altro da tassare. Impudenti. Ma la scorsa notte Dio l'onnipotente
mi è venuto in sogno. Mi ha detto che Satana ha inviato un messaggero
in mezzo a noi e che il suo nome è Etienne Navarre. Va! Se tradisci
me, è come se tradissi Dio. Mandatemi Cezar.
GUARDIA: Sì, vostra grazia.
NAVARRE: Ehi: questa spada appartiene alla
mia famiglia da cinque generazioni. Non ha mai conosciuto sconfitte, fino
ad ora. Questa gemma rappresenta il mio casato, questa la nostra alleanza
con la Sacra Chiesa di Roma. Questa era di mio padre, dalle crociate, e
questa...
PHILIPPE: Oh, non penserai che l'abbia presa
io.
NAVARRE: No. Questa spetta a me. Ogni generazione
è chiamata a compiere una missione.
PHILIPPE: E quale sarebbe la tua?
NAVARRE: Devo uccidere un uomo.
PHILIPPE: E questo cadavere che cammina ha
già un nome?
NAVARRE: È sua grazia, il Vescovo di
Agijon.
PHILIPPE: Il Vescovo? Ah, capisco. Beh, beh
allora, allora hai già un bel po' da fare e io ti sono già
stato di peso abbastanza. Spero tuttavia che ci rincontreremo, un giorno.
NAVARRE: Ho bisogno di te per guidarmi dentro
la città.
PHILIPPE: No, neanche per la vita di mia madre,
anche se non so affatto chi sia.
NAVARRE: Sei l'unico che sia riuscito a fuggire
di là.
PHILIPPE: È stata fortuna, pura fortuna.
Un miracolo. Capita una volta nella vita. Sono caduto in un buco, e da
lì sono andato a naso.
NAVARRE: Io ho aspettato per quasi due anni
che mi giungesse un segno da Dio. Perciò quando ho udito le campane
di Agijon ho capito che l'ora del destino era giunta per me. Tu sarai il
mio angelo guida.
PHILIPPE: Io? Signore, in verità io
parlo con Dio continuamente, ma, senza offesa, non ti ha mai nominato.
NAVARRE: No?
PHILIPPE: Vi sono strane forze che agiscono
nella tua vita. Forze magiche che ti circondano. Io non le capisco, però
mi spaventano. Tu mi hai salvato la vita. La verità è che
non potrò mai sdebitarmi. Non ho onore, io, non ne avrò mai.
Non credo che mi uccideresti perchè sono quello che sono, vero?
Ma preferirei morire piuttosto che ritornare ad Agijon. Vado a prendere
un po' di legna per il fuoco.
ISABEAU: Preso!
PHILIPPE: Signora? Signora, quassù.
ISABEAU: Oh, oh no!
PHILIPPE: Ti ricordi di me?
ISABEAU: Che cosa stai facendo lassù?
PHILIPPE: Che faccio? Ah, certo, hai ragione
di chiederlo. Le guardie del Vescovo, erano una dozzina, c'è stata
una lotta tremenda.
ISABEAU: Come mai non ti hanno ucciso?
PHILIPPE: Come mai non mi hanno, uh... giusta
domanda. Gliel'ho chiesto anch'io.
ISABEAU: Allora?
PHILIPPE: Allora?
ISABEAU: Che cosa ti hanno detto?
PHILIPPE: Ah, hanno detto che... che preferivano
lasciare quest'onore al Vescovo.
ISABEAU: Ah...
PHILIPPE: Ritorneranno.
ISABEAU: Ritorneranno, certo.
PHILIPPE: Di grazia, mia signora, una civetta
gigante mi stava fissando intensamente un attimo fa. Ti prego, ti prego.
Sei molto gentile.
ISABEAU: Ascolta...
PHILIPPE: Molte grazie, mia signora, e complimenti
al Capitano. È un diavolo a fare i nodi.
ISABEAU: Adesso mi ucciderà...
NAVARRE: Buongiorno. Andiamo a cercare Philippe.
GUARDIA: Bene bene, sei lontano dalla fogna,
piccolo topo. Questa volta sono io che brindo. Dov'è Navarre?
PHILIPPE: Navarre? Navarre? Ah, sì,
quello robusto col cavallo nero. L'ho... l'ho visto che andava a sud, verso
Agijon.
GUARDIA: Allora andremo a nord.
PHILIPPE: Chiedo scusa, ma non è molto
educato dare del bugiardo a uno appena conosciuto.
GUARDIA: Anche questo avevi calcolato. Perciò
andremo a sud, verso Agijon.
PHILIPPE: Ho detto la verità, Signore.
GUARDIA: Muoviti.
PHILIPPE: Come puoi chiedermi di comportarmi
bene se continui a confondermi così?
NAVARRE: Falco! No! Calma, calma, starai bene.
Prendi un pezzo di stoffa, dalla mia sacca. Calma, calmati, non aver paura,
non è niente, non è niente. Grazie. Guarirai, guarirai molto
presto, vedrai. Prendilo. Cerca aiuto.
PHILIPPE: Io, signore?
NAVARRE: Sei l'unico che può salvarlo.
PHILIPPE: Ma il poverino è spacciato,
signore.
NAVARRE: Non dirlo neppure. Va in quella direzione:
troverai un castello diroccato. Là c'è un monaco di nome
Imperius. Dagli il falco. Lui sa quello che deve fare.
PHILIPPE: Signore, ti rendi conto che io...
NAVARRE: Va, salta sul mio cavallo.
PHILIPPE: Ma solo tu riesci a cavalcarlo.
NAVARRE: Fa' quello che ti dico. Monta sul
cavallo, ora! Non aver paura. Sta' attento. E ricordati una cosa: se fallisci
ti inseguirò per il resto dei miei giorni. E sta' certo che ti troverò.
Vai! Va! Vai!
PHILIPPE: Ecco il castello, lo vedi? Ci saremo
presto. Ah! Bene, è così che mi sei grato, vero? D'accordo
allora. Che sia questo Imperius a vederti morire, io devo pensare alla
mia vita, altrochè.
NAVARRE: Ti supplico...
PHILIPPE: Ehi! Ehi, tu, lassù, per
amor del cielo, rispondi!
IMPERIUS: Ehi, ehi, che cosa vuoi?
PHILIPPE: M'hanno detto di portarti questo
uccello, è stato ferito.
IMPERIUS: Ah, un bel tiro. Portalo dentro,
lo mangeremo insieme.
PHILIPPE: Non lo mangeremo affatto.
IMPERIUS: Ah, e perchè no? Siamo forse
già in Quaresima?
PHILIPPE: Questo non è un falco qualunque,
padre. Appartiene ad un uomo di nome Navarre.
IMPERIUS: Oh, madre di Dio. Portalo dentro,
portalo dentro, svelto!
PHILIPPE: Fai il bravo, eh!
IMPERIUS: Di qua, ragazzo, presto, presto.
Di qua, di qua, da questa parte. Ora attento: cammina sulla sinistra. A
sinistra. Là. Piano, fai piano. Ora lasciaci.
PHILIPPE: Posso aiutare.
IMPERIUS: No, va fuori, ragazzo. Non aver
timore. Navarre aveva ragione. Io so quello che c'è da fare. Dobbiamo
aspettare ancora. Dove l'ho messo? Ah, ecco qui. Vediamo adesso cosa ci
serve: malva, ortica, timo, rosmarino, tutto ciò che ci serve per
il fuoco. È tardi, e ho bisogno di tempo. Ora mi serve una radice.
Ah, eccola!
ISABEAU: Navarre sta...
PHILIPPE: Sta bene, molto bene, mia signora.
C'è stata una tremenda battaglia. Navarre ha lottato come un leone.
Il falco, il falco è stato colpito. Lo sai, non è vero?
ISABEAU: Sì.
PHILIPPE: Ma tu sei vera o sei uno spirito?
ISABEAU: Io sono dolore.
IMPERIUS: Ma come... Ora va fuori. Fuori.
Fuori, e questa volta restaci.
GUARDIA: Perdonatemi, vostra grazia. Cezar
è arrivato.
PHILIPPE: È lui, non è vero?
Il lupo, deve essere lui.
IMPERIUS: Bevi, non ci pensare.
PHILIPPE: Un'ora fa eri ubriaco, e stavi ricordando.
IMPERIUS: Come ti chiami, ragazzo?
PHILIPPE: Philippe Gastogne.
IMPERIUS: Lei si chiama Isabeau D'Anjoux.
Suo padre era il conte D'Anjoux, un temperamento violento. Morì
facendo strage di saraceni, in Antiochia. Lei venne a vivere con un cugino,
credo che fosse. Ad Agijon. Non dimenticherò mai la prima volta
che la vidi. Era come se avessi guardato...
PHILIPPE: ... il volto dell'amore.
IMPERIUS: Ah, anche tu... Sì, eravamo
tutti innamorati di lei, in qualche modo. Persino sua grazia il Vescovo
non riusciva a pensare ad altro.
PHILIPPE: Il Vescovo l'amava?
IMPERIUS: Sì, ma come... come può
esserne capace un uomo malvagio, di una passione quasi folle. Era in preda
al demonio. Ma Isabeau percepì la sua malvagità, e si rifiutò
a lui. Gli rimandò le lettere senza aprirle, le poesie senza leggerle.
Il suo cuore era già perduto, sai, per il Capitano della guardia.
PHILIPPE: Etienne Navarre.
IMPERIUS: Il Vescovo ignorava il loro amore,
ma esso diventava ogni giorno più grande, più forte, più
profondo, fino a che...
PHILIPPE: Fino a che?
IMPERIUS: I due furono traditi. Avevano lo
stesso confessore, un prete sciocco e debole, che un giorno, ubriaco, confessandosi
al suo superiore, commise un peccato mortale: rivelò il patto segreto
degli innamorati al Vescovo. Quel vecchio stolto non capì quanto
terribile sarebbe stata la vendetta del Vescovo. Sua grazia sembrava impazzito:
perse la santità e la ragione. Giurò che se non l'avesse
avuta lui, nessun altro l'avrebbe avuta mai. Così Navarre e Isabeau
fuggirono da Agijon. Il Vescovo li inseguì, senza tregua, sempre
alle costole, più ostinato di un segugio. Un uomo malvagio e potente,
odiato e temuto, respinto perfino da Roma stessa. Egli invocò tutti
i poteri delle tenebre, pur di riuscire a dannare gli innamorati. Nella
sua furia e frustrazione stipulò un orribile patto... col diavolo
stesso. Le potenze infernali profferirono una maledizione terribile, che
tu hai visto realizzarsi: di giorno Isabeau è il bellissimo falco
che tu hai portato qui da me, e di notte, come hai già capito, la
voce del lupo che si ode è il grido di Navarre. Povere creature
senza più il ricordo della loro semivita umana e che non possono
mai sfiorarsi. Hanno solo il tormento di un breve istante, al sorgere ed
al calar del sole, quando possono quasi toccarsi... ma neanche.
PHILIPPE: Sempre insieme, eternamente divisi.
IMPERIUS: Finché il sole sorgerà
e tramonterà, finché ci saranno il giorno e la notte. Per
tutto il tempo che sarà loro concesso di vivere. Ti sei imbattuto
in una tragica storia, Philippe Gastogne. E ora, che tu lo voglia o no,
sei perduto in essa, insieme a tutti noi.
VESCOVO: Inutili. Tutte.
CEZAR: Le trappole sono piene. Non posso certo
uccidere tutti i lupi. Dai tempi della peste ci sono più lupi che
uomini.
VESCOVO: E c'è una donna...
CEZAR: Vostra grazia?
VESCOVO: Una bellissima donna, con la pelle
di alabastro e gli occhi di una colomba. La si vede vagare di notte, solo
di notte. La luna è il sole per lei, e il suo nome è Isabeau.
Trova lei e troverai il lupo, il lupo che voglio, il lupo che la ama. Il
suo manto è nero.
CEZAR: Isabeau...
PHILIPPE: No, no, potresti sanguinare di nuovo.
ISABEAU: Dimmi il tuo nome.
PHILIPPE: La gente mi chiama Philippe, il
topo.
ISABEAU: Lo accompagni sempre, non è
vero?
PHILIPPE: Sì. Tu devi salvare questo
falco, ha detto, perchè ella è la mia vita, la più
grande, l'ultima ragione della mia vita. E poi ha aggiunto: un giorno conosceremo
quella felicità che un uomo e una donna sognano, ma che non hanno
ancora.
ISABEAU: Ha detto questo?
PHILIPPE: Te lo giuro sulla mia vita. Lei
lo sa?
IMPERIUS: Cosa?
PHILIPPE: Che sei tu il prete che li ha traditi?
IMPERIUS: Dio ha disposto che ci sia un termine
a tutto questo. Egli mi ha dato il potere di disfare ciò che ho
fatto. Dopo due anni ha fatto sì che ci ritrovassimo.
PHILIPPE: Cerca di essere più chiaro,
se ti è possibile.
IMPERIUS: Ho trovato il modo di far cessare
la maledizione, e so il momento in cui Navarre può affrontare il
Vescovo e ricominciare così una nuova vita.
PHILIPPE: È sua intenzione affrontarlo,
e lo vuole uccidere con una spada appartenente ai suoi avi.
IMPERIUS: No, non deve farlo. Se uccide il
Vescovo la maledizione non potrà mai cessare. Prenditi cura di Isabeau,
ragazzo. Presto, va!
GUARDIA: Aprite, in nome di sua grazia il
Vescovo di Agijon!
IMPERIUS: Andate indietro! Questa è
la casa di Dio, non un postribolo!
GUARDIA: Ho detto in nome del Vescovo, aprite!
IMPERIUS: Conosco molto bene il Vescovo, villano
blasfemo, e tu non sembri affatto uno dei suoi.
GUARDIA: Sfondate la porta.
GUARDIA: Sì, signore.
PHILIPPE: A sinistra. A sinistra, a sinistra,
a sinistra.
GUARDIA: Avanti!
PHILIPPE: Signora, mia signora, vieni con
me.
ISABEAU: Cosa c'è?
PHILIPPE: Non parlare, vieni con me.
IMPERIUS: Oh, mi dispiace. Sono un monaco,
non un architetto.
GUARDIA: Muoviti, idiota!
PHILIPPE: Lì dentro, mia signora.
IMPERIUS: Ah, da questa parte, figlio, sempre
dritto, verso i portali. E non dimenticarti...
GUARDIA: Ahhh...
IMPERIUS: ... di camminare sempre sul lato
sinistro.
PHILIPPE: Andiamo, su!
GUARDIA: Fermo!
PHILIPPE: Andiamo, entriamo. Su, su, sali
qui.
ISABEAU: Philippe, è me che vogliono.
PHILIPPE: Non fartene un vanto.
ISABEAU: Tienimi!
PHILIPPE: No!
GUARDIA: Dov'è la donna?
PHILIPPE: Non c'è, è volata
via.
GUARDIA: Ti ho chiesto dov'è.
PHILIPPE: Quant'è vero Iddio, è
volata via. Conviene dire la verità, o Signore. Grazie. Ora ne ho
avuto la prova.
NAVARRE: Pensavo che tu potessi essere morto,
vecchio. Un tempo avrei voluto ucciderti io stesso. Ma... ti sono molto
grato... di questo.
IMPERIUS: No, sono io che dovrei esserti grato.
Tu mi dai la possibilità di redimermi, e di salvare te e Isabeau,
perchè Dio mi ha rivelato come la maledizione può essere
spezzata.
NAVARRE: Non devi dimenticarti che ci hai
traditi, una volta.
IMPERIUS: Tre giorni da oggi, il Vescovo riceverà
la confessione del clero, nella cattedrale in Agijon. Tutto quello che
dovete fare è affrontarlo, entrambi voi, da uomo e donna, veri esseri
umani, così sarà vanificata la sua maledizione. Finirà.
E da quel momento voi sarete liberi.
NAVARRE: Impossibile.
IMPERIUS: Finché al giorno seguirà
la notte, no. Ma da qui a tre giorni in Agijon so che ci sarà un
giorno senza la notte e una notte senza il giorno.
NAVARRE: Tornatene dentro, vecchio pazzo,
tornatene pure a bere.
IMPERIUS: Credi che sono ubriaco. Io te lo
giuro: Dio si è mostrato a me, Lui mi ha perdonato.
NAVARRE: Lui non ti ha perdonato. Ti ha reso
pazzo.
PHILIPPE: Signore, signore! Tutto bene, padre.
Signore, signore! Signore, come va la tua spalla?
NAVARRE: Ti sono debitore.
PHILIPPE: Ma no, signore, no, no affatto.
Lei ha voluto che ti portassi un messaggio. Dice che ha tanta speranza
e fiducia in te.
NAVARRE: Puoi andartene ora.
PHILIPPE: Oh, lo so, signore.
NAVARRE: Fa' come vuoi.
PHILIPPE: Sì signore. E allora tu e
lady falco andrete verso Agijon?
NAVARRE: Lady falco? Sì.
PHILIPPE: Beh, si dà il caso che anch'io
stia andando in quella direzione.
NAVARRE: Davvero? Allora faresti bene a raccogliere
le tue cose: sto partendo.
PHILIPPE: Certo.
NAVARRE: Lady falco...
PHILIPPE: Imperius, parto con il Capitano.
Seguici. Ma se il vecchio dice il vero su come far finire la maledizione,
se tu e Isabeau poteste affrontare il Vescovo insieme, da uomo e donna...
NAVARRE: Non dirlo mai più, né
a me, né a lei, capito?
IMPERIUS: Abraham, ti vuoi muovere, sì
o no?
PHILIPPE: Ci sarà un gran temporale,
Capitano. Ci bagneremo fino all'osso.
NAVARRE: Oh... trova un riparo. Vieni qui.
Il sole sta per scomparire.
PHILIPPE: Come fai a dirlo?
NAVARRE: Dopo tanti tramonti... Prendi cura
di lady falco. Dille che l'amo.
PHILIPPE: Hai fame? Mi capisci, lady falco?
Sai, mi piacciono moltissimo i falchi. Ne ho mangiati migliaia: ne uccidevo
uno ogni notte. Ecco perchè sono finito in quest'incubo notturno.
Notturno e diurno. Non solo: una notte senza il giorno e un giorno senza
la notte. Ma che cosa può significare questo? Non ha senso, come
tutto il resto. Oh, il tramonto. Aspetterò fuori. Oh... torno subito.
Non posso garantire le misure. Fa' con comodo, mia signora. Signora? Mia
signora, sto entrando. Signora? Signora? Sono io, ricordi?
ISABEAU: Tu.
PHILIPPE: Sì.
ISABEAU: Grazie, lui come sta?
PHILIPPE: È vivo, come te. È
pieno di speranza, come te. E ti ha affidato a me con queste parole: dille
che io e te siamo tutt'uno, e lei eseguirà i tuoi ordini come fossero
i miei.
ISABEAU: Davvero!
PHILIPPE: Lo giu...
ISABEAU: No, non giurare. Buonasera, Golia.
Ci riporterà ad Agijon, non è vero?
PHILIPPE: Uh-uh.
ISABEAU: Allora, quali sono i tuoi ordini?
PHILIPPE: Ordino che tu ti sieda presso un
caldo fuoco, che beva una coppa di buon vino e... che ascolti un po' musica
allegra e ben suonata, e che balli, magari. Ti va, mia signora? Balliamo?
ISABEAU: Adesso?
PHILIPPE: Prova! Uno-due-tre, uno-due-tre,
uno-due-tre.
ISABEAU: Oddio, non lo facevo da tanto tempo.
Philippe, ora fammi bere una coppa di buon vino.
PHILIPPE: D'accordo.
ISABEAU: Vedo che intendi veramente essere
il mio protettore. Ne sono lusingata.
PHILIPPE: No, è che se perdo la sua
spada... lui mi ucciderà.
ISABEAU: Ahhh...
PHILIPPE: Isabeau, Isabeau!
CEZAR: Isabeau, Isabeau...
PHILIPPE: Va' dentro, va' dentro! Se oserai
alzare una mano su di lei te la ritroverai per terra, vicino alla testa!
CEZAR: Piano, giovanotto, mi stai spaventando.
PHILIPPE: Sei sordo? Vattene via! Vòltati
e sei morto! Che notte terribile. Isabeau! Isabeau! Isabeau! Isabeau! Navarre
mi ucciderà. Mi ucciderà.
ISABEAU: Vieni fuori, vigliacco!
CEZAR: T'ho preso.
ISABEAU: Navarre!
CEZAR: Sei tu!
IMPERIUS: E muoviti, Abraham. Più svelto:
sta per nevicare.
NAVARRE: Buongiorno.
PHILIPPE: Buongiorno.
NAVARRE: Sei un po' pallido. Ti ho portato
qualcosa da mangiare.
PHILIPPE: Che notte!
NAVARRE: Cos'è accaduto?
PHILIPPE: Niente in cui non me la sia cavata,
Capitano. È un bravo falchetto, molto simpatico, eh? Su adesso,
va' dal tuo padrone. Su, lady falco.
NAVARRE: Ieri notte?
PHILIPPE: Capitano?
NAVARRE: Raccontami.
PHILIPPE: E che c'è da raccontare?
Su, vai, vai, vai. Qualche problema mentre andavamo ad una locanda.
NAVARRE: Tu ed Isabeau in una locanda?
PHILIPPE: Prima siamo andati in una stalla.
Va' dal tuo padrone. Va' da colui che ami.
NAVARRE: Che ci facevate nella stalla?
PHILIPPE: Ci siamo cambiati gli abiti.
NAVARRE: Cosa?
PHILIPPE: Ma non insieme, ovviamente.
NAVARRE: L'hai lasciata sola?
PHILIPPE: No, no, mai.
NAVARRE: Vi siete cambiati insieme!
PHILIPPE: No, no, no, no, no, no. Prendilo,
prendilo, prendilo.
NAVARRE: Vieni.
PHILIPPE: È la più bella donna
che sia mai vissuta. E anch'io, certo, ne sono rimasto colpito. Ma lei
in verità non ha fatto altro che parlare di te.
NAVARRE: Per ogni momento che passi insieme
a lei, io ti invidio. Ma puoi raccontarmela. Riferiscimi tutto quello che
ti ha detto. Ma ti avverto: io capisco se sono parole sue.
PHILIPPE: Dapprima era triste. Parlava del
giorno che vi incontraste, maledicendolo. Poi l'ho sentita ricordare quanto
eravate felici insieme, prima della maledizione del Vescovo, e gli occhi
le si sono illuminati. Si è illuminata tutta. Ti ama più
della vita, Capitano, è evidente.
NAVARRE: Lo sai che i falchi si uniscono e
restano insieme per la vita? E lo stesso i lupi? Beh, il Vescovo non ci
ha concesso neanche questo. Neanche questo.
IMPERIUS: E così stai andando a uccidere
sua grazia. Perchè non mi vuoi dare ascolto? Fra due giorni potrai...
potrai affrontare il Vescovo nella cattedrale, con Isabeau al tuo fianco,
e spezzare la maledizione.
NAVARRE: Domani io sarò in Agijon e
in un modo o nell'altro ci sarà finalmente un termine a tutto questo.
PHILIPPE: Ma giorno più, giorno meno,
che cosa importa?
NAVARRE: Anche tu... ti avevo avvisato. Resta
qui, allora, con il vecchio.
PHILIPPE: No. Voglio venire con te. Come entrerai
nella cattedrale senza di me?
NAVARRE: Vi entrerò... senza il tuo
aiuto.
IMPERIUS: Grazie per aver tentato, Philippe,
e per aver sostenuto la verità.
PHILIPPE: E invece ho fatto male. I momenti
più felici della vita me li ha dati la menzogna.
ISABEAU: Sei tu, piccolo topo. Dove sarà
il mio coltello?
PHILIPPE: Isabeau...
ISABEAU: L'avevo qui proprio adesso...
PHILIPPE: Isabeau, forse questa è la
nostra ultima sera insieme.
ISABEAU: Perchè?
PHILIPPE: Non volevo dirtelo finchè
non ci avessi creduto, intendo dire, creduto veramente.
ISABEAU: Creduto veramente in cosa, Philippe?
PHILIPPE: Penso che potremmo spezzare la maledizione.
Abbiamo un piano.
ISABEAU: Tu e Navarre?
PHILIPPE: No.
IMPERIUS: Oh! Ma non sai scavare senza darmi
dei colpi nel fegato?
PHILIPPE: Imperius, questa buca non è
grande abbastanza per tutti e due.
IMPERIUS: Speriamo almeno che lo sia per il
lupo. Ma cosa stai facendo?
PHILIPPE: Quando ti inginocchi davanti all'altare,
come fai poi a rialzarti?
IMPERIUS: Diavoletto sacrilego! Su, spingi!
Avanti, spingi, maledizione! Spingi ancora, su ancora, ancora! Sta arrivando!
Sta arrivando! Philippe!
PHILIPPE: Signora, mia signora, stiamo coprendo
la trappola.
ISABEAU: Va bene, svelti!
PHILIPPE: Sta attraversando il ghiaccio. Aspetta
mia signora!
ISABEAU: Philippe, aiutami!
IMPERIUS: Il ghiaccio sta per rompersi. Stenditi!
Stenditi!
ISABEAU: Dobbiamo tirarlo fuori.
PHILIPPE: Aspetta. Aspetta, mia signora.
ISABEAU: Oh, Dio, Philippe. Non ce la faccio.
PHILIPPE: Sto arrivando!
ISABEAU: Su presto!
IMPERIUS: Fa' presto, ragazzo, o lo perdiamo.
Philippe!
ISABEAU: Philippe, riesci ad afferrarlo?
PHILIPPE: Sì!
ISABEAU: Ancora. Affonda, affonda, Philippe,
oddio!
IMPERIUS: Attento!
PHILIPPE: Tiralo su!
IMPERIUS: Presto, Isabeau!
ISABEAU: Philippe!
IMPERIUS: Philippe, Philippe!
ISABEAU: È fatta!
IMPERIUS: Tieniti! Tieniti, ragazzo!
ISABEAU: Dobbiamo vivere, padre, da esseri
umani. Le nostre vite sono in mano tua, ora.
NAVARRE: Aaargh!
NAVARRE: Dimmi, Philippe: dov'è la
spada di mio padre?
PHILIPPE: È perduta. È finita
nel ghiaccio, l'altra notte, sul fiume.
NAVARRE: Maledetto! Quella spada era l'unico
residuo d'onore che avessi.
PHILIPPE: Non devi compiere più nessuna
missione d'onore. La gemma che volevi per l'elsa della tua spada è
diventata il simbolo di una tua morte senza significato. Mentre ha una
possibilità di vita, ora: una nuova vita con lei.
NAVARRE: Avevo bisogno di quella spada per
uccidere il Vescovo!
IMPERIUS: Navarre, ascoltalo!
PHILIPPE: E avanti, Navarre, ucciditi, uccidi
anche lei. Non pensi a lei come non pensi a te stesso, del resto.
NAVARRE: Che cos'ha sul petto?
IMPERIUS: È successo la scorsa notte,
quando ti ha salvato la vita.
NAVARRE: Perdonami. Vi insegnerò io,
sciocchi, a catturare un lupo.
GUARDIE: Ehi! Date strada! Via di lì,
via!
IMPERIUS: Oh! Ricordati: il vicolo cieco,
sotto le mura, a nord.
PHILIPPE: Sì, sì, vicolo cieco,
mura a nord. Via, via, su.
GUARDIE: Fate passare!
PHILIPPE: Siamo al punto di partenza, o Signore.
Vorrei credere che c'è un significato più alto in tutto questo.
Di certo ritornerebbe a tuo onore.
IMPERIUS: Su, ah! Ah! Avanti! Ah!
GUARDIA: Che cosa porti, monachello?
IMPERIUS: Abbiamo un regalino a sorpresa,
figlio mio, per sua grazia il Vescovo, da parte della gente della mia contrada.
Una bella pelle da appendere.
GUARDIA: Che cosa c'è qui? Non ho mai
avuto il piacere di uccidere un lupo, prima d'ora.
IMPERIUS: Che strano: è esattamente
quello che ha detto il Vescovo. Oh, ma sono sicuro che se lo privi di questo
piacere capirà. È un uomo molto comprensivo, pare.
GUARDIA: Va bene. Vai pure.
IMPERIUS: La saggezza è una cosa preziosa,
figlio mio, ringrazia il cielo di averla.
GUARDIA: Lasciate passare!
SACERDOTE: Vostra grazia...
VESCOVO: Torna quando sarò pronto.
IMPERIUS: Manca poco, ormai le nuvole si stanno
aprendo.
NAVARRE: È giorno, vecchio mio: lo
era ieri e lo sarà domani.
PHILIPPE: Oh, no, maledizione. Maledizione.
ACCOLITO: Che cosa c'è?
SACERDOTE: Topi.
ACCOLITO: Topi qui? Inaudito.
NAVARRE: Non c'è più tempo.
Presto la messa sarà finita. Non posso aspettare oltre. Se Philippe
ha svolto il suo còmpito finalmente potrò uccidere il Vescovo.
IMPERIUS: Ma devi aspettare: questa possibilità
non si presenterà mai più.
NAVARRE: Hai ragione. Se la funzione finirà
pacificamente sentirai le campane suonare a lungo. E così tu capirai
che ho fallito.
IMPERIUS: Ma Isabeau?
NAVARRE: Io... ti prego, toglile la vita.
E fallo... fallo subito.
IMPERIUS: Io non posso farlo.
NAVARRE: Sì che puoi. Io te ne prego.
Crudeltà sarebbe condannarla per sempre ad una semivita, e lei non
lo vuole.
IMPERIUS: Non ne sarei capace.
NAVARRE: Hai mai pensato che questo era il
disegno di Dio fin dall'inizio?
NAVARRE: Io che sono stato tuo Capitano, e
che se Dio vorrà un giorno lo sarò ancora, ti chiedo di farmi
passare.
GUARDIA: Capitano Navarre, gli ordini sono...
PHILIPPE: Maledetta, apriti! Apriti, apriti!
MARQUET: Navarre!
PHILIPPE: Ti ringrazio, Signore.
NAVARRE: Una notte senza il giorno, un giorno
senza la notte.
IMPERIUS: Oh, buon Dio, accompagnalo. Proteggilo.
NAVARRE: Imperius, aspetta! Sei morto. No!
Imperius, aspetta!
IMPERIUS: Che Iddio mi perdoni.
VESCOVO: Se uccidi me, Navarre, la maledizione
durerà in eterno. Non pensi ad Isabeau?
NAVARRE: Isabeau è morta. Sì,
maledetto, vattene all'inferno.
ISABEAU: Navarre!
NAVARRE: Isa... Guarda! Guardala! Guarda lei!
Guarda me! Ora guardaci! Guardaci!
IMPERIUS: La maledizione è finita.
VESCOVO: Nessun uomo...
IMPERIUS: Navarre!
VESCOVO: Isabeau...
ISABEAU: Oh, mio Dio.
NAVARRE: Isabeau. I tuoi capelli. Ti amo.
ISABEAU: Navarre.
NAVARRE: Voi due. Venite qui.
IMPERIUS: Che la benedizione del Signore sia
con voi, per tutti i giorni a venire.
NAVARRE: Sia benedetto il giorno che ti ha
restituito a noi, padre. E anche tu. Anche tu.
ISABEAU: Il migliore amico che potessimo avere.
IMPERIUS: Ah, conto di rincontrarti in Paradiso,
piccolo ladro, e non osare deludermi.
PHILIPPE: Verrò, padre, anche a costo
di scassinare la porta.
NAVARRE: Isabeau!
ISABEAU: Ti amo! Ti amo!
THE END
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