Posso certo affermare che i Sex Pistols sono stati la band più importante del punk: non la più valida sotto il profilo musicale, sebbene le loro canzoni sono fantastiche, ma senza dubbio quella che meglio ha incarnato il messaggio più nichilista ( da nichilismo: quel movimento che si proponeva di distruggere l'ordinamento politico e sociale esistente), pungente e offensivo del movimento del '77. Inoltre, in appena due anni di attività ufficiale, il quartetto composto da Johnny Rotten (voce), Steve Jones (chitarra), Glen Matlock (basso; sostituito nel febbraio del 1977 da Sid Vicious) e Paul Cook (batteria) ha saputo rivoluzionare, grazie all'abile guida del vulcanico manager Malcolm McLaren (che nel '99 si è candidato a sindaco londinese), il rock e il costume della sua epoca, sconvolgendo mass-media e mercato con una incredibile serie di provocazioni e generando involontariamente centinaia di emuli. Non contando le cover, gli scherzi e gli scarti da magazzino, i Sex Pistols hanno lasciato in eredità ben pochi pezzi: una ventina, tra i quali almeno Anarchy In The UK e God Save The Queen meritano per più di una ragione la qualifica di epocali.
Sulle
vicende che hanno segnato la pur breve storia dei pupilli di McLaren sono
stati però costruiti volumi di anche ragguardevoli dimensioni, a
conferma di come i ventisei mesi intercorsi tre il primo concerto del 6
novembre 1975 e l'ultimo del 14 gennaio 1978 siano stati vissuti con la
massima intensità possibile. I contratti firmati e poi rescissi
da EMI e A&M, i singoli ritirati dal commercio o addirittura non distibuiti,
il licenziamento di Matlock, l'intervista televisiva con Bill Grundy, il
continuo coinvolgimento in episodi di violenza, le denunce di ogni genere,
la polemica nonchè famosa commemorazione del giubileo della regina
Elisabetta con la crociera in battello sul Tamigi, il boicottaggio operato
a livello politico per evitare che God Save The Queen raggiungesse la vetta
della classifica, i concerti sotto falso nome per motivi di ordine pubblico,
le esibizioni americane, il burrascoso scioglimento, l'interminabile causa
contro McLaren, l'arresto e poi la morte per droga di Sid Vicious non sono
che alcuni episodi entrati nella leggenda di questa band storica.
Abilissimi
nel volgere a proprio favore gli eventi negativi che li colpivano, i Sex
Pistols e soprattutto il loro manager sono stati, dispiace ammetterlo,
fagocitati dallo stesso sistema che per un certo periodo erano riusciti
a fottere dall'interno: un business che è stato poi ulteriormente
messo alla berlina con il tour della riunione del 1996, nel quale i Sex
Pistols sono stati coperti d'oro per mettere in scena non se stessi ma
il loro mito. SEMPREVERDE!!!
DISCOGRAFIA: