Paola&Chiara : l'intervista ( su "Tutto", n.4 aprile 1997 )
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D - E voi sognate molto ?
" Piu' dei sogni e' importante non perdere mai la voglia di realizzarli, perche' e' la nostra paura di
restare delusi, che impedisce loro di avverarsi "
D - Voi ce l'avete fatta, avete trasformato i vostri sogni musicali in realta' : il tour con gli 883, la
vittoria a Sanremo, il primo cd " Ci chiamano bambine "...
" Il nostro merito principale e' quello di averci sempre creduto, di non esserci scoraggiate quando
la fatica era tanta, il tempo da dedicare agli amici era poco e i risultati erano zero.
Se volete fare musica non abbiate paura di soffrire. " Passione" deriva dal greco " pathos", che
significa anche sofferenza. Con cio' vogliamo semplicemente avvisarvi che delusioni ne avrete, vi
faranno star male, ma vi aiuteranno a crescere ".
D - Come siete cresciute, musicalmente ?
" Suonando con gli Eclipse, una band formata da amici delle vacanze. Avevamo 13 e 14 anni; ogni
sabato, finita la scuola, passavamo il weekend facendo cover dei Pink Floyd. Poi sono venute le
cantine, le Feste dell'Unita', i pianobar"...
D - E in un pianobar, il miracolo.
" Una sera ci siamo accorte che in uno dei tavoli era seduto Cecchetto : ci tremavano le gambe, ma ci
siamo ricordate di una frase di Keith Richards dei Rolling Stones : " Se sul palco hai esitazioni, nel
rock sei finito ". Eravamo caricatissime ed e' andata bene. Claudio ci ha chiesto di partecipare al tour
degli 883 come coriste-musiciste".
D - "Ci chiamano bambine" e' un CD energico, con chitarre ruvide e voci alla Morissette e atmosfere
alla Happy Days.
" Noi abbiamo scritto testi e musiche. Il merito degli arrangiamenti va tutto a Phil Palmer. Volevamo un
chitarrista come arrangiatore e lui e' uno dei migliori : non per niente ha lavorato anche con i Dire Straits".
D- Nei testi si notano ironia e prese di posizione come in "Nascondi te".
" E' dedicata agli ipocriti, ogni tanto ci fregano. Se ci fidassimo di piu' del sesto senso, avremmo meno
delusioni. In questo cd abbiamo seguito l'istinto".
D - E' ironico anche vestirsi uguali ?
" Si. Ci vestiamo uguali perche' siamo state abituate cosi' fin da piccole, ma soprattutto perche' vogliamo
annullare l'effetto-look sula gente. Non conta come siamo vestite, conta quello che siamo".
D - E come siete ?
" Agli antipodi in molte cose. A me piacciono i ragazzi biondi, per esempio Brad Pitt; a Paola piacciono
i mori come Antonio Banderas. Paola si addormenta con un peluche di nome Mike; io per dormire mi
"autoninno". Paola ha fatto il liceo classico : e' uscita con 52. Io ho preso 60 all'Istituto d'arte".
D - A proposito di scuola : al primo anno di ginnasio, Paola ha avuto come insegnante Roberto Vecchioni.
Che tipo era ?
" Uno che spiegava da dio. Aveva un solo difetto : se l'Inter perdeva, il lunedi' volavano quattro a
raffica... Non parlava mai di musica : solo una volta l'abbiamo sentito canticchiare, poi e' uscito di colpo
dall'aula con in mano un bloc-notes. Gli era venuta l'ispirazione per finire Milady, una delle sue canzoni
piu' belle".
D - Qual'e' il prossimo sogno da realizzare ?
" Conoscere Ligabue. L'abbiamo citato nel pezzo " Mi fa morire " ( e' lui il divo del rock ) ( acc.. credevo
di essere io .. ndMau ), lo seguiamo in tour e siamo iscritte al suo fan club. L'unica volta che gli abbiamo
rivolto la parola, a un raduno di fans, eravamo cosi' emozionate che abbiamo fatto una pessima figura.
Ci piacerebbe avere una seconda occasione !".