FRAMMENTI DI STORIA


A Damasco i vecchi caffè sono razza in via di estinzione.
Qualcuno ancora sopravvive dietro la moschea Omayyad.
Mi siedo a gustare un tè fra quei tavoli consunti dal tempo.
Chiedo un narghilè e immagino la vita del caffè nei tempi andati, quando ancora lo spettacolo passava per questi luoghi.
E un cantore, seduto una sedia sopraelevata dal tavolo, leggeva storie per deliziare i tanti clienti, tutti rigorosamente uomini.
Leggeva storie di eroi, cavalieri, re, di amori respinti, di schiavi e nobildonne.
Leggeva forse storie dalle "Mille e Una Notte". Leggeva la storia di un amore impossibile fra un nobile arabo e una giovane schiava, leggeva dell'incontro fatale, di quell'attimo fuggente.
Mi piace pensarlo così.
Poi s'interrompe, chiude le pagine ingiallite dal tempo. Dovrò tornare domani per il continuo della storia, consumare un altro caffè, fumare di nuovo il narghilè.
Tutto questo oggi è finito, la televisione ha distrutto un frammento di storia. 


Ad Ein Dara il leone ittita ringrazia.
Ringrazia coloro che dopo trenta secoli gli hanno concesso di uscire dall'oblio, di riavere di nuovo la luce del sole.
Com'è bello sentire il vigore dei raggi sul mio corpo di basalto nero.
Certo non è come allora, quando le vergini del tempio mi sfioravano con i loro abiti bianchi.
Ah.... che dolce ricordo, come vibrava la mia pietra al contatto con tanta meravigliosa purezza.
Ora di vergini non ne passano più.
Tutti vestiti con questi abiti così diversi, con strane scatole nere, con i loro lampi bianchi.
Uno dei sacerdoti di questo culto ha lasciato un rotolo giallo con scritta "35mm film for color prints" forse fra secoli qualcuno lo leggerà per cercare nuovi frammenti di storia.


Sulla terrazza dell'Hotel Baron ad Aleppo la storia è stata ospite molte volte.
Lawrence d'Arabia, Agatha Christie, Charles Lindbergh, Teodore Roosevelt e altri hanno dormito in queste stanze.
Forse un giorno diranno che tanti gruppi di Avventure hanno qui trovato alloggio.
Tutto è rimasto come ai tempi in cui l'Orient Express terminava ad Aleppo e chiunque ricco o famoso sperava di avere qui stanza.
Mi piace pensare che il mio letto sia quello di Charles Lindbergh, mi piace pensare che la birra che sto bevendo mi sia servita nello stesso calice in cui bevve un Theodore Roosevelt pensoso sui destini del mondo.
Ma la storia non passa più da qui, i binari su cui passava il mitico Orient Express sono ormai solo fantasia, il mondo non ha più tempo per un treno fuori dal tempo.
Ma proprio in quel momento, in quel memento, la televisione inizia a trasmettere uno storico annuncio. Scorgo la faccia di King Hussein, di Yizhark Rabin e di William J. Clinton.
Ricordo ancora parte del testo letto in lingua inglese: "After generation of hostility, blood and tears, and in the wake of years of pain and wars ... ....efforts in promoting peace and stability in the middle East .... " Dopo tanti anni e tante guerre un'era di pace iniziava.
Dalla terrazza di un hotel che ha fatto storia un augurio per questo nuovo frammento di storia.


Quel ponte sul fiume Giordano lo immaginavo diverso, lo immaginavo grande, possente, maestoso.
Lo immaginavo come il ponte sul fiume Quai di cinematografica memoria.
In realtà era un piccolo ponte bailey verde con assi marrone, desolante come solo i ponti militari sanno di essere.
Ciò che aveva di grande era il suo significato; per oltre vent'anni unico collegamento fra la Cisgiordania e la Giordania.
Ricongiungere famiglie e affetti fu il destino di quell'oscuro ponte verde su un piccolo fiume dalla grande storia.
Le garitte militari con le loro mitragliere armate si fronteggiano a pochi metri l'un l'altra; milioni di palestinesi fuggiti dopo la guerra quelle forche caudine attraversarono per rivedere la terra natia.
Con la pace altri più comodi varchi verranno aperti.
Dall'unico autobus autorizzato al passaggio osservo per una volta ancora quel frammento di storia


Gerico, piccolo villaggio di 7500 abitanti è uso essere parte delle storia.
Conosciuta anche come "La città delle Palme" o "il giardino di Dio" si narra che le sue mura caddero al seguito di una suonata di tromba (Giosuè 6:20).
Oggi unico territorio della Cisgiordania passato sotto l'amministrazione palestinese.
All'interno di una piccola casa araba si trova un mosaico di un'antica sinagoga, riporta l'emblema di Israele e un'iscrizione in ebraico "shalom al Yisrael".
Alcuni ebrei sulla terrazza, altri all'interno a pregare, all'esterno un poliziotto palestinese.
Mi avvicino al poliziotto che mi cede il mitra per una foto ricordo.
Se fossi nemico della pace sparerei verso l'antica sinagoga.
E' proprio appeso ad un filo quel frammento di storia.


Gerusalemme, Via Dolorosa.
Da un cartello leggo "ottava stazione souvenirs and newspapers", eppur mi sono fermato qui a consolare le donne non a leggere il giornale.
A Betlemme mi hanno dedicato una grande basilica, una grande stella dorata sul luogo dove sono nato.
Quanta gente si prostra a baciare quel luogo.
Se gli ignari sapessero che sono nato cento metri lontano, luogo dove ora sorge un vespasiano.
Posso andare al muro del pianto , fortuna che mi sono fatto uomo, alle donne lo spazio è quasi tutto vietato. Maddalena non piangere, valgon così poco qui le tue lacrime.
D'improvviso un grande boato, come salgono veloci quegli intercettori.
Vedo tre frecce in cielo, hanno l'effigie di Davide, scortano un aereo con un'effigie giordana in coda.
King Hussein è qui, per la prima volta dopo tanti anni.
Un altro re per questa città, gli lascerò il posto mio.
E' ora che io vada, ho già visto il volo che ha cambiato la storia o forse solamente un frammento di storia.


L'aeroporto di Roma ha visto molta gente salutarsi, ha visto molte promesse di ritrovarsi.
So che questo viaggio non ha cambiato la storia, spero solo che abbia cambiato un frammento della nostra storia.
 

Pierino Dall'Asta

Copyright © 1997 Pierino Dall'Asta

 


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