LETTERA ALL'AMICO SYRGUTH

Whisper si contemplo' allo specchio. Era bellissimo con le treccine bionde e l'elmo con le piu' lunghe corna della Pannonia. Odiava scrivere cosi' aveva convocato GianLurido che aveva fama di essere un raffinato intellettuale tra i barbari perche' scriveva 'squola' con una 'q' sola invece che con due come la maggioranza dei pannonici.
GianLurido non si fece pregare e scrisse volentieri sotto dettatura anche se non c'era pergamena e si dovette accontentare di una tavoletta incerata di m. 1,45 x 1,56 del peso di 68 kilogrammi.
Il barbaro piu' famoso della Pannonia voleva rispondere alla lettera dell'amico Syrguth.
Whisper era stato poco tempo prima ad Alma e ricordava ancora con grande tenerezza gli incontri con l'amico Syrguth e con tutti gli altri avventurieri che perseguivano i suoi stessi nobili ideali di stupro, omicidio, grassazioni, furti, lenocinio, incitamento alla prostituzione, condotta immorale, saccheggio e incendio doloso.
Di Syrguth ricordava il carattere dolcissimo e remissivo e lo spettacoloso ristorante indiano in cui avevano pranzato, immersi in due tinozze di bicarbonato.
Syrguth gli chiedeva perche' Whisper non si vedeva piu' e con il pianto nel cuore il Pannone dovette ricordare che per una serie di sfortunati eventi gli era stata data dal gran dio Joy una quest segreta di complesso svolgimento.
Senza stare a scendere nei particolari la quest lo doveva portare a visitare molte persone di sesso femminile abitanti nell'Impero e Whisper, belloccio com'era, aveva sperimentato e stava sperimentando che i costumi morali si erano un po' allentati nelle mobs di Alma. Ognuna, per i propri favori, gli richiedeva sempre qualcosa di complicato e di terribilmente lussurioso. Andava da se' che la cosa avrebbe richiesto un certo tempo.
Ecco perche' non lo si vedeva piu' in giro per le strade della capitale.
Concluse incitando GianLurido a fare i migliori saluti ecc. ecc. ed augurandosi di rivedere al piu' presto il suo Syrguthucccio.
GianLurido se ne ando' e Whisper appese la tavoletta alle zampe di un piccione viaggiatore che libero' dalla piu' alta finestra di Pedalonia e se ne ando' tutto soddisfatto da Brunilde che lo aspettava per imbiancare il salotto.
Non fece in tempo a sentire l'orribile "crash!".
Ai piedi dell'edificio, la servetta Mazzabella corse veloce a liberare ed a nascondere tra le gonne il piccione rimbambito dopo la caduta per colpa dei 68 kg. della tavoletta.
"Ach, anche questa volta si mangia piccione arrosto - si disse soddisfatta la gigantina - Yuk, Yuk :-) Ringrazio di aver per padrone quel frescone che, tra l'altro, si lamenta che nessuno risponde mai ai suoi messaggi!"
La sera scendeva calda ma tenera sulla meravigliosa Pannonia.
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