IL MONDO PANNONIKO: L'ESERCITO
PARTE PRIMA
L'esercito era il cardine del mondo Pannoniko. Fu esso a far correre il nome della Pannonia in tutto il mondo. Per ogni dove le legioni barbare battevano il passo e si facevano largo grazie al loro coraggio ed alla loro raffinata tecnica di combattimento.
Raramente, nella storia, si videro stratagemmi cosi' geniali, gesta cosi' eroiche e soldati cosi' meravigliosi.
Cose che hanno superato la sfida dei secoli: Rule Pannonia!
CAVALLERIA
La coppia barbaro-cavallo e' sempre stata la croce e la delizia della tecnica bellica Pannonika.
Insieme i due animali erano sicuramente in grado di fare faville ma abbisognavano di una costante pratica e conoscenza reciproca. Il cavallo da guerra pannoniko non amava affatto essere cavalcato per cui non era raro vedere un equino cavalcare un umano (specie se quest'ultimo era di taglia piccola e facilmente soverchiabile) invece dell'immaginabile contrario.
In piu', cavalli e cavalieri amavano particolarmente la buona musica per cui non era raro che un reggimento di cavalleria si fermasse di botto, nel bel mezzo di una manovra strategica, se capitava di passare davanti ad una locanda dove si suonavano le kulonghe.
Il corpo di cavalleria piu' famoso della Pannonia (e tra i piu' famosi del mondo) fu il celebratissimo Settimo Lancieri di Pannonia le cui gesta furono davvero leggendarie.
Pur se a qualche loro imprevedibile defaillance puo' essere imputata la vittoriosa invasione dei Sebregonzi nondimeno questi Lancieri si coprirono di gloria nelle battaglie di Amapola, Abat-Jour, Ambaraban e a quella del Fiume Putrido dove si coprirono pure di melma.
FANTERIA AVIOTRASPORTATA
Una grande invenzione bellica. Erano corpi speciali che per tutto il periodo della ferma (30 anni) dovevano rimanere sugli alberi, favoriti dall'inestricabile intrico della Grande Foresta Pannonika.
Questi barbari vivevano dunque sui rami, non di rado travestiti da pappagallini e cocorite per non attirare l'attenzione delle spie nemiche.
In caso di conflitto essi piombavano inaspettati dall'alto sui nemici contando sul fattore sorpresa e generalmente menando grandi stragi.
Poco altro si sa di questi corpi d'elite. Solo Bartolomeo Menabuoi ed il barone Gerard l'Insense' li hanno sufficientemente studiati pur non riuscendo mai a rispondere a due fondamentali domande:
1) In caso di battaglia su una piana non alberata che fine facevano queste fanterie?
2) Perche' veniva chiamata "Fanteria Aviotrasportata"? Che significava? Non era meglio "Fanteria Alberotrasportata"?
Sono solo alcuni dei tanti enigmi di questa suggestiva civilta'.
DIFESA AEREA
Altro cardine dell'ordinamento militare Pannoniko.
Come tutti saprete i barbari non amavano particolarmente i nani percio' tenevano sempre una discreta scorta di nanetti, normalmente in confezioni da sei e senza particolari cure, al seguito dell'esercito.
Molti di essi erano destinati alla Difesa Aerea, formata da speciali unita' che disponevano di enormi fionde (ideate dal geniale Testacotta), grandi approssimativamente 74 x 32 stranguglioni, che dovevano scagliare in aria con micidiale efficacia i maldisposti nani, destinati a ricadere sul nemico avanzante.
Appunto per questa scarsa comprensione del problema da parte dei nani spesso le manovre di lancio erano caotiche e abbastanza confusionarie.
MILIZIA TERRITORIALE
Anche all'interno dei confini si pose molta cura per assicurare la legge e l'ordine.
La Milizia Territoriale di Pedalonia vigilava sulla tranquillita' del popolo reprimendo la malavita ed il disordine. Soldati di questo Corpo benemerito si trovavano dovunque, nel paese. Fu merito del grande Skatolone, uno dei piu' celebri re di Pannonia, aver regolamentato queste attivita' di sorveglianza introducendo molte nuove e rassicuranti figure.
Una per tutte: la Milizia SOR (Soddisfatti O Rimborsati pare significasse, secondo Manfredonius) che vigilava sull'esazione onesta e corretta delle tasse. Questi enormi armigeri si aggiravano armati di una colossale mannaia e si portavano in giro (come gadget, diremmo adesso) un ceppo di legno con una apposita scanalatura per i colli.
Grazie alla diuturna sorveglianza di questo Corpo, in Pannonia il problema della riscossione dei tributi non procuro' mai grattacapi particolari.
FANTERIA PESANTE
Grande protagonista degli scontri terrestri. Si chiamava cosi' perche' costituita esclusivamente da barbari molto grassi che dovevano assicurare l'impatto dirompente e decisivo nei momenti topici della battaglia. Per poter rimanere in questo Corpo un barbaro non poteva mai scendere sotto i 100 karamboni di peso. Percio' egli veniva ingozzato dall'alba al tramonto con capponi bolliti e dromedari ripieni.
Molti di questi soldati avevano pero' turbe psichiche appena vedevano delle cibarie di qualsiasi tipo con crisi epilettiformi che rendevano difficile il loro controllo.
MARINA
Poco considerata essendo la Pannonia a 2300 km. dal mare.
Ci fu una proposta dello staff del re Skatolone per la costruzione di due corazzate, cinque incrociatori, undici cacciatorpediniere, venti sommergibili e due bananiere ma essa rimase sempre lettera morta sospettando un tentativo di malversazione e storno di fondi pubblici.
COMANDANTI
Non si puo' parlare dell'esercito tacendo i nomi e le gesta dei tanti comandanti che cosi' grande lo fecero.
Nomi come quello di Suolavecchia, Durli 'Ndana, Fior di Ascia, Katerpillo, Bombardone sono conosciuti dappertutto, testimoni e protagonisti della grande tradizione guerresca Pannonika.
Normalmente il generale arringava le truppe prima della battaglia poi vi assisteva sdraiato su un'amaca su qualche colle vicino, trepidante per la sorte dei suoi, bevendo cordiali, sorbendo sorbetti e commentando le varie fasi col suo stato maggiore e con le sue avvenenti schiave.
Famoso fu il gesto di eroismo del generale Kamma Muri che, vedendo pericolosamente avvicinarsi il nemico, si mise a gridare: "La zia! La zia!" e si squaglio', evidentemente e giustamente preoccupato per la sorte di una qualche sua anziana parente che si trovava nelle vicinanze.
Questo fatto porto' alla creazione della celeberrima Katena di Komando che consisteva nel legare le caviglie di generali ed ufficiali superiori ad un grosso albero affinche' essi si sentissero un tutt'uno nella direzione dell'esercito in battaglia e non gia', secondo un'abominiosa e volgare diceria, dei terribili cacasotto.
Sempre il vecchio Kamma conio' (sembra) il celeberrimo motto dell'esercito Pannoniko, sublime sintesi di accortezza e di astuzia, che cita: "Meglio krande ritirata ke superba bastonata".
Quando, negli scavi di Mazzarotta, il prof. McGalluzz, pioniere dell'archeologia barbara, scopri' questa iscrizione ebbe, per la gioia e per lo stupore, un singhiozzo spasmodico durato due mesi.
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Homepage di Massimo Galluzzi (Magall)
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Storie Pannonike