RIME, RITMI E RUMBE




Mi e' stato recentemente regalato un'aureo libriccino, reperito sul mercato antiquario, che contiene i testi di varie centinaia di canzoni composte tra il 1900 e 1950.
Non mi si poteva fare regalo piu' grato: l'excursus di questi testi e' divertente ed istruttivo.
Non posso non farvi partecipi di qualche piccola perla pescata qua e la' nel mare magnum della grande tradizione canzonettistica italiana.


Andiamo ad incominciare con questa canzone che e' un inno al peccato voluttuoso degli inizi del secolo. I due amanti, a cose fatte, escono frementi da cortine e tendaggi e lei ha persino un ricciolo fuori posto. Il vocabolo che strappa l'applauso e' senz'altro abbiglie' mentre l'ardito bacio che lui le da' sul seno scatena fremiti malandrini. Un elogio anche al (famoso) paroliere costretto all'affannosa ricerca di parole in -ova che leghino, appunto, con Alcova.


ALCOVA
di RULLI - BIXIO - CHERUBINI

1.

Ninnoli e fiori, un divanetto e un abat-jour...
piccola alcova dalle cortine in raso azzur!...
Egli e' in attesa e scruta intorno l'abbiglie':
dalla veranda.
di luce blanda,
l' amante giunge alfine;
lui stringe le manine...
...si calan le cortine...

Alcova! Alcova!...
qual seduzioni ognuno prova
celato in te
nei tete-a-tete!...
dolce forziere
di godimento e di piacere,
nido d'amanti
sognanti,
anelanti
nell'ansia di godere
maggior volutta'!...

II.

Dalle cortine escon frementi, stretti ancor;
la bocca e muta, ma fortemente batte il cor...
un ricciolino sul suo visino scende giu':
alla toeletta
lei si rassetta
mentr'ei le bacia il seno
e lieve le sussurra
sotto la luce azzurra:

"Alcova! Alcova!
"ove ogni amante si ritrova...
"Siedi con me...
"prendiamo un the!
"sotto il riflesso
"godiamo ancora un altro amplesso!"
E sul visino
carino
un bacino
le sciupa il cappellino
di rose e lilla' ...
. . . . . . . . .

"Alcova! Alcova!
"ove ogni idillio si rinnova...
"arrivederci
"e insieme a goderci
"ci rivedrem domani
"mio piccol amor! .."



Niente male questa Amapola che viene riproposta in versione originale. Chi se la ricorda dovrebbe sussurrare "Amapola/tu sei la primavera.....". Niente di piu' sbagliato! La dizione esatta e primitiva era tutt'altra! Eccovela, naturalmente al dolce suon d'una mandola.


AMAPOLA
di LACALLE - BRUNO

1.

Nel cuor della Pampa profumata
va il suon d'una dolce serenata:
tra i fior, canta il gitano alla sua amata
la bella canzon, con immensa passion.

"Amapola, dolcissima Amapola,
la sfinge del mio cuore sei tu sola;
io ti bramo, t'invoco follemente
per dirti: "t'amo appassionatamente"
Amapola, vaghissima Amapola,
la luce dei miei sogni sei per me,
deliziosa, armoniosa
come il suono della mia mandola!

II.

Di gia' spunta l'alba giu' lontano,
e ancor canta il misero gitano,
lassu', dalla sua amata attende invano
un bacio ed un fior, un sospiro d'amor.



Godiamoci ora una canzone decisamente fuori dal mondo: pensare di essere tutti soli su un diretto e' da neurodeliri. Il controllore invece sorride paterno alla coppia che mi sembra di capire e' in luna di miele (ma la vulgata e' oscura). Mancano i nani e i puffi mentre la destinazione e', ovviamente, EuroDysney.


COL TRENO DELLE TRE
di DE MARTE - GAROFALO

Corre, corre, corre il bel trenino
corre verso il sogno dell'amore;
la felicita'
presto arrivera',
tutto ci sorridera' !

Ritornello

Partiremo col diretto delle tre:
il mio cuore batte batte... ma perche'?
Non appena l'orologio fa le tre
su, su, vieni con me.

Un trenino che piu pratico non v'e'.
li' mi sento come un principe od un re,
soli soli nel diretto delle tre;
se tu resti con me !

Ecco il treno dell'amore
per la luna tua di miele,
dove pure il controllore
ci sorride come un buon papa'.

Attraverso la campagna tutta in fior,
fischiettando allegramente con ardor,
corre, corre, non si ferma, vola e va
la', la', senza fermar.

Finalino:

Ma bisogna fare presto: bada che
un minuto sol da perdere non c'e' !
Dammi il braccio corri, corri insieme a me,
su, su, vieni con me !...



Questa canzone meriterebbe invece un'accurata critica testuale invece di una leggiucchiata superficiale. Mi ha intrigato molto. Non si capisce se il birocc (calesse) e' una metafora oppure un'oscura allusione filosofico-metafisica oppure nasconde un qualche doppio senso a tripla luce rossa. Restano anche di difficile decifrazione la presenza ed il significato dell'uomo che guarda da un buco dentro l'uscio piuttosto che da quello della serratura. Evidentemente il manigoldo aveva un succhiello. Inquietanti poi quel tira e molla e l'allusione alla felicita' che da' il ballo.
Uhm... questa canzone non la racconta giusta, c' e' da discuterne tutta una notte (e poi sdraiarsi esausti su un birocc).


E... HOP, EL VA EL BIROCC..
(Valzer Brillante)
di VALLADI - MORI

I.

Adesso il ballo fa esultar,
si fanno tutti abbracciar;
il valzer fa piroettar,
il tango sospirar.
E chi stara' a guardar
si mettera' a cantar:

Ritornello

E... hop! el va el birocc,
o morettina.
Tira tira ti, tira tira mi. tira tira tira
molla molla mi. molla molla ti, molla molla molla

E hop! el va el birocc,
cara biondina.
Tu vedrai alfin
che col ballettin
un bel maritin
tu avrai vicin:
che felicita'
il ballo da'.

II.

Da un buco dentro l'uscio un tal
guardava con curiosita':
due sposi, coppia ideal,
giuravan fedelta'.
Piano piano si scosto'.
e allora canticchio':

Ritornello

E... hop! el va el birocc,
o morettina.
Tira tira ti, tira tira mi. tira tira tira
molla molla mi. molla molla ti, molla molla molla

E hop! el va el birocc,
cara biondina.
tu vedral alfin
che fra un annettin
un bel bambolin
tu avrai vicin...
Che felicita'
l'amore da'!

Finale

E... hop! el va el birocc,
o morettina.
Tira tira ti, tira tira mi. tira tira tira
molla molla mi. molla molla ti, molla molla molla

Chi vi chiedera':

"Ohi, come la va?
e la tua meta',
il babbo e la mamma'?"
Rispondete sempre:

"El va el birocc!... ".



Chi ha detto che 'Fin che la barca va' e' il vero Inno Nazionale Italiano?
Molto prima c'era questa canzone che ben merita il suesposto appellativo. L'idea pero' che se si stesse male e si andasse dal dottore questo risponderebbe di farsi una fischiatina e' suggestiva e non priva di un certo fascino. Me lo devo tenere a mente.


FACCI UNA FISCHIATINA!...
(Fox Swing)
di DI LAZZARO - MORBELLI

Cominciando di buon mattin,
quando tu
t'alzi su,
quanti scherzi ti fa il destin!
Ogni di'
sempre cosi':
mandar moccoli ed imprecar
contro chi non si sa.
Meglio dunque cantarellar
sempre con serenita'.

Se gli affari non van bene
e la ditta va in rovina,
facci una fischiatina...
(fischiata)

Se per cambio di esercizio
ti lascio' la tua bambina,
facci una fischiatina...
(fischiata)

Quando tutto va a monte ed a mare,
credi, e' inutile starsi ad arrabbiar.
Solo un metodo occorre adottare
ed e' quanto ti voglio insegnar.
Se ti e' avversa la fortuna
e scherzetti ti combina,
facci una fischiatina!!!
(fischiata)

Tutto quanto ti sembra bel,
perche' tu,
su per giu',
questo facile ritornel
oramai
fischiare sa!...
Questo e un metodo senza par
per curar i dolor;
ed e' un farmaco singolar
che consiglia anche il dottor.



Ed ora una larvata critica alla Rivoluzione d'Ottobre che non ha certo giovato a giovani ufficiali della Guardia di Nicola II. Guardate come s'e' ridotto questo, tsk... Ora balla soprapensiero nei tabarin per mantenere se stesso e la mamma dopo aver fatto con lei in slitta un tragitto di circa 5000 km. Stringendola al seno, ovviamente.


G I G O L O'
(Canzone Tango)
di CASUCCI - FRATI

Chi riconosce nel mesto danzatore
l'ufficialetto protetto dallo Czar?
Del Tabarin fu in quel tempo il gran signore
or per mestier le dame fa danzar!
Per la sua terra pugno' da valoroso
ma quando, ahime', la rivolta la strazio'
l'ufficialetto orgoglioso
divenne un "Gigolo' "!

Ritornello

Ridi "Gigolo' "! danza "Gigolo' "!
che per questo sei pagato...
Oggi non sei piu'
quei che un giorno fu
il bell'ussero adorato!
Tutto ormai crollo'
lo splendor passo'!
A che serve ricordare?
Taci a tutti il dolor
che ti spezza in petto il cuor,
sorridi e va a danzare!

Russia sconvolta da quel dramma,
sopra una slitta di notte via fuggi'
stringendo al seno la povera sua mamma
che nell'esilio triste lo segui' !
Quale contrasto tra oggi ed il passato...
Nei tabarin ove prima egli regno'
la notte or balla svogliato
da umile "Gigolo' "!



Qui si va sul bucolico e si evocano estati torride in mezzo alle messi, ai covoni ed alle farine, in un carosello di polvere, sudore e sguardi allupati. La Molinara agita i garzoni e probabilmente sta' ai loro scherzi per non perdere la clientela. Che non si fa per gli affari, mah.


LA MOLINARA
di ALA - MAZOLI

Quando arrivano al molino all'albeggiar,
carri pieni di biondo grano,
i garzoni non si stancano d'ammirar
la "Molinara" e di far baccano.

Qualcuno,
porgendo un fiore,
le chiede amor cantandole cosi':

O "Molinara",
regina del Molino,
quando ti son vicino
mi batte forte il cuor.
O "Molinara",
mentre la rota gira,
il cuore mio sospira:
"Dammi un bacin d'amore"

Non t'arrabbiar! (ole')
ma lascia far: (ole')
mi voglio infarinar...
Gira dl qua (ole')
Gira di la (ole')
Ohl Che felicita'...

Quando a sera il sole volge al tramontar
e ognuno torna al suo casolare,
ha nel cuore la speranza di arrivar
la "Molinara" a poter baciare...

Nell'aria
risuona un canto
che sembra un inno di felicita'.....



Spero invece che vi ricordiate l'aria della Violetera che e' davvero struggente. A me e' sempre piaciuta moltissimo ed il testo italiano e' piu' che dignitoso. Per questo ve lo ripropongo non per celia ma sul serio. Bravo Lombardo, vecchia volpe, tra l'altro, dell'operetta.


LA VIOLETERA
(Tango)
di PADILLA - MONTESINOS - LOMBARDO

I.

La siepe di viole
e' rifiorita...
Chi mai da Carmencita
comprar le vuole?
N'ho colmi i cesti.
Venite, siate lesti!
Orsu', signori,
comprate i fiori!

O senores, senoritas
le viole mi comprate,
che la man di Carmencita
ha raccolte ed intrecciate
per recarle a la citta'.
Adornatevi, signore,
del sereno fior gentile:
nel silenzio, al vostro cuore,
in un fascino sottile
dolci cose vi dira'.

II.

Voi, bella signorina
cosi' galante,
sarete piu' carina
ed elegante,
se sulla veste
a profusion metteste
i fiorellini
dei miei cestini

O mia bella senorita,
dalla man di Carmencita
accettate la violetta
col color della toeletta
assai ben si sposera'.
Dalle ceste ancora piene
un bouquet prendete almeno
e colui che vi vuol bene
poi, guardandole sul seno,
queste viole invidiera'.

III.

Senor, voi siete triste
ed annoiato.
Cercate far conquiste?
Volete a lato
un cuore amante?
E' cosa assai seccante.
cosi soletto,
andare a letto

Senor senza senorita,
dalla man di Carmencita
accettate la violetta
nella vostra cameretta
tante cose vi dira'
In mancanza di signora,
alle viole un bacio date!
Pria che spunti in ciel l'aurora
forse mentre voi sognate,
donna il fior diventera'

IV. (rivolgendosi a un giovanotto)

E voi, bel giovanotto
ben pettinato,
perche' cosi' soletto?
Guardate a lato
c'e' una signora
che vi sorride e implora
e chiede e vuole
delle viole

Bei senor e senoritas,
dalla man di Carmencita
ora vola in tutta fretta
fin quest'ultima violetta:
ben felice chi l'avra'.
Mi dovete perdonare,
non ho altro questa sera;
cosa mai vi potrei dare?
La piu bella violetera
puo' dar solo quel che ha.



Considero 'Eulalia Torricelli' con le sue strofe metafisiche e piene di raffinatissimi nonsense tra le dieci canzoni italiane piu' belle di tutti i tempi. Inevitabile quindi che sia rimasto affascinato da questo Ingegnere che senz'altro almeno cugino di Eulalia lo deve essere.


L'INGEGNER GROVIERA
(Valzer Brillante)
di VILLA - CAVEZZALI

I.

Questa e' una storia, gentili signor
triste e romantica, ahime'!
Un ingegnere ha perduto l'onor
ma non sapete chi e'...

Ritornello

E' l'ingegner Gruviera
l'inventore del formaggio coi buchi
viveva a Bordighera
tra marchesi, visconti e granduchi;
conobbe l'altra sera
una donna romantica e bella,
le disse: " Caciottella! ",
e la dama di colpo sveni'!
La folla allor
in gran furor
grido': " Lo si deve cacciar! "
E un camerier
compito e fier
lo prese e lo fece filar.

E l'ingegner Gruviera
l'inventor del formaggio coi buchi
parti da Bordighera
e mai piu' vi potra' ritornar!

II.

A Gorgonzola, paese natal,
il fatto fece scalpor!
Tutti ne parlan: curato, spezial,
sindaco, oste, dottor...

Ritornello

E' I'ingegner Gruviera.
I'inventor del formaggio coi buchi,
viveva a Bordighera, ecc., ecc.

Finale

E lui viaggio'
un anno e piu',
tentando, ma invan, di scordar....
A Melzo ando',
a Reggio fu:
non c'era piu' nulla da far!

E l'ingegner Gruviera
ritorno' alla natia Gorgonzola
e, presa una pistola,
disse: " Grana " ed al cuor si sparo'!



Quando non si occupava di soldati (e' l'autore della Canzone del Piave) E.A. Mario si spaparazzava in canzoni-dramma fosche e strazianti (Balocchi e Profumi).
Vipera non fa eccezione ma le parole mi son sempre piaciute un sacco. L'immagine del bracciale a forma di vipera e' degna di Cabiria o della Chloe' Dannunziana mentre e' irresistibile il richiamo alle qualita' medianiche della mamma' che questa relazione la vede proprio male.


V I P E R A
di E. A. MARIO

1.

Ella portava un braccialetto strano:
una vipera d'oro attorcigliata,
che viscida parea sotto la mano
viscida e viva, quando l'ho toccata...
Quando ella abbandonavasi
fremente sul mio seno,
parea schizzasse tutto il suo veleno!

Vipera... - Vipera...
sul braccio di colei
che oggi distrugge tutti i sogni miei,
sembravi un simbolo: - l'atroce simbolo
della sua malvagita'...

2.

Mamma - che, quando sogna, sogna il vero -
ha sognato di me la notte scorsa...
M' ha visto per un ripido sentiero,
presso una mala vipera, ed e' accorsa...
E s'e svegliata pallida,
gridando pel terrore:
la vipera m'avea gia' morso il cuorel

Vipera... - Vipera...
sul braccio di colei
che oggi distrugge tutti i sogni miei,
sembravi un simbolo: - l'atroce simbolo
della sua malvagita'...

3.

Per non amarla piu, vo' andar lontano
ma lontano non posso rimanere...
E vo' il suo bacio che mi rende insano,
la sua perfidia che mi fa piacere!
E, quando mi divincolo
ribelle a questo amore,
qualcosa mi si annoda intorno al cuore...

Vipera,.. - Vipera...
Sei tu, sei tu colei
che oggi ha distrutto tutti i sogni miei!
Era il tuo simbolo: - l'atroce simbolo
della sua malvagita'.



Cosa non ti combina la rima in -um! In questa canzone assistiamo ad un vero e proprio Um-Festival! Che diavolo sara' poi la 'schium del frum frum'?
Misteri, sempre misteri, che peggiorano l'umana condizione e ci rendon piu' inospitale questa valle di lacrime.


LE DONNE DI ZA BUM
(One Step)
di MASCHERONI-RAMO

Laggiu' nel territorio di Za-Bum
le donne son leggere come pium,
all'una piace il whisky, all'altra il rum
alle donnine belle di Za-Bum.

Che profum,
santi num,
c'e' a Za-Bum!

Le donne del paese di Za-Bum
son tutte poco arrosto e molto fum
ma sanno masticare il chewing-gum
le donne del paese di Za-Bum!

Le donne del paese di Za-Bum
la sera vanno a casa con il brum;
ed il brumista spesso porta il lum
alle donnine belle di Za-Bum!

C'e la schium
del frum-frum
giu' a Za-Bum!

La sera lo champagne scorre a fium
con le donnine belle di Za-Bum,
e qualche volta levan il costum,
le belle Zabumine di Za-Bum.


Giocato sul ritmo ossessionante alternato Tzatza -mpappa-tzatza-mpappa/Tzetze-mpeppe-tzetze-mpeppe, questo valzerone ha strazianti momenti di oscurita' lessicale e concettuale con i richiami all'olifante (che io ho sempre creduto essere un mitico corno e che ora trovo avvinghiato amorevolmente ad una pulce gigante, boh), al misteriosissimo secrista ed al finomino che e' molto piu' ricercato del banale 'fenomeno'.
Boh, l'importante e' che Peppino e Ninetta convolino.


LA FIERA DI SAN COLOMBANO
(Valzer brillante)
di RAVASINI-PINCHI


La fiera di San Colomban,
comincia con grande baccan.
La gente s'affolla, si stringe,
si sospinge per passar.
Pipette si vendon di qua,
trombette si senton di la':
di su c'e' una giostra che gira.
"Tre palle una lira" si sente gridar.

Viva la fiera di San Colomban!

"Venghino giovinotti, potranno osservar
il gran finomino umano...
venti ghelll... si va incominciar...!".
Passa il "Pepin" a braccetto sen' va
insieme alla Ninetta si fa rimirar;
poi vanno su alla balera,
c'e la fiera, bisogna ballar.
Tzatza -mpappa-tzatza-mpappa...
Ia banda stordire ci fa.
Tzetze-mpeppe-tzetze-mpeppe
Pepin! Com'e bello danzare con te!

Viva la fiera di San Colomban!

"Venghino giovinotti, veder si potra'
Ia vera donna cannone".
Te la chi - te la li' - te la la'!...
La serva ritarda a tornar,
I'arrosto ti lascia bruciar!
Un giro sull'autopista
col "secrista" lo vuol far.
In piazza fra luci e baglior
piu' forte si sente il clamor:
ciascun vuol veder l'olifante
la pulce gigante che fanno all'amor.

. . . . . . . . . . .

Vien giu' la sera, c'e men confusion,
si spengon le luci, s'abbassa il telon,
rimane sol la balera,
si puo' far questo bel valzeron.
Tzatza -mpappa -tzatza -mpappa . . .
Ia banda piu' fiato non ha.
Tzetze-ohime', sta su - che c'e'?
Pepin ma sta attento mi schiacci i pepe'!
Mentre la folla si perde pian pian,
Pepin e la Ninetta si tengon per man:
I'ultimo bacio d'amore
per la fiera di San Colomban!...


Mi piacciono molto le canzoni ed il mondo poetico di Enrico Ruggeri. Ritengo 'Peter Pan' una splendida canzone, per esempio, ma qui voglio celebrare questo tango.
Le parole non si posson definire colte ed a parlare e' piu' che altro un maschio superficiale ed un poco narcisista ma l'effetto complessivo non mi spiace. Questione di gusti? Forse.


TANGO DELLE DONNE FACILI
(Enrico Ruggeri)


Jeanine, quando ti ho dato il mio sorriso non hai chiesto
se fosse amore o solamente il mio pretesto
per fare tardi in mezzo a quei capelli tuoi.

Michelle, quando ti ho detto che partivo non hai pianto
ma mi hai sorriso mentre andavo incontro al vento
avevo l'aria di chi non ritorna piu'.

Marie, il tempo passa e non mi scordo piu' di te
quando dicevi "Vieni a prendere un caffe'"
quando parlavo e non mi contraddivi mai.

Quanti letti da rifare, quante scuse da inventare
quanti fuochi con la paglia nelle notti di battaglia
notti languide con le femmine che ci fanno compagnia.

Tango delle donne facili
che fanno divertire
ed occupano strofe di canzoni
che la mattina vanno via
e non ci lasciano una scia
tango per ogni donna
che per un minuto e' stata mia.

Joujou, quando ti ho detto che l'amavo mi hai capito
e mi hai nascosto che l'orgoglio era ferito
sarebbe stato meglio andare via con te.

Isabelle, passano gli anni e ti vorrei avere qui,
resuscitare quella storia che fini'
sentire il caldo che mi davi solo tu.

Quante sere trasgressive tra due mani comprensive
forse un giorno torneranno quelle notti da tiranno
notti languide con le femmine che ci fanno compagnia.

Tango delle donne facili
che sanno come fare
e riempono la vita di sapore.
Bevo alle loro performances
alla malizia delle avances.
Tango per ogni donna
che mi ha mandato in trance

Tango delle donne facili
che fanno divertire
ed occupano strofe di canzoni
che la mattina vanno via
e non ci lasciano una scia
tango per ogni donna
che per un minuto e' stata mia.







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