IL CROLLO DELLA MENTE BICAMERALE
E
L'ORIGINE DELLA COSCIENZA





Molto interessante questo libro di Julian Jaynes, docente di psicologia a Princeton.

Uscito nel 1984 per i tipi dell'Adelphi (e quindi di non facilissimo reperimento), non e' un libro per tutti indirizzandosi soprattutto a neurologi, neurofisiologi, psicologi e studiosi del linguaggio con il culto della storia e storici con il culto della psicologia e del linguaggio:) anche se un generico ed interessato lettore di buon livello non dovrebbe avere particolari difficolta' ad orizzontarsi nelle oltre 500 pagine della trattazione.

Il libro illustra, con copiosissimi esempi di Analisi Storica del Linguaggio e di Archeologia, la suggestiva teoria della Mente Bicamerale, antico preludio al nostro concetto di Coscienza. Tale Mente altro non sarebbe che la mente degli uomini arcaici, quelli che vissero fino al periodo Omerico. Uomini che, secondo l'autore, non avevan ben presente il concetto e la presenza della Coscienza e che erano intrisi dal Divino, dal Fato e dal Mito.

Approfondendo questa ipotesi, ci sarebbe stato un periodo dell'Umanita' in cui la natura umana era scissa in due parti: una direttiva chiamata dio ed una soggetta chiamata uomo e nessuna di esse era cosciente della propria funzione. L'uomo quindi portava in se' quanto di divino egli riteneva fosse nel suo mondo senza averne assolutamente percezione.
Era il dio che parlava e che suggeriva che fare in determinate situazioni di stress all'uomo che, supinamente, addirittura aspettava che questo dio si manifestasse in una qualche maniera per sapere che fare (ricordatevi il rapporto dei-eroi dell'Iliade).

La peculiare anatomo-fisiologia degli emisferi cerebrali in cui il dominio del sinistro e' attualmente incontrastato, porta Jaynes a formulare l'ipotesi che tale arcaica Mente Bicamerale fosse legata ad una antichissima predominanza dell'emisfero destro, al contrario di quanto avviene oggi.

Ancora oggi non si sa moltissimo sull'emisfero destro. Tutte le funzioni 'pratiche' e del linguaggio (soprattutto), sono localizzate a sinistra (pur se sembra che, in caso di 'crisi' del sinistro, il destro, in qualche maniera, riesca a vicariare anche se in maniera approssimativa) mentre a destra ci sono zone deputate alla creativita', alla formulazione di concetti astratti o grossolanamente attinenti ad un generico concetto di 'irrazionale'.
Le aree destre direttamente corrispondenti a quelle sinistre deputate al linguaggio sono poco o nulla attive e la loro funzione incerta o comunque non determinante.

La teoria di Jaynes, pertanto, prevede dunque che il concetto del divino nasca all'interno dell'uomo antico che ne aveva un intenso bisogno per giustificare i mille fenomeni che non poteva spiegarsi e per avere una guida nelle mille situazioni che lo confondevano. Naturalmente quest'uomo arcaico crea al proprio interno un dio che pero' egli vede all'infuori di se', del tutto inconsapevole che tale concetto o questa arcana figura sia in definitiva nato da lui stesso, del tutto privo di una coscienza di se' e delle proprie qualita'.

Sempre in quest'ambito, e' molto interessante il postulato che in epoca arcaica fosse dominante l'emisfero destro e che il rovesciamento nel tempo della dominanza emisferica a favore del sinistro sia dovuta non gia' a fattori di modifica genetica o comunque a variabili storiche quanto piuttosto all'affermarsi di una concezione meno 'letteraria' e meno 'poetica' del mondo che ha svantaggiato la parte destra del cervello, deputata a questo genere di esperienza: potremmo definire questa fase di transizione come un passaggio dall'Otium al Negotium.

Parimenti, con l'affermazione dell'emisfero sinistro, si assiste alla faticosa nascita di una Coscienza umana, quale oggi la concepiamo. Essa si distacca dal fondo arcaico della Mente Bicamerale, che relega il Divino in spazi sempre piu' ristretti a vantaggio dell'Umano, favorendo l'avvento di una Fase Visiva a scapito dell'arcaica Fase Uditiva. Non e' detto, naturalmente, che l'Uomo di oggi, pratico e cosciente, sia migliore di quello antico, poetico ed affabulante: essi sono semplicemente diversi, differenti.

In ogni caso l'emisfero di destra conserva ancora oggi qualcosa del suo antico retaggio. La bicameralita' della mente di certo non e' scomparsa: tutto il nostro mondo e' attraversato da fenomeni come la poesia, la musica, le sensazioni, e cosi' via fino ai fenomeni in negativo come le possessioni, la schizofrenia ed i disturbi psichici che testimoniano come l'elemento 'irrazionale' sia tuttora radicatissimo (grazie al cielo, in molti casi).

Cio' che noi chiamiamo il Cammino della Storia e' dunque "..il lento ritrarsi della marea delle voci e delle presenze divine"? Possibile, ma di certo la predominanza odierna dell'emisfero cosiddetto linguistico non riesce a cancellare l'altra meta' del cervello.

Personalmente ho trovato questo libro assai stimolante: le sue pagine vanno lette ed assaporate senza fretta e con occhio attento. I numerosissimi riferimenti storici ed archeologici sono sovente molto interessanti anche come capitoli estraniati dal contesto della trattazione che a volte l'Autore forza un po' per dimostrare a tutti i costi le proprie tesi.

Chiudiamo con qualche nota. Poiche' ho trovato molto interessante il capitolo sugli Oracoli ho ritenuto di trasferirlo su queste mie pagine. Io mi sono limitato a ritoccarlo sintatticamente qua e la' ai fini di una lettura agile e scorrevole. Come ho gia' detto (e come vedrete) esso, come molti altri capitoli, e' assai godibile anche completamente staccato dal contesto del libro.

Impossibile, in ultimo, non esprimere un grato ringraziamento a M. T. Penza, Aiuto della Divisione di Neurologia del mio Ospedale, che mi fatto conoscere quest'opera e con benevola pazienza ha affrontato lunghe discussioni a riguardo, inarcando cautamente un sopracciglio quando ci andavo pesante con gli sfondoni di neurofisiologia e neuroanatomia o sorridendo in maniera soddisfatta quando ci azzeccavo :)








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