Allo scoppio della rivoluzione, nel 1789, lo stato della chirurgia in Francia era decisamente penoso ed a questo non facevano eccezione la medicina di guerra e la organizzazione degli ospedali militari.
I medici erano infatti costretti a lavorare non appena le battaglie erano terminate, quando, col favore dell'oscurita', era possibile raccogliere i soldati feriti che riuscivano ancora ad attirare l'attenzione dei soccorritori.
Fu in queste circostanze che Dominique Jean Larrey (1766-1842), di Beaudean, inizio' la sua carriera militare che abbraccio' non solo la Rivoluzione Francese, che ebbe inizio quando aveva 23 anni, ma l'intero periodo napoleonico, indubbiamente uno dei piu' stimolanti della storia francese.
Larrey perdette entrambi i genitori all'eta' di 13 anni e venne adottato dallo zio Alexis Larrey, medico anziano a Tolosa; dopo piu' di sei anni di apprendistato venne inviato a Parigi.
Lo zio aveva anche programmato per lui una serie di visite presso universita' straniere, ma a questo punto scoppio' la guerra: la nazione aveva bisogno di dottori militari e Larrey si arruolo'.
A differenza dell'Inghilterra, dove i medici di bordo in genere erano solo degli alcoolizzati incapaci di svolgere altre mansioni, la marina francese aveva medici di buona reputazione che ricevevano stipendi sostanziosi e di conseguenza vi era una grande richiesta di posti del genere.
Larrey riusci' a superare gli esami e venne assegnato alla fregata Vigilante, diretta a Terranova per aiutare la flottiglia da pesca francese e la sua impazienza lo spinse a recarsi a Brest molto in anticipo allo scopo di prepararsi meglio.
Purtroppo la spedizione si rivelo' un fallimento almeno per lui: continuamente sofferente di mal di mare, Larrey fece ritorno a Brest dopo sei mesi.
Tornato a Parigi, inizio' ben presto ad eseguire interventi chirurgici sulle persone ferite per strada, sia nel reparto di Desault all'Hotel de Dieu che presso l'ospedale degli Invalidi, dove nel 1790 era gia' diventato assistente anziano.
Quando nel 1792 scoppio' la guerra con i principali stati europei, Larrey divenne uno dei primi medici militari nell'armata del Reno e, mentre era a Strasburgo in attesa che l'esercito si muovesse, dedico' le sue energie alla organizzazione di una struttura sanitaria militare in quella citta'.
Allo scoppio delle ostilita' ebbe il suo bravo daffare e non tardo' a convincersi che i feriti potevano essere salvati solo grazie ad una migliore organizzazione:

"Fu allora che mi resi conto del problema rappesentato dallo spostamento dei nostri centri di assistenza e dei nostri ospedali militari. Secondo le regole vigenti, questi dovevano rimanere a cinque chilometri di distanza dalle forze schierate in battaglia. I feriti venivano dunque lasciati sul campo sinche' lo scontro fosse terminato, oppure venivano raccolti in un posto adatto, dove in seguito si recava l'ambulanza. Tuttavia le strade erano talmente ingombre di carri che la maggior parte delle vittime in genere moriva prima dell'arrivo dell'ambulanza. Questo mi diede l'idea di costruire una ambulanza in grado di assistere i feriti mentre la battaglia era ancora in corso."

Particolarmente dopo uno scontro presso Limburgo, le condizioni sanitarie gli apparvero cosi' disastrose che Larrey scrisse al generale esponendogli una sua proposta:

"Il mio suggerimento venne accettato e ricevetti l'ordine di costruire un carro al quale diedi il nome di ambulanza volante."

Il carro fu da lui descritto in un bollettino della Campagna d'Italia. Il sistema in realta', era complesso: Larrey per ambulanza intendeva sia i mezzi di trasporto che il personale addetto, vale a dire un medico, un furiere, un sottufficiale e ventiquattro soldati di fanteria, oltre ad un tamburino che portava l'occorrente per le fasciature. Comprese nella dotazione erano anche dodici barelle leggere e quattro pesanti.
L'ambulanza volante si rivelo' un successo; la sua prova del fuoco si ebbe a Landau, durante l'attacco durato diciassette giorni, da parte di Hoche. Nonostante una ferita alla gamba, Larrey opero' incessantemente i feriti e, nell'aprile del 1793, venne inviato a Parigi, con l'ordine di predisporre un sistema di ambulanze volanti per l'intera armata.
Il suo comandante aveva menzionato il suo nome in un suo rapporto - probabilmente la prima volta che un simile onore veniva conferito ad un medico: "La sua cura dei feriti ha contribuito in maniera essenziale alla causa dell'umanita' e all'onore della sua patria."
Successivamente Larrey, diventato tra l'altro professore nella scuola militare di Val de Grace, presto' servizio come medico anziano in Corsica ed in Spagna ed in quest'ultimo paese ebbe anche l'opportunita' di occuparsi di amputazioni, poiche' gli spagnoli in ritirata avevano l'abitudine di minare le strade.
Inoltre il freddo delle montagne iberiche gli insegno' come trattare i casi di congelamento, che in seguito dovette incontrare in abbondanza in Russia. Egli ebbe anche l'umilta' di apprendere dallo stesso nemico, le cui tecniche di fasciatura erano cosi' buone che decise di adottarle per il suo esercito. A quell'epoca la sua abilita' era ormai stata dimostrata praticamente in ogni settore e Napoleone, programmando la carnpagna di Egitto, insistette affinche' Larrey fosse a capo del corpo sanitario.
Il primo ospedale da campo fu eretto a Gizah, all'ombra della Sfinge. Fu qui che Larrey dimostro' le sue capacita'. Oltre al lavoro pratico (ad Accra esegui' settanta amputazioni e sette trapanazioni) egli adatto' le sue ambulanze volanti alla guerra nel deserto e costrui' lettighe da cammello.
Col tempo l'efficienza delle Ambulances Volantes divenne tale che i feriti venivano raccolti in meno di quindici minuti; Larrey trovo' anche il tempo per scrivere le sue osservazioni sul tifo, la peste bubbonica, la lebbra ed il tracoma: i suoi appunti venivano inviati agli ufficiali ed insegnavano loro come prendere le misure preventive allora conosciute.
Una volta tornato a casa, Larrey venne nominato da Napoleone barone, nonche' chirurgo onorario dei Cacciatori della Guardia.
Egli da allora segui' sempre Napoleone in ogni campagna, comprese Mosca, Austerlitz e Waterloo, per un totale di 25 campagne, 60 grandi battaglie e 400 scontri minori.
Proprio a Waterloo fu arrestato dai Prussiani e, scambiato per una spia, fu immediatamente condannato alla fucilazione. Per fortuna, all'ultimo momento, venne riconosciuto da un medico tedesco che aveva assistito alle sue lezioni a Val de Grace: questi si reco' subito dal Maresciallo Blucher ad intercedere per lui. Fu allora che si scopri' che una volta, quando lo stesso figlio di Blucher era rimasto ferito in una scaramuccia ed era stato catturato dai francesi, era stato proprio Larrey il medico che gli aveva salvato la vita.
Dopo la caduta di Napoleone, comunque, egli ebbe ancora importantissimi incarichi civili e militari.
Al termine dei suoi giorni Larrey scrisse le sue memorie; esse hanno un interesse non solo medico, ma anche storico, poiche' descrivono con obiettivita' gli avvenimenti ai quali assistette.
Alla sua morte la Francia gli dedico' un paio di monumenti di cui uno a Parigi, nel magico Marais, che ho visto io stesso poco tempo fa.
Napoleone, che dal canto suo sapeva come va trattato un chirurgo di valore, scrisse invece nel suo testamento:
"AI chirurgo generale della Armata Francese, Barone Larrey, lascio la somma di centomila franchi.
Egli e' l'uomo piu' degno che io abbia mai conosciuto."








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