UNA COMMOVENTE CERIMONIA





Parte Seconda








Il ristorante prescelto era il celebre Mestolo d'Oro.
Situato vicino all'autostrada Milano-Genova e' conosciutissimo dai camionisti che da vari anni ne hanno fatto il loro luogo di ristoro preferito.
Esternamente l'edificio ricorda quello della Fiat Mirafiori e tutto l'insieme mi fa venire in mente la Stazione Termini di Roma dove mi succede sempre di tutto e che per questo popola spesso i miei incubi.
Quel giorno l'amplissimo piazzale conteneva non meno di un centinaio di camion in sosta ed i proprietari ci attendevano all'esterno del ristorante, tra un'autocisterna olandese ed un autosnodato greco.
Essi sono due fratelli, di nome Pasquale e Natale. Li conosco entrambi: Pasquale e' giulivo, chiassoso ed entusiasta, Natale e' cupo, scontroso e con manie religiose.
"Com'e' andata la cerimonia? - si informo' Natale - Il prete ha recitato il Confiteor?"
"Ehm... la Messa in latino e' gia' qualche tempo che non la dicono piu', signor Natale..."
"Peccato, davvero un peccato" mi rispose cupamente Natale facendosi un rapido segno di croce.
Ma perche' diavolo non si chiamava Igor?
"Ehila', non parliamo di questo latinorum! - esclamo' allegro Pasquale - Piuttosto, dottore, ha visto che ora al Mestolo d'Oro ci sono dieci belle camere?"
"Per i camionisti di passaggio?"
"Tse', hai voglia... - disse sprezzante - Quelle camere, dotate di ogni confort, dall'acqua corrente al telefono, sono destinate al riposo ed al relaz (si, disse cosi', relaz) di seri professionisti che vogliono distendersi in santa pace ed in assoluta riservatezza. Anche di pomeriggio, non so se mi spiego...."
"Immagino sia auspicabile che la distensione avvenga in compagnia..." dissi comprensivo.
"Boh, questo dipende dal professionista. In ogni caso e' tutto previsto. Il dottore viene qui in auto e non sta certo a mescolarsi con quella gentaglia che guida i camion. Parcheggia l'auto nel cortiletto dietro e sale in camera senza nemmeno fermarsi alla reception. Bastera' una telefonata per dire che e' arrivato ed il relaz e' assicurato. Che ne dice?" mi chiese facendo le fusa.
"Che ne dico? che per il relaz si fa questo ed altro. Lei e' un benefattore, Pasquale. E naturalmente tutto questo bengodi e' assicurato a prezzi popolari....."
"Non proprio, dottore, non proprio - mi rispose cautamente - Tutte queste premure sono indubbiamente costose. Comunque, volesse rilassarsi lei, si potrebbe fare un prezzo speciale.."
"Magari un abbonamento, sullo stile di quelli del tram. O dei bollini a punti..." suggerii servizievole.
"Non ci avevo pensato - mormoro' cogitabondo - Dottore, lei e' geniale. Ci pensero', l'idea mi sembra buona!"
"Che ne pensa suo fratello Natale di tutto questo?" mi informai io.
"Natale voleva fare una cappella - disse disgustato - Meno male che sono intervenuto io!"
Lasciai il proprietario a fare progetti e mi detti da fare per trovare un posto al ristorante.
S'erano seduti quasi tutti e stentai a trovare posto. Con la coda dell'occhio notai la Tambussi e la Baiardi sedute insieme con una decina di infermieri che mi facevano cenni e feci finta di non vederle. Mi sedetti con Michela e Filippo e le tre ragazze quasi centenarie che avevo portato in auto.
Il pranzo fu all'altezza della fama del Mestolo d'Oro.
I cibi erano quasi tutti di plastica. Per garantire una certa leggerezza i secondi erano fatti in fibra di carbonio ed i dolci avrebbero provocato un deliquio ad un maresciallo dei NAS.
Osservai Giorgio che aveva fatto in modo di sedersi di fronte alla sua vittima e parlava del piu' e del meno con la moglie e con il prete che aveva officiato il matrimonio non tralasciando pero' di lanciarle occhiate a triplice luce rossa.
Pasquale aveva fatto le cose in grande: l'orchestra "Gerardo ed i Frenetici" suonava all'impazzata qualsiasi cosa passasse loro per la testa.
Sciaguratamente attaccarono la Macarena e Schiantacatene e Tognu assieme agli sposi tuonarono: "Tutti in mezzo alla sala a ballare la Macarena!!!!" scuotendo tavoli ed invitati.
E cosi' ci trovammo tutti insieme a ballare a ritmo indiavolato la Macarena.
Il prof. Santoanastaso cerco' di defilarsi ma una decina di invitati nerboruti lo rigettarono in pista. Molto infelice, mi si avvicino' mentre ci esibivamo nel cambio di passo laterale e mi sussurro': "Anche sul Titanic gli sciaguvati ballavano poco pvima della fine"
Non potei rispondergli, fui trascinato via dalla calca. O forse era un iceberg.
Schiantacatene, rosso come un gambero e al limite dell'apoplessia mi apostrofo' tonante: "Dottore!!! Si diverta un po' anche lei che lavora dove gli altri si divertono!!!! Ahahahahaha !!!" e giu' a ridere tutto soddisfatto della battuta dando di gomito a Tognu.
Terminato il ballo la sposa grido' a squarciagola: "La mamma! Dov'e' la mia mamma? Trovatela!".
Nella confusione generale la signora Ines fu trovata nel piazzale in mezzo a camionisti che facevano battute e lazzi triviali.
Il pranzo continuo' nel tripudio.
Nonna Luisa si lamento' con Natale per la qualita' del cibo.
"Di che si lamenta? - le chiese il tristo - Tanto dobbiamo morire e lei, ad occhio e croce, presto godra' della pace del Signore".
Cio' detto, si fece il segno della croce e si allontano' scrollando la testa.
Tutti i commensali maschi si toccarono con nonchalance mentre nonna Luisa, in un barlume di lucidita', spiego' con chiarezza che ne pensava della mamma di Natale e Gerardo, al microfono, si esibiva in una serie di canzonacce con otto-nove doppi e tripli sensi incatenati che provocavano matte risate in sala.
Filippo approfitto' della confusione e mi sussurro': "E pensa che ieri ero cosi' agitato che non mi e' funzionato!"
"Filippo, ma perche', se non ti funziona, senti il bisogno di dirlo a me? E lei che ha detto?" gli controsussurrai.
"Lei? ma lei e' un angelo! Mi ha detto che non importava nulla...." mi disse gemebondo.
"Pero'! Una vera donna! Congratulazioni!" dissi alzando il bicchiere.
"... Tanto a quello provvedeva in maniera piu' che soddisfacente suo marito!" concluse e stava per mettersi a piangere.
"Ah!" dissi e non osai aggiungere altro mentre Michela ci osservava come un ufficiale delle SS poteva osservare due ebrei nel 1942 a Varsavia.
In quel momento Gerardo fece un cenno ed i suoi Frenetici iniziarono a richiesta una canzone conosciuta.
Schiantacatene salto' su come una molla: "La Macarena!! La Macarena! Tutti a ballare la Macarena! Aleeee'!!" e costrinse i commensali ad abbandonare il desco in un disastro di bicchieri e stoviglie.
Mentre in 150 alzavamo allegramente le mani per poi portarle sul cuore al ritmo di questa danza trascinante, osservai il prof. Santoanastaso che cercava di defilarsi e veniva prontamente risbattuto in mezzo alla calca per opera di Tognu e la Tambussi e la Baiardi che venivano attorniate da decine di giovani infermieri con i capelli pieni di gel che facevano loro rivivere la Febbre del Sabato Sera.
....O forse era: Non si Uccidono cosi' anche i Cavalli?
Tognu mi si avvicino' e, completamente in cimbali, mi grido': "Mi diverto come un matto! Lei invece, dottore, si diverte sempre con le mani in quella roba la' tutti i giorni!! Ahahahahahaha!!!" e giu' un'agghiacciante risata.
Alla fine il supplizio termino' e riguadagnammo i nostri posti.
Le tre ragazze del nostro tavolo avevano acquistato una certa vivacita' e discorrevano animatamente: "Ma ti ricordi, Lulu', il contrammiraglio Tondelli?" disse Luisa.
"Ehehehe... - rispose questa ridacchiando - Come potrei dimenticarlo? Al Capodanno 1938 si era fatto ardito ed io gli intimai: 'Badi al suo bompresso, ammiraglio! A me non interessa!' Hihihihi..."
"Eh, proprio un birichino.... - sogghigno' Luisa - E' morto nel 1945. Piuttosto che fine ha fatto l'ingegner Carapellese, quello che scavo' i pozzi di Marsa Matruk?"
"Morto nel 1943 di tifo"
"Oh, poretto.... Era amico dell'avvocato Prosdocimi, quello che sposo' la Merighetti...."
"Lei e' morta nel 1954, lui la precedette nel 1949..."
"Oh, mi dispiace, proprio ieri ho visto le loro tombe al cimitero. Ci sono degli angioletti di marmo molto belli, sembrano i nani di Biancaneve. I Prosdocimi sono sepolti vicino a Maria Ognibene, gran ballerina, morta nel 1936..."
"Due anni prima di sua sorella Letizia, mi pare..."
"Naahh, Letizia e' morta nel 1940. Nel 1938 e' morta Lucia Vivarelli, la droghiera che fregava sul peso delle caramelle..."
E cosi' via fino alla provvidenziale fine del pranzo mentre il cielo volgeva all'imbrunire.
Seguirono un paio di Macarene frenetiche che fiaccarono definitivamente il fisico ed il morale dei sopravvissuti.
Tognu ebbe una leggera apoplessia e fu portato via in autoambulanza dopo essere stato rianimato piu' che altro a male parole dal prof. Santoanastaso.
Ci si accorse provvidenzialmente che la signora Ines, credendo di prendere il treno, era salita sull'ambulanza e percio' fu recuperata in tempo.
Gli sposi, raggianti, salutarono gli invitati e si trasferirono in Ospedale perche' qualche genietto aveva avuto la pensata di far loro delle foto nel luogo in cui era nato il loro amore.
Seppi poi che essi incocciarono nell'Assessore alla Sanita' che era venuto in visita all'ospedale e fini' tutto in un migliaio di foto tra sposi, parenti, assessori, amministratori, poliziotti, finanzieri, medici ed infermieri.
A me non restarono che i commiati.
Schiantacatene mi si avvicino', brillo e rubizzo e fece per aprire bocca.
Lo precedetti puntandogli un dito contro: "Non mi dica niente, so benissimo che lei mi invidia perche' passo il giorno in mezzo a donne nude ma voglio confessarle che per me e' un tormento! Non lo dica a nessuno: sono omosessuale ed ho una gran voglia di baciarti, Schianta!!". L'artiglieria aveva aperto il fuoco.
Mi guardo' orripilato come se avessi tre teste e si allontano' confuso ed in fretta.
"Omosessuale tu? Hihihihihi... " chiocciarono Baiardi e Tambussi alle mie spalle.
"Vienimi a trovare domani in reparto. Alle sei, quando non c'e' quella zoccola della Baiardi" mi sussurro' in un soffio la Tambussi.
"Vienimi a trovare domani in reparto. Alle due, quando non c'e' quella zoccola della Tambussi" mi sussurro' in un soffio la Baiardi.
Poi si allontanarono in un codazzo di infermieri.
Giorgio arrivo' mogio.
"Com'e' andata?" gli chiesi.
"Maluccio, uhmpfff, per tutto il pranzo credevo di farle piedino e poi mi sono accorto che l'ho fatto al prete!" mi disse infastidito.
"Beh, almeno lui ci stava?" gli chiesi soprapensiero.
"Ma che dici?" mi disse inorridito mentre si allontanava in cerca di sua moglie.
"Scappo di fretta. Mi hanno chiamato in ospedale. Mi porti tu a casa Michela?" mi chiese trafelatissimo Filippo "Poi domani ti racconto tutta la mia storia con l'Angelo bene per filo e per segno".
"Si, la porto io a casa e vorrei che tu sapessi che probabilmente stanotte non dormiro' sapendo che tu domani mi racconterai tutto" gli dissi ma era gia' lontano.
Michela rimase abbastanza silenziosa per tutto il tragitto.
Solo quando fummo davanti a casa alzai lo sguardo al cielo.
La cometa di Hale-Bopp spendeva gli ultimi momenti in cui poteva essere vista dalla terra.
"Che c'e'? Un rigurgito in stile Gattopardo?" mi chiese Michela guardandomi di sottecchi.
"Che? Oh no....- le dissi - Pensavo piuttosto che, benche' non ami le comete, quella non tornera' prima di un paio di migliaia di anni e mi scoccera' molto non esserci..."
"Parla per te! E le stelle e le comete avranno pure il loro fascino ma sono cosi' maledettamente distanti... credi che ad esse importi qualcosa di noi quaggiu'? Alti nel cielo? Che sciocchezze!" mi disse lei sorridendo con gli occhi prima che con il volto.
Sorrisi anch'io, stringendomi nelle spalle.





POST SCRIPTUM




Due righe di chiarimento perche' ogni tanto mi arrivano alcune domande a riguardo e voglio prevenire quelle che mi potrebbero di nuovo arrivare.
Tutto quello che viene descritto in questo racconto, come in altri, e' assolutamente reale e non immaginario: determinate situazioni o personaggi possono essere abbelliti, ritoccati ecc. ecc ma il nocciuolo e' genuino.
Vi consiglio di salvare questo brano, se vi e' piaciuto, semplicemente perche' tutti i personaggi descritti non vanno in Internet e quindi ho buon gioco nel ritrarli: qualora qualcuno di essi dovesse andare in rete temo che, per evitare orribili mal di testa e negazioni di saluto, dovrei fortemente rivedere od addirittura eliminare questo ed altri scritti di Colori o Sapori? :-)))
Per il resto va ricordato che, per chi ha avuto (od avra') la fortuna di vederlo, "Signore e Signori" di Pietro Germi non ha inventato assolutamente *nulla*.
La grande, lussureggiante e (per i foresti) misteriosissima Provincia Italiana a questo livello e' uno scrigno che conserva, nel bene e nel male, gemme favolose.


Tortona, il di' del Corpus Domini, 1997.




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