GIUSEPPE DI NAZARETH, FIGLIO DI DAVIDE:

UOMO GIUSTO, PREDILETTO DELLO SPIRITO SANTO

Consapevoli che quanto pregheremo cantando a Maria vale anche per Giuseppe, iniziamo con il canto: MADRE IO VORREI.

Segno di Croce, saluto del presidente e orazione iniziale:

Eterno Divino Spirito, per l’amore che portasti a San Giuseppe, il quale con tanta sollecitudine custodì il Redentore e Maria Santissima, la Tua sposa prediletta, per sua intercessione concedi alla Chiesa la stessa fedeltà nel compiere la volontà salvifica del Padre. Per il nostro Signore Gesù Cristo, figlio di Dio che vive e regna in unità con Te e col Padre per tutti i secoli dei secoli.

Amen!

INTRODUZIONE

Giuseppe è uno di quei personaggi che rimangono nascosti nel misterioso disegno di Dio, non emerge nei racconti dei Vangeli; è una storia straordinaria, la sua, ma per nulla strepitoso. Lo vediamo silenzioso e premuroso accanto a Maria e Gesù in tante circostanze (spesso difficili e drammatiche) ma di lui sappiamo poco o nulla. La nostra curiosità, colorata di fede, vuole "indagare" nella storia di questo "uomo giusto", per carpire dalla sua esperienza quella ricchezza di fede che lo rese degno d'essere accanto al Dio fatto Carne come "padre putativo" e marito e custode della sposa dello Spirito Santo. Ci è difficile semplicemente immaginare quale possa essere stato l’animo di Giuseppe davanti ad un Mistero così grande come quello che ha investito la sua vita; certamente egli era preparato alle sorprese di Dio... Certamente conosceva la storia della salvezza ed anche lui, come ogni buon ebreo, era costantemente in preghiera perché si compissero le promesse fatte ai padri... Ma una cosa è pregare perché qualcosa si compia e tutt’altra il trovarcisi dentro, coinvolti con tutto il proprio essere!

È così anche per noi: diciamo di credere, preghiamo anche...; ma quando Dio ci chiede di diventare protagonisti, accanto a Lui e con Lui, di una storia nuova, allora sentiamo tutto il peso del "sì" che siamo chiamati a pronunciare. Giuseppe per un istante vacilla, ma davanti al Mistero cede e si lascia trasportare lontano da un'adesione che non conoscerà più confini.

Una parola chiave ci sarà detta dalla Parola di Dio che ascolteremo: "Non temere!". Giuseppe si fida perché ama: ama Dio sopra ogni cosa e sa che a Lui nulla è impossibile; ama Maria, che conosce come donna limpida e tutta di Dio; ama la storia di un popolo che soffre e invoca salvezza... S. Paolo ci ricorda che è "l’amore che scaccia ogni timore": viviamo questa certezza al punto da non aver paura delle proposte che Dio vorrà farci? Siamo aperti ad ogni eventualità, sapendo e credendo che tutto quello che Egli vede nella e per la nostra vita è il nostro vero bene?

Dalla lettera agli Ebrei (11 - 12)

La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza. Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede. Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, attestando Dio stesso di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, costruì con pio timore un'arca a salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e divenne erede della giustizia secondo la fede. Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio fosse capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo. Per fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell'editto del re. Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo del peccato. Questo perché stimava l'obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto; guardava infatti alla ricompensa.

Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo. È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

Parola di Dio

Rendiamo grazie a Dio

Rit. al salmo: Solo in Dio riposa l’anima mia, da Lui la mia speranza.

Salmo 112 (111) Elogio del giusto

Beato l'uomo che teme il Signore

e trova grande gioia nei suoi comandamenti.

Potente sulla terra sarà la sua stirpe,

la discendenza dei giusti sarà benedetta.

Onore e ricchezza nella sua casa,

la sua giustizia rimane per sempre.

Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,

buono, misericordioso e giusto.

Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,

amministra i suoi beni con giustizia.

Egli non vacillerà in eterno:

il giusto sarà sempre ricordato.

Non temerà annunzio di sventura,

saldo è il suo cuore, confida nel Signore.

Sicuro è il suo cuore, non teme,

finché trionferà dei suoi nemici.

Egli dona largamente ai poveri,

la sua giustizia rimane per sempre,

la sua potenza s'innalza nella gloria.

L'empio vede e si adira,

digrigna i denti e si consuma.

Ma il desiderio degli empi fallisce.

Dai discorsi di san Bernardino da Siena

Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate ad una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Naturalmente essi portano anche onore al prescelto. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande San Giuseppe, padre putativo del Signore nostro Gesù Cristo e vero sposo della Regina del mondo e Signora degli angeli. Egli fu scelto dall’Eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei Suoi principali tesori, il Figlio Suo e la Sua sposa, ed assolse quest'incarico con la più grande assiduità. Perciò il Signore gli dice: "Servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore (Mt 25,21).

Se poni San Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l’uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato ed onesto. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza.

Infatti egli segna la conclusione dell’Antico Testamento ed in lui i grandi patriarchi ed i profeti conseguono il frutto promesso. Invero egli solo poté godere della presenza fisica di colui che la divina condiscendenza aveva loro promesso. Certamente Cristo non gli ha negato in cielo quella familiarità, quella riverenza e quell’altissima dignità che gli ha mostrato mentre viveva fra gli uomini, come figlio a suo padre, ma anzi l’ha portata al massimo della perfezione.

Ricordati dunque di noi, o beato Giuseppe, ed intercedi presso il tuo Figlio putativo con la tua potente preghiera; ma rendici anche propizia la beatissima Vergine tua sposa, che è Madre di Colui che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli infiniti. Amen.

A lode di Gesù Cristo

Amen!

Rit. Solo in Dio riposa l’anima mia, da Lui la mia speranza.

In silenzio, leggiamo e meditiamo...

* "Giuseppe... fece come gli aveva ordinato l’angelo...". "La fede senza le opere è morta!", ci ricorda S. Giacomo. Credere è incominciare ad agire in modo nuovo. In che cosa la venuta di Gesù mi provoca alla novità? Che cosa deve cambiare in me concretamente perché la mia vita possa essere davvero "salvata"? "I fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione della carità, s’impegnano a vivere il vangelo..." (dall’art. 2 Reg. OFS); siamo, come Giuseppe, fedeli alle ispirazioni divine?

* "Colui che era detto il "figlio del carpentiere" aveva imparato il lavoro dal suo "padre" putativo. Se la Famiglia di Nazareth nell’ordine della salvezza e della santità è l’esempio ed il modello per le famiglie umane, lo è analogamente anche il lavoro di Gesù a fianco di Giuseppe carpentiere" (Redemptoris Custos, 22); "Reputino il lavoro come dono e come partecipazione alla creazione, redenzione e servizio della comunità umana" (Reg. OFS 16).

Dal Vangelo secondo Matteo (1, 18-25)

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi". Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

Parola del Signore

Lode a Te o Cristo

RIFLESSIONE DEL PRESIDENTE

Rit. Solo in Dio riposa l’anima mia, da Lui la mia speranza.

In silenzio, leggiamo e meditiamo...

* "Giuseppe, che era giusto, decise di licenziarla in segreto...". Giuseppe conosce la legge e sa cosa rischiava Maria. Avrebbe potuto denunciarla e mandarla a morte, ma egli sa che Maria ha un cuore particolare: lei è tutta libertà e verità; non capisce ciò che era accaduto, ma ugualmente vuole difenderla e difendere il mistero di quella Vita generata in lei dal Mistero. Quante volte anche a noi è chiesto di accettare senza capire... Eppure il Signore aiuta chi si mette in sintonia con il suo disegno e si rivela in pienezza a chi gli apre magari solo uno spiraglio del cuore. Quando non comprendiamo la volontà di Dio, qual è il nostro atteggiamento, ci agitiamo oppure accettiamo il silenzio di Dio in attesa della pienezza della manifestazione della sua volontà?

* "Giuseppe non temere...". Appena il Signore si manifesta, magari attraverso l’evanescenza di un sogno, Giuseppe manifesta tutta la sua sicurezza, perde ogni timore. Da dove nascono le mie paure e le mie ansie? Non sono forse, e sempre, mancanza di fede e d'amore? Chi non ama la vita (e il Signore che la dona attimo per attimo) non può che essere schiavo dei ricatti delle varie situazioni...

* "Tu lo chiamerai Gesù...". Giuseppe, grazie alla sua fede e alla sua autorevolezza di padre, diventa colui che presenta Gesù al mondo come Salvatore. Su ciascuno di noi, aperti alla Presenza dell’Amore fatto Carne, il Padre conta come possibili testimoni di salvezza. Ma come annunceremo che Gesù salva se non abbiamo sperimentato questa sua salvezza nella nostra vita concreta d'ogni giorno?

* "Sarà chiamato Emmanuele...". È sconvolgente questa concretezza di Dio! Egli, in Gesù, ha voluto farsi nostro compagno di viaggio, solidale in tutto, eccetto il peccato, con noi, suoi figli amatissimi diventati ora fratelli. Troppo spesso nella nostra vita c’è un’idea vaga di Dio e del suo amore... Questa idea non ha potere di salvarci! Ho davanti ai miei occhi, concreto e vivente, il volto di Gesù che è pronto ogni istante a farsi carico della mia fatica? Sento che Egli mi solleva dal peso delle mie responsabilità e dal mio peccato?

Risonanze e preghiere spontanee

* Per la Chiesa, perché riconosca in Giuseppe un padre nella fede, preghiamo...

* Per coloro che governano il mondo, perché scoprano la gioia di servire, preghiamo...

* Per chi è nella sofferenza, perché ami la sua storia incomprensibile, preghiamo...

* Per gli agonizzanti, perché abbiano in Giuseppe un consolatore ed intercessore, preghiamo...

Canto del Padre nostro

Preghiamo.

San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria ed il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della Sacra Famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie del mondo. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti gli ammalati ed i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e soffrono persecuzione per il nome di Cristo. Egli è Dio e vive e regna in unità con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Amen!

Benedizione

CANTO FINALE: Solo in Dio riposa l’anima mia