Convèrtiti e credi al Vangelo!

 

Canto iniziale: Alla societate

L’itinerario quaresimale rappresenta una vera sfida alla nostra mediocrità ed alla tentazione di qualunquismo. La Chiesa, come madre, ha a cuore che ciascuno di noi prenda sul serio il dono della vita e la meraviglia dell’incontro avvenuto con la misericordia di Dio. Prepararci all’incontro con la luce della Risurrezione deve significare per ognuno di noi ritrovare "dentro" la gioia di questo incontro e aver chiaro davanti agli occhi del cuore che tutto quello che siamo lo siamo per grazia di Dio.

Cammino quaresimale, dunque, come ricerca della verità di noi stessi e di noi stessi davanti a Dio. A questo conseguirà, automaticamente, anche un ritrovato rapporto con gli altri, riscoperti come fratelli e compagni di viaggio verso l’unica meta degna dell’uomo: il Regno di Dio. Il Signore ci provoca con la Parola e ci invita a "far penitenza", cioè a far morire dentro di noi tutti quegli atteggiamenti che ci squalificano, che riducono le nostre straordinarie possibilità, che ci costringono ad una mendicanza umiliante. Convertirsi è tornare al sogno iniziale di Dio su ciascuno di noi, rileggendo la vita come mistero e i singoli fatti di ogni giorno come passaggio di Dio e Suo invito pressante a camminare con Lui. Ecco perché siamo invitati a dire di nuovo il nostro "credo" al Vangelo, a quella "buona notizia", cioè, che può metterci di nuovo in sintonia con la voglia di vivere che il Signore vuole suscitare nel nostro cuore. Il tempo di grazia che siamo invitati a vivere è occasione preziosa per spalancare le finestre della nostra esistenza così da far entrare la luce della speranza. Non un atteggiamento esteriore, quindi, ma uno stile nuovo di vita interiore in cui il primato torni allo spirito e le decisioni possano essere determinate in base ad un concetto alto ed illuminato di noi stessi e della nostra storia. E questo grazie alla misericordia del Signore.

LA PAROLA

Dal libro del profeta Isaia (58, 1-12)

Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi ricercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?". Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!". Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all’affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le antiche rovine, ricostruirai le fondamenta di epoche lontane. Ti chiameranno riparatore di brecce, restauratore di case in rovina per abitarvi.

Parola di Dio

Rendiamo grazie a Dio

Dal Salmo 50 - a cori alterni


Rit: Misericordias Domini in æternum cantabo.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;

nella tua grande bontà cancella il mio peccato.

Lavami da tutte le mie colpe,

mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,

il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato,

quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;

perciò sei giusto quando parli,

retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa sono stato generato,

nel peccato mi ha concepito mia madre.

Ma tu vuoi la sincerità del cuore

e nell'intimo m'insegni la sapienza.

Purificami con issopo e sarò mondo;

lavami e sarò più bianco della neve.

Fammi sentire gioia e letizia,

esulteranno le ossa che hai spezzato.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,

cancella tutte le mie colpe.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,

sostieni in me un animo generoso.

Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani (12,1-3)

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.

Parola di Dio

Rendiamo grazie a Dio

 

Canone: Misericordias Domini in æternum cantabo.

 

Riflettiamo, in profondo silenzio, e chiediamoci:

* "Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, gradito a Dio". Se il corpo è il mezzo con cui l’animo si esprime, tutto ciò che viene da esso deve essere frutto di una "consacrazione" riscoperta come dono del giorno del nostro Battesimo; impegno a far sì che l’esser figli di Dio (proclamato solennemente il giorno della nostro rinascita in Cristo) si esprima concretamente nelle nostre azioni, scelte e rapporti umani.

* "Non conformatevi alla mentalità di questo mondo...". È il grande problema che tutti dobbiamo affrontare ogni giorno, perché è comodo adagiarsi, fare come fan tutti, scegliere in modo da non creare disagio e non subire critiche... Ma questa è morte interiore, rinuncia alla originalità della nostra persona; è mettere al primo posto le pretese degli uomini invece che la volontà di Dio.

* Allora la tua luce sorgerà come l’aurora e la tua ferita rimarginerà presto...". Il rinnovamento interiore che porta a nuovi rapporti umani, caratterizzati da giustizia e da rispetto per tutti, è la strada maestra per fare anche una autentica esperienza di Dio. Non ci può essere cammino di fede e vita in libertà secondo lo Spirito se non si mette in discussione il nostro modo di fare e di rapportarci agli altri. È quindi fondamentale, in un tempo di grazia come quello della Quaresima, revisionare seriamente e profondamente il nostro modo di fare per farlo diventare, con la grazia del Signore, davvero nuovo. Allora sperimenteremo davvero che cos’è presenza di Dio e comunione fraterna.

 

Proclamiamo insieme:

Altissimo glorioso Dio,

illumina le tenebre del cuore mio.

Dammi fede dritta,

speranza certa e carità perfetta,

senno e conoscenza,

Signore, che io faccia la tua santa e vera volontà. Amen

(S. Francesco)

 

Canone: Misericordias Domini in æternum cantabo.

 

Dalla vita I di Tommaso da Celano (FF 474)

Poiché nella prima età era stato lasciato ignaro quasi del tutto delle realtà divine, Francesco aveva trascorso parecchio tempo seguendo liberamente e vogliosamente le passioni naturali; ma poi, quando la destra del Signore si volse verso di lui, riuscì a districarsi dal peccato, e da allora, per grazia e virtù dell'Altissimo, fu ripieno di sapienza divina più di tutti i suoi contemporanei. Infatti, in mezzo all'avvilimento, non di pochi ma generale, in cui era caduta la dottrina evangelica, a motivo dei costumi di coloro che la insegnavano, la Provvidenza di Dio mandò nel mondo quest'uomo, perché, come gli apostoli, fosse testimone della verità davanti a tutti gli uomini. E realmente egli dimostrò con chiarezza, mediante la parola e l'esempio, quanto fosse stolta la sapienza terrena, e in breve, sotto la guida di Cristo, trascinò gli uomini, mediante la stoltezza della predicazione, alla autentica sapienza divina.

A laude di Gesù Cristo

Amen

 

Insieme

Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Tu eri dentro di me e io stavo fuori, e lì ti cercavo gettandomi, deforme, sulle belle forme delle creature fatte da te. Tu eri con me, ma io non ero con te; mi tenevano lontane quelle creature che, se non esistessero in te, non avrebbero esistenza. Tu mi hai chiamato, hai gridato, hai vinto la mia sordità. Tu hai balenato, hai sfolgorato, hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso il tuo profumo, io l'ho respirato ed ora anelo a Te. Ti ho gustato ed ora ho fame di te. Mi hai toccato e ora ardo del desiderio della tua pace.

(S. Agostino)

 

Dal Vangelo secondo Matteo (16, 24-28)

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Quale vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo Regno.

Parola del Signore

Lode a Te o Cristo

 

Riflessione del presidente

 

Canone: Misericordias Domini in æternum cantabo.

 

Riflettiamo, in profondo silenzio, e chiediamoci:

* Vivo nella consapevolezza che occorre sempre operare un discernimento dei valori, delle scelte, dei modelli comportamentali che la società mi propone?

* Da quando ho iniziato il mio cammino di fede ho visto progressi nella mia capacità di operare tale discernimento fra il bene e il male?

* Sono convinto che il fine della mia vita è conformarmi a Cristo Gesù?

* San Francesco ci esorta così: "Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, con tutta la loro forza ed amano il loro prossimo come se stessi, ed odiano il proprio corpo con i suoi vizi e peccati, e ricevono il corpo ed il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno degni frutti di penitenza: quanto mai sono felici questi e queste, facendo tali cose e perseverando in esse, perché su di esse riposerà lo spirito del Signore e stabilirà in essi la sua abitazione e la sua dimora, e sono figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del nostro Signore Gesù Cristo" (1 Lettera ai fedeli; FF 178).

* "Quali "fratelli e sorelle della penitenza", in virtù della loro vocazione, sospinti dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro modo di pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore che lo stesso Vangelo designa con il nome di "conversione", la quale, per l’umana fragilità, deve essere attuata ogni giorno. In questo cammino di rinnovamento il sacramento della Riconciliazione è segno privilegiato della misericordia del Padre e sorgente di grazia. (Reg. OFS 7)"

* "I francescani secolari si propongono di vivere in spirito di conversione permanente. In questo spirito di conversione va vissuto l’amore al rinnovamento della Chiesa, da accompagnare con il rinnovamento personale e comunitario. Frutto della conversione, che è una risposta all’amore di Dio, sono le opere di carità nei confronti dei fratelli" (CCGG OFS 13).

 

Risonanze e preghiere spontanee

Preghiamo:

* Perché facciamo spesso memoria del segno delle "ceneri" con cui inizieremo il cammino quaresimale e questo ci aiuti a valutare saggiamente la fragilità e la caducità dei nostri giorni...

* Perché il santo tempo di Quaresima sia l’occasione per un rapporto più vero con il Signore e con la sua santa volontà, pronti ad accogliere il suo passaggio nella nostra vita, anche nei momenti di difficoltà...

* Perché nella preghiera e nei gesti di carità troviamo la gioia che il Signore ha promesso a quanto cercano il suo volto con cuore sincero e una rinnovata comunione con tutti i fratelli, nostri compagni di viaggio verso la Vita...

* Perché sappiamo far tesoro di questo tempo di grazia per riscoprire la bellezza e la grandezza del silenzio-confronto con il Signore e sappiamo riservare un tempo particolare durante il giorno alla contemplazione...

 

Canto del Padre Nostro

 

Preghiera conclusiva - Tutti insieme:

Rapisca, ti preghiamo, o Signore

l'ardente e dolce forza del Tuo amore

la mente nostra da tutte le cose che sono sotto il cielo,

perché noi moriamo per amore dell'Amore Tuo,

come Tu Ti sei degnato di morire

per amore dell'amore nostro. Amen

(S. Francesco)

Benedizione

Canto finale: Francesco va’