Edgar

 

PROTAGONISTS
Edgar 
Gualtiero 
Frank, his son 
Fidelia, his adughter 
Tigrana 
Villagers, Guests, Courtiers, Soldiers, Monks, Crowd, Children
tenor
bass)
baritone
soprano
mezzo-soprano chorus

Location: Fiandra; Time: 1302
ACT I
Villaggio presso Courtray.
A destra, sul davanti, la casa di Edgar; presso la porta della casa un sedile di pietra; più in là una chiesuola. - A sinistra, sul
     davanti, una taverna con pergolato sotto al quale un tavolo e panche; più in là gruppo di alberi. - Subito dietro la chiesa
     un poggio poco alto attraversa tutta la scena e va a perdersi dietro il gruppo d’alberi a sinistra; a metà del poggio un
     alberello di mandorlo in fiore, presso al quale un sentiero scende sulla piazza. - Sfondo di paesaggio ridentissimo, aperto,
     sul dinanzi del quale, in modo che appaiano poco lontani, alcuni tetti del villaggio. - Alba pura primissima.


SCENA PRIMA.

Edgar, poi Fidelia.

Cori interni di Contadini e Contadine.

(All’alzarsi della tela Edgar dorme seduto dinanzi alla taverna - Rintocchi d’Angelus alla chiesuola. - Contadini e pastori
     attraversano la scena venendo da diverse parti; poi si allontanano salutandosi, come muovessero ai lavori della giornata)


CORI
(lontanissimi) Qual voce lontana
     Squillò la campana
     E l’ultima stella
     Fulgor più non ha!



FIDELIA
(dalla destra, sul poggio) O fior del giorno, salve alba serena!
     Speranza ed esultanza ! ... Inno gentil!
     Di celestial profumo è l’aura piena...
     O fior dell’anno, salve alba d’april!

(scorgendo Edgar addormentato e chiamandolo) Edgar...


EDGAR
(destandosi) Chi mi chiamò?

(volgendosi e vedendo Fidelia) Sei tu, fanciulla?


FIDELIA
Buon dì!


EDGAR Buon dì...


FIDELIA Non ha dunque riposo

Per te la notte, se qui il sol ti ha côlto
Ancor vinto dal sonno... 


EDGAR Io non son lieto

Come sempre sei tu...


FIDELIA Lieta non sono

Se ti veggo così.


EDGAR Va!... Ti saluto,

O Fidelia gentil...


FIDELIA Senti lo strano

Pensier ch’io feci quando mi svegliai:

Già il mandorlo vicino
     Dei primi fior si ornò;
     Se sovra il mio cammino
     Edgar incontrerò,
Troncar ne voglio un ramo
     E a lui lo vo' gettar...
     Il mattinal saluto
     Così gli voglio dar!

(tronca un ramoscello dal mandorlo, poi scende verso il proscenio) Or ben sul mio cammino,
     Edgar, io t’incontrai...
     Bel ramo, ramo candido,
     Io ti potei troncar...
     Il mattinal saluto
     Così ti posso dar!

(bacia il fiore) O profumata stella,
     Che leggi nel mio cuor,
     A lui di me favella!...
     Addio, candido fior!

(getta il fiore a Edgar) Eccolo!


EDGAR
(raccogliendo il ramoscello) Grazie!


FIDELIA
(dopo aver guardato a destra, come se avesse veduto avvicinarsi alcuno, fuggendo per la sinistra sul fondo) Addio...


EDGAR
(correndole dietro)

Fèrmati!..

CORO
(interno, più vicino) O fior dei giorno, salve alba serena!
     Speranza ed esultanza!.. Inno gentil!
     Di celestial profumo è l’aura piena...
     O fior dell’anno, salve alba d’april!




SCENA II.

Tigrana, poi di nuovo Edgar.


(Tigrana, al cessar del Coro, entra in scena dalla destra. Ha un dembal (specie di liuto) ad armacollo e va verso la parte
     d’onde è uscito Edgar spiando i suoi passi; poi indietreggia verso la destra, come vedendolo tornare, e si ritrae sul fondo.
     Rientra Edgar dalla sinistra, non si accorge di Tigrana e si avanza verso il proscenio tenendo nella destra il ramoscello di
     mandorlo, che egli contempla con tenerezza).


TIGRANA
(avvicinandosi, alle spalle di Edgar, sghignazzando) Ah!... Ah!... 


EDGAR
(volgendosi, riponendo in seno il ramoscello) Tu qui?... 


TIGRANA
(ironica) Tenera scena

Dunque venni a turbar...

(indicando a sinistra) Fuggir di balzo

La colombella io feci!... Io non credea
Che a te piacesse il miele
Di pastorali amori!...



EDGAR
(con sprezzo, andando a sedere pensieroso sulla porta di casa sua) Evvia!... Mi lascia!  



SCENA III.

Contadini, Contadine, Gualtiero - Detti.


(L’organo preludia a una preghiera. - Donne, vecchi, fanciulli vengono da diverse parti alla spicciolata, si avviano alla chiesa
     e vi entrano durante tutta la scena che segue. Anche Gualtiero, venendo dalla destra sul poggio con alcuni vecchi, ne
     scende con loro e con loro entra nella chiesa.)
(Organo.)

TIGRANA
(avvicinandosi a.Edgar con piglio di scherno e di tentazione) Tu voluttà di fuoco, - ardenti baci ,
     Sognavi un dì... non pastorali amor!...
     Era un desio febbril d’orgia e di gioco,
     Era un desio febbril di vizio e d’ôr.



EDGAR
(come resistendo, ma scosso, alzandosi) Taci, demonio!... Taci! 


TIGRANA
(con ironia crescente) Fûr vani sogni, Edgar! - Sogni fugaci
   Di chi nacque per gemere e tacer...
   Nella chiesa tu pur dovresti entrar,
   Non ha d’aquila i voli il tuo pensier!
 
(sempre più agitato, poi, come ribellandosi, entrando bruscamente in casa)

EDGAR
Taci, demonio ... Taci!

TIGRANA
(guarda verso la casa di Edgar scoppiando in una risata; poi, accompagnandosi col dembal, si avvia verso la taverna cantando) Tu il cuor mi strazii... Io muoio!
     Che feci a te, crudel?
     Belava all’avoltoio
     Nell’agonia l’agnel...
 
(Quando Tigrana è giunta presso la taverna, Frank, sopravvenendo dal passaggio vicino ad essa, le sbarra la strada)


SCENA IV.

Frank, Tigrana, Contadini e Contadine.

FRANK
(sbarrando il passo a Tigrana) Ove fosti stanotte?


TIGRANA
(come cercando di evitarlo) A te che importa ? 


FRANK
(prendendole una mano, con passione e mestizia conducendola verso il proscenio) Io t’attesi iersera... 


TIGRANA
(con sprezzo) Ed io non venni! 


FRANK
(con ira) Tigrana!...


TIGRANA
(con alterigia)  Evvia!... Non ho di te paura!

Il tuo amor mi dà noia...
Tigrana ama la gioia - ed il piacer... 
(Alcuni contadini passando sul fondo per recarsi alla chiesa sostano additandosi l’un l’altro Frank e Tigrana )

FRANK
(fra sé, con grande amarezza) Deriso io son!... O mio
Dolor!... Strazio crudele! 


TIGRANA
(sarcastica, indicando a Frank i contadini che li guardano) Se della tua virtù cara hai la fama
Fa che con me non t’abbiano a veder. 
(gli sfugge ed entra nella taverna)

FRANK
(con impero di disperazione, fra sé, seguendola collo sguardo) O mia sventura!... Io l’amo!...
(siede su una panca della taverna col volto fra le mani. I contadini entrano nella chiesa)


SCENA V.

Frank, solo. Chi detto a me l’avrebbe mai che un giorno

Costei sarebbe stata
L’affanno più crudel della mia vita?...
Son quindici anni d’Ungari e Morischi
Un’errabonda schiera
Nel villaggio passò, qui una bambina
Abbandonando... Era Tigrana!... Crebbe
Figlia di tutti... Aimè, sul nostro seno
La vipera scaldammo!


(alzandosi)
Questo amor, vergogna mia,

Io spezzar, scordar vorrei;
Ma d’un’ orrida malìa
Sono schiavi i sensi miei...
Mille volte al ciel giurai
Di fuggirla!... E a lei tornai!

Ella ride del mio pianto,

Del mio sdegno si fa scherno;
Ed io, vil, col cuore infranto,
Ai suoi piedi mi prosterno...
E lei sola io sogno, io bramo!
Ah sventura!... Io l’amo!... Io l’amo!

(esce per la sinistra in fondo)


SCENA VI.

Contadini e Contadine, poi Tigrana.


(Appena Frank è uscito, entrano da diverse parti, più frettolosi e più numerosi di prima, dei gruppi di Contadini e di
     Contadine. Come non trovassero più posto nella chiesa essi si inginocchiano fuori sotto il portico. - L’organo riprende. - Il
     Coro attacca la preghiera.. Tigrana durante questa preghiera rientra in scena dalla taverna guardandosi sospettosamente
     intorno conte temesse di incontrare nuovamente Frank. Non vedendolo, inoltra; e dopo aver guardato con aria sprezzante
     vaso la chiesa, siede con piglio insolente e sguaiato sul tavolo)


CONTADINI e CONTADINE
(uscendo processionalmente dalla chiesuola e avanzandosi con pio entusiasmo) Iddio non benedice
Che gli umili quaggiù...
Viver può sol felice
Chi segue la virtù...

Signor, noi non affanna
Brama di gloria e d’ôr,
Ma fa che ogni capanna
Abbia un raggio d’amor!

Ave, Signor!... - Non gloria ed ôr
Noi ti chiediamo - Ma pace e amor!


TIGRANA
(accompagnandosi col dembal) Tu il cuor mi strazii... Io muoio!
     Che feci a te, crudel ?
     Belava all’avoltoio
     Nell’agonia l’agnel...
Ghignando il re dei venti
     Disse al morente allor:
     Oh, stupidi lamenti!
     Così volle il Signor!

     Agnellin, - fai pietà!

(ride) Perchè l’orrenda mano
     Su me aggravar così?
     Diceva all’uragano
     Il fiorellino un di...
Rispose l’uragano
     Al moribondo fior:
     Il tuo lamento è vano!...
     Così volle il Signor!...

     Fiorellin, - fai pietà!...

(ride)

CONTADINI e CONTADINE
(a Tigrana, con indignazione) Dal bieco canto cessa!


TIGRANA
(arrogante)      Evvia... Perché?…


CONTADINI e CONTADINE
(minacciosi, avanzandosi) Lontana      

Di qui ten va!



TIGRANA
Tigrana 
     Di voi timor non ha!
Sia per voi l’orazion,
     È per me la canzon!
     Vo’ cantar, vo’ trillar!
     Chi non vuole ascoltar
     Torni in chiesa a pregar!



CONTADINI e CONTADINE Vanne, sciagurata! Serpe, t’allontana!
Va, scomunicata! Vile cortigiana!
Torna nell’inferno - d’onde uscisti un dì!
Vanne, cortigiana! - Vattene di qui!

  Non vogliam la canzon
   Che lo scherno ha nel suon!...
Non trillar, non cantar
Dove, chini all’altar,
Noi veniamo a pregar!...

D’ogni sozzura simbolo,

  Fra noi perchè - torva la sorte
Bella e fatal così giunger ti fe’ ?
Dei tuoi sorrisi il fascino 
  Sol può recar - sciagura e morte!...
Pietà, perdon da noi non puoi sperare 


TIGRANA L’ira vostra o il perdon
     Io del par sprezzerò!
     L’abborrita canzon
     Sempre qui canterò!
     Vo’ cantar... Vo’ trillar!
     Chi non vuole ascoltar
     Torni in chiesa a pregar!

(Il Coro si scaglia minaccioso su Tigrana, la quale indietreggia fino alla casa di Edgar. -
Qui, vedendosi perduta, con un movimento di disperazione afferra il battente e bussa.)


SCENA VII.

Edgar - Detti.

EDGAR
(apparendo sulla porta) Che fu ?...


CONTADINI e CONTADINE
(a Edgar, indicando Tigrana)  Col canto suo le nostre preci
Ella osava schernir...
(a Tigrana, con nuovo impeto) Vattene!...


EDGAR
(frapponendosi, ai Contadini e alle Contadine) Indietro... - turba idiota!


CONTADINI e CONTADINE
(con stupore a Edgar) Tu la difendi?...


EDGAR
(toccando l’elsa del pugnale)  - Se alla devota
Nenia non torni, - di questo acciar
A te la lama - farò provar...



CONTADINI e CONTADINE
(con stupore crescente) Egli impazzì!...


EDGAR  Non or... ma da quel giorno,
Che nella fronte mi balzò un pensier
E via di qui, per non far più ritorno,
Io non andai... da allor fui pazzo inver!


O valle uggiosa,
     Vita incresciosa,
     Stolta famiglia umana
     Che, al suon d’una campana,
     Chini la fronte al suol...
     Da te quest’oggi io spicco il vol !


(volgendosi verso la propria casa)
O maledetto
     Paterno tetto,
     Da cui la noia
     Bandì ogni gioia;
     Su te, fra poco,
     Ruggendo, il fuoco
     Per mano mia
     Divamperà!


(rientra nella casa)

CONTADINI e CONTADINE Terror!... Sventura!... Al fuoco!
(Alcuni entrano nella casa d’Edgar come per impedire l’incendio, ma, dopo pochi momenti, vengono
respinti in scena da Edgar che compare sulla porta con un tizzone acceso nella destra)

EDGAR Fuori di qui!... Nessuno queste soglie
Osi varcar!... Nessuno
D’imporsi a me pretenda!
È mia la casa... ed ardere dovrà!


(getta il tizzone nella casa, poi a Tigrana)
Tigrana, vieni!…
     Noi pure accenda
     Di nuova vita
     La voluttà!


(Edgar prende Tigrana per mano e fa per uscire con lei dalla sinistra in fondo. - Gli astanti fanno loro largo inorriditi. - Frank compare a sinistra in fondo)


SCENA VIII.

Frank - Detti.

FRANK
(a Edgar) T’arresta!


TUTTI Frank!


EDGAR
(a Frank) Sgombrami il passo!


FRANK
(indicando Tigrana) Teco 
Costei non dee partir! 


EDGAR
(con disprezzo) Di riso è degna 
La tua parola! 


FRANK
(toccando l’elsa del pugnale e avanzandosi verso il proscenio a sinistra) Questa lama a te 
L’apprenderà! 


EDGAR
(venendo anch’egli verso il proscenio a destra e facendo atto di metter mano al pugnale) Sta ben!

(nel momento in cui Edgar e Frank stanno per sguainare i pugnali, Fidelia appare dalla sinistra, Gualtiero dalla chiesa)


SCENA IX.

Fidelia, Gualtiero. - Detti.

GUALTIERO
(accorrendo a Frank) Mio figlio!


FIDELIA
(accorrendo a Edgar) Edgar!


GUALTIERO Giù l’armi!... La voce - d’ un vecchio ascoltate!
     Del giovane sangue - lo sdegno frenate! 


EDGAR D’un vecchio che prega - la voce tremante
     Quai tristi memorie - nel cuor mi destò!…
     O della mia vita - terribile istante...
     Di colpe novelle - macchiarmi non vo’!... 


FIDELIA D’entrambi nel sangue - qual nembo veloce
     Il cieco delirio - dell’ira scoppiò!
     Ma, a un tratto, l’insania - dell’impeto atroce
     D’un vecchio la voce - a vincer bastò…



FRANK D’un padre la voce - Mi supplica invano,
     Placar del mio sdegno - la fiamma non può! 


TIGRANA
(guardando Frank ed Edgar ironica) Al suolo d’entrambi - si chinan gli sguardi,
     La mano dell’arme - già l’elsa lasciò...
     A spegner dell’ira la fiamma, o codardi,
     La tremula voce di un vecchio bastò!…



CONTADINI e CONTADINE Giù l’armi!... D’ un vecchio la voce ascoltate!
     Del giovane sangue lo sdegno frenate!
     Il cielo un soave - mestissimo incanto
     D’un padre alla voce - che implora donò!
     O vecchio, ogni ciglio - bagnato è di pianto...
     O padre, ogni cuore - con te palpitò!



EDGAR
(riprendendo per mano Tigrana in atto di condurla seco) Or dunque, addio!


FRANK
(brandendo il pugnale e sbarrando loro nuovamente il passo)       No... Tu non passerai!


EDGAR
(volgendosi a Gualtiero e sguainando anch’egli, indicando Frank) Egli lo vuole!


GUALTIERO e FIDELIA
(cercando di frenarli nuovamente)
Frank!
Edgar!

EDGAR e FRANK Parli il pugnale!
(si battono)

CONTADINE Per pietà!


FIDELIA Ferma, Edgar!


CONTADINI No!... No!


GUALTIERO Cessate!


CONTADINE Oh terror!


CONTADINI Fermi!... olà!


GUALTIERO
(a Frank) Figlio!


FIDELIA
(a Frank) Fratello!


CONTADINI Giù il pugnal!


TIGRANA
(come aizzando Edgar) Su!... Ferisci!


CONTADINI Qual furore, 
Qual demonio vi spinge? 


TIGRANA
(come sopra) Incalza!... Incalza!


CONTADINE
(a Tigrana) Ah... crudel!... Taci, tu!


CONTADINI Via!... Non più!... - Che tardiam?
L’armi a lor, su, strappiam! 
(il pugnale di Edgar striscia sul petto di Frank)

EDGAR
(a Frank, ritraendosi) Sei ferito!…


FRANK No!... No!...


FIDELIA Dio!... Perchè mai
Oggi piombò su noi tanta sventura!


TIGRANA
(a Edgar) Vieni… Fuggiam... Ferito
Egli è… Perchè restar? 


FRANK Deve un di noi 
Lasciar la vita qui!… 
(fa per rimettersi in guardia ma vacilla)

GUALTIERO
(lanciandosi su Frank, strappandogli l’arme, mentre alcuni afferrano Frank e altri vanno a Edgar) Per Dio, quell’arme 
A me!... 


EDGAR
(a Tigrana, allontanandosi rapidamente con lei) Partiamo!


FRANK
(facendo come uno sforzo supremo per seguirla, ma trattenuto) Abbietta creatura, 
Maledizione a te! 


TUTTI (meno Fidelia)
(ai due fuggenti) Maledizione!
(Frank cade fra le braccia di Gualtiero; tutti lo circondano; Fidelia accorre a lui - L’incendio divampa.) 

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