ATTO TERZO
La Barriera D'enfer.
(Al di là della barriera, il boulevard
esterno e, nell'estremo fondo, la strada
d'Orléans, a sinistra un cabaret e un
piccolo largo costeggiato da alcuni
platani. Certi doganieri dormono
avnti ad un bracieri. Dal cabaret, ad
intervalli, grida, crozi di bicchieri
risate. È un alba di febbraio. La neve
è doppertutto. Dietro la cancellata
chiusa, battendo i piedi dal freddo e
soffiandosi su le mani intirizzite,
stanno alcuni Spazzini.)
SPAZZINI
Ohè, là, le guardie! Aprite! Ohè, là!
Siamo noi!
Quelli di Gentilly!
Siam gli spazzini!...
Fiocca la neve Ohè, là!
Qui s'agghiaccia!
UN DOGANIERE
(alzandosi assonnato e stirandosi
le braccia)
Vengo!
VOCI INTERNE DAL CABARET
(dal cabaret, accompagnano il canto
battendo i bicchieri)
Chi nel ber trovò il piacer
nel suo bicchier,
ah! d'una bocca nell'ardor,
trovò l'amor!
LA VOCE DI MUSETTA
(dal cabaret)
Ah! Se nel bicchiere sta il piacer,
in giovin bocca sta l'amor!
VOCI INTERNE
(Dal cabaret)
Tra-lle-ra-llè...
Eva e Noè!
(Dànno in una risata clamorosa)
VOCI DAL BOULEVARD
Hopplà! Hopplà!
DOGANIERE
Son già le lattivendole!
(Egli apre el cancello. Una fila di
carretti con contadini entra assieme
alla lattaie)
LATTIVENDOLE
Buon giorno!
CONTADINE
(entrando in scena con ceste a braccio)
Burro e cacio!
Polli ed uova!
Voi da che parte andate?
A San Michele!
Ci troverem più tardi?
A mezzodì!
(Si allontanano per diverse strade.
Mimì, dalla via d'Enfer, entra.
Appena giunta al primo platano, la
coglie un violento accesso di tosse.
Poi riavutasi e veduto il Sergente,
gli si avvicina.)
MIMÌ
(al Sergente)
Sa dirmi, scusi,
qual'è l'osteria...
(non ricordando il nome)
...dove un pittor lavora?
SERGENTE
(indicando il Cabaret)
Eccola.
MIMÌ
Grazie .
(Esce una fantesca dal Cabaret;
Mimì le si avvicina.)
O buona donna, mi fate il favore
di cercarmi il pittore
Marcello? Ho da parlargli.
Ho tanta fretta.
Ditegli, piano,
che Mimì lo aspetta.
SERGENTE
(ad uno che passa)
Ehi, quel panier!
DOGANIERE
Vuoto!
SERGENTE
Passi!
(Dalla barriera entra altra gente, e
chi da una parte, chi dall'altra tutti si
allontanano. Le campane dell'ospizio
Maria Teresa suonano mattutino. È
giorno fatto, giorno d'inverno, triste
e caliginoso. Dal Cabaret escono
alcune coppie che rincasano.)
MARCELLO
(Esce dal Cabaret e con
sorpresa vede Mimì.)
Mimì?!
MIMÌ
Son io. Speravo di trovarti qui.
MARCELLO
È ver. Siam qui da un mese
di quell'oste alle spese.
Musetta insegna il canto ai passeggeri;
Io pingo quel guerrier
sulla facciata.
(Mimì tossisce.)
È freddo. Entrate.
MIMÌ
¿è Rodolfo?
MARCELLO
Sì.
MIMÌ
Non posso entrar. No! No!
MARCELLO
(sorpreso)
Perché?
MIMÌ
(Scoppia in pianto, disperata)
O buon Marcello,
aiuto! aiuto!
MARCELLO
Cos'è avvenuto?
MIMÌ
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama
e mi fugge e si strugge per gelosia.
Un passo, un detto, un vezzo,
un fior lo mettono in sospetto...
Onde corrucci ed ire.
Talor la notte fingo di dormire
e in me lo sento fiso
spiarmi i sogni in viso.
Mi grida ad ogni istante:
Non fai per me,
prenditi un altro amante.
Non fai per me.
Ahimè!
In lui parla il rovello;
lo so, ma che rispondergli,
Marcello?
MARCELLO
Quando s'è come voi
non si vive in compagnia.
MIMÌ
Dite bene. Lasciarci conviene.
Aiutateci! Aiutateci voi;
noi s'è provato
più volte, ma invano.
MARCELLO
Son lieve a Musetta
ed ella è lieve a me,
perché ci amiamo in allegria...
Canti e risa, ecco il fior
d'invariabile amor!
MIMÌ
Dite bene. Dite bene.
Lasciarci conviene.
Fate voi per il meglio.
MARCELLO
Sta ben! Ora lo sveglio.
MIMÌ
Dorme?
MARCELLO
E piombato qui
un'ora avanti l'alba; s'assopì
sopra una panca.
Guardate...
(Fa cenno a Mimì di guardare per la
finestra dentro il Cabaret. Mimì tossisce
con insistenza. Compassionandola)
Che tosse!
MIMÌ
Da ieri ho l'ossa rotte.
Fuggì da me stanotte
dicendomi: È finita.
A giorno sono uscita
e me ne venni a questa volta .
MARCELLO
(osservando Rodolfo nell'interno
del Cabaret)
Si desta... s'alza,
mi cerca... viene.
MIMÌ
Ch'ei non mi veda!
MARCELLO
Or rincasate...
Mimì... per carità,
non fate scene qua!
(Spinge do lcemente Mimì verso
l'angolo del Cabaret di dove però
quasi subito sporge curiosa la testa.
Marcello corre incontro a Rodolfo.)
RODOLFO
(Esce dal Cabaret ed accorre verso
Marcello.)
Marcello. Finalmente!
Qui niun ci sente.
Io voglio separarmi da Mimì.
MARCELLO
Sei volubil così?
RODOLFO
Già un'altra volta credetti
morto il mio cor,
ma di quegli occhi azzurri
allo splendor esso è risorto.
Ora il tedio l'assale....
MARCELLO
E gli vuoi rinnovare il funerale?
RODOLFO
Per sempre!
MARCELLO
Cambia metro.
Dei pazzi è l'amor tetro
che lacrime distilla.
Se non ride e sfavilla
l'amore è fiacco e roco.
Tu sei geloso.
RODOLFO
Un poco.
MARCELLO
Collerico, lunatico,
imbevuto di pregiudizi,
noioso, cocciuto!
MIMÌ
(fra sé)
Or lo fa incollerir!
Me poveretta!
RODOLFO
(con amarezza ironica)
Mimì è una civetta
che frascheggia con tutti.
Un moscardino di viscontino
le fa l'occhio di triglia.
Ella sgonnella
e scopre la caviglia
con un far promettente e lusinghier.
MARCELLO
Lo devo dir?
Non mi sembri sincer.
RODOLFO
Ebbene no, non lo son.
Invan nascondo
la mia vera tortura.
Amo Mimì sovra ogni cosa
al mondo, io l'amo, ma ho paura,
ma ho paura !
Mimì è tanto malata!
Ogni dì più declina.
La povera piccina
è condannata!
MARCELLO
(sorpreso, con voce sorda)
Mimì?
MIMÌ
(fra sé)
Che vuol dire?
RODOLFO
Una terribil tosse
l'esil petto le scuote
e già le smunte gote
di sangue ha rosse...
MARCELLO
Povera Mimì!
MIMÌ
(fra sè, piangendo)
Ahimè, morire!
RODOLFO
La mia stanza
è una tana
squallida... il fuoco ho spento.
V'entra e l'aggira il vento
di tramontana.
Essa canta e sorride
e il rimorso m'assale.
Me, cagion del fatale
mal che l'uccide!
MARCELLO
Che far dunque?
MIMÌ
(desolata)
O mia vita!
(angosciata, fra sè)
Ahimè! È finita
O mia vita! È finita
Ahimè, morir!
RODOLFO
Mimì di serra è fiore.
Povertà l'ha sfiorita;
per richiamarla in vita
non basta amore!
MARCELLO
Oh, qual pietà!
Poveretta !
Povera Mimì!
(La tosse e i singhiozzi violenti
rivelano la presenza di Mimì.)
RODOLFO
(vedendola e accorrendo a lei)
Che? Mimì! Tu qui?
M'hai sentito?
MARCELLO
Ella dunque ascoltava?
RODOLFO
Facile alla paura
per nulla io m'arrovello.
Vien là nel tepor!
(Vuol farla entrare
nel Cabaret.)
MIMÌ
No,
quel tanfo mi soffoca!
(Dal Cabaret si ode ridere
sfacciatamente Musetta.)
RODOLFO
(Stringe amorosamente Mimì fra
le sue braccia e l'accarezza.)
Ah, Mimì!
MARCELLO
È Musetta che ride.
(Corre alla finestra del Cabaret.)
Con chi ride?
Ah, la civetta! Imparerai.
(Entra impetuosamente nel Cabaret)
MIMÌ
(svincolandosi da Rodolfo)
Addio.
RODOLFO
(sorpreso)
Che! Vai?
|
ACTO TERCERO
La Barrera D'enfer.
(Junto a la barrera, el bulevar
exterior; en el fondo, la calle de
Orleans, a la izquierda una taberna
y un pequeño paseo flanqueado por
algunos plátanos. Algunos aduaneros
duermen ante un brasero. En la
taberna, de tanto en tanto, se oyen
gritos, brindis y carcajadas. Es una
mañana de febrero, can nieve por
todas partes. Detrás de la verja,
cerrada, golpean los pies, por el frío,
algunos barrenderos)
BARRENDEROS
¡Eh! ¡Ahí, la guardia! ¡Abrid!
¡Somos nosotros!
¡Esos de Gentily!
¡Somos los barrenderos!...
Caen copos de nieve.
¡Aquí nos congelamos!
UN ADUANERO
(Bostezando y estirando
los brazos)
¡Voy!
VOCES DE LA TABERNA
(Dentro de la taberna, el
canto se acompaña de brindis)
Quien en el beber encontró
el placer en su vaso ¡ah!
de una boca en el ardor
encontró el amor!
LA VOZ DE MUSETTA
(Dentro de la taberna)
¡Ah! ¡Si en el vaso está el placer,
en una boca joven está el amor!
VOCES INTERNAS
(Dentro de la taberna)
Tra-le-ra-lé...
¡Eva y Noé!
(Terminando con una risotada)
VOCES DESDE EL BULEVAR
Hopp...la! Hopp...la!
ADUANEROS
¡Aquí están ya las lecheras!
(Abren el cierre. Una fila de carretas
con campesinos entran, junto a las
lecheras)
LAS LECHERAS
¡Buenos días!
CAMPESINOS
(Entran con cestas al brazo)
¡Mantequilla y queso!
¡Pollos y huevos!
Vosotros, ¡a dónde vais?
A San Miguel.
¡Nos vemos después!
¡A mediodía!
(Se alejan por varias calles. Entra
Mimí por la calle D'enfer; en cuanto
se detiene junto a un plátano, le
viene un violento acceso de tos. Ya
repuesta, le ve al sargento y se le
acerca)
MIMÍ
(Al sargento)
Sabe decirme, disculpe,
¿cuál es la hostería...
(no recuerda el nombre)
...donde trabaja un pintor?
SARGENTO
(Indicando la taberna)
Ésa es.
MIMÍ
Gracias.
(Sale de la taberna una mujer
de servicio. Mimí se le aproxima)
Buena señora, ¿me hace el favor
de buscar el pintor Marcelo?
Tengo que hablarle.
Y tengo tanta prisa...
Dígale, en voz baja,
que Mimí lo espera.
SARGENTO
(A uno que pasa)
¡Eh, esa canasta!
ADUANERO
¡Vacía!
SARGENTO
¡Que pase!
(Por la valla entra más gente, por
una parte y por otra. Todo el mundo
se aleja. La campana del asilo
María Teresa suena a maitines,
amanece, día de invierno triste y con
niebla. De la taberna salen algunas
parejas que vuelven a casa)
MARCELO
(Marcelo sale de la taberna
y sorprendido ve a Mimí)
¿Mimí?
MIMÍ
Soy yo. Esperaba encontrarte aquí.
MARCELO
Es cierto; estamos aquí desde hace un mes,
a expensas del tabernero
Musetta enseña canto a los clientes,
yo pinto esos guerreros
sobre la fachada.
(Mimí tose)
Hace frío. Entra.
MIMÍ
¿Está Rodolfo?
MARCELO
Si.
MIMÍ
No puedo entrar. ¡No, no!
MARCELO
(Sorprendido)
¿Por qué?
MIMÍ
(Rompe a llorar, desesperada)
¡Oh, buen Marcelo...,
ayudadme, ayudadme!
MARCELO
¿Qué ha ocurrido?
MIMÍ
Rodolfo me ama y huye de mi.
Rodolfo se consume de celos.
Un paso, un dicho, una caricia,
una flor suscitan su sospecha...
De ahí vienen disgustos y ebfados.
A veces de noche finjo
estar dormida y siento
su mirada fija en mi,
espiándome el sueño.
Me grita a cada momento:
¡No lo hagas por mi;
búscate otro amante!
No lo hagas por mi. ¡Ay de mi!
Es el monstruo de los celos
quien habla por su boca pero...
¿Qué responderle, Marcelo?
MARCELO
Cuando la situación se pone así,
no se debe vivir juntos.
MIMÍ
Dices bien. Conviene separarnos.
¡Ayúdanos! Ayudadnos vosotros!
Nosotros ya lo hemos intentado
otras veces pero... en vano.
MARCELO
Yo no presiono a Musetta
y ella no me presiona a mi,
porque nos amamos con alegría
cantos y risas: así es la flor
de un invariable amor...
MIMÍ
Dices bien, dices bien.
Nos conviene separarnos.
Haz lo que creas mejor.
MARCELO
Está bien; ahora lo despierto.
MIMÍ
¿Duerme?
MARCELO
Se ha tumbado aquí
una hora antes del amanecer.
Está tumbado sobre un banco.
Mira:
(Le hace un gesto a Mimí para que
mire por la ventana de la taberna.
Mimí; tose mucho. La compadece)
¡Qué tos!
MIMÍ
Desde ayer, me siento como si
estuviese los huesos rotos.
Huyó de mi anoche diciéndome:
"Hemos terminado" Por la mañana,
he salido para venir aquí.
MARCELO
(Observa a Rodolfo, en el interior
de la taberna)
Se despereza, se levanta.
Me busca... Viene.
MIMÍ
¡Que no me vea!
MARCELO
Ahora, vuelve a casa...
Mimí... por caridad,
¡no hagas aquí una escena!
(Mimí se dirige lentamente hacia
la esquina de la taberna, pero
gira curiosa la cabeza. Marcelo
corre al encuentro de Rodolfo)
RODOLFO
(Sale de la taberna y camina hacia
Marcelo)
¡Marcelo, por fin!
Aquí no nos oye nadie.
Quiero separarme de Mimí
MARCELO
¿Tan voluble eres?
RODOLFO
Ya en otra ocasión creía
muerto a mi corazón pero...
esos ojos azules,
con su esplendor, lo reavivaron.
Ahora, el tedio lo asalta...
MARCELO
¿Y le quieres renovar el funeral?
RODOLFO
¡Para siempre!
MARCELO
Cambia de rima.
De necios es el amor tétrico
que lágrimas destila;
si no ríe y se divierte
el amor es flaco y quebradizo.
¿Estás celoso?
RODOLFO
Un poco.
MARCELO
¡Colérico, lunático,
lleno de prejuicios,
ruidoso, testarudo!
MIMÍ
(Para sí)
Ahora le hace enfadar,
¡Pobre de mi!
RODOLFO
(Con ademanes irónicos)
Mimí es una fresca
que coquetea con todos:
un moscardón de vizcondesito
le ilumina la mirada,
ella se levanta la falda
y le descubre el tobillo
de manera provocativa y pícara,
MARCELO
¿Tengo que decírtelo?
No me pareces sincero.
RODOLFO
Está bien. No lo soy .
En vano, en vano escondo
mi verdadera tortura: amo a Mimí
por encima de toda otra cosa
en el mundo, la amo
¡Pero tengo miedo, tengo miedo.!
¡Mimí está tan enferma!
Cada día está peor.
¡La pobrecita
está condenada!
MARCELO
(Sorprendido, con voz ronca)
¿Mimí?
MIMÍ
(Para sí)
¿Qué querrá decir?
RODOLFO
Una tos terrible
su pecho leve sacude.
y sus mejillas se tiñen
de gotas rojas de sangre...
MARCELO
¡Pobre Mimí!
MIMÍ
(para sí, llorando)
¡Ay de mi! ¡Moriré!
RODOLFO
Mi habitación
es una guarida escuálida.
El fuego está apagado,
entra el viento del norte
y hace remolinos.
Ella canta y sonríe
y el remordimiento me muerde.
¡Yo, culpable del mal fatal
que la está matando!
MARCELO
¿Qué hacer, pues?
MIMÍ
(desolada, para sí)
¡Oh, mi vida!
(Angustiada)
¡Ay de mí! ¡Se acaba...!
¡Oh, mi vida! ¡Se acaba...!
¡Ay de mi! Moriré!
RODOLFO
Mimí, flor de montaña,
la pobreza la ha marchitado.
Para retenerla en la vida
no basta sólo el amor.
MARCELO
Pobrecita.
¡Pobre Mimí!
¡Pobre Mimí!
(Mimí tose entre sollozos
y revelando su presencia)
RODOLFO
(viéndola y acercándose a ella)
¡Qué! ¡Mimí! ¿Tú, aquí?
¿Me has oído?
MARCELO
¡Ella escuchaba!
RODOLFO
Fácil al miedo,
por nada me asusto.
¡Ven aquí al calor!
(Quiere hacerla entrar
en la taberna)
MIMÍ
No;
ese ambiente cargado me sofoca.
(Se oye a Musetta, riendo,
dentro de la taberna)
RODOLFO
(Estrecha, amorosamente, entre
sus brazas a Mimí y la acaricia)
¡Ah! ¡Mimí!
MARCELO
Es Musetta quien ríe.
(Corre a la ventana de la taberna)
¿Con quién ríe?
¡Ah, la coqueta! ¡Vas a aprender!
(Entra rápido en la taberna)
MIMÍ
(Desasiéndose de Rodolfo)
Adiós.
RODOLFO
(Sorprendido)
¡Qué! ¿Te vas?
|
MIMÌ
(affettuosamente)
D'onde lieta uscì al tuo grido
d'amore, torna sola Mimì
al solitario nido.
Ritorna un'altra volta
a intesser finti fior.
Addio, senza rancor.
Ascolta, ascolta.
Le poche robe aduna che lasciai
sparse. Nel mio cassetto
stan chiusi quel cerchietto
d'or e il libro di preghiere.
Involgi tutto quanto in un grembiale
e manderò il portiere...
Bada, sotto il guanciale
c'è la cuffietta rosa.
Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!...
Addio, senza rancor.
RODOLFO
Dunque è proprio finita?
Te ne vai, te ne vai,
la mia piccina?!
Addio, sogni d'amor!...
MIMÌ
Addio,
dolce svegliare alla mattina!
RODOLFO
Addio, sognante vita...
MIMÌ
(sorridendo)
Addio, rabbuffi e gelosie!
RODOLFO
... che un tuo sorriso acqueta!
MIMÌ
Addio, sospetti!...
MARCELLO
Baci...
MIMÌ
Pungenti amarezze!
RODOLFO
Ch'io da vero poeta
rimavo con carezze!
MIMÌ, RODOLFO
Soli d'inverno è cosa da morire!
MIMÌ
Soli!
MIMÌ, RODOLFO
Mentre a primavera
c'è compagno il sol!
MIMÌ
c'è compagno il sol!
(nel Cabaret fracasso di piatti e
bicchieri rotti. Marcello e Musetta
bisticciando)
MARCELLO
(di dentro)
Che facevi, che dicevi
presso al fuoco a quel signore?
MUSETTA
(di dentro)
Che vuoi dir?
(Esce correndo. bisticciando)
MIMÌ
Niuno è solo l'april.
MARCELLO
(fermandosi sulla porta del Cabaret,
rivolto a Musetta:)
Al mio venire
hai mutato colore.
MUSETTA
(con attitudine di provocazione)
Quel signore mi diceva:
Ama il ballo, signorina?
RODOLFO
Si parla coi gigli e le rose.
MIMÌ
Esce dai nidi
un cinguettio gentile...
MARCELLO
Vana, frivola, civetta!
MUSETTA
Arrossendo rispondeva:
Ballerei sera e mattina.
MARCELLO
Quel discorso asconde mire
disoneste.
MUSETTA
Voglio piena libertà!
MARCELLO
(quasi avventandosi contro Musetta)
Io t'acconcio per le feste....
MIMÌ, RODOLFO
Al fiorir di primavera
c'è compagno il sol!
MUSETTA
Ché mi gridi?
Ché mi canti?
All'altar non siamo uniti.
MARCELLO
Se ti colgo a incivettire!
Bada, sotto il mio cappello
non ci stan certi ornamenti...
MUSETTA
Io detesto quegli amanti
che la fanno da mariti...
MIMÌ, RODOLFO
Chiacchieran le fontane
la brezza della sera balsami
stende sulle doglie umane.
MARCELLO
Io non faccio da zimbello
ai novizi intraprendenti.
Vana, frivola, civetta!
Ve n'andate? Vi ringrazio:
(ironico)
or son ricco divenuto.
MUSETTA
Fo all'amor con chi mi piace!
Non ti garba?
Fo all'amor con chi mi piace!
Musetta se ne va.
MARCELLO, MUSETTA
Vi saluto.
MIMÌ, RODOLFO
Vuoi che aspettiam
la primavera ancor?
MUSETTA
Signor: addio!
vi dico con piacer!.
MARCELLO
Son servo e me ne vo!
(S'allontana correndo furibonda,
a un tratto si sofferma)
MUSETTA
(Gridando)
Pittore da bottega!
MARCELLO
(dal mezzo della scena, gridando:)
Vipera !
MUSETTA
Rospo!
(Esce.)
MARCELLO
(Entra nel Cabaret.)
Strega!
MIMÌ
(avviandosi con Rodolfo)
Sempre tua per la vita...
RODOLFO, MIMÌ
Ci lasceremo...
... alla stagion dei fior...
MIMÌ
(Carezzevole)
Vorrei che eterno
durasse il verno!
(Cala lentamente il siparo)
MIMÌ, RODOLFO
(dall'interno, allontanandosi)
Ci lascerem
alla stagion dei fior!
|
MIMÍ
(afectuosamente)
A donde feliz respondió a tu llamada
de amor, vuelve sola Mimí
al nido solitario vuelve de
nuevo a bordar falsas flores.
Adiós, sin rencor.
Escucha, escucha:
Las pocas cosas que dejé
en tu casa, recógelas.
En mi cajón están el
Anillito de oro y el libro
de oraciones.
Envuelve todo en un atillo;
yo, mandaré al portero...
Ten cuidado; debajo de la almohada
está el sombrerito rojo, si quieres
consérvala como recuerdo de amor...
Adiós, sin rencor.
RODOLFO
Entonces, todo ha terminado.
¡Te vas, te vas
mi pequeña?
¡Adiós, sueño de amor!
MIMÍ
¡Adiós,
dulce despertar de la mañana!
RODOLFO
¡Adiós, vida de ensueño!
MIMÍ
(Sonriendo)
¡Adiós, peleas y celos...
RODOLFO
... que una sonrisa tuya pacifica!
MIMÍ
¡Adiós, sospechas!...
RODOLFO
Besos.
MIMÍ
¡Amargura punzante...
RODOLFO
...que yo, como verdadero poeta,
rimaba con dulzura!
RODOLFO, MIMÍ
Solos, el invierno es para morirse.
MIMÍ
Solos...
RODOLFO, MIMÍ
Mientras que, en primavera,
nos acompaña el sol.
MIMÍ
¡Nos acompaña el sol!
(En la taberna estrépito de
platos y vasos rotos. Marcelo y
Musetta peleándose)
MARCELO
(desde dentro)
¿Qué hacías? ¿Qué decías
junto al fuego, a aquel señor?
MUSETTA
(desde dentro)
¿Qué quieres decir?
(Sale corriendo discutiendo)
MIMÍ
Nadie está solo en abril.
MARCELO
(Apoyándose en la puerta
de la taberna, vuelto a Musetta)
En cuanto he llegado yo
has cambiado de color.
MUSETTA
(Con actitud provocativa)
Ese señor me decía:
"¿Le gustaría bailar, señorita?"
RODOLFO
Se habla con los lirios y rosas.
MIMÍ
Salen de sus nidos
las cigüeñitas gentiles...
MARCELO
¡Vana, frívola, desvergonzada!
MUSETTA
Ruborizada, yo respondía:
¡"Bailaría hasta el amanecer"!
MARCELO
Esas palabras esconden
miras deshonestas.
MUSETTA
¡Quiero plena libertad!
MARCELO
(Arrojándose, casi, contra Musetta)
¡Te voy a ajustar las cuentas!...
RODOLFO, MIMÍ
Cuando llegue la primavera
nos acompañará el sol.
MUSETTA
¿Por qué me gritas?
¿Qué me reprochas?
No estamos casados.
MARCELO
¡Si te pesco coqueteando...!
¡Ten cuidado! ¡Debajo de este pelo
no crecen ciertos ornamentos...!
MUSETTA
Detesto a los amantes
que actúan como maridos.
RODOLFO, MIMÍ
Charlan las fuentes,
la brisa de la tarde, como bálsamo,
consuela las penas humanas.
MARCELO
No voy a ser el hazmerreír
de tus nuevos pretendientes.
¡Vana, frívola, desvergonzada!
¿Te vas? ¡Te lo agradezco!
(Irónico)
¡Mejor, ahora salgo ganando!
MUSETTA
Hago el amor con quien me apetece,
¿No te gusta?
¡Pues, lo hago con quien quiero!
Musetta se va.
MARCELO, MUSETTA
A vuestros pies...
RODOLFO, MIMÍ
¿Quieres que esperemos
hasta la primavera?
MUSETTA
Señor: ¡adiós
os digo con gran placer!
MARCELO
¡Obedezco, y me largo!
(Musetta se aleja, corriendo,
furiosa; después, se detiene)
MUSETTA
(Gritando)
¡Pintor de brocha gorda!
MARCELO
(Desde el centro grita)
¡Serpiente!
MUSETTA
¡Sapo!
(Sale)
MARCELO
(Vuelve a entrar en la taberna)
¡Bruja!
MIMÍ
(acercándose a Rodolfo)
Siempre tuya... para toda la vida.
RODOLFO, MIMÍ
Nos separaremos...
...en la estación de las flores...
MIMÍ
(con dulzura)
¡Quisiera que el invierno
durase eternamente!
(Lentamente, va cayendo el telón)
RODOLFO, MIMÍ
(Alejándose)
¡Nos separaremos
en la estación de las flores!...
|