Primavera sotto il mandorlo


Pareva una di quelle giornate
basse, anonime
e invece colui che giaceva
sotto il mandorlo in fiore,
aspettava la morte.

8 marzo. ore 15
Tornava dal lavoro (era un professionista
poco professionale, cioè psichiatra).
Aveva in mano un mazzetto di mimose
ben adornato dalla carta lucida
e trasparente
e lo dette alla moglie
vecchia
prima del tempo.
E all'improvviso
voltate le spalle
si sentì fendere le costole
da una fredda lama.
Sua moglie
la cara, tranquilla
compagna
di una vita
l'aveva pugnalato.
Ci si chiede il perché.
eccolo!
Aveva cominciato a bere
e la maltrattava sempre,
mai un complimento:
solo botte e sputi in faccia,
cose che lei ricambiava scatarrando sul cibo che gli
preparava, sempre, da brava
moglie casa, chiesa e
supermercato.

Lui annaspò fra i mobili
e si disse che tutto quello
l'aveva meritato: dopo aver
raggiunto una vita fatta di
alcol, puttane e gioco d'azzardo,
(e bravo il nostro psichiatra, tanto psicologo e morigerato)
figli non ne avevano
(fortunatamente).
Uno sbocco di sangue
gli uscì dalle labbra.
Evidentemente qualcosa di
vitale era stato leso.
di vitale e di mortale.
La sua vita passò in un film:
l'infanzia, il padre assente
sempre
con gli amici.
La madre alcolizzata dalla noia
e niente più.
Tutto il resto era buio fondo.
una vita veramente schifosa
e a dirla tutta
la voleva far pagare
a qualcuno
e invece toccò anche a lui
pagarla (quella bagascia di vita).
Era il meriggio, o il pomeriggio,
direbbero i poeti
prudenti.
lui
che poeta non era
pensava che lo aspettava
la morte
nel giardino illuminato
dal sole.
Si diede una botta in testa
e si sdraiò, come dicevamo,
sotto il mandorlo amaro.
Ebbe un'improvvisa erezione
un fiotto di sangue
e morì, così, all'istante

come non fosse mai nato.

E dio era assente,
in quel momento.

Sua moglie piangeva e pensava
di sposare il prete
se non fosse che era cattolico.

Beati i protestanti…
che hanno dio
anche nella camera da letto.

13-03-04

 

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