Pellegrini nel Medioevo

La recente mostra svoltasi a Roma a Palazzo Venezia “ROMEI E GIUBILEI. IL PELLEGRINAGGIO MEDIOEVALE A S. PIETRO (350-1350)" e le immagini del catalogo ELECTA ci hanno permesso di rinnovare la pagina iniziale del nostro sito.

Corteo di Pellegrini: Fidenza, Cattedrale

" Peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa' Iacopo o riede. E' però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamasi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma". Così scrive Dante nella Vita nova tracciando un preciso quadro d'insieme delle cosiddette "peregrinationes maiores" la cui pratica era assai diffusa nel Medioevo.

Pellegrini in visita al S. Sepolcro

Scopo del viaggio era la visita ad un luogo particolarmente significativo per un cristiano, un sito reso sacro dalle presenza di preziose reliquie.
La Terra Santa e la città di Gerusalemme, sin dai tempi più antichi, avevano attirato schiere di pellegrini desiderosi di ripercorrere i luoghi in cui Cristo era vissuto e visitare il Santo Sepolcro: coloro che vi si recavano erano chiamati "palmieri" perché portavano, al loro ritorno, la palma di Gerico.
A Roma, capitale della cristianità, i pellegrini confluivano da ogni parte d'Europa per venerare le reliquie di Cristo e dei primi martiri cristiani. A partire dalla fine del Duecento la "Veronica", una sorta di sudario in cui si voleva che Cristo avesse impresso i suoi tratti, fu una delle reliquie più venerate. Si trattava di coloro che Dante chiama "romei".

Pellegrini a Roma durante il Giubileo del 1300

Dopo il 1300, anno in cui Bonifacio VIII proclamò il primo Anno Santo, il pellegrinaggio verso Roma si rafforzò notevolmente proprio grazie all'istituzione dei giubilei.
Famosi, per la grande affluenza di fedeli, oltre al primo, quello del 1350 a cui , secondo le testimonianze del Villani, parteciparono " cristiani con meravigliosa e incredibile moltitudine, essendo di poco innanzi stata la generale mortalità, e ancora essendo in diverse parti d'Europa".
Santiago di Compostella cioè "la casa di Galizia ove si trovava la sepoltura di Sa' Jacopo", era la meta di coloro che Dante definisce "peregrini in senso stretto" .

San Giacomo a cavallo con due pellegrini


Sita in Galizia, l'estrema regione occidentale della Spagna, Santiago conobbe la sua fortuna con il ritrovamento, nel IX secolo, del corpo dell'apostolo Giacomo (Santiago per gli spagnoli). Da quel momento e proprio nel luogo della sua sepoltura, si moltiplicarono i miracoli e le apparizioni tanto da richiamare un numero sempre maggiore di pellegrini.
San Giacomo cavaliere "mata moros" divenne il simbolo della lotta dei re cristiani contro i musulmani, incontrastati padroni di vasti territori nel sud della Spagna.
Dopo la “reconquista” nell'immaginazione popolare la figura di San Giacomo si trasformò in quella di un modesto pellegrino con cappello a larghe tese, un bastone, "il bordone", con la zucca vuota per contenere l'acqua.

S. Eldrado riceve le insegne del pellegrinaggio


Tale era infatti, l'abbigliamento tipico del pellegrino medioevale che, prima di partire, partecipava ad un vero e proprio rito di vestizione : gli indumenti (un mantello di tessuto ruvido, il cappello , la bisaccia, il bordone) venivano solennemente benedetti davanti all'altare prima di essergli consegnati. Al mantello o al cappello il pellegrino soleva fissare dei distintivi quali la conchiglia,le chiavi di S. Pietro, l’effigie della Veronica , per comprovare in qualche modo la propria identità.
I pellegrini, come del resto la maggior parte delle persone, viaggiavano a piedi percorrendo giornalmente trenta, quaranta chilometri al giorno in pianura; venti, trenta in zone montuose o particolarmente difficili.

Di quello che si deve astenere e prendere il pellegrino


Partire per un viaggio era comunque, quasi sempre un'impresa: alla fatica fisica che occorreva sopportare, alle avversità della natura si aggiungevano gli assalti dei briganti. Non è un caso che molti pellegrini, prima di partire, facessero testamento: il viaggio poteva durare molto tempo e il ritorno non era poi così sicuro. In ogni caso era consuetudine considerare sotto la protezione della Chiesa i beni e gli effetti di chi partiva per un pellegrinaggio. Chi tornava, però, dopo aver vissuto un'esperienza tanto importante, era tenuto in grande considerazione non solo perché dimostrava di aver superato molte prove ma anche perché si riteneva arricchito di una grazia del tutto speciale.

ROMEI E GIUBILEI

Pellegrini verso Roma. Sutri

Lungo le strade che hanno percorso i pellegrini si è costruita nel Medioevo la coscienza dell’Europa e della sua comune identità. Il fenomeno del pellegrinaggio ha rappresenta nella storia passata e forse anche in quella odierna una opportunità di scambio e di incontro tra popoli e culture diverse.
Tale presupposto ha permeato la recente mostra svoltasi a Roma a Palazzo Venezia “ROMEI E GIUBILEI. IL PELLEGRINAGGIO MEDIOEVALE A S. PIETRO (350-1350).
Il ricco Catalogo edito da Electa è un prezioso strumento di approfondimento e ricerca : in esso sono raccolti ampi saggi, redatti dai maggiori esperti in materia, suddivisi per sezioni che spaziano dalle origini e dal significato del pellegrinaggio medioevale e del giubileo, agli itinerari delle “peregrinationes maiores”, all’iconografia del pellegrino romeo, alla letteratura odeporica.
Uno spazio particolare è stato riservato anche all’approfondimento di alcune questioni critiche sollevate dal dibattito tradizionale divenuto di particolare attualità con l’evento giubilare del 2000.
La ricchezza e varietà delle testimonianze documentarie ed artistiche, fedelmente riprodotte dal catalogo della mostra, consentono una lettura articolata ed esauriente del fenomeno pellegrinaggio.
Completa il volume una nutrita bibliografia generale curata da Marina Gargiulo che propone un vasto e dettagliato repertorio di fonti e studi storici.

PELLEGRINI ALLA TOMBA DI S. PIETRO

Il martirio di San Pietro


Il volume, recentemente pubblicato da Electa, tratta in particolare i temi relativi all'area della Basilica Costantiniana vista come "reliquiario" delle spoglie di San Pietro. Molto interessanti i capitoli riguardanti gli ospedali e le altre strutture assistenziali nell'area Vaticana e le descrizioni medioevali dell'area stessa provenienti dai "Mirabilia", dalle "Miracole" e dall'Anonimo Magliabechiano.

a cura di Giovanni Morello Electa, Milano 1999

PELLEGRINI A ROMA, PELLEGRINI IN PREGHIERA

Di carattere più divulgativo ma comunque molto dettagliato anche nella descrizione dei luoghi di culto meno conosciuti ma importanti per lo studioso della Roma Medioevale e per chi vuole avvicinarsi allo spirito originale del Pellegrinaggio Romeo questo testo in due volumi a cura del Comitato Generale per il Grande Giubileo dell’Anno 2000.

edito da Mondadori, Milano 1999.

 

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