AZIONE CATTOLICA ITALIANA
DIOCESI DI AGRIGENTO
Corso di formazione diocesano 1998/99
Dalla "Società della Gioventù Cattolica" alla Stagione dei Progetti.
Le coordinate di una scelta.

 

Che cosa è l’Azione Cattolica?
 

a) L'Azione Cattolica Italiana e' una associazione di laici che condividono e collaborano al progetto della Chiesa. Fra i movimenti e le associazioni e' la piu' numerosa e quella con tradizioni piu' antiche e ha contribuito, con la sua presenza diffusa capillarmente nel territorio, a formare laici impegnati alla corresponsabilita' ecclesiale. L'associazione ha un carattere prevalentemente formativo e tende alla maturazione di persone adulte nella fede, consapevoli della necessita' di testimoniarla con scelte di vita concrete. (dal sito WEB dell'AC della Diocesi di Messina) 

b) "L'Azione Cattolica Italiana è una Associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria ed organica ed in diretta collaborazione con la Gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa" (Statuto dell'Aci n. 1).

c) Non uno dei tanti modi generici per aggregare cristiani, ma un modo geniale e sempre nuovo per collaborare all’Azione pastorale del Parroco e del Vescovo. L'Azione Cattolica infatti

è promossa dal Papa e dai Vescovi
è chiamata ad essere segno di comunione
è promotrice di unità dentro la Chiesa.

E’ dunque una scuola di vita, una scuola di formazione per laici di tutti i giorni. E’ una scuola di amore per il prossimo e per la Chiesa. Una scuola di santità.

Non temere le parole grandi : c’è una santità a disposizione di tutti e si può essere santi nella propria realtà di laici : nella famiglia e nel lavoro, nella politica e nel sindacato, nello studio e nel divertimento  (dal sito WEB dell'AC Diocesi di Ravenna-Cervia)
 

Ci sono stati, nella Chiesa, molti tentativi di organizzazione dei laici. Quello dell'Azione Cattolica prende forma in un momento storico molto delicato a causa del rapporto conflittuale tra la Chiesa e lo Stato Italiano.

1868

Su iniziativa di due giovani: MARIO FANI, del circolo S. Rosa di

Viterbo, e GIOVANNI ACQUADERNI, animatore di un circolo

giovanile di Bologna, nasce l'Aci con il nome di SOCIETA' della

GIOVENTU' CATTOLICA ITALIANA. Programma: Preghiera,

Azione, Sacrificio tradotti nella fedeltà a quattro doveri principali:

devozione alla S. Sede, studio della religione, vita cristiana, esercizio

della carità.

1896

Viene fondata la FUCI. L'idea di una federazione, che sarà il nucleo

iniziale della FUCI, viene sviluppata nel corso di un incontro avvenuto

un paio d'anni prima a Roma, che dà vita al primo Circolo

Universitario cattolico in Italia (1894). Fin dai primi anni la FUCI è

impegnata su due versanti: il confronto con la cultura moderna, e

l'impegno nell'ambito sociale.

1908

Nasce l'UNIONE DONNE CATTOLICHE ad opera di M. Cristina

Giustiniani Bandini e con la collaborazione di Adelaide Coari. La

presenza femminile nella Chiesa conosce fervore e vitalità nuove.

L'U.D. assume la cura dei fanciulli cattolici.

1918

Nasce la GIOVENTU' FEMMINILE di Ac ad opera di Armida

Barelli, su volontà di Benedetto XV prima e di Pio XI poi.

1922

Nasce ad opera di Augusto Ciriaci e Mons. Giacomo Tardini la

FEDERAZIONE UOMINI CATTOLICI voluta da Pio XI, al fine di

raggruppare tutte le opere degli Adulti.

1923

Con gli Statuti l'Ac viene costituita in 4 sezioni:

Federazione Italiana Uomini Cattolici

Società Gioventù Cattolica Italiana

Federazione Universitari Cattolici Italiani

Unione Femminile Cattolica Italiana.

1931

Il regime fascista, nella persona di Mussolini, invia ai prefetti l'ordine

di chiudere i circoli dell'Ac, perché l'attività formativa religiosa e

esercitata spesso in senso antifascista. Pio XI risponde con l'enciclica

"Non abbiamo bisogno" in cui afferma che il laicato e l'Ac non hanno

bisogno di garanzie diverse da quelle della Chiesa, della fede, e del

rapporto con il pontefice.

1943-59

Dopo la guerra, anche per merito del suo sforzo organizzativo, l'Ac

raggiunge un'espansione mai vista prima: nel 1943 gli iscritti sono

circa 2.500.000 e giungono nel 1959 a 3.372.000. Il periodo che va

dal '46 al '53 vede la partecipazione quasi diretta dell'Ac alle

competizioni elettorali e alle questioni politiche. Nel '48 nascono i

cosiddetti Comitati Civici, un'organizzazione collaterale all'Ac, con lo

scopo di mobilitare tutte le forze cattoliche per la battaglia elettorale.

Questa mobilitazione sembra manifestare scarsa capacità nel cogliere le

profonde trasformazioni che in questi anni stanno cambiando il volto

del Paese, avviandolo ad una secolarizzazione forse mai conosciuta.

Solo qualche anno più tardi negli ambienti ecclesiali comincerà quella

ricerca di rinnovamento che maturerà negli anni che ci avvicinano al

Concilio.

1969

Un nuovo Statuto!!! È una sorta di "Magna Charta" dell'Aci L'Azione

Cattolica l'ha elaborato dopo un lunghissimo periodo di revisione,

confronto, riflessione dei propri aderenti ai vari livelli. Era l'anno

1969.

L'8 dicembre del 1965 si era chiuso il Concilio Vaticano II. Un evento

di novità soffiava sulla Chiesa. Il mondo viveva una stagione di

grande speranza, di ricerca di radicalità e di valori. Il pianeta giovanile,

in particolare, esprimeva tutto questo in un travaglio di contestazione e

abbandono di quanto sapeva di "tradizionale". Nella Chiesa tutto ciò si

traduceva nella ricerca di fedeltà allo Spirito conciliare. La nascita di un

Nuovo Statuto è il primo frutto del rinnovamento che l'Associazione

ha messo in atto dopo il Concilio. La struttura organizzativa

dell'Associazione assume un volto nuovo: i quattro Rami lasciano il

posto a due Settori, uno per i Giovani e uno per gli Adulti; le Sezioni

minori sono sostituite con un'unica struttura unitaria, l'azione Cattolica

dei Ragazzi.

 

3. Alcune risposte dalla voce dell’associazione

Il Progetto ACI.

E’ necessario un Progetto per realizzare una associazione ecclesiale di persone in grado di guardare più avanti e più in alto.

Un Progetto Formativo (pag. 12, 80)

Lo scopo é quello di formare personalità cristiane.

Un Progetto Apostolico (pag. 12)

L’Azione Cattolica mette insieme delle persone in una associazione per una missione, quella della Chiesa.

Un Progetto Unitario (pag. 16)

Per tradurre in gesti concreti le nostre idee ed aspirazione è necessario innanzitutto camminare insieme, vivendo ben coordinati, partendo da obiettivi e da prospettive comuni.

3.1 Il modo "Singolare" di essere AC. (I area: AC diventa ciò che sei) (pag. 34, 73, 95)

Le costanti
 

Si assume la fatica e la ricchezza di formare una aggregazione di persone dove si sta insieme stabilmente con delle forme precise.
 

La formazione fa dell’AC uno strumento in grado di far crescere delle personalità adulte, in grado di assumersi delle responsabilità.
 

La storia stessa dell’associazione è una testimonianza del legame alla Chiesa Universale. Questo legame si esprime anche necessariamente come legame alla Chiesa locale, radunata intorno al Vescovo. E’ lo sforzo di collaborare al lavoro paziente di costruire comunità vere, vive e credibili.
 

I momenti ordinari e straordinari della nostra vita devono essere animati dalla logica evangelica.
 

E’ necessaria una riflessione sapienziale sulle vicende della umanità che cammina con noi, imparando a diventare presenza visibile nella società e nella cultura.
 

L’essere AC si radica in Cristo Gesù servo e nella personale vocazione che viene dal Battesimo. In questo senso la nostra associazione è un ministero.

3.2 Il fondamento della proposta di AC. (II area Progetto ACI: E’ la radice che porta Te)

Lo Stile dell’essere AC
 

La fede nella nostra vita è al primo posto assoluto e non è condizionato da altro. Esso non consiste in una Spiritualità speciale ma in un rapporto personale con il Signore Gesù.

Per questa ragione il Settore Giovani ha deciso di darsi una "Regola Spirituale", che consiste in alcuni spunti per imparare a "dare un ordine" alla nostra vita per orientarla nel cammino che intendiamo compiere. E’ uno strumento che aiuta ad essere fedeli, aiutandoci nella debolezza. Il confronto con la regola permette di non perderci mai di coraggio, di correggere continuamente il nostro essere ed il nostro agire, orientandolo alla santità.(Appunti per una regola spirituale dei giovani di Azione Cattolica)
 

La Chiesa, serva del Signore amministra i beni che il Signore le affida. L’ascolto della Parola di Dio rende vigilanti e sapienti per compiere al Sua volontà. La Liturgia è presenza viva del Signore celebrata nella comunità. La Carità si esprime come amore fraterno, comunione stabile di carismi (doni dello Spirito) e ministero ( compiti per servire)
 

La fede comporta la necessità di scegliere tra ciò che è secondo Dio e ciò che non lo é.Il discernimento impegna al dialogo, all’ascolto, alla competenza.

Il nostro unico maestro é il Signore "vivente". La relazione con Lui deve essere vissuta nello Spirito. Questa relazione ci aiuta a comprendere il significato ed il valore di ogni cosa.
 

L’associazione condivide il fine generale apostolico della Chiesa (pag. 113,116) Questo significa la scelta delle Chiese locali e in particolare delle parrochie. Qui c’è il luogo privilegiato ma non esclusivo del nostro impegno.

                    La responsabilità dell’associazione è dei laici (pag. 113,117,149)

La laicità trova espressione nella nostra organizzazione democratica in una logica di collaborazione e corresponsabilità"

                    Uniti a guisa di corpo organico" (pag. 114, 118, 149)

un corpo organico assicura ordine, funzionalità e soprattutto favorisce una comunione visibile e operante. La adesione all’associazione firmando una tessera esprime appunto il desiderio di dichiarasi per un programma organico e per una missione permanente

                   Collaborazione con la Gerarchia (pag. 114, 119, 150)

Ha il suo punto di forza nella partecipazione degli assistenti alla vita dell’associazione. Collaborare vuol dire dare un contributo di proposte che esprimano la sensibilità dei laici agli orientamenti della Gerarchia che esercita il ministero del discernimento.

 
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
DIOCESI DI AGRIGENTO
Corso di formazione diocesano 1998/99
La proposta educativa e formativa dell’associazione.
I cammini formativi

1. Perché dei cammini formativi?

Attenzione alla formazione integrale della persona.

Seguire ed accompagnare una "persona" passo passo nella sua crescita umana e spirituale comporta la necessità di progettare dei cammini di ampio respiro che indichino prospettive ed obiettivi a breve, a medio ed a lungo termine.

Attenzione alla formazione di ogni persona.

L’uso di uno strumento flessibile come i cammini formativi permette di adattare le proposte che di volta in volta vengono presentate alle esigenze di ognuno, affinché tutti si sentano responsabili e pienamente partecipi di questo percorso di maturazione.

 

2. Il fondamento della proposta di AC. Il metodo formativo

(II area Progetto ACI : "E’ la radice che porta Te")

Se il Primato dello Spirituale costituisce lo stile della proposta associativa, i cammini formativi ne costituiscono il metodo. Parte essenziale dei Cammini formativi sono i cosiddetti "Itinerari". Possiamo coglierne l’essenza ed il significato facendo riferimento alla seconda parte della seconda area del Progetto Unitario.

· Gli itinerari : i presupposti (pag. 121, 150)

Bisogna seguire molte strade per rispondere alla diversità di quelli che camminano e per realizzare dei cammini completi, articolati ed armonici.

    1. La Gradualità (pag. 122, 151)
E’ la capacità di adattarsi alle varie condizioni delle persone, di adattarsi alle condizioni delle comunità e dei gruppi, di adattarsi al momento storico.
    1. La completezza (pag. 123, 151)
Bisogna puntare alla maturazione di tutta la persona, perché l’uomo e il cristiano crescano come un tutt’uno. c) La Fedeltà (pag. 123) Non ci si arrende alla prima contrarietà ma si va avanti con pazienza e sapiente attesa dei tempi di Dio e dell’uomo.

 

 

· Gli itinerari : le caratteristiche (pag. 150)

a) Itinerari spirituali (pag. 123, 152)

Aiutano a camminare verso un rapporto profondo, personale e adulto con il Signore nella ordinarietà della vita quotidiana

b) Itinerari liturgico — sacramentali (pag. 124, 152)

Guidano a fare sperimentare la presenza di grazia del Signore. Attorno ai sacramenti, e in particolare modo attorno all’Eucarestia, la comunità cresce e si nutre. Questi itinerari invitano a scoprire il valore della preghiera e in modo speciale della liturgia delle ore.

c) Itinerari catechetico dottrinali (pag. 125, 153)

Coinvolgono l’intelligenza e la coscienza nel far crescere la vita di fede in modo organico. Catechesi e dottrina sono i mezzi per una fede evangelica. Questo ci impegna ad un ascolto attento del Magistero.

d) Itinerari culturali ed etici (pag. 126, 153)

Forniscono strumenti per comprendere ed interpretare la complessa realtà in cui viviamo. Mettono le persone in grado di assumersi responsabilità in ogni campo.

e) Itinerari associativi

Aiutano a scoprire e valorizzare la identità associativa, cogliendo gesti e scelte e testimonianze significative della storia dell’associazione.

I tempi del cammino

I cammini formativi, in particolar modo quelli dei giovani e dei giovanissimi, si articolano su base pluriennale, in modo da individuare un percorso formativo globale e di larghi orizzonti in quella particolare fase della vita. Tale percorso è poi articolato in tappe annuali.

All’interno di ogni anno il ritmo è scandito dai tempi dell’anno liturgico perché segue gli stessi ritmi della Chiesa: Inizio, Avvento-Natale, Pace (gennaio, febbraio) Quaresima, Pasqua, Estate.

 

3 La struttura dell’associazione. L’impalcatura dei cammini formativi (IV area Progetto ACI "La dinamica associativa")

La struttura dell’associazione, cioé il modo in cui l’associazione è organizzata e vive, è uno strumento a servizio dell’associazione stessa e dei suoi aderenti, e quindi a servizio dei cammini formativi.

· Una struttura analoga alla Chiesa, alla persona, alla situazione storica

La struttura dell’AC si modella sulla Chiesa e vuole servire la Chiesa dentro le situazioni, le comunità, il territorio. Inoltre essa è costruita in modo da servire alla persona per favorire la sua crescita, e fa riferimento al presente momento storico.

· Il fine e il soggetto della struttura

Il fine della struttura è la comunione come accoglienza e condivisione di un dono che viene dall’alto. Il soggetto è l’aderente che sceglie di " esserci con tutta la sua persona ".

· I caratteri della struttura

La gratuità La struttura serve alle persone ma non si serve delle persone. Solo sotto il segno del disinteresse la struttura può diventare trasparente. La reciprocità E’ necessario fare esperienza di scambio reciproco valorizzando il contributo di ognuno Il dialogo Bisogna essere attenti ad ascoltare in modo vigile per evitare il rischio della rigidità, della mancanza di sviluppo. La democraticità Essa qualifica l’AC come esperienza di libertà e di responsabilità dei laici nella chiesa. Traduce il "principio della corresponsabilità ecclesiale".

· L’adesione

Esprime l’appartenenza stabile alla struttura. Aderire significa assumersi la responsabilità delle scelte associative e anche offrire ed affidare ciò che si è. E’ un fatto di stile impegnarsi davanti alla comunità con un atteggiamento pubblico.

· I luoghi della struttura

La parrocchia è il luogo ordinario di ogni impegno pastorale, perché lì camminiamo con coloro che il Signore ci ha messo a fianco. E’ la scelta di accettare questa storia concreta. Nella parrocchia l’AC vive un particolare rapporto con le famiglie con cui realizza il progetto formativo. Se la parrocchia è il luogo del cammino condiviso giorno per giorno nella collaborazione con il parroco, la diocesi è il luogo del confronto serrato, del coordinamento con la Chiesa Diocesana, del rapporto vivo con il Vescovo. Il livello regionale funge da coordinamento della vita associativa, favorendo la cooperazione tra gruppi e la ricerca intorno ad obiettivi comuni. L’associazione nazionale offre il suo contributo alla realizzazione dell’opera pastorale della Chiesa italiana.

· I cammini formativi

La proposta associativa è quello di un cammino permanente che si indirizza ad ogni persona aiutandola a cogliere le esigenze di ogni momento specifico con lo sguardo rivolto oltre. Attraverso varie tappe (ACR, settore Giovani, settore Adulti) si accompagna la persona nella sua crescita umana e religiosa.

· Il progetto unitario e i progetti di settore

Il progetto unitario rimanda ad altri progetti che traducono e mediano gli elementi di fondo dell’esperienza associativa in itinerari appropriati. Dunque il progetto unitario e i progetti sono complementari.

· La responsabilità in associazione

E’ un tratto caratteristico del laico di AC e si esprime nel gesto dell’adesione e nel desiderio di condividere il proprio cammino di fede con altri laici

· Il responsabile associativo

Ha il compito di animare l’insieme dei gruppi presente nel territorio. La sua attenzione è rivolta al funzionamento della struttura della quale si fa promotore con iniziativi e strumenti adeguati. Cura il rapporto dell’associazione con la gente, la chiesa, la società. Difende ed attua la democraticità in associazione.

a) Lo stile unitario Egli deve tener presente l’insieme della vita associativa, conoscendo e comunicando con le diverse espressioni della vita dell’associazione c) Gli impegni · Rappresentare l’associazione nei vari organismi della struttura.

· Promuovere l’incontro con gli altri responsabili.

· Sostenere il cammino delle associazioni locali

· Collaborare con il parroco, il Vescovo, la CEI

· Tenere i contatti con altri movimenti ed associazione

· Promuovere il dialogo dell’associazione con la società civile

· L’assistente ecclesiastico in AC

E’ il sacerdote " mandato " in AC. E’ chiamato ad assistere la vita associativa con il suo specifico di sacerdote. E’ chiamato a servire l’associazione secondo tre prospettive fondamentali

Servizio alla comunione Egli vive in comunione con i membri dell’AC. In quanto ministro della comunione educa a vivere e crescere insieme. E’ un segno della comunione tra l’associazione e la chiesa locale. Il Collegio assistenti è segno di unità. Servizio alla maturazione di fede La missione dell’assistente è sacerdotale e quindi diretta ad educare alla fede ed a far crescere nella vita interiore. Egli cura l’orientamento dottrinale e pastorale delle scelte associative. Favorisce la maturazione di un pensiero equilibrato dal punto di vista dell’aspirazione cristiana. Servizio alla missione Egli stimola la crescita dello spirito missionario di ogni aderente e dei gruppi. Mantiene via nell’associazione la scelta educativa come scelta missionaria.

 

 

 

· Il gruppo come metodologia

Le ragioni di fondo Il gruppo come metodo è lo strumento formativo che l’associazione ha scelto per la sua valenza educativa, sociale e spirituale Le caratteristiche IL gruppo è luogo di umanità in quanto ci aiuta a crescere nel nostro essere persona condividendo la ferialità. E’ luogo di educazione ecclesiale perché da la possibilità di ascoltare la Parola, crescere nella fede, vivere la carità fraterna. E’ luogo associativo nel senso che vi si sperimenta la vita nell’associazione. Le modalità · La gradualità Nella crescita delle persone i tempi non sono brevi ed uguali per tutti. Ogni itinerario è in relazione al cammino percorso da ognuno · La ordinarietà del quotidiano L’itinerario educativo assume come punto di riferimento il quotidiano, sia come ambito che come stile. · Elasticità e fantasia Coscienti delle scelte di fondo e degli obiettivi finali bisogna adattare gli strumenti adeguandoli alle persone ed alle realtà concrete.

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Corso di formazione diocesano 1998/99
La missionarietà dell’Azione Cattolica
Il binomio Formazione - Missione

 

1. L’ AC in missione (III area Progetto: "La via del pellegrino")

La caratteristica missionaria dell’Azione Cattolica nasce e si radica nella missionarietà della Chiesa alla quale l’associazione porta il suo contributo di esperienza laicale.

· La missionarietà come nota fondamentale della Chiesa (pag. 173)

Non è una caratteristica contingente, ma rappresenta la continuazione della missione redentrice di Cristo.

· L’AC missionaria nella Chiesa e nel mondo (pag. 174)

Il ruolo dell’associazione è quello di essere un segno ed uno strumento di rapporto tra la Chiesa ed il mondo, perché insegna a tener presente il " pensiero di Dio "

· La sintesi tra fede e storia. (pag. 176, 213)

Così come ogni aspetto della fede tocca la vicenda terrena dell’uomo, ogni esperienza umana che incontra l’annuncio cristiano è spinta a rivedere se stessa. Nella storia dell’uomo c’è l’unica strada attraverso cui giungere ad una esistenza credente.

· Leggere i segni dei tempi. La scelta religiosa (pag. 179, 180, 181, 215)

Si tratta di rintracciare negli eventi della storia i segni del piano salvifico di Dio. Un modo epr far questo è stato per l’associazione la scelta religiosa, cioè il desiderio di ripensare le radici ecclesiali dell’AC per intraprendere una lettura religiosa di tutte le realtà temporali cogliendo i segni della collaborazione tra l’impegno dell’uomo e la volontà di Dio.

· La inculturazione della fede (pag. 188, 190, 217, 218, 219)

Di fronte ai numerosi modelli culturali del mondo di oggi è necessario rendere evidente come la fede non contrasti con gli sforzi dell’uomo, ma si associa a tali sforzi per renderli sempre più autentici. L’associazione si propone di offrire strumenti per conoscere la cultura scoprendone i limiti ed i valori, e per valutare le culture alla luce della Parola di Dio. L’AC si impegna a formare una coscienza ecclesiale matura

· L’AC: una forma di servizio (pag. 196, 197, 198, 199)

L’associazione intende collaborare responsabilmente alla promozione del bene comune attraverso la sua opera formativa e la testimonianza dei suoi laici impegnati nelle istituzione pubbliche. Un segno di questa collaborazione è rappresentato dal volontariato come cristiani.

· L’attenzione alla persona ed il valore della vita (pag. 201, 203, 214, 225)

La promozione autentica dell’uomo deve riguardare tutto l’uomo, nella sua integrità fisica e spirituale. Si tratta di promuovere la crescita religiosa e culturale diffondendo una mentalità che impegni alla partecipazione. La promozione dell’uomo presuppone l’attenzione al valore della vita, perché la vita dell’uomo diventi la gloria di Dio.

· L’impegno politico (pag. 203, 206, 226, 227)

L’impegno al servizio dell’uomo conduce all’impegno politico. La scelta religiosa non è una alternativa all’impegno politico, ma il guardare alla politica secondo la prospettiva dei valori morali, spirituali e religiosi. L’associazione si impegna a diffondere un pensiero sociale cristiano.