Chiesa Rupestre della Madonna della Greca



Piccola chiesa rupestre (m. 2,50 x 3,00 ca.) a pianta trapezoidale con base maggiore corrispondente alla parete di fondo e lato minore in corrispondenza della facciata a timpano, con porta a tutto sesto, costruita in conci di tufo.

L'altare è addossato alla parete est, su cui è dipinto un trittico raffigurante una Madonna col Bambino, a mezzo busto, tra i Santi Sebastiano e Rocco a figura intera. Le immagini sono di fattura estremamente rozza, a causa di una ridipintura non più vecchia di trenta o quarant'anni che nasconde il precedente affresco certamente medioevale. Tracce di una cornice e di un'aureola si vedono dipinte sulla parete sud.

L'invaso è quasi certamente la parte residua, corrispondente al bema, di una chiesa rupestre parzialmente distrutta tra XVIII e XIX secolo, per l'apertura della strada da Massafra al Santuario della Madonna della Scala. Tale vicenda spiegherebbe anche la presenza della facciata in muratura, eccezionale per Massafra.

da "Il Territorio Nord del Comune di Massafra"
di R. Caprara, C. Crescenzi, M. Scalzo
Firenze-Massafra 1983


Le iscrizioni nella cappella votiva
della Madonna della Greca

di Attilio Caprara

Della cappelletta votiva della Madonna "della Greca" se ne sono occupati in varie epoche gli scrittori massafresi, chi con brevi cenni e chi con descrizioni più accurate; per ultimo, su "Archeogruppo 2" del 1992 se ne è occupato A. Conforti.

L'onomastica del monumento viene collegata alla leggenda del Mago Greguro il quale avrebbe affrescato il piccolo sacello come ex voto, per ringraziare la Vergine per lo scampato pericolo corso dalla figlia Magarella che rischiava di essere arsa viva come strega. Nessuno però ha mai cercato di saperne di più attraverso un esame più attento ed accurato delle pitture che decorano la cappelletta.

Proprio da queste pitture, anche se ridotte ormai in pessimo stato per le ingiurie del tempo e per l'incuria ed il vandalismo degli uomini, ci viene invece qualcosa che può gettare nuova luce sulla storia del monumento[...].Le tre raffigurazioni ci portano subito a pensare la cappelletta come un ex voto per lo scampato pericolo da una pestilenza o qualcosa di simile, dato che i due Santi (S. Sebastiano e S. Rocco, ndr) dipinti ai lati della Vergine venivano invocati durante tali terribili calamità.

Osservando attentamente questi dipinti, abbiamo notato alcune iscrizioni di grande importanza storica, delle quali nessuno fin'ora ne ha fatto menzione. Sulla fascia superiore della cornice che circonda l'immagine della Madonna col Bambino, in caratteri maiuscoli rinascimentali (nero su ocra) alti in media cm. 4, si legge:

SCA ·M· MAT ·GRE· 15(...)




Sciogliendo i nessi abbiamo: S(an)C(t)A M(ari)A MAT(er) GR(atia)E 15(...), e cioè Santa Maria Madre delle Grazie 15(...) (i decimali della data sono coperti da numerosi e spessi strati di calce).

A lato del S. Sebastiano, in bianco sul fondo rosso, sempre in caratteri maiuscoli rinascimentali alti in media cm. 3, si legge su tre righe:

·S·
·SEBASTI
ANUS·



Sull'immagine di S. Rocco non si riesce a leggere nessuna iscrizione. La cosa più interessante però, a nostro parere, sono due graffiti, uno sul dipinto di S. Sebastiano e l'altro su quello di S. Rocco.
Sono ambedue in corsivo, con caratteri alti da mm. 8 a mm. 30 tracciati da mani sicure ed esperte con la punta di uno stiletto. Il primo è una firma:

Giulio Palubo (Palumbo)



e si trova a circa cm. 110 d'altezza dall'attuale pavimento.
Il secondo graffito invece, tracciato su tre righe, ha la prima parte di difficile lettura (potrebbe essere un Francesco D. Galante?). L'ultimo rigo invece è chiaramente leggibile. E' una data:

mcccccxxxiii (1533)



E' tracciato a circa cm.150 dal pavimento. L'altezza dei graffiti ed un esame del pavimento attuale ci fanno supporre che quest'ultimo sia stato sollevato di circa cm.30, all'epoca dei restauri che hanno interessato anche la facciata della cappelletta, onde livellare il piano di calpestio in roccia consunto dall'uso. Questi dati, che vengono fuori dall'osservazione diretta, ci portano ad una conclusione: i dipinti sono stati eseguiti tra il 1500 (data più alta possibile della iscrizione mariana) ed il 1533, anno in cui i visitatori hanno lasciato i loro nomi. Ristretto quindi il tempo della decorazione a circa un trentennio, una indagine indirizzata verso eventuali epidemie sviluppatesi nelle nostre contrade intorno al 1500 potrebbe dare conferma alla ipotesi della cappella ex voto.

Una ipotesi in punta di piedi ci viene anche da formulare rileggendo l'iscrizione sull'immagine della Madonna: il nome della cappelletta non può forse essere nato dalla fantasia popolare che, leggendo MAT GRE come MA(donna) della GRE(ca), ha accostato gli affreschi alla leggenda del Mago?

Da "Archeogruppo 3", numero unico - agosto 1995


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