LIBERO SERAFINI

Eroe della Libertà

Libero Serafini nato in Agnone, Notaio di professione, egli era figura molto nota nel circolo giacobino nell'Agnone di fine settecento, da poco costituito. Il gruppo contendeva il contollo della municipalità ai baroni del luogo. A volte lo scontro era violento. Le elezioni erano pilotate e i risultati venivano confusi dalle piú alte autorità. A volte dovevano essere mandatetruppe in città per sorvegliare il corso delle votazioni.

I giacobini denunciavano la corruzione alle autorità provinciali e ciò, una volta portò all'arresto del sindaco di Agnone. L'elezione del sindaco nel 1781 si svolse in un clima particolarmente accanito e di coercizione. Fucilieri armati furono piazzati presso i seggi elettorali e a Libero Serafini, egli stesso ex sindaco della città, fu impedito con la forza di accedere al municipio. L'anno successico la situazione fu ancora piú inasprita a causa dell'assassinio del governatore, il quale era il massimo rappresentante dell'autorità feudale esterna.

Nel 1798, un gruppo di giovani giacobini di Agnone sapendosi ricercati dalle regie autorità, alcuni di essi trovarono asilo presso l'abitazione di un notaio. Coloro che restarono nutrivano molta simpatia attraverso i concittadini e il gruppo diveniva di giorno in giorno sempre piú numeroso, cosí il 19 Febbraio 1799 in piazza Del Popolo vi piantarono un albero ed allo stesso momento il Serafini venne eletto presidente della municipalità. Agnone divenne cosí la prima città della provincia di Chieti a compiere questo passo ufficiale.

Quando la Repubblica Partenopea decadde, subito dopo, Agnone fú una delle sole tre città nella provincia di Chieti a rimaner fedele alla causa repubblicana. Peggiorando la situazione nei campi di battaglia,le autorità cittadine inviarono un esercito di sessanta uomini ad unirsi alle altre truppe repubblicane. Sopraffatti duramente questi vennero sconfitte e dovettero battere la ritirata verso Campobasso.

Quando le orde soldatesche del Cardinale Fabrizio Ruffo recuperarono il trono al Borbone, Serafini si trovava in Avellino, quale presidente della Municipalità di Agnone, fatto prigioniero gli venne offerta l'ultima possibilità di salvezza se egli avesse gridato per una volta solo "Viva il Re".

Egli rispose ad alta voce che, si chiamava "Libero", che era nato "libero" e che voleva morire "libero", quindi gridò "Viva la Repubblica", egli fú cosí condannato a morire sulla forca, era l'11 Giugno 1799.

Nel 1899, centenario della sua morte, la cittadinanza volle ricordarlo dedicandogli un monumento a perenne ricordo dell'Eroe della Libertà.

Sulla base di esso si legge la seguente scritta

SENZA SPERANZA,

SENZA AMBIZIONE DI GLORIA

LUNGI DAL SUOLO NATIO

IN AVELLINO XI GIUGNO MDCCIC (1799)

SULLA FORCA SERENAMENTE MORENDO

PER LA FEDE ALLA REPUBBLICA GIURATA

MADRE SPOSA FIGLI

FAVORE DI POPOLO AVITE DOVIZIE

ALLA PATRIA ALLA LIBERTA

EROICAMENTE SACRIFICAVA

Sull'obelisco

LIBERO SERAFINI

LA PATRIA

1899