STORIA LOCALE LIGURE
ALCUNE PROPOSTE DI LETTURA

Oro di Liguria : l'ardesia: storia, lavorazione, arte.
Centro Studi "Chiavari". Genova : Sagno, (1987) p. : illustrazioni.

Stampato in occasione della mostra di Palazzo Rocca di Chiavari tenutasi dal 20 dicembre 1987 al 10 gennaio 1988, questo libro descrive in modo sobrio come l'ardesia sia un elemento caratterizzante della nostra regione. Il tema è articolato nei diversi aspetti connessi al suo utilizzo, ed in particolare dal punto di vista economico (Giampaolo Arata), storico-economico (Marco Porcella), artistico (Goffredo Feretto, Franco Ragazzi e Giancarlo Taggiasco), architettonico (Duilio Citi), scientifico-naturalistico (Marco Del Soldato) e funzionale (Marco Glorialanza). Non mancano esempi di manufatti in ardesia creati principalmente per il settore edilizio, e tutto il lavoro è impreziosito da ottime foto. Si tratta di un "manuale" sull'ardesia in Liguria che può soddisfare sia gli studenti delle diverse discipline scolastiche, sia coloro che desiderano conoscere il significato dell'ardesia per i liguri. Inol

tre viene fornita una interessante guida all'acquisto che comprende la descrizione delle aziende del settore raggruppate per tipologia di prodotto commercializzato.  (l.l.)

Storie di nomi nella storia : Strade di Genova. Corinna Praga.
Ed. Sagep - Genova - 1999

L'autrice, proprio grazie alla lunga e proficua attività di ricerca e alla profonda conoscenza della realtà urbana di Genova e della viabilità antica, ci racconta, in questo interessante libro, come si sia formata e sviluppata Genova e, anche se le sue antiche origini sono, a tutt'oggi, ancora avvolte nel mistero, si può affermare con certezza che Genova è una tra le più importanti città "spontanee".
Infatti le città si possono distinguere in "fondate" e "spontanee". Le prime, cioè i nuclei sorti velocemente, conseguenza di vicende politiche e militari, per intenderci i "conquistatori", dopo periodi di floridezza decaddero e scomparvero.
Al contrario le città "spontanee" si formarono unicamente per il desiderio dei singoli verso l'aggregazione sia per motivi di sicurezza che per motivi economici e, stimolate dal proprio ambiente naturale, pur dopo periodi di alterne fortune, tornarono a nascere e a svilupparsi anche dopo distruzioni catastrofiche.
Genova, grazie soprattutto alla naturale posizione sul mare e al profondo golfo è stata, da sempre, approdo di scambio dei commercianti mediterranei e la sua toponomastica, ricca di "borghi", "croci", "caruggi", "vicoli", "montate", aiuta a ricucire la memoria storica della città e offre una panoramica esplicativa delle condizioni di vita, delle scoperte, degli eventi storici dei nostri lontani parenti.
(g.g.)

Pittura in Valle Arroscia tra Quattrocento e Cinquecento : i Guido Da Ranzo.

A cura di Luciano L. Calzamiglia. Imperia : Dominici, 1999. 143 p., illustrazioni.

dono del Sindaco di Ranzo


La pittura murale e su tavola del '400 e del primo '500 è il tema del volume. Le opere nei secoli hanno subito danni dovuti a vicende  esterne quali guerre, epidemie, cambiamenti di gusto, nuove esigenze liturgiche scaturite dal Concilio di Trento: testimonianza di questo nuovo orientamento è la disposizione di Monsignor Niccolò Mascardi, vescovo di Mariana e Accia in Corsica e visitatore apostolico in Albenga tra il 1585 e il 1586, con la quale raccomandava di coprire con la calce le pitture murarie del '400 e del '500, considerate "rustiche, irriverenti e grottesche". Nella prima parte, dopo brevi cenni storici, si passa ad esaminare la vicenda pittorica dei numerosi artisti che hanno operato nei santuari e chiese del Ponente, anche se non esiste una scuola "ponentina" vera e propria. Sfilano le pitture della Chiesa di Montegrazie, di Pornassio, di Piani di Imperia. Un'altra parte è dedicata ai dipinti murali e polittici, dal secolo XIV al secolo XVI, in Valle Arroscia e nella Valle della Giara di Rezzo. Risalendo la Valle incontriamo nella Chiesa di Santo Stefano di Pogli il polittico di Pietro Guido da Ranzo; ad Ortovero l'affresco del Pilone di San Bernardo; nella Chiesa di Bacelega l'affresco del protiro; a Ranzo nella cappella della Madonna delle Vigne il polittico di Pietro e Giorgio Guido da Ranzo; a Borghetto d'Arroscia e a Vessalico altri affreschi; a Calderara si conserva un importante ciclo di affreschi nella

Chiesa di San Giorgio che riaffiorano dal velo di calce voluto nel 1586 dal visitatore apostolico; a Mendatica gli affreschi nella chiesa campestre di Santa Margherita e a Pieve di Teco quelli ancora da recuperare nella Chiesa sconsacrata  degli Agostiniani. Buona parte è poi dedicata alla bottega pittorica  in cui operano tre pittori, parenti tra di

loro, coadiuvati da garzoni di bottega, collaboratori inservienti e apprendisti pittori: i Guido ponentini, cognome che si trovava in allora e che si trova ancora oggi nel Borgo di Ranzo; Giorgio Guido "il vecchio"; Pietro Guido da Ranzo; Giorgio Guido.  (g.o.)