La
Rivolta del 1916
Nella
storia travagliata d'Irlanda questa rivolta è una
delle più importanti e maggiormente ricordate.
Molti
irlandesi che nutrivano idee nazionalistiche partirono
per i campi di battaglia d'Europa credendo che il loro
sacrificio avrebbe garantito l'adozione dell' Home Rule
promessa dall'Inghilterra. L' Home Rule Act era stato
approvato immediatamente prima dell'inizio della guerra
e in teoria sarebbe dovuto entrare in vigore dopo la sua
fine. Tuttavia in Irlanda esisteva una minoranza di nazionalisti
che non nutriva molta fiducia nei propositi dell'Inghilterra.
Gli Irish Volunteers si divisero in due gruppi: quello
che appoggiava John Redmond preferiva aspettare gli eventi,
quello più radicale invece sosteneva una linea
più rivoluzionaria.
Due
piccoli gruppi, una parte degli Irish Volunteers guidati
da Padraig Mac Piarse (lo trovate anche come Patrick Pearse)
e l'Irish Citizen Army con a capo James Connolly, organizzarono
una ribellione che colse di sorpresa il paese. Il lunedì
dell'Angelo del 1916 marciarono su Dublino e si impossessarono
di alcuni punti chiave della città. Il quartier
generale fu stabilito nell'ufficio postale centrale di
O'Connell Street : dai suoi scalini Piarse lesse ai perplessi
passanti una dichiarazione che proclamava l'Irlanda una
repubblica di cui il suo gruppo costituiva il governo
provvisorio. Dopo meno di una settimana di combattimenti
i ribelli si arresero di fronte alla superiorità
delle forze britanniche. I ribelli non godevano di molta
popolarità e mentre venivano condotti in prigione
dovettero essere protetti dagli adirati abitanti di Dublino.
Il
leader degli Irish Volunteers era Eoin MacNeill e l'insurrezione
era stata progettata da Piarse e da altri senza che egli
ne fosse a conoscenza. Scoperte le loro intenzioni all'ultimo
momento, egli cercò di annullare la rivolta, così
nel giorno previsto si presentarono ben pochi partecipanti.
Sarebbero dovuti arrivare anche i Tedeschi con i sottomarini,
ma questo non avvenne. In tal modo quella che avrebbe
potuto rappresentare una vera minaccia per le autorità
inglesi finì con un nulla di fatto. Molti dissero
che Piarse sapeva di non avere possibilità di vittoria,
ma pensava che il nobile gesto di pochi coraggiosi come
un sacrificio di sangue avrebbe eccitato gli animi della
nazione. Che la pensasse così o meno, il sacrificio
di sangue si stava comunque preparando.
L'Insurrezione
di Pasqua probabilmente avrebbe avuto poca importanza
nella situazione irlandese se gli inglesi non avessero
trasformato i leader della ribellione in martiri. Dei
77 condannati a morte 15 furono giustiziati: Piarse fu
fucilato tre giorni dopo la resa; nove giorni dopo James
Connolly fu l'ultimo a morire, fucilato su una sedia perché
aveva una caviglia in cancrena che non gli permetteva
di stare in piedi. Molti altri furono condannati a morte
ma l'esecuzione venne sospesa. Questi morti provocarono
un grande cambiamento nei confronti dei repubblicani che
a partire da allora ottennero consensi sempre maggiori.
La
contessa Markievicz fu una delle persone risparmiate,
perché era un donna e da poco l'opinione pubblica
britannica era indignata per l'esecuzione dell'infermiera
Edith Cavell, uccisa dai tedeschi in Belgio. La contessa
fu anche la prima donna ad essere letta nel Parlamento
inglese (prima di Nancy Astor), ma rifiutò la carica.
La condanna a morte di Eamonn de Valera fu invece trasformata
in ergastolo a causa della sua cittadinanza americana.
Nelle
elezioni generali del 1918 i repubblicani si presentarono
sotto il vessillo del Sinn Féin ed ottennero una
grande maggioranza nei seggi irlandesi. Ignorando il Parlamento
di Londra, dove in teoria si sarebbero dovuti insediare,
i nuovi deputati del Sinn Féin, molti dei quali
erano veterani dell'Insurrezione del 1916, dichiararono
l'indipendenza dell'Irlanda e formarono il primo Dáil
éireann (Assemblea Irlandese o Camera Bassa) con
sede alla Mansion House di Dublino sotto la guida di Eamonn
de Valera. Se l'Irlanda aveva dichiarato la propria indipendenza,
l'Inghilterra però non l'aveva affatto concessa
e lo scontro era imminente.
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