Negli Usa è guerra ai cellulari

Se vincerà le ricchissime cause che sta per scatenare sulle aziende di telefonia mobile, investirà i guadagni nel rafforzamento della sua squadra di baseball, i Baltimora Orioles.
Lui è Peter G. Angelos, avvocato americano reduce dal lucroso successo (ha spuntato risarcimenti per 4,2 miliardi di dollari!) nei processi vinti contro le industrie del tabacco del Maryland per conto di alcuni tabagisti ammalati di cancro. Buona parte dell'onorario, 1 miliardo di bigliettoni, gli è servita per acquistare la squadra di baseball della sua città. Ora il battagliero avvocato ci riprova, e stavolta la sfida è ancora più ardua: 'nemici' di turno sono i colossi dei telefonini, messi sotto accusa da un gruppo di utenti americani affetti da tumore al cervello, a loro dire provocato dall'uso dei radiomobili.
Nel mirino di Angelos l'inglese Vodafone e l'americana Bell Atlantic, giganti della telecomunicazione che in joint venture hanno dato vita a Verizon Wireless, la più grande compagnia di telefonini in America, forte di 26 milioni di clienti.
Le cause patrocinate da Angelos rappresentano il più formidabile attacco mai sferrato all'industria della telefonia mobile. Vodafone, la maggiore compagnia mondiale del settore, dovrà fronteggiare una decina di richieste di risarcimento, potenzialmente per miliardi di dollari. Le prime due cause verranno avviate a marzo, le restanti sette-otto entro un anno. Le azioni legali saranno promosse in California, Kentucky e Maryland. In ognuna lo staff di Angelos citerà in giudizio un'industria produttrice di telefonini, un gestore e una compagnia locale.
Secondo John A. Pica, giovane braccio destro di Angelos, Verizon Wireless sarà citata in quasi tutte le cause: «Se le industrie erano a conoscenza dei pericoli derivanti dalle radiazioni, allora devono essere duramente punite: per quanto hanno causato alla collettività e per i miliardi accumulati sulla pelle altrui». Tra le presunte vittime un neurologo del Maryland, che ad agosto ha chiesto 800 milioni di dollari (quasi 2000 miliardi di lire) alla Motorola e ad altre otto industrie di telecomunicazioni.
Le cause di risarcimento-danni potrebbero avere effetti dirompenti sull'intera industria telefonica mondiale: stando ad alcune previsioni , i processi americani apriranno la strada ad analoghe azioni in Europa e nel mondo. Angelos chiederà al giudice di rifondere non solo le sofferenze fisiche dei malati, ma anche i mancati guadagni delle vittime causati dal tumore. Il legale proverà a far ammettere alle udienze anche i familiari di utenti che a suo dire sono stati uccisi dalle radiazioni dei portatili.
Finora le compagnie telefoniche sono riuscite a respingere accuse tanto pesanti. La Vodafone ricorda che l'ultimo rapporto inglese in materia attribuisce un 'chiaro certificato di salubrità' ai cellulari: «Ma il legame tra portatili e tumori cerebrali — spiega un portavoce dell'industria — è qualcosa che non potremo confutare in mancanza di ulteriori, approfonditi studi».
Recentemente in Gran Bretagna una commissione di esperti ha concluso che i rischi per la salute non sono provati, ma non si possono neppure escludere. Il governo di Londra il mese scorso ha annunciato un maxi finanziamento per studi più approfonditi, e sta pensando di accompagnare confezioni e 'gusci' dei cellulari con scritte tipo 'usare con cautela, può far male alla salute'.
Negli Usa uno studio pubblicato in questo mese è arrivato alle stesse conclusioni degli scienziati inglesi. Lo studio americano è stato in parte finanziato dalle industrie telefoniche, che in questo campo hanno destinato alla ricerca 28 milioni di dollari.
Nella foto: Angelos di Simone Boldi
dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 29 Dic 2000 Pag.4 Cronaca


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«I portatili sono pericolosi
Mezzo miliardo di persone
è esposto al rischio cancro»

MILANO — Il primo segnale di disagio arrivò nel '93 dalla Florida: David Perlmutter, un noto neurologo, denunciò in un'intervista a Larry King sulla Cnn il caso di una sua paziente che stava morendo di un tumore al cervello localizzato esattamente nel punto in cui le onde elettromagnetiche del suo cellulare le avevano martellato il cranio per anni.
Da allora ad oggi, studi e pareri di esperti si sono susseguiti senza provare inequivocabilmente l'esistenza di un nesso certo fra l'uso del telefonino e un qualsiasi danno alla salute. Ma George Carlo c'è andato vicino. Il professor Carlo è membro dell'American College of Epidemiology e presidente della principale società di ricerca sulla sanità americana. E' stato per sette anni presidente di Wireless Technology Research, un gruppo di studio finanziato dall'industria dei cellulari per indagare sui possibili effetti nocivi dei telefonini.
Professor Carlo, è vero che chi usa molto il telefonino rischia il cancro?
«Quel che abbiamo sono tanti pezzi di un grande puzzle. Prima di ottenere il quadro finale ci vorranno diversi anni, ma fin d'ora mettendo assieme i primi pezzi cominciamo a vedere un'immagine che suggerisce un legame fra i cellulari e i tumori al cervello».
Non ci si aspetterebbe un responso così grave da una ricerca finanziata dall'industria dei cellulari…
«E' proprio questo il fatto: se lo dice Wtr, che ha ricevuto 25 milioni di dollari dalle aziende produttrici, vuol dire che il rischio esiste davvero.
Bisogna rendersi conto che ormai mezzo miliardo di persone, di cui cento milioni di americani, sono esposti a questo pericolo».
Eppure la sua ricerca non ci dice nulla di definitivo.
«E' vero. Ma ci dice abbastanza da rendere impossibile l'affermazione che i telefonini siano sicuri».
Perché?
«I risultati più interessanti della nostra ricerca mettono in luce la possibilità di danni genetici ai globuli bianchi».
Ci sono altre ricerche che suggeriscono un rischio di cancro?
«Un team dell'università di Nottingham ha dimostrato che le larve esposte alle radiazioni dei telefonini crescono più in fretta, a causa di un'accelerazione nel processo di divisione e riproduzione delle cellule. Michael Repacholi dell'università di Adelaide ha esposto per 18 mesi dei topi alle stesse radiazioni e ha scoperto lo sviluppo di linfomi a un tasso doppio rispetto al normale».
Ma questi sono tutti esperimenti risultati non riproducibili…
«E' vero. Finora non siamo riusciti a riprodurre in altri laboratori nessuno di questi esperimenti. Nemmeno i nostri. E' troppo presto per considerarli prove certe. Ma è anche troppo presto per considerarli falliti. E nel frattempo i governi cosa fanno? Aspettano di scoprire fra dieci anni che il rischio c'era davvero?»
Negli Usa è già obbligatorio includere nelle istruzioni dei telefonini il livello di radiazioni emesse.
«E' un passo avanti. Ma perché non scriverlo all'esterno della confezione? Perché chiudere quest'informazione dentro la scatola? Circa il 60 per cento delle radiazioni emesse penetrano nella testa dell'utente fino a 3-4 centimetri dentro il cervello. Perché non dovremmo venire a sapere a prima vista a che cosa ci esponiamo?».
di Elena Comelli
dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 29 Dic 2000 Pag.4 Cronaca


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L'Italia è ferma all'elettrosmog

Italia anno zero. Almeno finora, dalle nostre parti non si ha notizia di cause o rivalse legali intentate contro compagnie o industrie telefoniche da parte di persone affette da tumore, che a torto o a ragione attribuiscono all'uso 'non informato' del cellulare la causa dei loro (gravi) mali.
Lo confermano alla Federconsumatori, una delle più ramificate e diffuse associazioni di cittadini-utenti. «Siamo molto interessati a quanto sta accadendo in America — commenta le colossali richieste-danni di Baltimora il segretario generale della Federconsumatori, Rosario Tresiletti — Devo dire però che dall'opinione pubblica italiana è molto più sentito il problema delle antenne e dei ripetitori dell'alta tensione che spuntano su tetti e terrazze dei condomini. Ma da qualche tempo sono in aumento le persone che chiamano per chiederci consigli sui telefonini e i possibili danni delle radiazioni. Noi siamo in continuo contatto con scienziati ed esperti del settore».
La necessità di reperire informazioni più dettagliate e attendibili su un argomento tanto controverso è espressa anche dal numero due della Federconsumatori lombarda, Michele Croce, indaffaratissimo con la rogna Malpensa: «Siamo sul chi vive per quanto riguarda l'elettrosmog e le antenne vicine a case, scuole, ospedali. Quella sui telefonini è invece una campagna ancora agli albori».
Rilancia da Roma il segretario generale dell'associazione: «Proprio per contribuire alla conoscenza della questione, stiamo lavorando all'organizzazione di un importante convegno sui cellulari e i rischi per la salute. Lo faremo entro un paio di mesi, parteciperanno le principali autorità scientifiche nazionali che si occupano di radiofrequenze».
Rosario Tresiletti si dice favorevole all'adozione in Italia di quanto stanno studiando in Gran Bretagna, ovvero apporre adesivi sui cellulari o accludere volantini nelle confezioni per dissuadere i consumatori dall'abuso del telefono portatile: «I consigli sono sempre utili, come quello di portare il cellulare nelle tasche lontane dal cuore, in quanto gli impulsi interferirebbero con il battito cardaico. Preferirei però che fosse possibile intervenire sull'aspetto tecnico del problema, ad esempio migliorare la schermatura degli apparecchi. Per sollecitare e adottare provvedimenti concreti, insomma, c'è assoluto bisogno di informazioni tecnico-scientifiche adeguate e attendibili. L'allarmismo fine a se stesso non serve».
Simone Boldi
dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 29 Dic 2000 Pag.4 Cronaca



Sui programmi televisivi che scompaiono…


«Troppo telefonino fa male»
E come per le sigarette
scatta l'avviso ai clienti

LONDRA — Non si arriverà, almeno per ora, a scritte 'terroristiche' sulle confezioni come sui pacchetti di sigarette. Ma l'avvertenza è chiara: usare troppo il cellulare può far male, specialmente ai bambini. E' il primo allarme ufficiale sugli ipotetici rischi dei telefonini. La novità riguarda la Gran Bretagna: per Natale, il ministero della Sanità di Sua Maestà distribuirà un volantino — in ogni confezione di cellulari in vendita — che informerà di studi in corso sull'eventuale pericolosità delle radiazioni emesse dai portatili, consiglierà ai giovani di non eccedere in telefonate lunghe e indicherà un tempo massimo di uso giornaliero. E in Italia, Codacons e Wwf affilano già le armi. I primi ricordano il regolamento ministeriale del '95 che impone di usare il portatile a 20 centimetri dall'orecchio; i secondi chiedono al ministro della Sanità, Umberto Veronesi, di fare un regalo di Natale ai cittadini, imponendo avvertenze su scatole e 'gusci' dei portatili: «Nuoce gravemente alla salute». An invita Veronesi «a seguire l'esempio del collega britannico», e il Codacons afferma: «Noi chiediamo da mesi un intervento analogo: Veronesi non ci ha mai risposto». Nel Regno Unito, il comunicato sarà distribuito nel periodo natalizio, durante le settimane di shopping sfrenato nelle quali i telefonini fanno la parte del leone. In Gran Bretagna gli utenti sono 25 milioni, e ogni giorno si vendono 40.000 apparecchi. Un quarto degli utenti sono ragazzini. Il volantino fa esultare le associazioni dei consumatori, e le industrie storcono il naso stizzite. Mister Hedman, portavoce Nokia, annucia provocatorio che non avrebbe problemi a far usare tutto il giorno il cellulare ai suoi figli di 10 e 8 anni. Ma è recente la decisione della Disney di non prestare i propri personaggi per decorare o pubblicizzare i telefonini, fino a quando la scienza non dirà una parola più chiara sull'argomento cellulari-bambini. Che rimane controverso, come dimostra una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista medica Lancet. L'università di Warwick indica in perdita di memoria, mal di testa e insonnia i disturbi ai quali va incontro chi abusa del portatile. E i bambini sarebbero particolarmente esposti alle radiazioni a bassa intensità. Che fare? Spaventarsi o far finta di nulla? Molti, in Gran Bretagna come altrove, in attesa di dati inconfutabili si rifugiano nel vecchio, sano buon senso: sì al telefonino, ma con giudizio.
(Ulteriori approfondimenti su www.quotidiano.net)
 

di Simone Boldi dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 28 Nov 2000 pag. 6
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Il ministro e l'allarme cellulari: "Non fanno male, gli inglesi sbagliano"
Veronesi ha definito "bizzarra" la scelta del governo di Londra che imporrà di allegare ai telefonini un volantino per avvisare dei rischi per la salute

GENOVA, 28 NOVEMBRE - L'allarme inglese sulla natura dannosa per l'uso dei telefonini è «bizzarro». Lo ha detto il ministro della sanità Umberto Veronesi a margine della terza conferenza governativa sulle tossicodipendenze.
Veronesi si è detto «sorpreso» dalla presa di posizione inglese perché finora - sostiene - tutti gli studi avevano indicato che non ci sono rischi nell'uso del telefonino.

In Gran Bretagna, in realtà, da molti mesi si combatte una battaglia fra consumatori e case produttrici, col governo pressato da entrambe le parti, sulla pericolosità delle radiazioni emesse dai cellulari. Gli uni e gli altri fanno leva su studi ad hoc: la potente associazione dei consumatori britannici, forte di una ricerca specifica, ha messo sotto accusa anche gli auricolari, sostenendo che accresco il volume delle radiazioni. Il governo e il parlamento britannici, a loro volta, hanno analizzato la questione consultando tecnici ed esperti. Alla fine il ministero della Sanità ha deciso di allegare ai nuovi telefonini venduti un 'volantino' con le avvertenze sulla pericolosità dei cellulari.

Ma tutto questo per Veronesi è "bizzarro": "Credere che il telefonino faccia male - ha detto il nostro ministro della Sanità - solo perché scalda l'orecchio è un errore". Secondo Veronesi il cellulare è pericoloso semmai per un altro motivo: "Molta gente - ha aggiunto - lo usa mentre è in macchina e questo a volte provoca degli incidenti stradali».

dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 28 Nov 2000
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Telefonini 'marchiati': attenzione, fanno male In Gran Bretagna per Natale un volantino per ogni cellulare venduto: avvertirà sui rischi dell'uso prolungato, specie per i bambini

FIRENZE, 27 NOVEMBRE - Non si arriverà, almeno per adesso, a vere e proprie scritte 'terroristiche' sulle scatole come avviene sui pacchetti di sigarette. Ma l'avvertenza è chiara, netta, esplicita: usare troppo il cellulare può far male, specialmente alla salute dei bambini.

E' il primo allarme ufficiale sugli ipotetici rischi dei telefonini. La novità riguarda la Gran Bretagna, a partire dagli imminenti acquisti natalizi, e non è da escludere che presto o tardi sbarchi oltre Manica, Italia in prima fila. Il ministero della Sanità di Sua Maestà britannica sta mettendo a punto il testo di un comunicato che entro breve, a mo' di volantino, verrà distribuito con ogni confezione di cellulari in vendita nel Regno Unito. Il volantino, anticipano due giornali inglesi che citano fonti del ministero, informerà gli acquirenti di studi in atto sull'eventuale pericolosità delle radiazioni emesse dai portatili, consiglierà ai più giovani di non eccedere con le telefonate lunghe, e indicherà un tempo massimo di uso giornaliero dell'apparecchio. Insomma, un ammonimento in perfetto stile inglese, severo e sintetico, soft e distaccato, sobrio però sufficientemente eloquente: chi vuol intendere, dunque, intenda.

Il volantino, se il progetto non subirà qualche imprevisto stop, verrà distribuito nel periodo natalizio, quello tradizionalmente riservato allo shopping più sfrenato e durante il quale i telefonini, a Londra come ovunque, da anni fanno la parte del leone. In Gran Bretagna gli utenti sono 25 milioni, quasi la metà della popolazione, e ogni giorno vengono venduti 40mila apparecchi. Un quarto degli utenti sono ragazzi e ragazzini, e c'è da giurare che passata la sbornia dei regali di Natale la percentuale salirà sensibilmente: soprattutto per l'attrattiva costituta dalla 'messaggio-mania' e dalle mascherine-involucro sempre più accattivanti e modaiole, colorate e intercambiabili .

L'intendimento del ministero della Sanità ha suscitato polemiche. Esultano le associazioni dei consumatori - che nei mesi scorsi avevano lanciato l'allarme-auricolare, poi smentito da altri studi (contestati anch'essi) - , storcono il naso le industrie inglesi di produzione e commercializzazione cellulari: "I timori sulla salute non hanno assolutamente rallentato il mercato - reagisce stizzita una fonte industriale - la gente sa che corre più rischi di essere investita da un bus che di star male per colpa di un telefonino":

Per il portavoce della Nokia, Tapio Hedman, citato dal quotidiano Guardian, il volantino è inutile: le perplessità riguardanti telefonini e bambini sono così infondate che lui stesso non avrebbe problemi a farlo usare tutto il giorno ai suoi due figli di 10 e 8 anni. E aggiunge: "Ormai tutti i modelli disponibili sono dotati ormai dei migliori dispositivi di protezione, e rispettano gli standard di sicurezza internazionali e quelli imposti dalle singole nazioni".

Ma è di pochissimi giorni fa la notizia che la Disney ha deciso di congelare i rapporti con l'industria dei portatili. Proprio a causa dei timori sulle conseguenze per la salute dei più piccoli, la multinazionale di Topolino ha deciso di non 'prestare' i propri personaggi per decorare o pubblicizzare i telefonini, almeno fino a quando la scienza non dirà una parola più chiara e definitiva sull'argomento. Che è e rimane controverso, come dimostrano due recenti ricerche pubblicate sulla prestigiosa rivista medica Lancet. Quella diretta dal dr. Gerard Hyland dell'università di Warwick (Gb) indica in perdita di memoria, mal di testa e insonnia i disturbi ai quali va incontro chi ha fatto del telefonino un'appendice elettronica del proprio orecchio. E le cose peggiorerebbero via via che scende l'età dell'utente.

Secondo il dr. Hyland, i bambini sono particolarmente esposti alle radiazioni a bassa intensità, in quanto il loro sistema immunitario non è ancora pienamente sviluppato. Un altro studio su possibili tumori al cervello o altre neoplasie sviluppate dai radiomobili, coordinato dal dr. Kenneth Rothman di un istituto di studi epidemiologici di Boston, conclude al contrario che "la cosa più pericolosa per la salute pubblica sono e rimangono gli incidenti stradali: anche se sono in corso molti studi per determinare i danni delle radiofrequenze sul cervello, l'attuale incidenza del rischio è probabilmente troppo bassa e non può essere comparata con quella degli incidenti d'auto". A chi credere? Allarmarsi fino a gettare il telefono o far finta di nulla con una bella alzata di spalle? Molti, in Gran Bretagna come altrove, in attesa di dati inconfutabili si rifugiano nel vecchio, sano buon senso: sì al telefonino, ma con giudizio.
di Simone Boldi
dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 28 Nov 2000
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Un anello salva radiazioni
Secondo alcuni ricercatori inglesi è possibile ridurre le
emissioni elettromagnetiche dei telefonini con la ferrite

10 NOVEMBRE - Quanto fanno male i telefonini? Gli atteggiamenti di milioni di utenti a fronte delle emissioni di microonde in direzione del cervello da parte degli inseparabili "compagni di vita" delle nostre orecchie sono i più vari: dalla fobia all'indifferenza si contano le reazioni più disparate.

I laboratori di ricerca sul controllo delle emissioni ogni tanto sfornano una nuova teoria e mentre i produttori negli ultimi anni hanno assestato il tiro sulla potenza emessa (dieci anni fa c'erano anche grossi portatili da 4 watt), oggi si tende a non sottovalutare l'apporto degli ormai diffusissimi auricolari.

Mesi fa c'è stato il grido di allarme: l'auricolare fa malissimo. Poi sono arrivate le smentite: non fa male perché non convoglia le onde verso la testa dell'utente, ma la disperde.

Insomma, come stanno le cose? L'ultima parola (che non sarà definitiva) viene da una ricerca britannica, diffusa in un articolo del New Scientist, secondo la quale applicando un piccolo anello di ferrite nell'auricolare, è possibile mascherare le radiazioni.

La ricerca, annunciata dall'Associazione consumatori britannici, avrebbe dimostrato che le onde elettromagnetiche veicolate dall'auricolare, verrebbero rispedite verso il telefono, senza scaricarsi sulla testa, nel caso in cui viene applicato l'anello di ferrite. La soluzione proposta - che ha il vantaggio di essere economica - ha anche dei precedenti, perché la ferrite era già utilizzata nei computer per schermare impulsi ed onde elettromagnetiche.

Secondo i dati dell'Associazione Consumatori Britannici, i test fatti su cinque diversi tipi di telefonino e dieci diversi tipi di auricolare, avrebbero dimostrato che questi ultimi sono in grado di irradiare una quantità di onde elettromagnetiche tre volte e mezzo superiore a quella del telefono da solo. Il livello di radiazioni non è costante, perché varia in base alla posizione del cavo al momento della telefonata. Da altri esperimenti dell'inglese Era Technology, si è poi visto che in certe condizioni la radiazione può scendere anche a zero (cosa che non avviene mai con il telefono attaccato all'orecchio), ma gli utenti dovrebbero fare spesso delle contorsioni per giungere ad una posizione di equilibrio che porti a tale risultato.

I rilievi condotti in laboratorio presentano non poche difficoltà, visto che gli strumenti a volte vengono influenzati anche da altri fattori, quali la presenza di altri campi magnetici, che vanno dai computer accesi ai ripetitori televisivi e radiofonici.

Questi ultimi studi britannici non hanno però soddisfatto l'intera comunità scientifica. Secondo molti l'auricolare rimane un ottimo elemento per ridurre le onde (la pensa così anche l'Associazione dei consumatori australiani) e in ogni caso gli esperimenti condotti di recente, andrebbero ripetuti in altri laboratori. Sempre con una ferma condizione: seguire il metodo scientifico e non farsi prendere dalla fobia antitecnologica che va dilagando.

di Giovanni Lani
dal quotidiano "il Resto del Carlino" del 28 Nov 2000



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