Bologna:
Il giudice blocca l'antenna sul tetto
E' la vittoria di Davide contro Golia. Una signora si è schierata, col solo appoggio del suo avvocato, contro una potente multinazionale delle telecomunicazioni e per ora ha vinto una battaglia importante, anche se non tutta la guerra. Sul tetto del condominio di via Faenza dove la battagliera signora occupa l'attico, il tribunale civile ha decretato la sospensione immediata dei lavori per l'installazione di un ripetitore per la telefonia cellulare.
La signora, che aveva già incassato la bocciatura di un provvedimento d'urgenza avanzato durante l'inverno, ora ha ottenuto - primo caso in Italia - il blocco dei lavori con una sentenza della seconda sezione civile del tribunale. Poco prima, anche il Tar le aveva dato ragione, 'congelando' persino l'autorizzazione all'antenna concessa dal Comune.
Ma la battaglia della signora G. era iniziata un anno fa, per l'esattezza nel marzo del '99, quando, unica inquilina contraria, si era schierata contro la decisione di tutti gli altri condomini. La Ericsson, costruttrice dell'impianto, avrebbe versato 18 milioni all'anno per l'«affitto» del tetto del palazzo.
Il 28 ottobre, all'insaputa della signora, è arrivata una squadra di operai ed ha iniziato i lavori. L'antenna in questione non è una «piccola cosa»: incide sul lastrico del tetto per una lunghezza di 15 metri ed è alta tre metri.
Col supporto legale dell'avvocato Giovanni Giorgi, la signora G. ha presentato un primo provvedimento per la sospensione dei lavori. Il giudice gliel'ha respinto, ma il maltempo è venuto in soccorso della Giovanna d'Arco dell'elettrosmog. In novembre è nevicato: impossibile lavorare su un tetto. In dicembre è arrivata invece la sospensiva del Tar, e ora la decisione dei giudici civili Berlettano e Acierno. I quali hanno basato il provvedimento non tanto sullla pericolosità delle antenne per la salute, quanto sui diritti di proprietà e sul deprezzamento dell'appartamento della signora. Ma aggiungono anche che «la diffusa consapevolezza della nocività delle stazioni fisse per la telefonia cellulare è stata anche in parte confermata dal materiale bibliografico prodotto dalla stessa Ericsson. La mancanza di indicatori scientifici convincenti e definitivi non riduce la percezione del rischio, anzi la alimenta».
di Nicoletta Rossi
Notizia tratta dal " il Resto del Carlino" edizione di Bologna del 6 Maggio 2000 Pag. 5