E' morto nella sua casa di San Lazzaro per una crisi cardiaca Cesare
Maltoni, uno dei padri fondatori dell'oncologia moderna, molto noto in
Italia e forse ancora di più all'estero per i suoi studi sui fattori
ambientali responsabili dei tumori: dalle plastiche agli additivi alimentari,
dall'amianto ai campi elettromagnetici.
Maltoni era nato nel novembre del 1930 a Faenza, dove abitano i
parenti e dove verrà sepolto in forma strettamente privata.
Completato il liceo classico, si era laureato in Medicina e Chirurgia
a Bologna ed era stato allievo del professor Favilli, nella Patologia generale
del policlinico Sant'Orsola. Qui è rimasto direttore dell'istituto
oncologico 'Felice Addarii' fino al 1997. Contemporaneamente si era dedicato
con successo a studi di livello internazionale alla guida della Fondazione
Ramazzini, che si occupa appunto di sperimentazioni (sui ratti) legate
ai fattori di cancerogenicità. Negli ultimi tempi Maltoni si era
appassionato alla realizzazione dell'hospice (il primo in Italia) per malati
terminali di cancro: l'edificio che sta per essere ultimato a Bentivoglio
grazie ad una donazione della famiglia Seragnoli. Uomo di profonda cultura
umanistica, Maltoni aveva trascorso alcuni periodi di studio all'estero,
prima a Parigi e poi in America. Da lì «importò»
negli anni Sessanta la visione preventiva del tumore: uno dei suoi grandi
meriti organizzativi infatti, è l'avere avviato, una volta assunta
la direzione dell'istituto Addarii, le prime campagne di screening sui
tumori femminili, sia quelli dell'utero sia quelli della mammella. Migliaia
di donne sono passate, a partire dal 1966, per gli ambulatori dell'Istituto,
e migliaia sono le lesioni tumorali scoperte in fase precoce.
Alcuni anni fa Maltoni, che è stato per decenni consigliere
della Lega Tumori, ha dato avvio al Registro dei tumori, un «censimento»
preziosissimo, che riporta al filone sovranazionale dei suoi studi e delle
sperimentazioni tuttora in atto nel castello di Bentivoglio, sede della
Fondazione Ramazzini. Partendo dai risultati dei milioni di test condotti
dall suo staff nell'edificio cinquecentesco trasformato in un vero e proprio
laboratorio, Maltoni, fra i primi al mondo, ha messo sotto accusa per l'azione
cancerogena sostanze al centro di giganteschi interessi industriali: a
cominciare dal cloruro di vinile. Seguirono via via, gli studi e le sperimentazioni
sui carcinomi polmonari legati all'uranio in una zona mineraria della Sassonia;
le ricerche sulle radiazioni ionizzanti, quelle sull'amianto, quelle sulla
sindrome del cosiddetto «edificio malato». Maltoni stesso,
in una intervista al nostro giornale, parlò di «un insieme
di fattori come i materiali di costruzione, sostanze chimiche impiegate
per le pulizie, la climatizzazione e gli stili di vita di chi vive all'interno
dei locali». Nel mirino delle iniziative di prevenzione, naturalmente,
il fumo di sigaretta, i pesticidi e alcuni elementi usati nel comparto
ferroviario.
Autore di 700 pubblicazioni, Cesare Maltoni è stato anche
in posizioni di vertice di numerose società scientifiche legate
al suo campo di studi.
di Renata Ortolani
Notizia tratta dal "il Resto del Carlino" edizione di Bologna
pag. 2 - mercoledi 24 gennaio 2001
AL CRUsèl
P.ZZA VERDI-CENTRO STORICO
Associazione Iperput
Barbara Rinaldi
Otello Ciavatti
Pietro Tagliati
Bologna, 24 gennaio 2001