MILANO - Sono pericolosi, ma quanto e' tutto da verificare. Sui telefonini c'e' ora anche uno studio dell'universita' di Fisica di Milano Bicocca che conferma che le radiazioni elettromagnetiche dei cellulari fanno male. La paola definitiva e' tuttavia attesa per il 2004 quando l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) rendera' noti i risultati dei gruppi di studio. Alcuni effetti biologici negativi, come il surriscaldamento della massa celebrale sono dimostrabili, altri da confermare.
MILANO - (Adnkronos) - Che siano pericolosi e' ormai certo, quanto e' tutto da verificare e...quantificare. Se la parola definitiva e' attesa per il 2004 quando l'Oms rendera' noti i risultati dei gruppi di studio avviati, continuano le ricerche, l'ultima e' quella condotta dell'Universita' di Fisica Milano Bicocca che confermano che le radiazioni elettromagnetiche dei cellulari fanno male.
Alcuni effetti biologici negativi sono facilmente dimostrabili, come il famoso surriscaldamento della massa cerebrale che puo' essere analizzato misurando il calore ceduto, altri come le possibili interazioni con gli enzimi, il sistema immunitario e persino con il Dna, restano ancora da confermare. ''Un dato certo -sottolinea il Professor Marziale Milani del dipartimento Scienza dei materiali dell'Universita' La Bicocca di Milano- e' che l'uso del telefonino rallenta i tempi di risposta: le persone piu' esposte alle radiazioni reagiscono con tempi piu' lunghi agli stimoli''.
Piu' controversi i dati su eventuali influenze negative per la memoria: qui i risultati sono diversi a seconda delle ricerche. Quanto al maggior rischio di tumori ''non e' dimostrato -ricorda il ricercatore- che le onde elettromagnetiche dei telefonini siano cancerogene ma certamente l'ipotesi non e' affatto esclusa. Anzi, secondo alcuni studi, la possibile esposizione ai tumori per chi fa uso frequente del telefonino e' addirittura duplicata''.
Le radiazioni dei telefonini '' possono certamente essere pericolose -ribadisce Milani- e non e' un caso probabilmente che nei manuali d'uso, spesso ricchi di particolari, le ditte non segnino mai il valore di massima potenza emessa, e nepppure una, sia pure approssimativa, la mappatura del campo elettromagnetico''.
Quanto all'uso dell'auricolare, il dottor Galassi della Facolta' di Fisica della Bicocca conferma i recenti studi: ''facendo da antenna, attira i segnali di radiofrequenza in uno spazio piu' limitato e ne aumenta la potenza''. La 'coccinella' invece riuscirebbe a ''ridurre la potenza delle radiazioni dal 20 al 40 %, a seconda del posizionamento (andrebbe messa vicino all'antenna o lungo il suo corso) e del tipo di telefono a cui e' applicata ''.
Giorgio Lovisolo, esperto di dosimetria e radiazioni elettromagnetiche dell'Enea, smentisce con forza la notizia secondo la quale gli auricolari farebbero male. ''Sono apparecchi utili che, a seconda dei modelli, consentono di ridurre la dose di potenza da 10 a 20 volte''. L'Enea ne ha testati 7-8 e nelle prossime settimane ne verranno sperimentati altri nell'ambito di un progetto triennale di ricerca finanziato dal Murst con 60 mld sulla salvaguardia dell'uomo e dell'ambiente dalle emissioni elettromagnetiche. L'Enea ribadisce inoltre che farfalline, coccinelle e altri congegni pubblicizzati come antidoto alle onde elettromagnetiche ''non ottengono risultati nel far diminuire la dose di radiazioni assorbita''.
Lovisolo contesta anche gli ''eccessi di allarmismo'' in questo settore: ''se esiste un effetto onde, questo e' veramente debole rispetto ad altri agenti fisici o chimici di danno. Lo smog urbano e il benzene, ad esempio, fanno peggio come dimostrano molte ricerche''.
Articolo tratto da: "Agenzia giornalistica (Adnkronos)" martedi 11 aprile 2000
LONDRA — S'è aperta la «guerra dei test» sui telefonini con
auricolare. L'Inghilterra ha lanciato l'allarme: «Gettate via l'auricolare
— avvertivano gli scienziati inglesi — perché aumenta fino a tre volte
le radiazioni elettromagnetiche sparate dal cellulare verso il cervello».
E in un baleno l'allarme ha fatto il giro del mondo via Internet. Ora, al
termine di consistenti prove di laboratorio, i ricercatori italiani
dell'Enea (ente nazionale energia nucleare e alternative) confutano gli
esami inglesi: «Gli auricolari servono — afferma Giorgio Lovisolo, del
dipartimento ambiente Enea — perché abbattono il volume delle
emissioni elettromagnetiche da 10 a 20 volte». Questo dopo aver
testato sei-sette modelli di auricolari. Dunque scienziati-contro su
questo comunissimo accessorio. I tecnici dell'Enea ipotizzano che gli
inglesi siano incappati in qualche problema di interferenza oppure
abbiano, in buona fede, non adegutamente isolato il sensore nel corso
delle misurazioni.
Per i test, all'Enea si sono serviti di due manichini costruiti con
vetroresina, acqua e altro in modo da massimizzare la condizioni di
rischio riguardo all'assorbimento delle radiazioni: condizioni che nella
realtà sono molto meno esasperate. Le rilevazioni sono state compiute
con cellulare senza auricolare, con telefonino a un metro dalla testa
dei fantocci sintetici e con auricolare (filo pendente come
consuetudine dalla guancia al braccio). Ebbene, i risultati vanno in
direzione opposta a quella «scoperta» dagli inglesi. «Secondo loro il filo
dell'auricolare funziona da antenna — spiegano all'Enea — per noi
invece non è così».
L'unico punto dove italiani e britannici vanno a braccetto è sull'inutilità
di «schermature» applicate sul telefonino, tipo farfalle e coccinelle:
colorate e curiose, belline, di gran moda ma del tutto superflue in
quanto a protezione.
Simone Boldi
notizia tratta dal "il Resto del Carlino 21 Apr 2000 04:01 Cronaca pag.6