storica sentenza della cassazione
L'elettrodotto sulla testa? Potete dire no, grazie

ROMA — Non potranno più costruire elettrodotti sulla vostra testa senza tener conto del vostro diritto alla salute. E' questo il senso della clamorosa sentenza della Corte Costituzionale che, con il pronunciamento 9893, ha stabilito che la costruzione di un'infrastruttura per il trasporto di energia elettrica può essere bloccata anche in via preventiva in nome del diritto alal salute e non può essere una «servitù coattiva» come pretendeva l'Enel.
Con questo pronunciamento la Cassazione ha accolto il ricorso di Celestino Genovese, proprietario di una casa nel comune di Lapio, in provincia di Napoli, che fece causa all'Enel che voleva costruire una linea a 220kv a 30 metri da casa sua. Tribunale di Napoli e corte d'Appello gli diedero torto, la Cassazione ha ribaltato il giudizio imponendo alla corte d'Appello di riesaminare il suo dinego e valutare, al la luce del parere della suprema corte, le prove fornite dal cittadino, stabilendo anche indagini di carattere tecnico.
Nel pronunciamento la Cassazione sottolinea che il blocco dei lavori può essere chiesto «ancorchè tale esposizione si determini nel rispetto dei limiti massimi stabiliti dalla disciplina di rango secondario vigente al momento della decisione», e questo perchè già il solo fatto dell'esistenza di una simile normativa dimostra che «allo stato delle conoscenze scientifiche l'esposizione ai campi elettromagnetici, se siano superati certi limiti massimi, è considerata fonte di possibili effetti negativi».
Ancor più clamorosa è l'affermazione della Corte che «la normativa ha il valore di impedire che possa essere tenuta una condotta che vi contrasti, non quello di rendere di per sè lecita la condotta che vi si uniformi». Adesso, sottolinea il sottosegretario all'Ambiente Valerio Calzolaio, per dare un quadro normativo omogeneo «diventa sempre più urgente approvare la legge quadro approvata dal Senato e all'esame della Camera».
E per l'Enel non sono escluse sgradite sorprese. «A questo punto— osserva infatti il ministro delle Politiche Comunitarie Gianni Mattioli — occorre un moratoria per i nuovi elettrodotti in attesa che venga approvata la nuova legge quadro: non possiamo infatti sprecare risorse per elettrodotti che potrebbero poi dover essere bonificati: ne parlerò domani (oggi per chi legge Ndr) in Consiglio dei ministri».
di Alessandro Farruggia
Notizia tratta dal quotidiano "il Resto del Carlino" Pag. 2 - 24 ORE DALL'ITALIA del 28 luglio 2000



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a cura della sede CODACONS di BOLOGNA