Parlamento
Europeo
Direzione
generale degli Studi – Direzione A
STOA –
Scientific and Technological Options Assessment
I
CAMPI ELETTROMAGNETICI E LA SALUTE
In base alPrincipio di precauzione [1], le
autorità competenti dovrebbero incentrare la propria azione sulla
protezione dei cittadini dai rischi di danni causati dall’esposizione ai CEM [2] . Come dimostrato dalla
letteratura scientifica, gli studi condotti in merito sono troppo recenti
per poter definire con esattezza gli effetti a lungo termine
dell’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche. Sebbene gli effetti sul
breve periodo siano stati già identificati, la comunità scientifica è ancora
ben lontana dall’individuazione gli effetti a lungo termine. Gli
esperimenti condotti nei laboratori specializzati hanno già evidenziato
alcune possibili conseguenze di una prolungata esposizione ai CEM, ma è
ancora troppo presto perché la questione possa dirsi risolta.
Introduzione
Ogniqualvolta si produce, si
trasporta e si consuma energia elettrica si creano campi elettromagnetici
(CEM), linee di forza invisibili che circondano tutti gli apparecchi
elettrici. Il campo elettromagnetico è una combinazione di due tipi di
campi: un campo elettrico e un campo magnetico. Le linee elettriche, gli
impianti elettrici e le apparecchiature elettriche producono sia campi
elettrici che campi magnetici. I campi elettrici e quelli magnetici hanno
proprietà differenti e forse causano anche effetti biologici in modi
diversi. Va detto che, mentre si può facilmente schermare o ridurre
l’intensità dei campi elettrici tramite oggetti conduttori (per es. gli
alberi, gli edifici e la pelle umana), l’intensità dei campi magnetici si
riduce soltanto allontanandosi dalla sorgente di emissione. Attorno alle
apparecchiature e alle linee elettriche sono presenti sia campi elettrici
sia magnetici. L’interesse e la ricerca si sono recentemente incentrati sui
potenziali effetti dell’esposizione ai campi magnetici sulla salute. I
livelli di esposizione degli esseri umani alle radiazioni elettromagnetiche
vengono determinati attraverso la misurazione del tasso specifico di
assorbimento, detto SAR (Specific Absorption Rate). Il SAR indica la
quantità di energia assorbita dall’organismo, e viene comunemente espresso
in watt per chilogrammo (W/kg).
1. – Fonti di esposizione
Le principali fonti di
esposizione ai campi elettromagnetici sono elencate di seguito. Occorre
tuttavia precisare che qualsiasi apparecchio alimentato ad energia
elettrica produce campi elettromagnetici: il rasoio elettrico,
l’aspirapolvere, l’asciugacapelli, la radio, il ferro da stiro, la
fotocopiatrice, il frigorifero, il registratore, la TV, il forno a
microonde, ecc.
1.1. – Telefoni mobili e
stazioni base
Le principali sorgenti
d’esposizione sono i telefoni mobili e le stazioni base, che emettono radiazioni [3] in radiofrequenza(RF) [4]. In entrambi i casi, i
livelli di esposizione generalmente si riducono man mano che aumenta la
distanza dalla sorgente. Per quanto concerne i telefoni cellulari,
l’esposizione riguarda in particolar modo la parte del capo a cui si
accosta l’apparecchio, oppure le varie parti del corpo più vicine al
telefono, nel caso si ricorra all’uso del viva voce. Per quanto concerne le
radiazioni emesse dalle stazioni base, l’esposizione della popolazione
riguarderà tutto il corpo ma, normalmente, con livelli d’intensità
notevolmente inferiori a quelli raggiunti dai cellulari.
1.2.
– I cavi aerei e gli ioni [5]
Di recente si è sviluppato
un certo allarmismo sul ruolo che gli ioni ovvero le particelle cariche
possono avere nell’aumentare il rischio di tumori nelle persone che vivono
nei pressi di cavi dell’alta tensione. Questo tipo di linee elettriche
produce infatti particelle cariche, che si fissano sul particolato e gli
agenti inquinanti presenti nell’aria che, a loro volta, si fissano sulle
persone. L’agente inquinante si deposita poi sulla pelle o viene inalato,
nel qual caso si fissa nei polmoni in virtù della sua carica. I cavi
dell’alta tensione non sono quindi pericolosi di per sé, ma perché la loro
presenza attira e concentra gli agenti inquinanti emessi dagli scarichi
delle macchine, ecc.
1.3. – Stazioni
secondarie
I media e la televisione
hanno diffuso molte notizie allarmistiche su famiglie residenti in
prossimità di stazioni secondarie che hanno contratto malattie. Il dato è
sorprendente, in quanto le stazioni secondarie non sono quella grossa
sorgente di campi magnetici o elettrici che si potrebbe immaginare: al
contrario, vi sono sorgenti di CEM ben più rilevanti all’interno di ogni
casa.
1.4. - Cavi
Ovunque vi sia un flusso di
corrente elettrica viene generato un campo magnetico; in base a questo
principio basilare tutti i cavi in tensione creano campi magnetici. Spesso
i cavi elettrici sotterranei destano le maggiori preoccupazioni in quanto
sono percorsi da correnti molto intense. Questi cavi sono interrati sotto i
marciapiedi o sotto il manto stradale e hanno una tipica corrente
d’esercizio che va dai 100 ai 550 A. Le differenze sono legate ai vari tipi
di cavi utilizzati; in generale, la tensione di esercizio del cavo è
irrilevante in quanto un cavo che lavora a 230 volt può dare origine al
medesimo campo magnetico di uno che lavora a 11.000 volt, se la corrente
che vi circola è la stessa. A voltaggi ancora più elevati si riscontrano
alcune altre differenze. Con i cavi che hanno una tensione d’esercizio di
33.000 volt, come pure con quasi tutti i cavi che lavorano a voltaggi
superiori a tale valore, è prassi usuale unire tre 3 cavi singoli in un
unico cavo. Di norma, i cavi vengono posati lasciando uno spazio fra l’uno
e l’altro, ma questo non fa che aumentare l’intensità dei campi magnetici
generati, rispetto a quello che verrebbe generato posando i cavi insieme.
1.5. – I trasporti
I mezzi di trasporto non
sono esenti dai campi elettrici e magnetici, in quanto l’elettricità viene
utilizzata sia come fonte d’energia che per azionare i meccanismi di
comando. I treni e i tram alimentati da cavi sospesi creeranno campi
elettrici e magnetici lungo tutta la lunghezza dei cavi. Allo stesso modo,
anche laddove l’energia viene fornita a terra, su un tracciato
elettrificato, si produrranno campi elettromagnetici per tutta l’estensione
della linea.
2. – Quali danni possono
essere causati dai CEM?
Nella letteratura relativa
ai CEM compaiono sovente termini quali interazione, effetto biologico,
rischio, danno. Quando un organismo vivente è esposto a un campo
elettromagnetico, si verifica un’interazione fra l’intensità di
campo e la corrente e le cariche elettriche presenti nei tessuti, che
produce come risultato il cosiddetto effetto biologico. Tuttavia,
l’effetto biologico non comporta necessariamente un danno; il danno
si verifica quando l’effetto biologico supera la capacità di compensazione
biologica dell’organismo. Il rischio è la probabilità intrinseca che
un determinato danno si verifichi. Gli effetti provocati dall’esposizione
ai campi elettromagnetici possono essere classificati come acuti o cronici:
gli effetti acuti sono sempre associati a uno specifico valore di soglia,
superato il quale si producono effetti immediati e oggettivi. Non essendo
gli effetti cronici né oggettivi né immediati, si può parlare anche di
effetti a lungo termine.
2.1. – Il meccanismo
d’interazione
I campi elettromagnetici
producono coppie nelle molecole, che possono causare la migrazione degli
ioni da posizioni non perturbate, vibrazioni in cariche legate, e la
rotazione e riorientamento di molecole bipolari come quelle dell’acqua.
Questi meccanismi non sono in grado di produrre effetti osservabili in
seguito all’esposizione a CEM a bassa frequenza, poiché sono resi
inefficaci dall’agitazione termica casuale. Inoltre, il tempo di risposta
del sistema dev’essere abbastanza rapido da consentire a quest’ultimo di
reagire prima che si concluda l’interazione. Entrambe le considerazioni
implicano la presenza di una soglia (al di sotto della quale non si
verifica alcuna reazione osservabile) e di una frequenza d’interdizione (al
di sopra della quale non viene osservata alcuna reazione). In generale, a
seguito dell’esposizione a campi elettromagnetici, l’energia si deposita e
si distribuisce in modo estremamente diseguale all’interno dell’organismo.
Per ciò che riguarda l’energia assorbita dal corpo umano, si possono
distinguere quattro categorie di campi elettromagnetici: __ frequenze da
circa 100 kHz a meno di 20 MHz: l’energia assorbita dal tronco diminuisce
rapidamente col diminuire della frequenza, mentre si può verificare un
assorbimento significativo a carico del collo e degli arti inferiori; __
frequenze nello spettro da circa 20 MHz a 300 MHz: si può registrare un
assorbimento relativamente elevato in tutto il corpo, con valori
addirittura superiori se si considerano le risonanze corporee parziali; __
frequenze da circa 300 MHz ad alcuni GHz: si verifica un assorbimento
significativo e non uniforme a livello locale; __ frequenze al di sopra di
circa 10 GHz: l’energia viene assorbita soprattutto dagli strati
superficiali dell’organismo.
2.1.1. – Funzione
cellulare
Le membrane cellulari degli
organismi viventi possiedono una carica elettrica naturale, essenziale per
il normale funzionamento dei tessuti umani. Questa carica è estremamente
sensibile ai campi magnetici di intensità molto bassa. Le radiazioni
provenienti da frequenze non esistenti in natura possono modificare la
posizione delle molecole e danneggiarle, alterando il metabolismo. In primo
luogo, un processo di reazione a catena provocherà un’alterazione della
stabilità elettrica dell’organismo, incidendo sulla polarizzazione
cellulare. Il risultante squilibrio potrebbe modificare l’attività
ormonale, pregiudicare i processi di sintesi del materiale genetico,
interferire con il flusso di sostanze che attraversano le membrane
cellulari in entrata e in uscita e modificare il comportamento delle
cellule tumorali.
2.1.2.
– La formazione di radicali liberi [6]
Il meccanismo alla base
dell’insorgenza del danno comporta la formazione di RADICALI LIBERI, che
danneggiano le proteine e le membrane cellulari, mutilano i geni e il DNA,
riducono i livelli di ormoni antiossidanti, come la melatonina, alterano i
processi enzimatici e biochimici essenziali per lo svolgimento delle
normali funzioni fisiologiche e disturbano la normale trasmissione di
energia elettromagnetica nei muscoli.
2.1.3. – La stimolazione
della produzione di istamina I
mastociti (le cellule che secernono l’istamina e altre sostanze) vengono
destabilizzati dai radicali liberi. Gli studi condotti hanno dimostrato che
i mastociti esposti a radiazioni in radio frequenza secernono una quantità
doppia di istamina.
2.1.4. – L’alterazione
dei livelli di calcio Le
onde radio e i loro agenti distruttivi, i radicali liberi, alterano i
livelli di calcio nel corpo, soprattutto a carico del sistema nervoso
centrale, del cervello e del cuore. Si pensa che il livello di calcio (e
forse di magnesio) all’interno delle cellule diminuisca provocando danni
allo sviluppo, alla riproduzione e alla divisione cellulare, oltre che allo
scambio di segnali fra l’esterno della cellula e il suo nucleo.
3. – Percezione a livello
di opinione pubblica dei rischi legati ai CEM Il progresso tecnologico, nel senso
più ampio del termine, è sempre stato associato a vari pericoli e rischi,
sia presunti che reali; le applicazioni industriali, commerciali e
domestiche che comportano la formazione di campi elettromagnetici (CEM) non
fanno eccezione. In tutto il mondo l’opinione pubblica guarda con timore
agli effetti negativi sulla salute che potrebbero derivare dall’esposizione
ai CEM generati da sorgenti quali cavi dell’alta tensione, radar, telefoni
cellulari e stazioni base, soprattutto nei bambini. Per questo motivo, in
alcuni paesi viene fermamente osteggiata la costruzione di nuovi impianti
di distribuzione dell’energia elettrica e di reti per la telefonia mobile.
La storia recente ha mostrato che la carenza di dati relativi agli effetti
sulla salute delle innovazioni tecnologiche talvolta non è l’unica ragione
per cui l’opinione pubblica osteggia tali innovazioni. Anche la scarsa
attenzione per le differenze di percezione dei rischi inadeguatamente
rappresentata nelle informazioni della comunità scientifica, dei governi e
delle industrie all’opinione pubblica.
3.1. – I pericoli e i
rischi per la salute Per
comprendere la percezione del rischio da parte della popolazione, è importante
distinguere fra un pericolo e un rischio per la salute. Un pericolo può
essere un oggetto o una serie di circostanze che potrebbero potenzialmente
nuocere alla salute di una persona; il rischio è la possibilità (o
probabilità) che una persona subisca un danno da un pericolo particolare. I
CEM possono essere potenzialmente pericolosi, e il rischio per la salute
dell’individuo dipende dai livelli di esposizione.
3.2. – La percezione del
rischio Vi sono
diversi fattori che influenzano la decisione degli individui di correre o
meno un determinato rischio. Di solito, le persone percepiscono i rischi
come trascurabili, accettabili, tollerabili o inaccettabili, e li mettono a
confronto con i benefici, che dovrebbero essere decisamente superiori ai
rischi. Queste percezioni possono dipendere dall’età delle persone, dal
sesso, dal bagaglio culturale e dal livello d’istruzione. La natura
del rischio può portare a diverse percezioni. Le inchieste condotte
hanno individuato una serie di coppie dicotomiche di una determinata
situazione, elencate di seguito, che generalmente incidono sulla percezione
del rischio. Il primo fattore della coppia tende ad aumentare, l’altro a
diminuire, la portata del rischio percepito.
3.2.1. – Esposizione
involontaria/esposizione volontaria Questo è un fattore importante nella percezione del
rischio, specialmente nel caso di sorgenti di radiazioni elettromagnetiche.
Le persone che non usano i telefoni cellulari percepiscono come alto il
rischio proveniente dai campi a radiofrequenze (RF) relativamente basse
emesse dalle stazioni base dei telefoni cellulari. Tuttavia, coloro che
utilizzano un telefono cellulare generalmente percepiscono come basso il
rischio rappresentato dai campi a radiofrequenze generati dal telefono
cellulare che usano per libera scelta, sebbene questo emetta radiazioni
molto più intense.
3.2.2. – Mancanza di
controllo personale/ sensazione di avere la situazione sotto controllo Se le persone non possono esprimere
il loro parere in merito all’installazione di linee elettriche e stazioni
base per i telefoni cellulari, in particolare in prossimità delle loro
case, di scuole o campi da gioco, tenderanno a percepire come elevato il
rischio connesso con gli impianti che generano CEM.
3.2.3. – Familiare/poco
familiare La familiarità
con una situazione, o la sensazione di comprendere la tecnologia aiutano a
ridurre il livello di percezione del rischio. Questa aumenta quando la
situazione o la tecnologia, come quella dei CEM, è nuova, estranea o
difficile da comprendere. La percezione del grado di rischio può aumentare
significativamente se vi è una comprensione scientifica incompleta riguardo
ai potenziali effetti sulla salute causati da una situazione o da una
tecnologia particolare.
3.2.4. – Temuto/non
temuto Alcune
malattie e affezioni, come il cancro, il dolore acuto e persistente e
l’invalidità sono temute più di altre. Pertanto, anche una minima
possibilità di sviluppare il cancro, soprattutto nei bambini a causa
dell’esposizione a onde elettromagnetiche suscita particolare attenzione
nell’opinione pubblica.
3.2.5. –
Ingiustizia/giustizia Se
le persone sono esposte a campi in radiofrequenza generati dalle stazioni
base dei cellulari, ma non possiedono un telefonino, o se sono esposte ai
campi elettrici e magnetici prodotti da una linea di trasmissione ad alta
tensione che non fornisce energia elettrica alla loro comunità, considerano
la situazione ingiusta ed è meno probabile che accettino i rischi ad essa
associati. Nel caso di persone che non possiedono un telefono cellulare,
per esempio, l’esposizione a campi di radiofrequenza delle stazioni base
dei cellulari può essere percepita come un rischio elevato per le seguenti
ragioni:
- gli individui
subiscono un’esposizione involontaria ai campi RF;
- è ingiusto perché
l’installazione delle stazioni base espone tutta la comunità ai campi
RF, mentre ne beneficiano solo i pochi utenti della telefonia
cellulare;
- vi è una mancanza
di controllo della diffusione di queste reti nelle comunità;
- la maggior parte
delle persone ha poca familiarità con la tecnologia della
telefonia mobile, che trova incomprensibile;
- l’informazione
scientifica è insufficiente per valutare in modo preciso i rischi
per la salute; e
- vi è la
probabilità che questa tecnologia possa provocare patologie che
suscitano timore come il cancro.
4. – Protezione personale L’esposizione ai campi
elettromagnetici è cumulativa. I nostri corpi possono sopportare una certa
quantità di radiazioni provenienti dagli impianti elettrici e dalle
apparecchiature elettriche ed elettroniche presenti nelle abitazioni.
Un’ulteriore sollecitazione geopatica, come quella proveniente dalle
radiofrequenze, dai cavi dell’alta tensione o ancora dallo scorrimento di
acque sotterranee può rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso.
Infatti, qualsiasi altra sorgente nociva andrà ad aggiungersi al carico e
destabilizzerà l’organismo. Poiché non si può considerare in isolamento
nessuna sorgente singola è necessario fare tutto il possibile per ridurre
il carico complessivo, migliorando al contempo la vitalità dell’organismo e
l’efficienza del sistema immunitario.
4.1. – Rafforzare le difese dell’organismo tramite
l’alimentazione Una
dieta antiossidante, disintossicante e povera di grassi è importante, in
quanto livelli elevati di grassi saturi aumentano l’attività dei radicali
liberi, ragion per cui si dovrebbe evitare di consumare cibi fritti, mentre
si consiglia di assumere alimenti contenenti pectina (che si trova nelle
mele) e farina di alghe, che contribuiscono entrambe a proteggere l’organismo
legandosi con le tossine. si dovrebbero mangiare molti broccoli, cavoletti
di Bruxelles, cavolo, cavolfiore e crescione (preferibilmente di
agricoltura biologica). Si consiglia inoltre di usare oli come quello di
girasole, cartamo, oliva e colza, e di assumere derivati dalla
fermentazione del latte come lo yogurt e il latticello, che contengono il
lactobacillus e altri batteri che proteggono il tratto gastrointestinale.
Si raccomanda inoltre di integrare la dieta con antiossidanti come le
vitamine A, C ed E, oltre al calcio e al magnesio, e a microelementi come
il selenio, il germanio e il vanadio che inibiscono la formazione dei
radicali liberi.
4.2. – Azioni specifiche di protezione personale La cosa più importante è essere
coscienti dei rischi e prenderli seriamente, per quanto ciò sia difficile,
perché le onde elettromagnetiche sono inodori, insapori, silenziose e
incolori, e sembrano non comportare alcun rischio finché non ci si
riflette. Possiamo ridurre al minimo l’esposizione:
-
limitando l’uso di telefoni senza fili e cellulari.
-
Stando lontani dal forno a microonde e avvicinandoci solo quando è
strettamente necessario.
-
Impedendo ai bambini di stare seduti troppo vicino alla televisione o allo
schermo del computer (VDU) [7].
-
Dormendo nella zona della casa più lontana dai cavi della luce, sorgenti di
onde radio, ecc.
-
Evitando di posizionare la televisione o il computer sulla parete
confinante con il letto.
-
Sedendosi ben lontani dalla TV.
-
Evitando apparecchi che richiedono onde radio o emettono radiazioni di
qualsiasi tipo.
-
Staccando la spina di tutti gli apparecchi elettrici quando non sono in
funzione.
5. – I monitor (VDU) e la nostra salute Un VDU non è altro che un monitor,
simile allo schermo televisivo, sul quale vengono visualizzate informazioni
inviate da un computer invece che i segnali trasmessi da un ripetitore
televisivo. Quando furono introdotti per la prima volta nei luoghi di
lavoro, i VDU vennero considerati come la causa di molti disturbi della
salute, per esempio cefalee, capogiri, affaticamento, cataratte, problemi
durante la gravidanza ed eritemi. Sono stati condotti diversi studi
scientifici per individuare i possibili effetti sulla salute dei campi
elettromagnetici. L’OMS [8] e
altre agenzie hanno preso in esame diversi fattori, quali la qualità
dell’aria degli ambienti, lo stress da lavoro e le questioni ergonomiche,
come la postura e il modo di sedersi davanti al computer. Questi studi
(vedi di seguito) hanno avanzato l’ipotesi che l’ambiente di lavoro, e non
le emissioni CEM dei VDU, potrebbe costituire un fattore determinante degli
eventuali effetti sulla salute associati all’uso del VDU. Segue una breve
rassegna delle scoperte scientifiche fatte:
- Controindicazioni
in gravidanza Gli studi non sono riusciti a dimostrare l’esistenza
di effetti sui processi riproduttivi a causa delle onde
elettromagnetiche emesse da un VDU; tuttavia, hanno suggerito che se
vi sono effetti sulla capacità riproduttiva, questi possono essere
dovuti ad altri fattori presenti sul luogo di lavoro, come lo stress.
- Effetti sulla
vista. Non si è riscontrata alcuna correlazione fra cataratta e
altre patologie oculistiche e il lavoro davanti a un VDU. I riverberi
e i riflessi prodotti dagli schermi VDU sono stati identificati come
fonte di affaticamento oculare e cefalee in circostanze estreme.
-
Effetti sull’epidermide. Sono stati condotti degli studi su casi di
persone che manifestavano sintomi abnormi come eritemi o pruriti, ma non si
è potuto correlare tali sintomi alle emissioni CEM dei VDU. I test di
laboratorio condotti su persone con tali sintomi hanno escluso che fossero
il risultato di esposizioni a radiazioni CEM.
5.1. – Misure protettive Il timore che le onde
elettromagnetiche irradiate dai VDU provochino effetti nocivi sulla salute
ha condotto a una proliferazione di prodotti che dovrebbero offrire
protezione dagli effetti nocivi di questi campi e dalle radiazioni, inclusi
indumenti protettivi speciali, schermi protettivi o dispositivi "che
assorbono le radiazioni" da applicare al VDU. A parte gli schermi che
riducono il riverbero (che provoca l’affaticamento della vista), l’OMS non
raccomanda l’utilizzo dei dispositivi di protezione, poiché i CEM e le
radiazioni costituiscono solo una frazione minima dei limiti di esposizione
consentiti in base agli standard internazionali. Tuttavia, sarebbe
auspicabile dare qualche utile consiglio per evitare gli effetti temporanei
e a lungo termine. Considerato che l’affaticamento oculare aumenta col
diminuire della distanza dal monitor, la maggior parte degli esperti
consiglia di fare qualche minuto di pausa per ogni ora passata davanti allo
schermo. Si dovrebbe inoltre fare particolare attenzione all’illuminazione
(sia naturale che artificiale) Quando si usa un monitor, bisognerebbe
accertarsi sempre che tutte le fonti di luce siano a 90° rispetto allo
schermo, al fine di impedire il crearsi di riflessi fastidiosi su di esso e
l’affaticamento oculare che ne deriva.
6. – I telefoni cellulari e la salute I telefoni cellulari sono apparecchi
radio a bassa potenza che trasmettono e ricevono radiazioni MW con
frequenze comprese tra 900 MHz e 1800 MHz. Una parte dell’energia delle
onde radio emesse dai telefoni cellulari viene assorbita dalla testa
dell’utente, soprattutto dai tessuti superficiali. Le linee guida
sull’esposizione relativamente ai telefoni cellulari sono pertanto espresse
in termini di energia assorbita in una piccola massa di tessuto del capo.
La definizione di linee guida SAR è utile per indicare al pubblico quale
livello di onde radio o di altre onde elettromagnetiche emesse dagli
apparecchi elettrici può essere considerato sicuro. L’Icnirp [9] ha fissato il limite
SAR per la popolazione a 2 watt per chilogrammo (W/kg). Di recente è
stata condotta una ricerca sul SAR dalla EMC Technologies in Australia,
(commissionata da K-Tip Magazine, Zurigo). I risultati della ricerca sono
stati riportati dal Sunday lTimes il 3 dicembre 2000. I livelli SAR
individuati dalla ricerca della EMC Technologies sono i seguenti:
Telefoni cellulari SAR in W/kg
Benefon
Twin Dual 1,01
Bosch GSM 909 0,81
Ericsson A2618s 0,79
Ericsson R310s 0,94
Ericsson R320s 0,94
Ericsson T18s 0,61
Ericsson T28s 1,27
Motorola T2288 0,54
Motorola P7389 0,83
Motorola V3690 1,13
NEC db 4000 1,23
Nokia 3210 0,81
Nokia 3310 0,75
Nokia 6150 0,71
Nokia 6210 1,19
Nokia 7110 0,76
Nokia 8210 0,72
Nokia 8850 0,22
Nokia 8890 0,53
Panasonic EB GD92 1,07
Philips Ozeo 0,61
Samsung GSH 2400 1,17
Siemens S35I 0,99
Siemens M35I 1,14
Siemens C35I 1,19
Sony CMD-Z5 1,06
Swisscom Trend G366 1,05
Trium Aria 0,48.
Il
SAR si misura in watt di energia irradiata, dove il limite SAR è una soglia
di assorbimento misurata termicamente per ciascun grammo di tessuto
cerebrale. Molti scienziati ritengono che gli standard SAR non dovrebbero
essere utilizzati, in quanto
- Il SAR misura solo
gli effetti termici (riscaldamento) sui tessuti (simulati).
- I calcoli SAR
possono essere poco accurati.
- Il SAR viene
misurato su modelli sintetici e si basa su simulazioni, non su tessuti
reali all’interno del capo.
- Le procedure di
prove di simulazione SAR non illustrano i reali effetti biologici
delle radiazioni sull’organismo.
- Il SAR non ha uno
standard comune a livello mondiale. Il SAR viene misurato dai
produttori ed è lasciato all’autoregolamentazione.
- Il SAR viene
misurato a livello dell’orecchio, e un SAR più basso non significa
necessariamente che un telefono cellulare sia più sicuro di un altro,
ma potrebbe dipendere dal fatto che il punto caldo delle radiazioni
(il trasmettitore) è leggermente spostato rispetto all’orecchio.
Infatti, basta una lieve modifica della distanze per avere una
notevole differenza di SAR.
- Il SAR viene
calcolato come media su un dato periodo di tempo. Alcuni telefoni
analogici e praticamente tutti i telefoni digitali possono emettere
più di 2 watt per chilogrammo nel tessuto del capo, ma vengono
considerati conformi agli standard SAR perché i segnali sono calcolati
sui valori medi per un dato periodo di tempo. Per i telefoni delle
reti GSM (digitali), vi sono centinaia di impulsi di energia irradiata
al minuto che penetrano nel capo. E’ stato dimostrato che ciò comporta
maggiori effetti biologici rispetto a radiazioni continue di uguale
potenza e frequenza.
6.1. – Misure di protezione I sintomi più frequentemente riferiti
dagli utenti dei telefoni cellulari sono cefalee senza causa apparente,
problemi alla vista e all’udito, sensazioni di nausea o capogiri, pizzicori
alla pelle e intorpidimento o arrossamento del viso e della nuca. Sebbene
non vi siano prove scientifiche del fatto che le radiazioni emesse dai
cellulari possano essere nocive, non è stato provato neanche che esse siano
innocue. Se si dovesse scoprire che le emissioni elettromagnetiche della
gamma di frequenza del telefonino causano dei problemi, allora l’uso di
questi apparecchi tenendoli così vicino al capo farebbe sorgere chiaramente
preoccupazioni. Vi è una serie di accorgimenti che gli utenti dei telefoni
cellulari possono mettere in pratica se sono preoccupati di eventuali
rischi per la loro salute:
- non usare un
telefono cellulare se si ha a portata di mano un telefono normale;
- estrarre sempre
l’antenna;
- valutare l’ipotesi
di installare il sistema viva voce in macchina;
- se si possiede un
telefono digitale, cercare di usarlo quando è possibile in luoghi
aperti, in modo che il telefono possa trasmettere a un livello di
potenza inferiore;
- limitare il numero
e la durata delle chiamate.
Grande
preoccupazione viene inoltre espressa da coloro che portano un pacemaker o
un apparecchio acustico. Come dovrebbero comportarsi? Le marche e i modelli
di pacemaker presentano notevoli differenze nei livelli di immunità ai
segnali GSM. Le persone che portano uno stimolatore cardiaco e desiderano
usare un telefono GSM dovrebbero consultare il proprio cardiologo o il
medico curante, che potrà quindi:
- far riferimento
alla letteratura sul modello di pacemaker per ottenere informazioni in
merito alla questione;
- - far riferimento
alla letteratura sul modello di telefonino che si intende utilizzare
per avere informazioni sui suoi parametri tecnici.
Le
fonti di interferenza a carico degli apparecchi acustici possono avere
svariate origini, come le luci fluorescenti, i computer e altri apparecchi
elettronici, inclusi i telefoni cellulari. Il livello di interferenza varia
fortemente secondo il tipo di apparecchio acustico. In generale, i modelli
più vecchi e più ingombranti subiscono interferenze maggiori, mentre i più
recenti apparecchi acustici sul mercato sono già protetti dalle
interferenze di telefoni cellulari e si stanno continuamente sviluppando
nuovi standard di compatibilità e nuovi prodotti acustici.
Chi
porta un apparecchio acustico e teme le conseguenze dell’uso del cellulare,
può adottare i seguenti accorgimenti:
- se possibile,
usare il cellulare dalla parte in cui non porta l’apparecchio
acustico;
- scegliere un
apparecchio acustico con una maggiore protezione. In generale, gli
apparecchi acustici di minori dimensioni, che si portano all’interno
dell’orecchio hanno una maggiore protezione dalle interferenze
rispetto a quelli esterni. E’ importante che al momento di scegliere
un nuovo apparecchio acustico, l’utente ne provi l’uso con un telefono
cellulare, per verificarne la compatibilità. E’ inoltre importante
ricordare che il livello di potenza del trasmettitore del cellulare
cambia a seconda del luogo geografico;
- utilizzare
accessori di viva voce. Vi sono diversi accessori che possono essere
collegati all’apparecchio acustico del tipo viva voce o auricolare;
- consultare il
proprio otorinolaringoiatra.
Fintanto
che non vi saranno prove certe sui possibili rischi sanitari, si dovranno
adottare misure precauzionali per l’utilizzo dei telefoni cellulari.
7. – Il potere dell’informazione
Supponiamo
che si dimostri in modo certo che le radiazioni dei telefoni cellulari
provocano tumori: ritardare la diffusione della notizia anche di soli sei
mesi potrebbe significare moltissimo in termini monetari. Come è stato già
dimostrato con i dibattiti sul tabacco, l’ESB e il riscaldamento del
pianeta, le grandi industrie sono restie ad accettare passivamente le
scoperte scientifiche, quando queste vanno a colpire i loro interessi
primari. Ciò che è un bene per il bilancio delle aziende non sempre è un
bene per la salute pubblica. Prendiamo l’esempio del lavoro di due
scienziati, finanziato da una società europea di telecomunicazioni. Il loro
primo esperimento ha prodotto importanti risultati e ha suscitato
l’attenzione degli esperti della telefonia senza fili, ma pochi hanno avuto
accesso allo studio originale. Il pubblico ne è stato escluso, così come la
comunità scientifica in generale. Solo la società di telecomunicazione ha
avuto accesso ai dati, che sono stati condivisi con pochi altri. In questo
modo si è perso un anno e mezzo, in cui altri ricercatori avrebbero potuto
utilizzare queste conoscenze per affinare le loro indagini. Chiaramente, la
questione degli effetti sanitari dei CEM è troppo complessa per potersi
risolvere in un singolo laboratorio che opera in modo isolato. Ma quando
l’industria ottiene conoscenze avanzate sui risultati di una ricerca, ha un
maggior potere di influenza sugli sviluppi successivi. Questo a sua volta
incide sulle decisioni politiche in merito ai tempi e ai finanziamenti
delle ricerche. L’inevitabile conseguenza è che gli organi d’informazione e
l’opinione pubblica non hanno la certezza di potersi fidare delle
dichiarazioni rilasciate dalle società. Per completare il resoconto dei
conflitti d’interesse sorti in questo caso va menzionato il ruolo avuto da
un celebre consulente. Il giornale a cui è stato sottoposto lo studio in
questione è Radiation Research, una delle principali testate che si
occupano di studi sanitari sulle RF/MW, e il consulente è il condirettore,
con responsabilità primarie in merito alle radiazioni non ionizzanti;
tuttavia egli collabora anche con i produttori di telefonia senza fili di
diversi paesi. Questo, ovviamente, porta a un conflitto di interessi: è un
fatto piuttosto negativo che il consulente venga remunerato dall’industria
dei telefoni cellulari mentre svolge il ruolo di depositario di
informazioni scientifiche. Le società produttrici di telefoni cellulari e i
loro consulenti non dovrebbero avere conoscenze in anteprima dei risultati
delle ricerche. E’ necessario che vi sia una condizione di parità di
accesso alle informazioni; fintanto che non si otterrà tale equilibrio, gli
interessi privati continueranno a godere di un indebito vantaggio.
Le comunità sentono di avere il diritto di sapere cosa
si propone e si progetta rispetto alla costruzione di impianti CEM che
potrebbero essere dannosi per la loro salute, e chiedono di avere una certa
misura di controllo e di poter prendere parte al processo decisionale. Fino
a che non sarà creato un sistema efficace d’informazione pubblica e di
comunicazione che coinvolga scienziati, governi, industria e la
popolazione, si continuerà a non aver fiducia e a temere le nuove
tecnologie CEM.
Autore:
Federico BRUCCIANI sotto la supervisione di Graham CHAMBERS,
Capo Unità STOA.
Quanto
affermato in questa nota informativa STOA non riflette necessariamente la
posizione del Parlamento Europeo.
Direzione
A Divisione dell’ambiente, dell’energia e degli studi, STOA Parlamento
Europeo L-2929 LUSSEMBURGO l Fax: (352) 4300 27718 l
Oppure: l Rue Wiertz 60 lB-1047
BRUXELLES l Fax: (32) 2 2844980
|
|