Notizie tratte dal quotidiano "il Resto del Carlino" mecoledi 3 maggio 2000 pag.1
Elettrosmog
Ecco le 89
zone a rischio
ROMA — Cresce l'allarme elettrosmog. Un monitoraggio coordinato dal ministero dell'Ambiente ha verificato che 89 siti di ripetitori radio e Tv — tutti ben noti e oggetto di battaglie decennali da parte delle popolazioni — sono fuorilegge e dovranno essere risanati. La regione con più siti caldi è l'Emilia Romagna con la bellezza di 24 zone. I Verdi però sostengono che è semplicemente la regione più controllata.
Seguono il Piemonte con 16, il Lazio con 13, il Veneto (8), la Toscana (6) e le Marche (5). In Lombardia c'è un solo sito «caldo».
Farruggia a pag. 3
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Notizie tratte dal quotidiano "il Resto del Carlino" mecoledi 3 maggio 2000 pag.3 Primo piano
secondo il monitoraggio del ministro dell'Ambiente in Italia sono almeno 89 i luoghi con emissioni superiori ai limiti di legge
ECCO L'ITALIA SOTTO IL TIRO DELL'ELETTROSMOG
Già deciso il trasloco di sedici postazioni pericolose
E in breve tempo un'analoga indagine
controllerà i ripetitori per i telefonini cellulari
ROMA — Elettrosmog, la rete si stringe. Sulla base di un monitoraggio coordinato dal ministero dell'Ambiente, i controlli effettuati da Arpa/Appa, Ispesl e Noe/Carabinieri hanno verificato che ottantanove siti di ripetitori radio e tv — tutti ben noti e oggetto di battaglie decennali da parte della popolazione — sono fuorilegge e dovranno essere risanati.
La regione con più siti «caldi» è l'Emilia Romagna, con la bellezza di 24 zone a rischio. I Verdi sostengono però che è semplicemente la regione più controllata. Seguono il Piemonte con 16, il Lazio con 13, il Veneto con 8, la Toscana con 6 e le Marche con 5. In tutta la Lombardia c'è solo un sito «caldo».
Comunque, negli 89 siti sono stati superati i limiti previsti dal decreto 381 per le zone abitate per almeno quattro ore al giorno (6 volt/metro) che i gestori degli impianti denunciano essere eccessivamente restrittivi e fuori dai parametri internazionali, ma che per i comitati contro l'elettrosmog sono semmai troppo poco severi.
Comunque sia, la legge è questa e gli 89 impianti dovranno essere messi a norma (attraverso una riduzione del numero delle antenne e della loro geometria, oppure della potenza di emissione) o delocalizzati. Va detto che molti di loro avrebbero dovuto comunque «traslocare» sulla base del piano nazionale delle frequenze radiotelevisive: si tratta di sedici siti, tra i quali Ferrara, Monte Incontro in provincia di Firenze, San Silvestro in provincia di Pescara, Monte Mario e Monte Cavo in provincia di Roma. Ma ci vorrà tempo. La «mappa» è infatti solo l'inizio di un faticoso processo per ristabilire la legalità in tema di emissioni elettromagnetiche — che non sono solo quelle di radio e tv ma anche quelle delle reti di trasporto dell'elettricità, oltre che degli impianti radiobase per i telefonini. E a proposito di queste ultime i il sottosegretario all'Ambiente Valerio Calzolaio, anticipa al nostro giornale che «un'analoga indagine verrà realizzata a breve anche per i siti delle antenne dei cellulari».
L'indagine promossa dal ministero dell'Ambiente sulle antenne di radio e tv, seppur ampia, è tutt'altro che esaustiva, visto che in Italia esistono la bellezza di 33.500 impianti (9.900 di radio private, 2.600 di Radiorai, 15.800 di tv private e 5.200 della Rai-tv) e che in molte regioni (quasi tutte del Sud) non esistono o non sono ancora operative le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (Arpa), cui sono demandati i controlli. E così in alcuni casi ha sopperito l'Ispesl, mentre in altri il problema è rimasto.
«Adesso — osserva il sottosegretario Calzolaio — elaboreremo una circolare con la quale si daranno ai comuni e alle regioni le linee guida per avviare il risanamento, che sarà condotto attraverso conferenze dei servizi alle quali dovranno partecipare, oltre agli enti locali e ai gestori degli impianti, anche le associazioni di cittadini».
«Chiaramente — prosegue — non è nostra intenzione interrompere il servizio pubblico, e quindi intendiamo prevenire per evitare che, come è successo a Santa Palomba, debba intervenire l'autorità giudiziaria. Ci auguriamo che tutti i gestori capiscano che l'interesse primario è quello della tutela delle popopolazioni e che siano quindi disponibili a trovare soluzioni concertate, per le quali potranno servire dei mesi, ma che vanno decise a breve con precise scadenze temporali».
Ma i comitati e le grandi associazioni chiedono che si faccia presto. «A Roma, nel quartiere Aurelio — osserva Guido Santonocito del Wwf — si sono rilevati livelli fino a 6-8 volt/metro nelle case e fino a 30 volt/metro sui terrazzi, mentre giungono nuove evidenze scientifiche sui rischi alla salute». Tra queste Legambiente segnala la riduzione della libido, il pericolo di alterazione degli spermatozoi e disturbi all'apparati visivo.
«E' bene quini intervenire sui siti caldi — osserva Lucia Venturi —ma sarebbe meglio intervenire in maniera complessiva, tenendo conto del nuovo piano delle frequenze ed emanando soprattutto la legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico, che è ancora bloccata in Parlamento».
di Alessandro Farruggia
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La mappa di «antenna selvaggia»
Ecco l'elenco completo delle zone più inquinate.
Emilia Romagna: 24
Piagazzano di Travo (Piacenza); Montecanino (Piacenza); Monte Canate (Parma) Monte Evangelo (Reggio emilia); Viano (Reggio Emilia), Cà del Vento (Reggio Emilia); Cavazzone (Reggio Emilia), Scandiano (Reggio Emilia); Modena; Vignola (Modena); Serramazzoni (Modena); Monte Cimone (Modena); Osservanza (Bologna); Barbiano (Bologna); Castel S. Pietro (Bologna); Colle Montemaggio (Forlì); Vergantino (Forlì); Santa Sofia (Forlì); Ferrara; Lido degli Estensi (Ferrara); Ravenna; Covignano; Montescudo.
Piemonte: 16
S.Evasio-Ovada (Alessandria); Madonna di m. Spineto- Stazzano; Valle s.Pietro (Asti); Belmonte-piatto; s.A. d'Aradolo-borgo s.Dalmazzo; Monte moro-Frabosa soprana; Bricco del dente-la morra; Monte aquila-Giaveno; Colle della Maddalena-Moncalieri; Superga (Torino); s.Bartolomeo-Cannobio; Pollino di Ghiffa; Monte Mottarone- Stresa; Caldera-Trontano; Fomarco-Pieve; Monte Arrone- Borgo Sesia;
Lazio: 13
Monte Cavo (Roma); Monte Mario (Roma); Rocca d'Arce (Frosinone); Santa Palomba (Pomezia); Radio Vaticana; Rocca Priora (Roma); Castel s. Pietro romano (Roma); Arpino (Frosinone); Poggio Nibbio (Viterbo); Valle Maio (Frosinone); Tevola-Velletri (Roma); Monte Paradiso - Civitavecchia; Nettuno (Roma)
Veneto: 8
Monte Cero (Padova); Monte Rua (Padova); Monte Barbaria (pv); Col Toront (pl); Col De cros (pl); Cà Vecchia (Vicenza); Bianca (Vicenza); Torricelle (Verona)
Toscana: 6
Sanzio (Arezzo); Fiesole (Firenze); Monte Morello (Firenze); I Poggetti (Livorno); Monte Serra (Pisa); Monte Calvana (Prato)
Marche: 5
Ancona; Forte Montagnolo (Ancona); Scapezzano-Senigallia; Montesecco-Punta, Bore-Tesino (Ascoli piceno); Colle S. Marco (Ascoli Piceno)
Campania: 3
Collina di Camaldoli (Napoli); Monte Faito-Vico equense (Napoli); Palazzo delle poste (Avellino)
Molise: 2
Ferrazzano (Campobasso); Pesche (is);
Calabria: 2
Lappano; Bonifati
Basilicata: 2
Monte Li Foi-Picerno (Potenza); Seggio Moliterno (Potenza)
Friuli Venezia Giulia: 2
Petrosa (Udine), Porzus
Abruzzo: 2
S. Silvestro di Pescara; Monte Lugo-Roio (L'Aquila)
Valle D'Aosta: 1
Aosta
Puglia:1
Cegli di Campo (Bari)
Sicilia: 1
Capo d'Orlando (Messina)
Lombardia: 1
Maddalena (Brescia
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Povere scuole, il degrado le assedia
ROMA — La scuola italiana sotto assedio inquinamento. Un istituto scolastico nazionali su 6 è infatti con vista su antenne, ripetitori, elettrodotti, discariche, industrie, autostrade ed aeroporti con gravi rischi per la salute e il benessere di studenti e professori. Le città con le scuole a maggiore minaccia inquinamento sono Sondrio, Genova e Modena. Mentre Trieste detiene il primato per quanto riguarda le scuole vicino ad aree militari (ben quattro istituti).
La mappa della scuola italiana a rischio ambiente l' ha tracciata Legambiente che ha passato in rassegna il 50% degli edifici scolastici nazionali: 6.145.
Eppure in questo panorama scolastico degradato gli investimenti previsti per manutenzione eco-compatibili sono soltanto di 5 miliardi e 116 milioni di lire. «Il quadro che emerge — ha detto Vittorio Cogliati Dezza, responsabile scuola di Legambiente — è preoccupante. In Italia si investe poco in qualità scolastica e si presta poca attenzione all' ambiente in cui crescono i cittadini». Legambiente ha anche censito gli impianti a rischio ambiente più vicini alle scuole.
Praticamente dietro l'angolo, a meno di 100 metri, 42 scuole hanno un elettrodotto, 38 hanno una corsia d' autostrada, 34 sono a ridosso di un'area industriale, 12 vedono antenne radio e Tv, 4 sono sotto frastuono aeroporto, 5 hanno una discarica a portata di naso. Ci sono poi ben 14 scuole coinvolte nelle esercitazioni militari. Tra le città con più scuole a rischio, Sondrio dispone di ben il 73% degli istituti degradati ambientalmente; Genova è una città con «svincoli micidiali», come canta De Gregori, con 33 istituti a meno di 100 metri da un' autostrada. Ma ce ne sono anche 28 a meno di 100 metri da un' area industriale e 16 da un elettrodotto. Anche Modena ha 25 scuole sotto un elettrodotto o un ripetitore.
Ma all'inquinamento «passivo» si somma anche una scarsa eco-coscienza scolastica. Appena il 27% degli istituti censiti ha dichiarato infatti di fare qualche forma di raccolta differenziata. Le scuole dove si ricicla di più sono tutte al nord con il testa Como (72 scuole che raccolgono i rifiuti in maniera differenziata) e Bergamo (50). Le scuole peccano non solo in ambiente, ma anche in strutture: una scuola su 5 non ha attrezzature sportive, il 15% degli istituti è stato costruito prima del 1930, solo il 35% ha un giardino, appena il 20% un cortile.
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Frigo e phon:
maneggiare
con cautela
ROMA — Il pilone elettrico o il ripetitore tv incutono un certo timore al primo sguardo, ma quanti hanno paura del frigo di casa, del phon o della fotocopiatrice? Eppure sono tutte fonti di elettrosmog.
I rischi? Il rasoio elettrico, a diretto contatto con la pelle, sottopone a un campo magnetico di 120 microTesla, e il phon, impugnato a meno di 15 centimetri dai capelli, sprigiona onde superiori ai 100 microTesla. Attente segretarie: fare una fotocopia espone a 1,2 microTesla.
Casalinghe a rischio magnetico: aspirapolvere (70 microTesla), frullatore (60), forno a microonde (30), lavatrice (10) e frigo (4).
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