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Gli strumenti informatici negli affari internazionali

Autore:Francesco M. Mennillo

Ringraziamenti

Indice 


Introduzione

Così come si afferma nel Rapporto Bangemann, le tecnologie dell'informazione stanno generando una nuova rivoluzione industriale che si annuncia fin d'ora non meno importante di quella dei secoli passati, anche per le conseguenze che ne deriveranno in campo sociale ed economico.

E' una rivoluzione basata sull'informazione.

Il progresso tecnologico ci consente oggi di elaborare, memorizzare, reperire e comunicare l'informazione indipendentemente dal suo formato -orale, scritto o visivo- senza limiti di distanza, tempo e volume.

Tale rivoluzione darà un ulteriore impulso a quel processo di internazionalizzazione che, a partire dagli anni '80, ha generato nuove forme di collaborazione tra aziende che rappresentano sempre più il modo di "crescere" di un'impresa, attraverso la collaborazione esterna piuttosto che la crescita interna.

Il make together è oggi la nuova forma organizzativa industriale più efficiente ed efficace per affrontare la crescente dinamica dei mercati internazionali.

Negli anni '70, infatti, si affermarono soluzioni organizzative più vicine al mercato (decentramento produttivo o sviluppo di aree sistema) e in seguito, dagli anni '80 in poi, ci si volse verso modelli più complessi e a maggior coordinamento attuati anche con Nuove Forme d'Investimento Internazionale.

Così gli accordi di cooperazione, considerati Nuove Forme di Internazionalizzazione, hanno permesso di concentrarsi sul core business e di integrare il prodotto o il processo con componenti, servizi, macchine, materiali, software e sapere acquisito da altre imprese.

In tal modo si è passati ad evidenziare le differenze esistenti in teoria tra l'impresa multinazionale e quella transnazionale.

La prima, ricerca nell'internazionalizzazione il "circolo virtuoso" derivante dai minori costi unitari, dovuti alla più ampia base di mercato raggiungibile e al rinvenimento di risorse finanziarie sufficienti per ulteriori investimenti, finalizzati al rafforzamento del vantaggio competitivo.

La seconda tipologia di azienda, legata al modello di internazionalizzazione basato sull'impresa transnazionale, confuta un'interpretazione di tipo classico di tale processo.

La chiave di lettura del fenomeno sta nel fatto che l'impresa è comunque un sistema cognitivo, cioè un'organizzazione che si sposta dalla produzione di beni materiali a beni immateriali, quali le informazioni e l'uso di conoscenze.

Di conseguenza l'impresa per ridurre i costi ed i rischi sostenuti per sviluppare il sapere, specie se scientifico e tecnologico, tende ad allargare a livello globale la divisione del lavoro per la produzione della conoscenza.

Il sapere e quindi l'informazione prodotta dal fattore umano, tende in questo modo a divenire la risorsa produttiva più importante, che può essere utilmente sfruttata grazie anche all'abbattimento delle barriere spazio-tempo avutosi con lo sviluppo delle reti telematiche.

Naturalmente il trasferimento di tali conoscenze richiede la presenza di un codice di traduzione e di una rete che faccia da tramite tra l'ambiente di origine del sapere con quello di applicazione.

Internet e Intranet assolvono il compito di mezzo fisico di trasmissione dell'informazione, grazie anche alle loro economie di rete.

Per di più ritengo che, con lo sviluppo del commercio elettronico, si possa affermare che Internet sia in grado di rappresentare anche una valida ed economica alternativa ad alcune forme di internazionalizzazione.

Si pensi alla riduzione di costi che si può ottenere con una presenza virtuale in luogo di una fisica, ottenibile attraverso un Investimento Diretto all'Estero (IDE).

In questo senso, ritengo che le tecnologie dell'informazione, dal momento che non richiedono forti investimenti iniziali, diano un valido impulso alla ricerca di nuovi mercati e a forme di collaborazione internazionale.

Del resto anche la stessa Unione Europea, attraverso un apposito ufficio (Information Society Project Office - ISPO), in questi ultimi anni sta puntando molto sulla realizzazione e diffusione di progetti finalizzati a una maggior utilizzazione di strumenti elettronici nel commercio internazionale.

Internet, grazie all'effetto sempre maggiore delle economie di rete, si presenta come la strada più facile, anche se non l'unica, per la realizzazione della società dell'informazione. Ecco perché ritengo che le imprese debbano seriamente affrontare la questione di una loro presenza strategica in rete, la quale solo in questo modo sarà in grado di fornir loro informazioni, di incentivare la produttività, l'efficienza, il make together, la comunicazione con l'esterno della stessa azienda, come si può rilevare dai casi aziendali riportati. 



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