Primo Levi
"Se questo è un
uomo" e "La tregua"
Primo Levi nacque a Torino
nel 1919 da una famiglia di origini ebree. Egli frequentò il liceo classico a
Torino dove ebbe come insegnanti alcuni antifascisti come Cesare Pavese e
Augusto
Frequentò amici ed ambienti
antifascisti, e durante la guerra si unì ai partigiani sulle montagne della
Valle D'Aosta. Alla fine del 1943 venne catturato dalle milizie fasciste e
deportato nel campo di concentramento di Auschwitz
in Polonia. Egli, affidato alla fabbrica di Monowizt, che fa parte di un
sistema di 39 campi, trova la sistemazione di manovale in una squadra
incaricata di costruire un muro. Grazie alle sue conoscenze in chimica gli poi
viene affidato un lavoro di laboratorio.
Rimane ad Auschwitz fino alla liberazione ad opera dei russi nel gennaio
del'45. Egli, appena fece ritorno a casa, sulla base delle terribili esperienze
che visse nel campo di concentramento scrisse "Se questo è un uomo" che all'inizio ebbe un
successo piuttosto limitato per le difficoltà che incontrò per la sua
pubblicazione. Levi riprese la sua attività di chimico, lavorando in un'azienda
di vernici. Proseguì anche a comporre romanzi sui suoi ricordi di prigionia e
sull'olocausto, come "La
tregua" (1963). Il romanzo
racconta il viaggio di ritorno dal campo di concentramento di Auschiwtz fino a
Torino ed ebbe subito un successo internazionale tale da consentire a Levi di
essere riconosciuto come un grande scrittore e consentì a "Se questo è un uomo" di divenire uno dei romanzi più
letti del dopoguerra.
"Se non ora quando"
(1982) descrive il viaggio di un gruppo
di partigiani ebrei russi che vanno dalla Bielorussia all’Italia passando per
la Palestina.
"I sommersi e i salvati"
(1986) l'ultimo libro scritto da Levi
che, a distanza di molti anni, analizza le esperienze vissute nel Lager e le responsabilità dei
vari personaggi dell'olocausto.
Egli scrisse anche dei
libri di tipo scientifico legati alla suoi studi di chimica fra i quali i più
importanti sono:
"il sistema periodico" (1975) dove
lega ad ogni elemento chimico della tavola periodica una storia spesso di
carattere autobiografico
"La chiave a stella"
(1978) dove si racconta la vita e il lavoro dell’operaio piemontese Faussone,
che gira il mondo per svolgere il suo lavoro di montatore. Nel personaggio,
quasi una proiezione dell’autore, spiccano la curiosità intellettuale e un vivo
senso della dignità del proprio lavoro.
Levi, in un periodo
di depressione ancora tormentato dai ricordi di Auschiwitz, si uccideva nel
Prefazione
storica: il nazismo.
Origini.
Il Nazismo nacque in
Germania in seguito alla grave crisi economica e alle tensioni sociali, che
erano sorte dopo la sconfitta della I° guerra mondiale. Il trattato di
Versailles stabilì che la Germania doveva pagare tutti i debiti di guerra e
subire l'occupazione militare francese nel bacino della Ruhr, una delle zone
più importanti per l'economia della Germania. Questo portò al tracollo
economico con un'inflazione spaventosa e un altissimo numero di disoccupati.
Crebbero movimenti di protesta sempre più forti e le potenze occidentali fecero
ben poco per controllare la situazione politica tedesca. Dopo le prime tendenze
democratiche, infatti, la situazione volse verso sempre più accentuati
estremismi di destra e di sinistra e alla rinascita di un nazionalismo sempre
più aggressivo con desideri di rivincita sulla Francia e sul trattato di
Versailles.
La crisi economica del
1929 aggravò ancora di più la situazione economica della Germania che si stava
appena riprendendo e rese ancora più difficile il pagamento dei debiti,
nonostante fossero stati ridotti.
Il Partito Nazista
nacque negli anni'20, ma raggiunse un alto numero di seguaci solo dopo il 1930.
Era capeggiato da Adolf Hitler, il
quale era già stato protagonista di una rivolta d'estrema destra nel
I deboli governi che si
susseguivano non erano in grado di fronteggiare l'ascesa di Hitler e del suo
partito nazista che aveva una sempre maggiore popolarità. Egli acquistò potere
anche grazie all'appoggio dei grandi industriali degli ambienti militari e
conservatori che vedevano nel nazismo un modo per contrastare i movimenti
socialisti e comunisti che in quel periodo avevano un seguito considerevole. In
occasione dell'incendio del Parlamento accusò i comunisti e ottenne l'appoggio
dei partiti conservatori. Così dopo le elezioni che videro un successo per i
nazisti, Hitler è chiamato da Hindenburg, il presidente della repubblica, un
conservatore, a formare il governo nel gennaio del'33. Si trattò di un governo
di coalizione tra nazisti ed esponenti conservatori.
Egli raggiunse presto i
pieni poteri dittatoriali assumendo tutte le cariche più importanti, anche
quella di Presidente della Repubblica. Non appena al potere, instaurò un regime
nazista che, ispirandosi al fascismo di Mussolini in Italia, limitava le
libertà personali ed eliminava gli oppositori. Furono cancellati la libertà di
stampa, di sciopero, tutti gli atri partiti furono messi al bando e tutte le
attività furono controllate dal regime. Assunse il titolo di "Führer"
(condottiero), e si sbarazzò anche di alcuni suoi sostenitori come le SA (reparti d'assalto) le squadre
armate che, come le "camicie nere" in Italia, gli avevano permesso di
conquistare potere con atti di violenza. Egli instaurò delle milizie militari
le SS (schutz staffeln, squadre di
protezione) e una polizia segreta di stato (GESTAPO) che direttamente ai suoi comandi dovevano eseguire le più
spietate operazioni di "pulizia" degli oppositori creando un clima di
terrore.
Il nazismo alla conquista dell'Europa.
In politica estera
Hitler trovò alleati nei regimi autoritari e fascisti come in Italia e
Giappone, destò simpatie negli ambienti più conservatori di tutta l'Europa e
sostenne il partito nazionalista durante la guerra civile in Spagna. Vennero
iniziati grandi lavori pubblici che apparentemente servivano per migliorare
l'economia ma in realtà preparavano la Germania ad uno scontro bellico. Le sue
intenzioni di creare uno "spazio vitale" per il popolo tedesco furono
sottovalutate dagli altri stati occidentali (Francia ed Inghilterra in particolare).
Questi, troppo occupati a risollevarsi dalla crisi economica del 1929, erano
convinti che un rafforzamento della Germania avrebbe controbilanciato la
crescita dell'URSS, sottoposta alla
dittatura comunista di Stalin.
Hitler poté così compiere annessioni
territoriali (l'Austria e la Cecoslovacchia
nel 1938) senza trovare grandi ostacoli aggirando i vari trattati di
pace. Quando l'intenzione di Hitler di conquistare l'Europa divenne evidente,
era ormai troppo tardi per fermare l'avanzata del Terzo Reich e lo scoppio
della II° guerra mondiale.
Ciò che caratterizzò di
più il nazismo fu il culto della razza ariana che voleva la stirpe germanica
dominare e comandare su tutte le altre, considerate inferiori, come simbolo
della Germania ariana venne adottata
Durante la guerra
l'espansione della Germania nazista sull'Europa portò con sé il suo
antisemitismo. Nei territori dell'Europa orientale, dove gli ebrei erano più
numerosi, vennero creati nelle città dei ghetti. Qui gli ebrei erano isolati
dal resto della città, costretti a portare sugli abiti la Stella di Davide
gialla, e a vivere in condizioni di sovraffollamento e denutrizione.
Il più famoso fu il ghetto di Varsavia nel quale scoppiò una
rivolta nel 1943 che venne repressa nel sangue dai nazisti: oltre 56.000 ebrei
vennero uccisi e il ghetto venne distrutto. Il razzismo e l'antisemitismo
tedesco arrivarono anche in Italia dove il regime fascista emanò le leggi razziali
nel 1938 che appunto avevano come principale bersaglio proprio gli ebrei
che anche qui rimanevano esclusi e discriminati dalla vita pubblica e sociale.
Molti intellettuali,
politici e scienziati, riuscirono a
scappare verso gli stati più democratici come Inghilterra e Stati Uniti, ma chi
rimaneva ed era un oppositore al regime
o un ebreo veniva messo a tacere o eliminato. Anche libri, opere artistiche,
cinema, musica che in qualche modo
contenevano idee contrarie al regime vennero distrutti, tutto doveva essere in regola con l'ideologia
nazista.
L'atrocità del nazismo
raggiunse il suo apice nei campi di concentramento dove furono rinchiusi tutti
gli oppositori al nazismo: politici, prigionieri di guerra, omosessuali, zingari, oltre agli ebrei. Per questi ultimi fu
riservato il trattamento peggiore: costretti a condizioni di vita disperata,
sfruttati al limite della resistenza umana.
Nei campi di sterminio
furono provate le torture terribili: dagli uomini usati come cavie negli
esperimenti scientifici per provare nuove armi, veleni, farmaci per studiare la
resistenza al dolore agli stermini di
massa nelle camere a gas o nei forni crematoi.
I campi di
concentramento erano diffusi in tutta l'Europa sottoposta al dominio tedesco, fra i lager più
tristemente famosi ci sono quelli di Auschwizt,
Dachau, Buchenwald, Mauthausen. Anche in Italia c'erano dei campi di
concentramento: la Risiera di San Sabba
e Fossoli.
Solo il bisogno di
manodopera per la guerra che si avviava verso una sconfitta per la Germania, li
salvò dallo sterminio totale, e in ogni modo
alla fine della seconda guerra mondiale ben 6 milioni di ebrei erano stati sterminati dal nazismo.
L'avvento
del nazismo e il suo dilagare avrebbe potuto essere prevenuto, evitando così
tutto quello che ne consegui, se la comunità internazionale si fosse mobilitata
prima?
Lager: le testimonianze più famose
Le atrocità commesse nei campi di
sterminio ci sono giunte anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti come
Primo Levi che hanno contribuito a far luce su un periodo oscuro della
nostra storia.
Raccontare è dunque una
necessità, una priorità assoluta, ma non è una cosa facile. Perché raccontare
quel dramma spaventoso significa entrare in una contraddizione irrisolvibile ma
che, pure, bisogna affrontare. Bisogna conservare la memoria di quegli eventi,
impedire che vengano cancellati dal tempo, ma trovare le parole per dire tanta
violenza, tanta disumanità, è forse impossibile. Le parole dello scrittore, del
testimone, non sono mai sufficienti: lasciano al lettore il compito di
comprendere fino in fondo con quale angoscia, con quale sofferenza, milioni di
uomini, donne e bambini, hanno dovuto subire quel processo di annientamento
dell'umano. Oltre a Primo Levi
diversi altri autori hanno parlato dei campi di concentramento o delle atrocità
dei nazisti fra questi possiamo ricordare alcuni.
L'austriaca Elisa Springer dove nel libro "il
silenzio dei vivi" racconta la
sua storia molto simile a quella di Levi. Anch'ella ebrea quando il nazismo
arrivò in Austria cercò di scappare prima in Ungheria poi in Italia dove venne
però catturata e portata nei campi di concentramento di Auschiwzt e Bergern-Belsen. Anche in questo caso parla
delle atrocità dei Lager e del nazismo.
Jona Oberski con "Anni d’infanzia. Un bambino nei lager" l'autobiografia dell'autore che racconta la
sua esperienza dei lager vissuta quando era bambino, circostanza che lo
traumatizzò perché oltre agli orrori dei campi di concentramento a un età
ancora ingenua e tenera vide morire i suoi genitori.
Aldo Carpi "Diario
di Gusen" (1944-1945) Il Diario
di Aldo Carpi nasce direttamente nel Lager di Gusen (che dipendeva da quello di
Mauthausen), entro il quale l'autore era riuscito a ritagliarsi una
piccolissima speranza di sopravvivenza per via delle sue doti di pittore. In
esso Carpi racconta, con la forza dell'immediatezza e l'intensità di una
coscienza ricca di umanità, l'esperienza spaventosa del campo di concentramento
così come egli la vive giorno per giorno, nell'incertezza d'una precarietà
assoluta, costantemente ad un passo dalla morte.
SE QUESTO È UN UOMO
Trama
Levi scrive questo romanzo appena
fa ritorno dal campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, narrando tutti
gli orrori e le follie che ha visto
durante la sua permanenza al Lager.
Il racconto inizia quando l'autore è catturato dalle milizie fasciste
nel dicembre del'43 ed avviato temporaneamente nel campo di concentramento di
Fossoli, nell'attesa di partire poi per la Polonia.
Tutti i prigionieri sono
inconsapevoli di quello che avrebbero incontrato in seguito, ma se ne accorgono
ben presto, quando inizia il viaggio.
Tutti i prigionieri vengono
stipati in vagoni merci in condizioni disumane: senza acqua, cibo e spazio per
muoversi. Dopo questo terribile viaggio il treno arriva ad Auschwitz dove gli
uomini sono divisi da donne e bambini e si procede alla selezione di chi è
adatto a lavorare, e di chi è destinato alle camere a gas e ai forni crematoi
di Birkenau.
Levi fa notare la beffarda
scritta all'ingresso del lager "il lavoro rende liberi" che gli
rimarrà impressa per tutta
Fra i vari internati del lager, criminali comuni
e politici, gli ebrei sono quelli più
disprezzati e maltrattati. Ogni giorno sono sottoposti ad un lavoro in
condizioni di schiavitù alla fabbrica di Monowitz: senza sosta
sotto le percosse dei tedeschi, e soprattutto dei loro Kapos
i capi baracche che ,anch'essi prigionieri ma di "rango superiore", responsabili
della disciplina abusano spesso del loro potere dando sfogo all'aggressività
più feroce per la gioia delle SS. Sostenuti solo da un tozzo di pane e un po’
di zuppa i prigionieri vivono in
baracche sovraffollate dove in una cuccetta devono dormire più persone; le
latrine in condizioni igieniche disumane sono dipinte con scritte beffarde che
incitano all'igiene. Solo chi è in salute e sa ridurre al minimo lo spreco di
forze ed energie può sperare di
sopravvivere, altrimenti è destinato a morte certa.
I prigionieri sono distrutti come
esseri umani, non hanno più nome ma solo un numero e pur di sopravvivere
compiono qualunque atto, si deve imparare a rubare e a non essere
derubati. Nel lager non c'è spazio per
la solidarietà: arrivare vivi il giorno
successivo è la cosa più importante per ogni prigioniero, nessuno pensa più al
futuro o ha illusioni se quell'inferno finirà o no, non c'è tempo
di pensare di riflettere si ciò che si è diventati. Tutto diventa utile nel lager e anche
l'oggetto più insignificante può essere fondamentale. Nasce così un commercio
di oggetti di ogni genere: fil di ferro per legare le scarpe, razioni di pane
in cambio di un cucchiaio…. Nonostante
ciò Primo conosce alcune persone con le quali intreccia buoni rapporti e
ringrazia di aver amici come Alberto e Lorenzo che lo aiutano a sopravvivere.
Lorenzo in particolare è un
muratore italiano che lavora per un'impresa che ha trasferito ad Auschwitz e fornisce a Levi per sei mesi
piccoli aiuti e conforti senza ricevere nulla in cambio. Egli ricorda anche
l'aiuto che i civili della Buna offrono ai prigionieri spesso è fondamentale
per la sopravvivenza
Durante l'estate del 1944 la vita
nel lager ha una speranza in più perché circolano voci sulle prime disfatte
tedesche e nei prigionieri nasce
l'illusione di poter essere liberati prima dell'arrivo dell'inverno. Le
speranze vanno deluse e così l'inverno sopraggiunge di nuovo e con esso
selezioni per la camera a gas sempre più frequenti. Levi riesce a superare l'inverno perché
grazie alle sue conoscenze in chimica è arruolato in un reparto dove le
condizioni sono meno massacranti.
L’autore divide i prigionieri in
due categorie: i sommersi e i salvati.
I sommersi sono gli inetti, coloro che non sanno adattarsi all’ambiente del
lager e soccombono perché eseguono passivamente tutti gli ordini, non mangiano
nulla extra-razione, non sanno una parola di tedesco e non riescono quindi a
districarsi tra regolamenti e proibizioni.
Appartiene alla categoria dei
sommersi la grande maggioranza dei prigionieri, una massa anonima di esseri vuoti, stanchi, indifferenti.
I salvati sono gli individui che
Darwin avrebbe definito adatti: i
forti, gli astuti, coloro che riescono ad "aguzzare l’ingegno, indurare la pazienza, tendere la volontà".
Essi cercano di diventare dei Prominenti, perché
da un incarico o da una mansione specialistica deriva sempre qualche privilegio
e quindi qualche possibilità di sopravvivenza; inoltre sono di solito degli organizzati, nel senso particolare che
questa parola assume nel gergo del Lager, cioè escogitano gli espedienti più
vari per procurarsi cibo o altri articoli che possano essere cambiati con cibo
oppure usati per attutire i disagi. …
Lo stesso Primo Levi è un salvato. Infatti, grazie ad alcune
circostanze fortunate, come la ferita al piede e la scarlattina, trascorre due
periodi in Ka-Be, al riparo
dal freddo, ma soprattutto, grazie alla sua laurea in chimica, è ammesso al
Laboratorio chimico come operaio specializzato e può lavorare in condizioni
umane. Essere dei salvati, però, non
vuol dire essere uomini, vuol dire solo saper escogitare qualcosa per non
morire. Questo tema sarà ancora meglio ripreso nell'ultimo
romanzo che Levi pubblicherà proprio dal titolo " I Sommersi e i salvati"
Levi si ammala di scarlattina nel
gennaio 1945 pochi giorni prima dell'arrivo dei russi e questo gli salva la
vita, infatti, tutti i prigionieri sani sono portati via e poi giustiziati per
non lasciare testimonianza di ciò che si è compiuto, ma i malati
dell'infermeria sono abbandonati al loro destino. Dopo essere sopravvissuti
dieci giorni con quel poco che rimane nel campo abbandonato, Levi e gli atri
superstiti sono trovati e liberati dai
russi.
Da qui inizia il lungo e
tormentato viaggio di ritorno di Levi
verso casa che verrà narrato né "La tregua"
Commento
"Se questo è un uomo" è
la dimostrazione di quanto possa la follia
e la crudeltà nell'uomo e di come un individuo possa essere distrutto
nella sua identità e dignità . Il titolo del romanzo deriva da una poesia
scritta all'inizio del libro, Con essa rivolgendosi a chi queste esperienze non
le ha vissute chiede se può essere considerato uomo chi vive in condizioni
massacranti, picchiato, costretto a lottare per un pezzo di pane e avere la
vita decisa per un "sì" o un
"no" alle selezioni per le camere a gas. Il titolo però si può estendere anche a chi ha commesso
queste atrocità fino all'ultimo su chi non poteva difendersi, pur di seguire le
regole di un'ideologia. Non è possibile
definire uomo un essere in cui l'odio e la mancanza di dignità arrivino al
livello dei lager.
Il linguaggio usato nel romanzo è
semplice e immediato le descrizioni sono molto realistiche per trasmettere al
lettore ciò che si provava nel Lager in modo diretto.
Penso che questo libro ci debba far
riflettere perché i fatti accaduti allora non si debbano mai più ripetere in
nessuna parte della Terra; esso è un monito alla memoria per evitare di
sbagliare ancora.
Questa è la poesia "Se
questo è un uomo":
"Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da
voi."
La Tregua
Trama
La Tregua è il seguito di Se questo è
un uomo. Il libro narra il lungo viaggio di ritorno che Primo Levi
fece dal campo di concentramento di Auschiwzt
in Polonia, fino a Torino attraverso un lungo e tortuoso percorso fra
vari paesi europei.
Il romanzo inizia con la liberazione del campo da parte dei russi
nel gennaio del 1945. I prigionieri che sono sopravvissuti agli orrori dei lager sono finalmente liberi e potevano
tornare ad essere uomini. Durante i primi giorni la confusione è molta e i prigionieri vengono
smistati in vari campi di raccolta. Levi conosce molti personaggi ma fra loro
se ne ricorda uno in particolare: Mordo Nahum, il Greco. L'incontro con lui fu
fondamentale. Il Greco, ebreo di Salonicco, è un personaggio il cui ideale di
vita si ispira ad un codice anarchico e mercantile fondato su pochi principi
fondamentali fra cui "l'uomo è lupo all'uomo" e "guerra è sempre"
. E' un uomo di mezz'età che aveva
vissuto molte avventure e sopravvissuto
in varie guerre, era diventato un
maestro nell'arte di arrangiarsi e di cavarsela anche nelle situazioni
più difficili. L'incontro con il Greco
nonostante sia stato breve è ricordato con molto affetto perché i suoi consigli
aiutano Levi a tornare vivere dopo l'inferno del Lager.
Il primo luogo dove avviene una lunga sosta fu Katowice, una
cittadina poco distante da Cracovia, dove Levi trova ospitalità, grazie
all'abilità del Greco, presso un gruppo di Italiani. Levi fa notare di come gli
abitanti della città guardano i prigionieri: sanno già tutto degli orrori che
avevano subito. Nel campo dove è ospitato, un ex lager trasformato dai russi in
un campo di raccolta per persone di varie nazionalità, Primo fa molte
conoscenze ed amicizie. Trova occupazione presso l'infermeria dove ottiene il
compito di catalogare medicinali e conosce qui Galina una giovane infermiera
russa e un gruppetto di Italiani ai quali rimarrà molto legato anche dopo il ritorno
a casa. Fra essi ci sono il Colonnello Rovi, Daniele, Leonardo, Cravero, Cesare. Quest'ultimo è un italiano ebreo proveniente anch'egli dal lager di
Buna-Monowitz e più precisamente dal campo da dissenteria dove era stato
soccorso da Levi durante gli ultimi tragici giorni che precedettero l'arrivo
dei Russi.
Tra i due ex compagni di prigionia si stabilisce un'amicizia
profonda; di lui l'autore dice che
"era un amico di tutto il mondo, non conosceva l'odio né il disprezzo,
furbo e ingenuo, temerario e cauto, molto ignorante, molto innocente, e molto
civile". È Cesare che lo introduce nel mercato nero di Katowice e durante
questo periodo di "imprese commerciali" acquista una relativa serenità.
Viene anche descritto come la vita
torna a riprendere dopo la guerra: iniziano attività commerciali, le persone tornano alle
loro piccole attività quotidiane, inizia la ricostruzione dei danni bellici e
si cerca di dimenticare orrori e drammi
appena passati. Nei mesi di permanenza a Katowice tutti
seguono l'evolversi della guerra fino al giorno della sua conclusione, l'8 maggio 1945, che è accolto con grandi festeggiamenti, e un
sempre più ardente desiderio di far ritorno a casa. Gli italiani partono poco
dopo alla volta di Odessa per poi imbarcarsi su una nave che gli avrebbe
riportati in Italia. Il viaggio però deve arrestarsi a causa di interruzioni
sulla rete ferroviaria danneggiata dalla guerra
e così sono inviati al campo di Staryje Doroghi in Bielorussia.
Durante la lunga marcia verso la "casa rossa" di Staryje
Doroghi il gruppo di italiani fa un toccante incontro con gruppo di prigionieri
tedeschi. Questi, affamati e distrutti
dal lavoro, chiedono un pezzo di pane, tutti rifiutano ad eccezione di Daniele,
unico sopravvissuto all'eccidio del ghetto di Venezia, che offe loro il pane ma
pretende che questi si inchinino ai suoi piedi.
Il lungo soggiorno a Staryje Doroghi è rilassante e trascorso
nell'ozio ma con una crescente malinconia di tornare a casa e rivedere i propri
familiari. Incontra per l'ultima volta
il Greco, che finalmente può far ritorno a casa, rafforza il legame
d'amicizia con i suoi compagni di viaggio
Dopo il lungo stazionamento in quel campo il gruppo di Italiani
parte alla volta dell'Italia ma li deve attendere ancora un lungo e snervante
viaggio. A causa dei danni causati dalla guerra alle ferrovie il convoglio compie un percorso tortuoso attraverso vari
paesi e paesaggi dell'Europa: dalle sconfinate pianure della Russia, alle
"familiari" colline della Romania, alle fertili pianure ungheresi,
alle Alpi di Austria e Germania dove arrivando a Monaco non può fare a meno di
pensare che tutto era partito da lì. Girando per le vie della città distrutta e
incontrando i pochi sopravvissuti vorrebbe
fare mille domande ma nessun tedesco
osa guardare il gruppo di ex-deportati ebrei. Dopo un mese di
viaggio Levi arriva alla tanto sospirata
Italia, e il 19 ottobre
Levi ha modo di vedere un'Europa distrutta che si sta appena
riprendendo da una lunga guerra che aveva portato innumerevoli drammi, morti e distruzioni come mai prima
nella storia. Le persone spesso colpite dalla distruzione di tutti i loro
averi e dalla perdita dei loro cari
tornano a sperare e ad avere voglia di
vivere. Egli arrivato a casa ha ancora i segni indelebili di ciò che aveva
subito e la memorie degli orrori del lager lo tormenteranno per tutta la vita.
Commento
Con questo romanzo Levi oltre a raccontare la sua personale
odissea attraverso l'Europa, ci parla di come i sopravvissuti dei lager siano
tornati a vivere dopo che era stato loro cancellato tutto ed erano stati ridotti a larve.
Durante questa odissea c'è chi intraprende la strada del commercio
per procurarsi del denaro con il quale sopravvivere e chi ruba; ma nello stesso
tempo si mescolano tra di loro, si aiutano l'un con l'altro e si compatiscono:
sono così "tornati ad essere delle persone" con sentimenti, emozioni,
desideri, in quanto possono finalmente pensare e riposare.
Più si avvicinano alle proprie terre e più sono assaliti da
sentimenti opposti: l'ottimismo e l'angoscia che qualcosa possa impedire loro
il rimpatrio e infatti, all'inizio sono increduli del loro arrivo, ma infine
riacquistano la loro sicurezza.
Nel romanzo non ci viene descritta sola "ricostruzione
morale" delle una persona, ma anche
quella materiale di paesi, case, infrastrutture traffici e commerci di
un'Europa distrutta dalla guerra.
Lo stesso autore ci spiega i motivi per cui ha dato al libro il
titolo La tregua, nelle pagine
conclusive quando rammenta le sensazioni che ha provato con i suoi compagni di
viaggio nel momento in cui il treno è entrato in Italia. La tregua è infatti
un'odissea, il ritorno inteso come travaglio interiore, lotta contro i ricordi,
la ricerca della propria persona, dell'integrità umana calpestata ed avvilita.
Ma la tregua è anche il
ritorno alla "normalità" conquistata e assaporata a poco a poco nel corso
di un viaggio di circa cinquemila chilometri in quasi nove mesi: un viaggio di
nove mesi per il ritorno alla vita.
Ma il ritorno alla vita sarà sempre dominato dal ricordo
indelebile di Auschwitz.
Penso anche che Levi descrivendoci i paesaggi e gli abitanti di un'Europa distrutta voglia anche far
ricordare a tutti gli orrori e l'insensatezza della guerra. Questo ci deve far
riflettere sulle varie guerra che ancora oggi si stanno combattendo in tutta la Terra che mietono moltissime
vittime e sofferenze inutili e spesso passano inosservate.
Inglese
The second World War
At
Munich in September 1938, the British prime minister Neville Chamberlain and
his French counterpart Édouard Daladier bought time with
"appeasement"--betraying
Pledge
they brought back with them: "Peace for our time." Within 11 months,
Hitler had invaded
The
Polish crisis precipitated the war. Through the summer of 1939, German
propaganda grew more strident, demanding cession to
The phases of the war
From
the British perspective World War II fell readily into three distinct phases:
The first, the so-called phony
war and the period of German victories in the west, ended with the decision of
The second, the
heroic phase, when Britain stood alone, began with the battle for survival in
the air over the British Isles and ended in the first week of December 1941
with the successful Soviet defence of Moscow after Hitler's attack on June 22
and with the Japanese declaration of war on the United States and the British
Empire on December 7.
The third which
lasted from December 1941 until
Perhaps
the most important event of the first
phase was the announcement on Sept. 3, 1939, that Churchill would re-enter
the government as first lord of the admiralty. Churchill thus was in charge of
the Royal Navy on April 9 and 10, 1940, when Hitler without warning overran
The
Norwegian campaign destroyed also the Chamberlain government. The obviously
poor planning and the incapacity of the British forces in an area where the
Germans were at a serious disadvantage caused a rebellion within the
Conservative Party. Thus, on May 10 Churchill was announced as Prime Minister.
Chamberlain, to his immense credit, consented to remain in the Cabinet and to
control, on Churchill's behalf, the Conservative Party. On the same day, May
10, 1940, the German army struck in the west against The Netherlands,
When
on June 18 the French government resolved to ask for an armistice, Churchill
announced on the radio that
The
important political lesson of World War II lays in the realisation that a
democratic nation, with a centuries-old tradition of individual liberty, could
with popular consent be mobilised for a gigantic national effort. The compulsory employment of labour became
universal, for both men and women. In 1943
Primo Levi is one of our century's essential voices
Writer
and chemist, survivor and witness, Primo Levi was born in
Two
years later the Germans captured Levi and took him in Auschiwzt camps. Out of
the 650 Italian Jews in his "shipment," Levi was one of the 20 who
left the camps alive. He attributed his survival to luck, to his skills as a
chemist, and to the furtive care
packages he received from an interned Italian bricklayer. He also had the
paradoxical good luck to be stricken with scarlet fever just as the Germans
began to evacuate the
Levi
returned to
The
late-breaking success of his first book inspired Levi to write another. This
was The Reawakening, in which
he recounted his long, meandering journey home through the chaos of liberated
Levi
published also a series of science-fictional and philosophical vignettes that
were later collected in The Sixth Day and The Mirror Maker. In 1977, he retired
from chemistry to write full-time.
He
wrote The Periodic Table, in
this book Levi truly use the elements of Mendeleyev's Periodic Table as
jumping-off points for autobiographical episodes.
Francese
Deuxième guerre mondiale
En 1938
à la conférence de Munich les premiers ministres français Daladier et anglais
Chamberlain obtienent d'Hitler et de Mussolini la confirmation que
l'expansion térritoriale allemande est finie. Ce n'est pas vrai. La guerre éclate
le 1er septembre 1939, le 3 septembre la France et l'Angleterre déclarent guerre à L'Allemagne.
Pendant
le premier mois la guerre est
tranquille: les allemands sont occupés au nord avec la Norvège et
Les gouvernement Laval
reste mais il s'agit d'un véritable fantoche dans le mains des nazis. Le 6 juin
1944 les Alliés, et les Français avec eux, débarquent en Normandie, c'est le
début de
Le camp d'Auschwitz
Le camp d'Auschwitz. C'était le camp le plus important du dispositif Allemand.
Auschwitz est devenu le symbole de l'assassinat
industriel des Juifs et des Tsiganes Il regroupait à lui seul, 50 sites avec trois camps principaux :
Auschwitz I
Auschwitz II Birkenau
Auschwitz III Monowitz
Les déportés étaient
déplacés régulièrement de l'un à l'autre.Dès 1939, des prisonniers politiques
ont été internés à Auschwitz, parmi eux beaucoup d'Allemands anti-nazis et des
Polonais. En 1941 des prisonniers Russes furent amenés au camp. 600 ont été
gazés au Zyklon B, les premiers
assassinats massifs.
Paradoxalement, ce camp
à sauvé la vie d'un certain nombre de Juifs vivant aux alentours. Ces Juifs d'Oswiecim (Auschwitz en Allemand), ont
construit les bâtiments. Classés par l'administration comme " Préposés aux travaux d'installation des camps de la mort ",
ces hommes et femmes évitèrent ainsi le sort de leurs homologues. N'oublions jamais que 1 300 000 Juifs sont morts à Auschwitz,
sur un total de 1 600 000
assassinats. Et ceci n'est qu'approximatif. En effet, la plupart du temps, les
enfants, femmes et hommes descendaient des wagons à bestiaux, pour aller
directement à la salle des "Douches",
où le Zyklon B ne laissait aucune
chance à qui que ce soit.
Primo Levi est l'une
des voix essentielles de notre siècle.
L'auteur
et le chimiste, le survivant et le témoin, Primo Levi est né à Turin,
Italie, en 1919. En 1938, cependant, son
judaisme est devenu une responsabilité soudaine et sérieuse.Cette année, le
gouvernement de Mussolini a décrété une série de règlements anti-Semitiques. En
dépit des prétendues lois raciales, Levi est parvenu à terminer son degré en
chimie à l'université de Turin en 1941.
Deux
ans après, quand les Allemands ont envahi l'Italie du nord, Levi s'est sauvé
aux montagnes avec des partisans,
capturés immédiatement par une troupe de milice fasciste, Levi est déporté dans le camp d'Auschwitz. Il a attribué sa survie à la chance, à ses
qualifications en tant que chimiste et à l'aide qu'il a reçu d'un maçon italien
interné. Il a également eu la chance paradoxale d'être frappé de scarlatine
juste comme les Allemands commençaient à évacuer le complexe d'Auschwitz. Il a
survécu, et il a été libéré avec une
poignée d'autres détenus malades en janvier1945.
Levi
est revenu à Turin, , et a repris sa carrière comme chimiste. Il s'est senti
piloté pour enregistrer son épreuve du temps de guerre, et dans le temps
disponible il a composé Si ceci est un homme, son mémoire de tous ce
qui a vu à Auschwizt . Aujourd'hui, cinq décennies après son aspect initial,
il continue à étonner.
Le
succès de son premier livre a inspiré la suite . C'était La trêve dans le quel il a
raconté son long, voyage de méandre à la maison par le chaos de l'Europe
libérée.
Levi a
écrit aussi des histoires scientifiques. En 1977 il s'est rétiré de la chimie
pour écrire à plein temps, et a gagné une renommée mondiale pendant la décennie
suivante avec la traduction en anglais du Tableau périodique. Dans ce livre, Levi a vraiment uni ses deux
métiers: en utilisant les éléments de
Mendeleyev le Tableau périodique il a parlè des épisodes autobiographiques
Auschwitz a emprimé en Levi des mémoires indélébiles (dont certains ont
crues plus visibles dans son dernier livre,
les noyés et les
sauvegardés ). Le 11 avril
1987, après une période de dépression prolongée, Levi se suicide.
Diritto
La tutela costituzionale del lavoro
Durante i regimi autoritari come il nazismo e il
fascismo i diritti dei lavoratori erano assai ridotti. Con il ritorno alla
democrazia e l'emanazione della Costituzione nel 1948 si sono voluti tutelare
alcuni diritti fondamentali.
Il lavoro è alla base dell'ordinamento della
repubblica: "L'Italia è una
repubblica democratica fondata sul lavoro" Art. 1. Il lavoro è
considerato un diritto fondamentale per ogni persona: " La Repubblica riconosce a tutti i cittadini
il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo
diritto" Art.4. L'articolo 35 è riferito ad una generale tutela del
lavoro, e all'aiuto che lo stato deve dare per promuovere il lavoro e preparare
professionalmente i lavoratori. Inoltre riconosce il diritto all'emigrazione e
tutela il lavoro italiano all'estero.
La costituzione si occupa di tutela del lavoro in
particolare dall'articolo 35 al 40, fra questi i più importanti sono: l'articolo 36 che riguarda il diritto
alla retribuzione, l'articolo 39 il
diritto di sindacato e l'articolo 40
il diritto di sciopero.
1. Il diritto alla retribuzione (art 36.) La costituzione non stabilisce solo il
diritto alla retribuzione ma anche le sue caratteristiche fondamentali.
La retribuzione deve infatti
essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato e,
sufficiente ad assicurare al lavoratore ed alla sua famiglia un'esistenza
libera e dignitosa.
La norma dell'articolo 36 è
precettiva questo significa che se il datore di lavoro non rispetta una di
queste due norme è costretto a conformarsi alla normativa costituzionale per
non incappare in sanzioni giudiziarie.
L'articolo inoltre ribadisce
il diritto al riposo settimanale ed ad un periodo di ferie annuali retribuite e
affida alla legge il compito di stabilire il massimo orario della giornata
lavorativa.
La retribuzione può essere a
cottimo, a tempo o mista. La retribuzione a cottimo è determinata in base al
numero di prodotti lavorati. Quella a tempo retribuisce il lavoratore in base
tempo trascorso al lavoro.
2. L'articolo 39 che riguarda il diritto di
sindacato, In esso si stabilisce che l'organizzazione sindacale è libera e
il diritto di ogni lavoratore ad associarsi senza che ciò comporti
discriminazioni nei suoi confronti. Inoltre si stabilisce un organizzazione
interna di tipo democratico la
registrazione presso enti locali o centrali secondo le norme di legge. I
sindacati hanno il compito di difendere gli interessi dei lavoratori sia a livello individuale difesa sia al livello
collettivo. Le organizzazioni sindacali più rappresentative sono CGIL, CISL e UIL che formano una
confederazione unitaria, oltre a questi
sindacati vi sono altri chiamati sindacati autonomi che rappresentano
determinate categorie di lavoratori.
3. Articolo 40 che riguarda il diritto di sciopero. Questo era
considerato reato durante il fascismo. Lo sciopero è l'astensione volontaria
organizzata dal lavoro fatta dai lavoratori. Per chiedere migliori condizioni. L'articolo
rinvia alle leggi ordinarie il compito di disciplinare lo sciopero. Lo sciopero può essere fatto per chiedere un
aumento salariale, un nuovo orario di lavoro. In questo caso si ha lo sciopero economico. Lo sciopero può
essere fatto anche in occasione dell'approvazione di leggi, decreti che
riguardano il mondo del lavoro o per protestare contro la politica del governo
e allora si ha lo sciopero politico.
Se lo sciopero è fatto da una categoria di lavoratori per sostenere interessi di altre categorie si parla di sciopero di solidarietà. Lo
sciopero comporta al lavoratore la perdita del diritto alla retribuzione ma
essendo un diritto costituzionale il datore di lavoro non può discriminare il
dipendente che ha scioperato. Con la legge del giugno 1990 talune categorie di
lavoratori hanno regole più fiscali per lo sciopero in quanto devono anche
tutelare l'interesse della collettività, in particolare nel settore dei trasporti, della sanità ,
telecomunicazioni…. Le amministrazioni
pubbliche e le aziende private devono avere un piano di emergenza che possa
garantire un servizio minimo essenziale per le prestazioni indispensabili (es.
pronto soccorso). Lo sciopero inoltre deve essere comunicato con un certo
numero di giorni di anticipo. Le autorità pubbliche in caso di assoluta
necessità possono ricorre alla precettazione
cioè all'interruzione forzata dello sciopero.
Non meno importanti sono gli
articoli 37 e 38 che si occupano della tutela del lavoro femminile e minorile,
e del diritto di assistenza per le persone inabili al lavoro:
1. L'articolo 37 si occupa della tutela del lavoro
femminile e minorile. Viene ribadita
la parità delle condizioni di lavoro e retribuzione fra uomini e donne. La legge 1204 del 1971
stabilisce inoltre il diritto alla
conservazione del posto di lavoro e alla retribuzione durante il periodo di gravidanza e puerperio.
La legge 903 del 1977 condanna ogni discriminazione fra uomo e donna nel
lavoro. L'articolo lascia alle leggi ordinarie il compito di stabilire l'età minima per il
lavoro minorile (oggi di 16 anni) e di regolare con leggi speciali il lavoro
dei minori garantendo loro parità di condizioni e retribuzione e preservandoli dai lavori più pericolosi e
dannosi per la loro salute e personalità.
2. L'articolo
Geografia
I problemi
del lavoro nel Nord e nel Sud del mondo.
La disponibilità e la
qualità del lavoro sono tra i
principali fattori che influenzano la
distribuzione della popolazione sulla Terra, e la sua qualità della vita.
Da sempre le
migrazioni dell'uomo sono state causate
dalla disponibilità di risorse che una data area offre alla popolazione e dalla
capacità che l'uomo stesso ha di sfruttarle per renderle utili, creando lavoro.
Anche le attuali migrazioni sono causate dalla necessità di un lavoro o di un
miglioramento qualitativo del lavoro stesso.
Oggi esiste una profonda
differenza fra il lavoro nei paesi del "Nord del mondo", ricchi e
industrializzati, e quelli del "Sud" caratterizzati da povertà e
sottosviluppo. Nel primo gruppo di paesi il
lavoro e caratterizzato da un'alta tecnologia, da lavoratori sempre più specializzati e
preparati professionalmente, da un
benessere abbastanza diffuso e da una legislazione che garantisce e protegge i lavoratori.
In diversi paesi del sud del mondo invece per la
maggior parte delle persone il lavoro
spesso condotto in condizioni dure e faticose. Questo è appena sufficiente alla
sopravvivenza, con poche garanzie di protezione sociale da parte dello
stato, soprattutto per le parti più
deboli della società. L'analfabetismo
diffuso, le guerre e i grandi interessi
economici non contribuiscono a migliorare la qualità e l'offerta di lavoro in
queste zone. Alcuni problemi infine
anche se in modo diverso sono comuni a tutto il mondo e
affliggono ancora i paesi più sviluppati.
Ci sono diversi indicatori
per verificare la qualità, la disponibilità, il grado di sviluppo e i
problemi del lavoro in un'area. I più importanti sono: la
percentuale di popolazione attiva e la ripartizione dei lavoratori nei tre
settori produttivi, fra i problemi spiccano la disoccupazione, lo sfruttamento
del lavoro minorile e femminile.
Il primo fattore che
influenza il lavoro è la percentuale di popolazione attiva cioè
l'insieme della forza lavoro compresa tra i 14 e i 65 anni. Globalmente il tasso di popolazione attiva è
del 48%. Nei paesi del nord del mondo
questa percentuale è più alta ma tende ad abbassarsi per effetto
dell'invecchiamento della popolazione, che in un futuro prossimo potrebbe
causare problemi economici per il gran numero di pensionati a carico della società. Nei paesi del terzo mondo la situazione è opposta: nonostante sia molto sfruttato il lavoro minorile, qui il
tasso si popolazione attiva è inferiore alla media, per conseguenza di una popolazione con un'età
media molto giovane a causa del forte incremento demografico.
Un altro fattore è dato
della divisione del lavoro nei tre
settori d'attività: primario, secondario e terziario. Nei paesi sviluppati il terziario occupa un
ruolo dominante con oltre il 50% della popolazione impiegata e sono
particolarmente sviluppati i servizi
avanzati (comunicazioni, informatica,
attività di ricerca..) . L'industria che occupa un 25-40% della popolazione sta registrando un calo di addetti a causa di
una sempre maggiore automazione e
meccanizzazione . L'agricoltura occupa solo una ridottissima quota di
popolazione grazie ai progressi dell'automazione.
Nei paesi in via di
sviluppo la situazione è molto diversa: qui l'agricoltura occupa ancora una
parte considerevole della popolazione, l'industria è ancora in fase di sviluppo
e occupa una percentuale di popolazione poco elevata. Il terziario è poco
sviluppato e a volte l'alto numero di persone occupate in questo settore è
dovuto ad una massiccia presenza di burocrazia statale e grandi apparati
militari.
Nei paesi che hanno
avuto o hanno un'economia pianificata la situazione è mutevole: i Cina ad esempio abbiamo ancora una prevalenza del
settore primario, mentre in Russia e nei paesi dell'Europa orientale è l'industria ad avere un ruolo principale, anche il terziari occupa molti addetti, ma si
tratta di un terziario poco produttivo e legato alla burocrazia statale.
La disoccupazione è un fenomeno che
colpisce sia i paesi del Nord che quelli del Sud del mondo anche se con aspetti
diversi. Nei paesi del Nord del mondo la percentuale di disoccupati varia
secondo le fasi di espansione o crisi economica (come nella crisi petrolifera
degli anni'70) Molti stati attuano
politiche di incentivo all'occupazione e sussidi per i disoccupati per
tentare di risolvere questo grave problema. Nei paesi del sud del mondo la disoccupazione colpisce
soprattutto le fasce più povere della popolazione ed in particolare i contadini
delle aree più improduttive o in via di desertificazione o cacciati
dall'avanzata delle piantagioni delle multinazionali. Gli stati non fanno molto
per migliorare l'economia e aiutare le fasce più deboli della popolazione Oltre alla disoccupazione un fenomeno
particolarmente diffuso nei paesi poveri è la sottoccupazione cioè lo sfruttamento in nero della manodopera
che spesso è attuata con condizioni di lavoro durissime, poche sicurezze e salari al limite della sopravvivenza,
facendo ampio ricorso allo sfruttamento del lavoro minorile.
Il lavoro minorile è infatti uno dei più
gravi problemi del Sud del mondo, ma
anche in parte in alcune aree del Nord. I bambini sono spesso costretti al
lavoro per le necessità economiche della famiglia, con salari molto ridotti e in condizioni
precarie, svolgendo spesso attività illegali o criminali. Lo sfruttamento arriva fino a forme disumane
come la prostituzione minorile o l'uso di bambini soldato durante le guerre. Lo
sfruttamento del lavoro dei minori si ripercuote su tutta la società e
l'economia dei paesi interessati: essi sono privati della possibilità di
istruirsi, contribuendo così a mantenere
un alto livello di analfabetismo e poca istruzione che contribuiscono ad aggravare le condizioni di sottosviluppo dei PVS. Un
esempio eloquente di sfruttamento del
lavoro minorile è dato dalle "favelas" del Brasile dove i
bambini che vivono per le strade di queste sovraffollate baraccopoli sono
sfruttati da bande criminali per il
commercio di droga o per atti di microcriminalità. Anche in alcuni paesi
asiatici come nel Pakistan o nelle regioni del Sud-Est la manodopera minorile è sfruttata,
soprattutto nell'industria tessile, per
avere prodotti a costi ridotti da vendere sui mercati occidentali
ottenendo così alti profitti.
Un altro grave problema
del lavoro è la penalizzazione
dell'attività femminile, fenomeno che interessa anche i paesi più
sviluppati anche se in misura minore. Il
lavoro delle donne spesso è sotto pagato rispetto a quello maschile e le donne
hanno maggiori difficoltà ad accedere ad
alcune professioni. Ad esempio anche nei
paesi più sviluppati le donne sono in minoranza nel controllo politico e negli
organi di governo. Inoltre, in particolare nei PVS, spetta alle donne un
lavoro "invisibile" come la
cura dei figli, della casa per la mancanza di strutture sociali fornite dallo
stato. In molti stati inoltre manca una legislazione che pone sullo stesso
piano donne e uomini e anzi in alcuni
stati (come nei paesi musulmani)
la figura femminile è posta in condizioni di inferiorità ed è la stessa
legge che impone costumi e stili di vita di subordinazione all'uomo.