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LECCE
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Capoluogo
della provincia e centro spirituale, culturale ed
economico del Salento. Le sue origini si perdono nel
corso dei millenni, ma, ad attestare la antica
importanza, vi sono testimonianze ancora visibili,
dell'epoca messapica e romana. Città barocca, per
eccellenza, del nostro assolato meridione; non può
destare sorpresa con le ricchezze architettoniche dei
suoi palazzi e la bellezza antica delle strade tortuose e
strette del suo nucleo urbano antico, larghe e diritte
nei nuovi rioni sorti fuori della cerchia delle mura. La
presenza di numerosi ordini religiosi diede origine alle
tantissime chiese, alla fioritura artistica e culturale
che valse alla città i titoli di "Atene della
Puglia" e "Firenze del Sud". Il mitico
fondatore di Lecce fu Malennio, re dei Salentini,
discendente addirittura di Minosse. Fu saccheggiata due
volte da Totila; disputata per secoli tra Bizantini,
Longobardi e Arabi, con la morte di Ottone II di Sassonia
rimase in possesso dei Bizantini che ne fecero un
importante centro di vita culturale e religiosa, passò
quindi ai Normanni e di seguito agli Angioini sotto i
quali divenne feudo dei Briemme, poi degli Enghien ed
infine degli Orsini del Balzo ed in questo periodo Lecce
conobbe il suo massimo fiorire economico. Verso la metà
del XVI secolo fu trasformata in fortezza dagli spagnoli,
e nel 1647 la città fu al centro di un movimento
anti-spagnolo represso con la violenza. Dopo due secoli
di sottomissione ai Borboni Lecce trovò il coraggio di
partecipare ai moti liberali; nel 1848 nella città si
costituì un governo provvisorio e la sua provincia
incomincia ad assumere una configurazione vicina
all'attuale. Lecce è la capitale del barocco, ma questo
è tutto particolare. Ha poco da dividere con lo stesso
stile architettonico di qualsiasi altra parte del mondo.
Il barocco di Lecce è legato ad un segreto tutto suo:
quello della qualità unica della pietra leccese: un
calcare tenero biancastro o giallognolo e facilmente
lavorabile che nell'aria indurisce e assume col passare
del tempo un caldo colore dorato. E' questa pietra che
sta alla base del barocco leccese; ne sono esempi
principali il Duomo, con i Seminario e il Palazzo
Vescovile, che racchiudono una delle più straordinarie
piazze d'Italia. Lecce ha un patrimonio monumentale che
è oggetto appassionata ammirazione e che poche città
possono offrire. Patrimonio costituito per la massima
parte da edifici sorti tra la fine del 500, quando lo
stile rinascimentale stava per sfociare nel barocco ed i
primi del 700, quando questo stile incominciava ad avere
forme di maggiore compostezza. E durante tale periodo che
Lecce si arricchisce, per il mecenatismo della Chiesa,
dei suoi edifici ecclesiastici pii fastosi; infatti, ha
un incredibile numero di edifici sacri: la Chiesa del
Rosario, la chiesa del Carmine, dei Teatini di S. Chiara,
S. Matteo, SS. Nicolò e Cataldo, le Grazie, S. Irene, S.
Giovanni Battista, la Basilica di S. Croce che è i] più
importante monumento dell'epoca. Non bisogna, però,
credere che visti quei monumenti l'interesse artistico
nei riguardi di Lecce sia esaurito, tutt'altro. Lecce è
una città che ad ogni angolo può offrire un portale, un
loggiato, un archetto, una bifora di deliziosa fattura, e
come una sinfonia di forme e di espressione che gli
artisti d'altri tempi hanno saputo comporre in una specie
di ricamo che si adagia su tutta la città con leggerezza
di un merletto. Gli antichi limiti della città erano
segnati da quattro porte di cui oggi ne rimangono solo
tre: Porta Napoli o Arco di Trionfo, la più antica,
costruita nel 548 in onore di Carlo V davanti alla quale
sorge l'obelisco dedicato ai Borboni; Porta Rudiae
costruita nel 1703 sormontata dalle statue di S. Oronzo,
San Domenico e Santa Irene, vi sono sotto i busti di
Euippa, Malennio, Dauno e Idomeneo che ricordano le
origini della città; Porta San Biagio del XVIII secolo.
Sotto l'impero di Publio Elio Adriano fu costruito
l'anfiteatro romano che si ritiene potesse ospitare circa
25.000 spettatori, riportato alla luce nel 1938; dello
stesso periodo e il teatro romano ubicato alle spalle
della chiesa di S. Chiara. Di indicibile bellezza sono:
Il Palazzo del Governo, ex convento dei Celestini
iniziato nel 1659 e terminato nel 1695; progettato dallo
Zingarello che eseguì solo il primo piano, il secondo
piano fu costruito da G. Cino e C. Penna mentre il
quadriportico su colonne fu costruito da G. Riccardi e
completato poi da G. Zimbalo. Il Campanile del Duomo, uno
dei più alti e belli d'Italia anch'esso opera dello
Zimbalo fu iniziato ne 1661 su commissione del Vescovo
Luigi Pappacoda richiese circa ventuno anni di lavoro. Da
visitare, il castello costruito da G. Giacomo d'Acaya su
commissione di Carlo V. Da guardare col naso all'insù,
la colonna di S. Oronzo opera dello Zimbalo, fatta
erigere nel centro della omonima piazza dai cittadini nel
1666 , per adempiere ad un voto pronunciato durante la
peste del 1656. Santo patrono della città di Lecce é
appunto S. Oronzo, festeggiato il 24, 25 26 Agosto
insieme a Giusto e Fortunato. Per il santo vi è una
grande devozione, e numerosi sono stati gli interventi
miracolo i ad esso attribuiti. S. Oronzo salvò la
cittadina da colera e pestilenza ed in un'altra occasione
anche da un violento terremoto. Lecce vanta anche una
ricca tradizione di studi umanistici e l'Università di
Lecce da oltre trenta anni nc rappresenta il cuore. Lecce
città piena di suggestione, ricca di ricordi, di
cultura, centro di studi storici e letterari dette anche
i natali a grandi umanisti come Antonio De Ferraris,
detto il Galateo, a Scipione Ammirato, letterato e poeta
ad Ascanio Grandi. Nacque a Lecce il grande tenore Tito
Schipa che portò sulle scene di tutto il mondo un po'
della ricchezza culturale e della raffinatezza musicale
della città. I leccesi sono soprannominati "sona
campane", per via delle numerose chiese presenti in
città e "musi moddhri" (labbra molli), per il
loro carattere pacifico e tranquillo. |