Le
poesie del Vali
Valerio Albonetti
I MALANDRINI
DELLA BASSA ROMAGNA
In quel della
Romagna
Si aggira una
squadra amante della fregna
Intenta a bere vino
E come legge ha
quella del bocchino.
E' una storia di
quelle strane
Di vite un po'
malsane
E ridanciane
Di porci e di
puttane,
Di uccelli sempre
duri
E di buchi pelosi e
scuri.
Parte sempre dentro
a un pub, il sabato sera,
Quando ci si
prepara a battaglie
Con fighe alquanto
stregne
E dure come legne.
Il buon vino che ci
aiuta
E ci lancia alla
scopata.
Adesso è il
momento dei guerrieri
Uomini per niente
seri
Tra fanti e arcieri
Armati di lance e
spadoni fieri.
C'è Ponch il più
forzuto
Un barbaro
nerboruto
Tosto e cazzuto.
Non è un abile
stratega
Ma non c'è donna
che lo frega.
Qualche cosa
Porta sempre a
casa,
Dalla palpata alla
scopata
Qualche volta
Anche di ritorno
una manata,
Ma non si abbatte e
ritorna all'attacco
Con tutta la
prepotenza del suo pacco.
Poi c'è il Plez,
il cavaliere con la mazza rotante
E lui ne becca
veramente tante.
Dal ferraccio alla
principessa
Le martella come
una pressa.
Al momento è un
po' abbattuto
Ma può recuperare
Da lottatore
com'è,
Abile e astuto.
C'è anche il
Maichel, nuovo combattente
Le sue mosse sono
attente
Ma prima o poi ti
scardina il battente
con la sua scure
prepotente.
Ha ancora molto da
imparare
Ma ha molto tempo
per capire
Come fa il maiale
A far bagnare alle
vacche
Le loro tane da
sgualdrine.
C'è poi il CA;Vro,
il gigante,
Alabardiere
La sua arma è
assai pesante
Della gnocca è il
bombardiere
Animale nella lotta
Anche quando la
losca faccenda scotta.
Di Sid poi è il
turno
Il nostro fante
taciturno.
Nella mischia
furibonda
Stai sicuro che
alla troia gliela sfonda.
Gli scorre l'alcol
nelle vene
E la voglia nel suo
pene.
Come arma ha un bel
pugnale
E lo armeggia da
abile maiale.
E' veloce nel
lavoro
Soprattutto se in
gioco c'è un bel foro.
Si arriva poi a
Lord "J"
Che tu non lo sai
Ma è armato + che
mai.
Lui ti becca nel
buio di una strada
E ti infila con la
spada.
E' il Conte
dell'Emilia
E il suo membro è
sempre pronto alla battaglia.
Tocca a Bino lo
scudiere
Che ti sbatte con
arte lo sflintere.
E' pompato
E ben scolpito
E di cazzo assai
dotato
Diciamo che non
gira disarmato.
Per finire il
Valerione
Re e generale di
squadrone.
Nella mischia è un
gentiluomo
E colpisce come il
lampo dopo il tuono.
Della figa è il
sovrano
Gran profeta del
deretano.
La sua arma è una
clava
Copia perfetta
della fava
Se la sfodera fa
strage
Anche se le vacche
fanno le malvagie.
Sono proprio un
gran poeta
E la chiavata è la
mia meta
E' una storia
medievale
Dove lei ci mette
la fortezza
E noi, io e la mia
plebaglia il ponte levatoio.
Viviamo in un mondo
maiale
Dove solo la figa
è una certezza
Basta che mi date
il retto se no muoio.
LA PROFEZIA DEL RETTO
Non è la storia di Maometto
Ma di un buco stretto stretto
Volgarmente chiamato retto.
Molte volte sto buchetto
Ti infiamma il tuo filetto
Ma poi quando ce l'hai dentro
non ci pensi più di tanto.
Se la figa è una questione
Il retto si può dire che è
passione
E non capisco perché le donne
non lo diano e se ne facciano una
ragione
tanto lo sanno che si gode di più
che nel fregnone.
Già è bello guardarlo
Figurati a chiavarlo
E mi inchino al temerario che gli
capita provarlo.
C'è il Ponch che è un po' restio
Ma a farlo innamorare ci penso io
Con il Plez già ce l'ho fatta
A fargli passare un po' la cotta
Per la patacca.
E' un'indescrivibile sensazione
Quando te lo strusciano sul
pantalone
Se poi nelle vene ho il vinello
Mi si drizza anche l'uccello.
Non che questo sia un problema,
E chi mi conosce lo sa,
ci vorrebbe una catena
che mi leghi la mia cosa.
E' una vera fissazione
Che mi assilla il cervellone
E' un qualcosa da maiale
Il rapporto bicanale.
E' un lavoro da tornitore
Ripassare lo sfintere
E' un lavoro di pennello
Dentro e fuori dall'orello
Darci dentro a più non posso
Basta non averlo troppo grosso
Se no poi gli fa male
E gli lesioni un po' il canale.
Con il burro o la vaselina
E' una cosa sopraffina
Sembra quasi di vedere Tomba con
una buona sciolina
Non ti dico poi a secco
Che goduria per il pacco
Ti dà fuori un po' arrossato
E ci si augura non lordato.
Se tu già l'hai provato
Sei stato fortunato
E' una cosa da provare
Dare dentro allo sfintere
Questa sera devo andare
Ho una gara da finire
Ma sono fiducioso e continuo a
sperare
Che un giorno ci sia una vacca
Che non dia solo la gnocca.
LA
LEGGENDA DEL FAGIANO
Nella
campagna
Di
Romagna
Si
aggira un animale strano
Chiamato
fagiano.
E’
un essere pennuto
Un
emerito uccello cazzuto
Leale
e retto
Col
piumone della coda sempre dritto.
E’
conosciuto come uccello da preda
Ma
attenti a chi lo veda
Il
fagiano è un animale territoriale
E
si intrufola in ogni apertura a portata alare.
Lo
scatto è veloce
Il
dolore è atroce
Un
male feroce
Se
non hai le palle in canna
È
tutt’altro che dolce alla panna.
C’è
il fagiano
Germano
Amante
del deretano.
Quello
pecchiaiuolo
Che
cerca un buco per il fiubolo.
C’è
il fagiano già esperto
Che
lo cerrca più aperto
E
quello emerito
Che
ha il suo retto
Preferito.
Se
però il dolore patito
Si
aggiunge al gusto
Subito
Non
è poi tanto
Male
il fagiano Kokito.
Il
fagiano meneito
Te
lo striscia con l’attrito
Mentre
rambito
È
quello più agguerrito
Col
fascione
Sul
codone
Non
è mai stanco il lovigione.
Il
fagiano incappucciato
È
un pochino limitato
Ma
è assicurato.
Il
fagiano di Valerione
Cerca
solo il buco di un culone
E
plezzone
Un
qualsiasi sitibordo bucone.
I
fagiani del Ponch e l’Alan
Cercano
un bel rapporto anal.
Quello
della Guerrana
È
tosto come l’ossidiana.
Di
Cavro è selvatico il fagiano
Ma
lo doma con la mano
Devis
Invece,
l’ha foderato come i Levi’s.
Quello
di Versuch è levigato
Anche
se poco c’ha tirato.
Prima
della fine il fagianu
Del
Manu
Che
non so com’è, ma ciò è stranu.
E
infine, il fagiano con le palle
Che
fa gola a quelle
Donne,
gran troie e emerite cammelle.
I DINOSèAURI
Nella
preistoria mondiale
Ci
si è dimenticati di parlare del maiale.
Cotale
animale
Deriva
da un’evoluzione basata sul bisogno primordiale
Cioè,
di un rapporto sessuale.
Ma
tutto cominciò dal Velociraptus
Che
inseguiva l’Archeoreptus
Parente
stretto
Dello
Stegoretto.
Entrambi
del Tirettosauro Ret i cugini
Erano
entrambi, ai primordi degli odierni suini.
C’era
anche lo Scrotocottero
Insetto
Che
più che a un coleottero
Assomigliava
a un accoglipalle a sacchetto.
Le
Vaginosao erano talmente rare
Che
i Minkiodonti si spinsero fuori dal mare
Per
colonizzare
Le
zone montanare.
Sulle
cime di ‘sti monti
C’eran
pure i Monorchiodonti
Che
unendosi ai Minkiodonti
Crearono
una specie
Dal
buco assai vorace.
Il
Cazzodonte
Dall’eiaculazioni
sempre pronte.
Nelle
zone fredde il Pelosauro
Si
sostituì al Bucosauro
Più
forte, resistente e duro
E
assai affamile allo sminturo.
Degli
Pterannocazzi
Se
ne contavano a mazzi
E
per chi aveva voglia di rozzi
Nacquero
pure i Saurosucacazzi.
Lo
Sfregodonte lo appoggiava
Allo
Sculosauro che un po’ sbuffava
Ma
senza tante storie lo pigliava.
L’Anodonte
e il Triceroretto
Facevano
un binomio perfetto
E
il Fagianosauro ne faceva un bel banchetto.
Tutti
li inculava
Persino
il collo del Diploculo incurvava
Tanto
era grossa la sua fava.
Alla
fine dell’evoluzione
Darwin
direbbe è una mutazione
Ma
fu l’ultimo bestione
Il
Porcosauro, a dar luce alla nostra generazione
Affamata
di un bucone
Non
di denti e artigli armata,
ma
solo di cazzone
dotata.
LA
DEFECAZIONE E LA SUA STORIA
Sin dalla
notte dei tempi
Ci sono dei
momenti
Che, seppur
dolenti,
Per vivere
Ci tocca di
provare.
Sono attimi
di rumori echeggianti
Gas
flatulenti
Urli,
sforzi, e denti digrignanti.
E' la
defecazione
La più
fisiologica e umana azione.
Sono
esperienze quotidiane
Da espletar
in religiosa contemplazione
Minuti di
tremenda e fisica ablazione.
L'uomo
primitivo
Defecava in
modo schivo
Neanderthal
Con quello
che mangiava, si faceva mal
Mentre
Cromagnon
Ne faceva
dei camion.
I Sumeri
Defecavano
seri
Per non
provare dolore gli egizi
Si ungevano
gli orifizi
Mentre i
Greci e i Fenici
Nascondevano
il dolore e lo facevano felici
E i
Cretesi,
Urlando per
gli sfinteri lesi.
Giunti
anche ai Romani
Parleremo
dei loro ani
E dei
cacatoni disumani.
Cesare capo
dei centurioni
Era il re
dei cacatoni.
Per
Ottaviano
Ci scappava
anche un tiro di mano.
Augusto
Dopo lo
sforzo, dovette portare il busto.
Anche i
barbari lo facevano, mediocre
La
grandezza
Ma quanto a
puzza
Che
Odoacre!!!
Nel
Medioevo Carlo Magno
Lordava
tutto il bagno
Il Papa sul
seggiolone
Era sempre
gonfio come un melone
Ma dopo lo
scoreggione
Avessi
visto che defecatone!
Maometto
della defecazione era il profeta
Che
convinse la popolazione araba
Che la
Kaaba
Era una
mistica pietra, ma in realtà era la sua cagata.
Leonardo
della defecazione era il filosofo
Dopo la
cagata di un apostrofo lo sbruffo
E
Michelangelo se non riusciva usava uno stantuffo.
Donatello
col pennello
Si decorava
coi colori anche l'orello
Mentre
Raffaello
Ne
approfittava e si faceva uno spinello.
Giunti sin
all'italiana unione
Quando la
gente si riunì in una collettiva defecazione.
Cavour
Slordava
tutto il mur,
Garibaldi
Defecò
pure in due mondi,
Sua moglie
Anita
Di una
defecata
Fu perita.
Il re
Emanuele Terzo
Aveva chi
gli asciugava la fronte per lo sforzo.
Oggi ci
siamo noi
Della
Defecazione gli eroi:
Valerione
Che dopo
ore di defecazione
Si ramazza
pure il bestione
Inoltre,
dopo ogni scoreggia anale
Con un
accurato controllo manuale
attua un
check-up rettale.
La Plezzana
E la
Guerrana
Che ogni
defecata è una cosa disumana.
Persino
Ponch, re dell'abbuffata
Ha ceduto
alla strategica ritirata
Nel cesso
di una festa
Per attuare
la sua improvvisa e bestiale defecata.
Quella di
Sid e Alan è una cagata
Sconosciuta
E in attesa
di una delucidata
Aspettiamo
E
defechiamo.
GIUSTIFICAZIONI.
Ecco a voi una lista di scuse che potrete utilizzare sulle giustificazioni delle
assenze scolastiche. Sciegliete quelle più appropriate ai vostri casi.
Alluvione
Indigestione
di Nutella e fette di salame
Serratura
bloccata della porta di casa
Compleanno
del proprio cane
Difficoltà
economica
Non partiva
l'elicottero
Morte
improvvisa determinata da cause sconosciute
Ultima
puntata di Ken il guerriero
Furto di
merenda da parte di un barbone
Flatulenza
continua dovuta a l rilassamento dell'ano
Colpito da
un fulmine a ciel sereno
Stress
idrico
Crampo al
polpaccio destro
Giorno
libero
Bloccato
nel bagno
Rapimento
Operazione
alla prostata
Calcolo
renale troppo complicato
Arrivo
della peste nera
Sciopero
dei benzinai
Cura
dimagrante
Il mio
compagno di banco è troppo stupido
Non partiva
la lambretta
Credevo che
la scuola fosse chiusa
Malmenato
dal vicino di casa perché avevo il volume della radio troppo alto
Escursione
all'isola di Mururoa
Bassa
pressione atmosferica
Ferie
anticipate
Mancanza di
testosterone
Colpito da
un albero spezzato dal vento
Incidente
causato da un colpo di sonno, in bicicletta mentre andavo alla fermata del bus.
COMPLEANI
MALATI
Ogni anno
A novembre
E' fisso che ogni giorno
è un compleanno
Devastante per le nostre
membra.
Il Vali come al solito
E' già eretto
Alla vista di un fottuto
RETTO.
Ste figacce vanno con [CaV.ro)
Non so come ma è così
però
Rifiutano il mio 23 x 3
E non so il perchè
Poco male
Tanto vado in disco a
maiale.
Pure il Kok, dopo aver
visto il fattaccio
S'è sparato un
segonaccio.
Purtroppo senza pornaccio
Perché la mamma gli ha
sequestrato l'arsenale
Di 5 cassette a raffica
di sesso anale.
La nostra videoteca è il
"J"
Ha di tutto fuorchè il
gay
Tanto meglio
Perché io non lo piglio
Questa sera la Fabiola è
pronta
E' bagnata e mi ispira
per la monta
Se ride un altro po'
Mi sa che glielo pianto
oh oh oh
Tanto cosa vuoi che mi
dica
La figa non parla mica
Se invece di tenere in
mano quella sigaretta
Mi sparasse una pugnetta
Si renderebbe utile un
mucchio
Se poi non rifiutasse di
farmi un succhio
Io che penso anche agli
amici
Do a loro la precedenza
Perché se assaggia il
mio non può più fare senza
E poi se no non
usufruiscono appieno a tutti i benefici
Basta che poi non mi
lascino troppo pieni gli orifizi
Se no questi sono vizi.
Perché non sono come il
Ponch maiale
Abituato al gusto del
succo seminale
Tornando poi ai complex
e alle vacche
Che ci invitano e poi non
fanno le baldracche
Proprio a loro vogliamo
dire
Perché non ci menate
queste nerchie pronte a venire?
Se il compleanno
E' la festa del sedere
Mollate lo sfintere
Prima che noi ci diamo
giù di mano.
Invece di andare col Ca*V+ro
che è inesistente
Abbiamo un'ampia gamma di
organi a battente
Dalla clava nerboruta
Al fioretto dalla lama
levigata
Ogni figa è accontentata
Senza poi parlare del
nostro palato
Abituato
Al sapore del clito.
Se poi volete un po' di
lingua sul buchetto
Allargate le chiappe e
mostrateci il buchetto
Tutto
Purché non con
C;a;v;r;o; Quell'inetto
Tutto fuorché Che giù
di mano per noi nel letto.
UNA PUGNETTA E' D'OBBLIGO!
In una sera
Fredda e scura
Un ragazzo
Solitario
Tira fuori un bel pornazzo
E comincia il suo rosario.
Quando parte la Selen
Non c'è dubbio che non
vien
Mano ferma e cazzo duro
E ci tiro
Di sicuro.
Prova un po' a immaginare
il Ponch
Che lo armeggia, come un
coltello dentro il Bronx
Poi ci prova anche il Vinz
Ma il Vali è già
lanciato, e li brucia sullo sprint.
Una pugnetta è
D'obbligo!!!
Che tu sia solo o con una
ragazza
Ogni tanto è meglio
svuotare la ramazza
Meglio sempre prevenire
L'erezione che fuori casa
può venire.
Quando poi vai a defecare
Non so come, ma in mano
può finire
E che cosa ci vuoi fare
Ti ci tocca proprio tirare.
Sullo sgabello nella cucina
Giù di brutto di mancina
Nel salotto e sul balcone
Con ben dritto il
pollicione.
La baracca è al pomeriggio
A ogni pubblicità ci do un
assaggio
Le gambacce delle star
Mi martellano e mi dicono,
che ci devo tirar.
Dalla De Filippi All'Amerika
Star
Non ho più fazzoletti per
sborar!
Ogni giorno è quota sette
Sempre che all'occhio non
mi saltino delle tette
Se poi a un bel sedere
Mi tocca di contarle col
pallottoliere
Se per sfiga poi non monto
Non sto neanche li a fare
il conto.
Se non scarico il mio pacco
Mi si drizza al primo tocco
E dopo lo sai, che la vacca
in discoteca
Non ti sgancia la sua fica.
Se il tuo problema è
un'erezione madornale
prendi fuori dal cassetto
un bel giornale
Tra figone, bocchini, e qua
e la un transessuale
Sfoga tutta la tua rabbia
da maiale.
Pure in classe con la prof
Le sue coscie son da sbroff
Il problema è poi trovare
La scusa per al cesso
andare.
Non è disonorevole
Svuotare le tue valvole.
Non è atto riprovevole
Pensare alle cose più
maiale
Allo scopo di venire.
Non pensare a me come
maniaco sessuale
Sono solo un erotomane da
manuale
Che non sa stare senza
rapporto vaginale.
VENT'ANNI
SENZA UN RETTO
Incominciò
tutto nell'80
Con tre
giri di cordone ombelicale
Al collo,
la storia di un maiale
Che
preferiva di più il 90.
Quando vide
il suo primo porno
Si
innamorò subito di quel buco
Tanto che
al suo ritorno
A casa, si
menò a lungo il cico
La sua
deviazione
Lo portò
fino al 2000
Ma
Valerione
Li ha visti
solo alle poste in fila
Vent'anni
senza un retto
E' questo
il difetto
Non mi
importa se è stretto
Ma voglio
quel buchetto
Lo sfintere
è buono a secco
Ma se vuoi
prima te lo lecco
Anche con
la vaselina
E' sempre
meglio che la solita vagina
Basta che
sto budellone
Sia
femminile
E non di un
maschione
Che quello
piace al Ponch, quell'omosessuale
Trovar la
vacca
Che lo
molli è difficile
L'importante
è che prima faccia la cacca
Perchè il
transessuale
Non è nel
mio stile.
Se ne vedo
uno per strada
Mi piglia
uno di quei raptus
Che nei
pantaloni mi sembra di avere un cactus
Ma poi di
corsa a casa ad abbassare la mia spada.
Va bene un
pompino come inizio
Ma poi
potresti darmi l'orifizio
Tanto
quello è come il naso
Ci passa il
mignolino e il dito grosso
Tanto poi
ritorna normale
A meno che
non usi il vibratore bicanale.
Quando le
metto a pecorina
Mi prende
una voglia assassina
Di cavarlo
d'invagina
E piantarlo
nella fessurina.
Perchè la
baracca non è invecchiare
E' non aver
ancora provato lo sfintere.
Ho già
detto tutto
Voglio il
Retto!!!!!
LE VACCHE
ROMAGNOLE
Per
incominciare
Non è un
trattato sulla zootecnia
Come può
sembrare
Ma una
poesia
Sulla
voglia di chiavare.
L'ambiente
è sempre quello di pianura
E i
protagonisti sono la fregna e la roba dura.
Sono troie
un po' veraci
Molto
stregne nonché sagaci
Ma a noi
"Che ce ne frega?"
Basta che
ce mollino sta figa.
Spero che
chi legga non si offenda
Ma magari
che lo prenda.
Dalla
strada al convento
Ogni buco
femminile deve stare attento
Se ti bussa
contro il muro
Questo
tosto e gran siluro.
Per capire
ciò che dico
Non ci
vuole un fine udito.
Basta
andare in discoteca
E provarci
con chi capita
Che sia
ferro o che sia fica
Non pensare
che ti ascolti mica.
Se poi fai
il cascamorto
Ti dice
subito che sei un porco
Puoi
provare a fare il dolce
Ma lei
proprio non ascolta ciò che la tua bocca dice.
Se poi in
culo glielo pianto
Dopo urla e
pure tanto
Ma oramai
ho fatto centro
E stai
sicuro che non lo cavo se l'ho dentro.
Ogni tanto
mi viene da pensare
Ma perché
ve la dovete tirare?
Tanto più
lunga di 12 non diventa
Ma se
invece il Vali tenta
Ci manca
poco che da duro sfiori i trenta.
Anche il
Ponch sarebbe contento
Se ogni
tanto
Vi viene
dentro.
Ogni posto
è quello giusto
Basta che
ci sia del gusto.
Dalla
macchina allo sgabuzzino
Ogni luogo
fa bocchino.
Sul divano
o su un bel letto
Te lo
piazzo anche nel retto.
Dalla sala
alla cucina
Almeno per
un'ora ti lecco la vagina.
Non provare
a far la suora
Tanto so
che la bevi tutta la mia sbora.
Non fare la
santerellina
Perché lo
so che ti si bagna la fighina.
Non mi dire
che son volgare
Tanto le
gambe prima o poi le devi aprire.
Con
dolcezza o col palanchino
"Mo"
lo assaggi sto pistolino.
Saranno
sconce queste strofe
Ma almeno
fate un po' le scrofe
Sono forti
e son sincere
Ma non si
può resistere alle vostre pere.
Con la
nutella o col formaggio
Non mi'porta
ma le assaggio
Ponch ti
lecca anche il sedere
Perché
anche il palato è da soddisfare.
Di
Valerione è la poesia
La più
porca e sconcia che ci sia.
E con
questo vi saluto
Ma
sganciate su sto buco.
IL VINELLO
DI BERTINORO
Capita che
in una sera
Fredda e
tempestosa
Si parta e
si beva a iosa
Vino a
volontà e finché ce n'era.
Tutti in
fila con la macchina
Sembrava di
vedere una carovana
Non di
cammelli
Ma di
emeriti porcelli.
Il casino
è assicurato
Anche se ci
manca il clito
Tanto poi
lo stesso mi sarei masturbato.
Quando
arriva il vino
Vali ha
già voglia di un bocchino
Quando si
porta alle labbra il bicchiere
Pensa già
a un bel sedere.
Nel lato
destro della tavolata
C'era un
vero e proprio triangolo delle Bermuda
Non
sparivano bastimenti o aerei
Ma solo
vinello e piadina.
La
fermentazione alcolica era talmente alta
Che neanche
una vecchia l'ha scampata
Ponch pure
una vecchia si sarebbe chiavata
E io gli do
ragione tanto anche a lei diventa tumida.
Non fa una
piega direi
E se ce le
ha nella vagina
Io gliele
stenderei.
La Fabiola
aveva una voglia impune
Ma faceva
la stregna
Tanto prima
o poi la molla quella fregna
O se no fa
una brutta fine.
Il Kok era
in skaia persa
Ma la
nostra situazione non era poi tanto diversa.
Il Vinz era
tranquillo
Anche lui
abbastanza brillo
J e Sid
Avrebbero
sbaragliato le truppe di El Cid.
Quando
l'urlo delle tavolate si alzava
Tutta
Bertinoro tremava.
Il ghiaccio
non ci faceva più paura
Il vinello
ci dava la calura.
Con più il
vino scendeva
La voglia
di fregna saliva
E il mio
fagiano dalle slip trabordava
Ma nessuna
la sganciava.
Neanche
l'aria pura di collina
Mi faceva
passare il pensiero della vagina.
Il ritorno
è stato breve
E io
pensavo a una vacca che lo beve
E a casa
come buon Natale
Mi son
segato con un pornaccio anale.
COME DARE
IN LA ALLA FIGA GIA' BAGNATA
In
quest'ultimo periodo
I miei
guerieri
Danno in la
agli sfinteri
Ma io ho
già l'antidoto.
Con ste
fighe che ti mordono sul collo
Come fai a
non dar la molla all'arnese da sgrollo?
Date la
molla al vostro pacco
E
svignategli nel sacco.
Ponch ha
una quindicenne maiala
Che aspetta
solo la sequela
Il Kok ha
da soma una borella
Che aspetta
solo la cappella.
Ma loro no,
forcone affilato
e pene
dalla mano martoriato.
Invece che
fare della segatura
Perché non
gli date in quell'apertura?
A Vali
toccan solo ferri
E mi
andrebbero bene pure quelli
Ma già che
sono innamorate
Non posso
con loro fare delle scopate
Se no poi,
e voi perché lo sapete
Che le
buone dimensioni, la natura, me le ha date.
Ponch al
cinema la porta
In vece che
portarla sotto coperta
Kok in
macchina giù di penetranti mani
E solo
perché è mestruata
Non se l'è
chiavata
Devono
proprio aver dei problemi strani.
Io non so
perché
Ste cose
non capitano a me?
Ponch ci
prova e non chiava
A Kok
gliela danno
Ma lui
preferisce bagnare il panno.
Gli avevo
insegnato il Decamerone
Ma adesso
gli do qualche ripetizione.
Per di più
quell'omosessuale
S'è
ingabbiato e non prova a fare il maiale
Sento già
che ai polsi si serrano i lucchetti
Ma loro
vanno dritti
Non hanno
capito che anche loro hanno dei diritti.
Se con me
hai deciso di stare
Dopo due
giorni me la devi dare.
E' scritto
nell'Italiana Costituzione
Che ti
becchi il mio nerchione
In più il
36 comma
Dice
togliti la gonna
Se no te la
tiri solo su
Che così
fa ancora di più.
Lasciamo
perdere se no sclero
Ma almeno
spero
Che glia
diate nel buco nero.
Io non so
come si fa a fare sta minchiata
Cioè, a
dare in la alla figa già bagnata.
(Si
ringraziano Ponch e Kok per le loro performances da emeriti pandoroni)
P.S. Io
do in la solo ai ferri.
LA FESTA
NELLA DONNA
Stasera è
l'8 marzo
E il mio
mazzo
Sente che
è una serata
Di festa,
per cui la fregna è già bagnata.
Più che
festa della donna
Direi nella
donna
Dalla mamma
alla nonna
Gli caverei
a tutte la gonna.
E' uno di
quei giorni strani
Nei quali
si vedono dei gran bei ani
Che non
aspettano altro che i nostri fagiani.
Già è
primavera e la stagione
si sa, gli
fa bagnare il fregnone
In più
c'è sto festone
Che gli fa
aumentare la voglia di nerchione.
Io al posto
della mimosa
Gli darei
il pisellone rosa
E direi
proprio che è una gradita cosa
Tanto più
che alla fine c'è la sorpresa.
Sono tutte
in gruppo
E almeno
due o tre in batteria me le pappo
Lo so che
siete delle porche
E che lo
volete nelle sorche
E solerte
Anche farà
le chiappe aperte.
Non
rifiutate il fagiano arrosto sul piatto d'argento
Perché poi
vi prende il risentimento
Nonché il
pentimento
Di aver
rifiutato il mio bastimento.