Perché si chiama "Ponte della Tenaglia"?

L’origine dei nomi di località è spesso oscura, e lo è in particolare in zone come la nostra, in cui si sono susseguite civiltà e culture diverse, la maggior parte delle quali non ha lasciato alcuna testimonianza scritta. Il problema poi è complicato dal fatto che la gente tende a storpiare i nomi, adattandoli via via che passano i secoli a parole di suono simile, che però hanno significati apparentemente plausibili ma in realtà nuovi e diversi.

Non credo tuttavia che questo sia successo per il Ponte della Tenaglia, un “vecchio ponte sul torrente Còmero” che si trova “lungo la mulattiera tra Deviscio e il sentiero che sale alla Rovinata e Campo de’ Boi”. Ho tratto le citazioni dal “Regesto di Toponomastica Lecchese: dall’Abbadia allo Zucco”, a cura di Dario Cercek (Casa Editrice Stefanoni, Lecco, 1996). E’ un libro molto interessante e piacevole che consiglio a tutti i lecchesi di leggere, anche se  proprio la spiegazione che l’Autore offre per il Ponte della Tenaglia mi lascia perplesso.

Rifacendosi al Vocabolario Lecchese edito da Cattaneo nel 1992, pur con un punto di domanda, l’Autore ripropone l’origine del termine dialettale “tenaja” dal latino “tenacula”, che significa “legame”. Grazie! Quale ponte non fa da “legame” fra due sponde? Ci deve essere un’altra origine, ma in effetti è difficile immaginare che “tenaja” sia la storpiatura di qualcosa di diverso. E allora, “tenaglia” va bene, ma perchè è stato usato un nome così poco originale per “questo” ponte?

Una possibile risposta mi è venuta in mente grazie alla padrona dell’azienda agrituristica che si trova nei pressi della Fontana della Marietta (proprio a una cinquantina di metri dal Ponte della Tenaglia: a proposito, se non conoscete l’azienda, vale la pena che ci andiate). La via apparentemente più logica per arrivare alla Fontana della Marietta è di andare a Germanedo, superare gli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi, percorrere la strada fino a che si arriva alla scalinata che porta alla Rovinata, salire e poi di lì proseguire per un breve tratto. Per chi ha polmoni sufficientemente buoni per superare in meno di un chilometro un dislivello di trecento metri, quella è la strada ideale. Evidentemente, nonostante i miei trascorsi di artigliere da montagna, i miei polmoni non devono esser sembrati in piena forma alla signora Franca, che mi ha dato un’indicazione del tutto diversa per raggiungere il Ponte della Tenaglia e quindi la sua azienda: salire in auto fino a Malnago, e poi prendere il sentiero-mulattiera che si stacca da uno dei tornanti e che, correndo quasi completamente in piano, taglia a mezza costa le prime pendici del Resegone. Arrivati al Ponte della Tenaglia, si può salire verso la Fontana della Marietta e l’azienda agrituristica, oppure si può scendere verso Germanedo. Ed ecco il punto: si può anche scendere verso Germanedo.

Immaginiamo che a percorrere il sentiero Malnago-Ponte della Tenaglia-Germanedo non sia un escursionista della domenica dei tempi nostri, ma un manipolo di valligiani del Quattro-Cinquecento in armi. I loro compagni scendono da Acquate verso uno sconosciuto avversario che minaccia le loro case bivaccando dalle parti di Olate, mentre questo manipolo cerca di raggiungere Germanedo per prendere il nemico alle spalle: una perfetta “manovra a tenaglia”, resa possibile dal ponte nascosto nel canalone del Còmero (o Bione che sia). E il ponte si merita da quel momento in poi il nome di “dela Tenaja”. Fantasie? E’ possibile, ma gli Acquatesi per qualche tempo sono stati in pessimi rapporti con gli altri abitanti della valle di Lecco, e scaramucce e piccole battaglie sono certamente avvenute. Non c’è nessuna prova che il Ponte della Tenaglia abbia avuto un ruolo in una di queste, ma non c’è nemmno alcuna prova che questo sia l’unico ponte al mondo che fa da “legame” tra due sponde. O no?

Antonio Attanasio

(pubblicato su Lecco 2000, marzo 2003)