O. G. M. 

 


Per Ogm s’intende Organismo geneticamente modificato, cioè un organismo nel quale è stato introdotto un gene estraneo, spesso proveniente da un’altra specie, mediante tecniche di ingegneria genetica

La manipolazione genetica è contestata, anche a livello etico, perché è una scelta azzardata di cui non si conoscono ancora gli effetti sulla salute umana e sull’equilibrio ambientale; non siamo, infatti, in grado di controllare ciò che succede una volta introdotto un gene e si dà il via ad un processo irreversibile. Esiste inoltre la possibilità che gli Ogm possano scatenare reazioni allergiche nel corpo umano.

 

Una delle applicazione più importanti di queste tecniche è nel settore agroalimentare: esistono sul mercato soia, mais, colza, cotone, riso, tabacco geneticamente modificati. In Italia, per esempio, soia e mais transgenici, importati soprattutto dagli Stati Uniti, potrebbero già essere contenuti come ingredienti in molti prodotti alimentari, dato che l’Unione europea ne ha ammesso la commercializzazione. Una ricerca della rivista Altroconsumo ha evidenziato la presenza di soia transgenica in 4 prodotti (su 42 analizzati): 2 tipi di bistecche di soia, una crema di legumi per bambini, una lecitina di soia.

(Fonte: Altreconomia n°6 maggio 2000)

 

Esiste un Regolamento europeo che impone l’etichettatura dei prodotti contenenti Ogm in quantità superiore all’1%, ma ciò non si applica ai prodotti derivati da Ogm (come grassi e lecitine). Per “derivati” s’intendono tutte quelle sostanze che, pur provenendo da Ogm, non ne conservano traccia a causa delle lavorazioni subite. Nei supermercati potremmo trovare quindi, senza nessuna particolare etichettatura, olio di soia, cioccolata (che contiene lecitina di soia), succhi di frutta (che contengono sciroppo di glucosio, derivato del mais) derivati da Ogm. Fra le imprese che hanno investito nel settore dell’agrogenetica e che fanno pressione per poter vendere prodotti contenenti Ogm ci sono: MONSANTO, NOVARTIS, AVENTIS, DUPONT e DOW CHEMICAL.

L’auspicio è che le applicazioni biotecnologiche debbano essere limitate all’utilizzazione in ambiente confinato ed ai microrganismi, seguendo il principio di precauzione.

Per approfondire la tematica delle biotecnologie si può consultare il sito www.tebio.org.

(fonti: www.antivivisezione.it – Nuova Guida al Consumo critico, Ed. EMI, 2000. Pag.27 e pag.201).