Appunti di storia politica Svizzera

LA SVIZZERA DEI 13 CANTONI

Era un nano politico inserito in un contesto europeo capeggiato da due potenze: il Sacro Romano Impero e la monarchia francese. Allora la Svizzera non era indipendente ma di fatto, dalla fine del 1400, la Confederazione si mosse autonomamente. Diversi fattori tennero assieme i 13 cantoni:

In realtà la situazione dei 13 cantoni era molto disomogenea, esistevano forti elementi di divisione:

La situazione era a un punto tale che diplomatici di passaggio ritenevano che era solo grazie alla provvidenza di Dio che questo paese stava assieme.

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STRUTTURE POLITICHE ISTITUZIONALI 1500-1700

In questo periodo le entità politiche erano 24 e di tre tipi differenti: cantoni, alleanze, baliaggi. Erano entità repubblicane, Neuchâtel a parte, con fisionomie politiche e istituzionali molto distinte fra loro. I 13 cantoni sono da considerare come città-stato ufficialmente imperiali (alemanne) e repubblicane. Il panorama degli 11 alleati vedeva entità come Gersau, minuscole, e altre, come le Leghe Grigie, ben più grosse. Alleati tedeschi e alleati francesi, figure feudali (NE) o vescovili e abbaziali (SG, BS, Sion), ma anche alleati esterni quali Mulhouse: questi alleati avevano statuti diversi, alcuni erano presenti alla Dieta altri no, praticamente erano dei protettorati senza reali possibilità di intervento politico. I baliaggi erano territori dipendenti, subordinati, terre strappate ai Savoia, agli Asburgo o al Ducato di Milano, erano dunque territori dove si parlano lingue diverse, perciò i baliaggi si separono in tre tipologie: italofoni, francofoni e tedescofoni. Queste terre si dividono poi ancora tra baliaggi dei cantoni (dipendenti da un cantone), baliaggi degli alleati (dipendenti dagli alleati) e baliaggi comuni (dipendenti dai 13 cantoni o dai soli tre cantoni primitivi). Tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 nascono i baliaggi italiani, nascita da legare a 3 dinamiche:

La figura politica più importante dei domini svizzeri-italiani era il landfogto o balivo. I baliaggi italiani erano 8, dunque 8 erano pure i balivi di cui il mandato durava due anni. Il balivo aveva mansioni esecutive, giudiziarie e, soprattutto, fiscali, emanava però anche ordinanze e delibere (mansioni legislative). La casa dei balivi era residenza e simbolo di potere ma anche sede giudiziaria e di emanazione delle gride. Al di sotto del landfogto vi era una piccola corte landfogtesca che rimaneva di balivo in balivo. Essa aveva una certa omogeneità famigliare (per esempio a Bellinzona erano i Molo o i Ghiringhelli, a Locarno i Marcacci). Queste famiglie erano sudditi eccellentissimi o famiglie alemanne integrate nella società del luogo. Nella corte landfogtesca c'era sempre un interprete, c'erano notai, giuristi e avvocati, si aveva un segretario e magari un tesoriere. Questa casta era cooptata dal patriziato e le cariche erano spesso vitalizie ed ereditarie. All'arrivo di un nuovo landfogto si aveva una cerimonia pubblica, sacrale e solenne dove il nuovo venuto giurava sui Vangeli d'impegnarsi in un governo giusto, equo e assicurava un rifornimento di vettovaglie a prezzi contenuti. Il landfogto giurava di rispettare gli statuti locali! Altro momento indicativo era l'arrivo di una dozzina di ambasciatori con relativo seguito. Ciò avveniva in estate seguendo un percorso attraverso i baliaggi allo scopo di controllare i balivi. Questi ambasciatori dei 13 cantoni sono detti sindacatori e funzionavano da corte d'appello, seconda istanza, e quali incassatori sia dei tributi sia delle lamentele dei sudditi. Quali i vantaggi che i baliaggi hanno goduto durante i tre secoli di sudditanza? Innanzitutto vi è da dire che furono anni di stabilità politica. Non c'era obbligo di partecipazione militare, gli svizzeri avevano stipulato agevolazioni che permettevano comodi, non daziati, commerci con l'Italia. Furono poi pochi gli elementi alemanni che entrarono in Ticino, fatto a favore della conservazione e salvaguardia del patrimonio neolatino. Furono essenzialmente anni di pace. Quali gli svantaggi? Il potere era in mano a poche famiglie, soprattutto nei borghi e nel Sottoceneri. Non vi furono investimenti per infrastrutture socialmente utili quali argini, bonifiche o vie di comunicazione - che erano oltretutto insicure -. Vi era disinteresse e disimpegno da parte dei cantoni i quali non hanno fatto nulla per integrare i baliaggi nella Confederazione. Altro punto debole erano gli "azzeccagarbugli" appartenenti alle famiglie forti e ai quali premevano più i loro interessi che non quelli del popolo. A livello giudiziario si nota una mancanza di leggi unitarie, vi erano poi pene anomale quali per esempio torture, carcerazioni fuori confine e pene di morte. La povertà era un dato di fatto che spingeva la popolazione a emigrare principalmente nell'Italia preunitaria!

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LA CONFEDERAZIONE DEI 13 CANTONI

Vi era un'estrema disomogeneità di istituzioni cantonali che, generalizzando, si possono suddividere in tre tipologie:

  • cantoni a "Landsgemeinde";
  • cantoni patriziali;
  • cantoni corporativi.
  • 1. Le "Talgenossenschaften" (comunità di valle) erano le principali realtà dei cantoni a Landsgemeinde dove l'economia era basata sulla pastorizia e la politica sulle assemblee. Parlando di questa Landsgemeinde si pensa ad un regime antico, quello degli alemanni penetrati nel territorio elvetico verso l'Alto Medioevo. Alla fine di questo periodo queste popolazioni risalgono le valli (Uri,...) e rielaborano la matrice istituzionale della Landsgemeinde. Questo modello è repubblicano e di autogoverno ("democrazia diretta") con carattere marcatamente popolare. L'assemblea aveva poteri legislativi e di ratifica di trattati, di decisione tra pace e guerra. Era un'assemblea elettiva alla quale potevano partecipare i maschi con età superiore ai 16 anni, residenti e di solito con l'arma (il segno di riconoscimento del maschio libero). Considerando i regimi dominanti in Europa a quei tempi, quali assolutismo e dispotismo illuminato, il regime a Landsgemeinde è da dirsi straordinario. Istituzioni analoghe si potevano trovare anche in altre regioni alpine e prealpine. I limiti della Landsgemeinde: totale mancanza del segreto di voto (il "voto palese" poteva portare con sé problemi dovuti a pressioni, intimidazioni,...), meno si convocava l'assemblea più potere assumevano i magistrati - il "Räte", i consiglieri (R)- e il landamano (L), non tutti di fatto potevano sempre partecipare alla Landsgemeinde. Andava a finire che queste assemblee venivano pilotate nel voto. Tra `6 e `700 per certi aspetti si ebbe a che vedere con un regresso, infatti anche la Landsgemeinde subì il contagio della cultura politica assolutista europea portando ad un'aristocratizzazione della politica. Ecco che alcuni clan famigliari pilotarono la Landsgemeinde. In queste famiglie, di ceto patrizio, troviamo grandi allevatori, mercenari arricchiti, proprietari terrieri. Ma come dirigevano la Landsgemeinde? I fenomeni frequenti erano quelli di clientelismo e acquisto di voto. Il clientelismo, o voto di scambio, è l'atto di votare a favore di una persona e del suo partito in cambio di agevolazioni e spinte.


    2. Erano cantoni in gran parte del Mittelland. Si trattava in qualche modo di città-stato, era la città che contava e la campagna non aveva peso politico. In città a contare era il patrizio, che godeva di ogni diritto civile e politico. Il ceto patriziale si differenziava di città in città e traeva la sua ricchezza da rendite signorili (terre) e, in secondo luogo, per arricchirsi, i patrizi si servivano del servizio mercenario e, eventualmente, del commercio in genere. I mandati del "kleiner Rat" (K. R.) e del "grosser Rat" erano vitalizi e spesso, visto che le famiglie al potere erano poche, ereditari. Dunque non solo erano l'1-2% della popolazione che monopolizzavano il potere ma non si aveva neppure un giusto ricambio. Le donne, i non-patrizi, coloro che abitavano in campagna, le masse popolari senza reddito, i piccoli lavoratori: il popolino, insomma, non aveva alcun diritto politico. Nel `6-'700 si ebbe poi l'aristocratizzazione, che, di fatto, portò ad una vera e propria repubblica oligarchica. Vari erano i simboli di questo regime e tra questi il trono degli Schultheiss (S), praticamente i sindaci della città.


    3. Ad adottare il regime corporativo sono le città più innovative: Basilea, Zurigo, Sciaffusa e San Gallo. Erano città protestanti con tratti precapitalistici e con una classe dirigente che traeva il proprio guadagno dal commercio. Questa borghesia si organizzava in corporazioni ("Zunfte") e la struttura politico-istituzionale poggiava su di loro. Sotto al "grosser Rat" stanno, a tirar le redini, le corporazioni, dalle pi- alle meno importanti. Per avere i diritti politici bisognava appartenere ad una corporazione (esserne un esponente importante), essere maschi sopra ai venti anni e avere la cittadinanza piena. Ancora una volta a dominare era un piccolo gruppo, ciononostante questo regime è da considerarsi più aperto di quello patriziale. Esclusi dal modello politico le classi operaie, le donne, gli immigrati, i residenti delle campagne e i non-cittadini. Rispetto al regime patriziale, si è detto, questo regime era aperto, infatti vi era un clima di gestione più collegiale dato dal fatto che in fondo tutti avevano gli stessi interessi economici, le cariche poi non erano vitalizie bensì a termine e in più elettive. Aggiungiamo poi che, mentre nei cantoni patriziali c'era un abisso tra "pays légal" e "pays réel" qui si aveva un distacco minore, capitava così che a volte al potere accedevano pure esponenti della media e piccola borghesia. L'aristocratizzazione toccò pure questi regimi restringendo gli accessi alle corporazioni e alla cittadinanza, ma prima ancora bisognava poter accedere alla città vivendoci e lavorandoci, successe poi che, se in un primo tempo il "grosser Rat" poteva avere un determinato potere politico, adesso lo perdeva a favore del "kleiner Rat" (k.R.) che veniva egemonizzato dalle arti maggiori. Anche qua, dunque, nel `6-'700 venne a formarsi un regime oligarchico-verticista (con al vertice un borgomastro (B) e l'Oberzunftmeister (O)), tuttavia vennero salvati il meccanismo elettivo e la repubblica.


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    STRUTTURA POLITICO-ISTITUZIONALE DEGLI ALLEATI

    (Esempio di Ginevra)

    Ginevra tra `400 e `500 si liberò del regime episcopale instaurando una repubblica oligarchica gestita dalla borghesia dominata da una "corporazione" di pastori calvinisti, era una repubblica teocratica. Ad avere diritti politici erano ancora una volta i pochi, in questo caso citoyens e bourgeois.


    "DIE TAGSATZUNG": LA DIETA

    Tra i 13 cantoni i collanti non esistevano se non con la dieta che però, in realtà, era una struttura fragile. Nacque nel 1400 e la si può trovare anche nel 1800, alla sua costituzione si era nell'età espansionistica e dunque essa era sede di discussione della gestione dei baliaggi. A partecipare erano gli ambasciatori che, poi nell'Ancien Régime, trattavano discorsi a proposito di vie di comunicazione (valichi, strade, dazi,…), di patologie, malanni presenti sul territorio, contatti coi vicini confinanti, nuovi ingressi nella Confederazione, si discuteva pure di sicurezza. Le diete si facevano in luoghi dove si avevano alcune comodità (strutture, accessibilità): Baden, Frauenfeld,… Alla dieta partecipavano 2 delegati per cantone, essi erano dei semplici portavoce, i loro voti erano cioè già stati "preconfezionati" a casa, nel loro cantone. Alla dieta prendevano pure parte alcuni rappresentanti degli alleati i quali potevano discutere ma non avevano il diritto di voto. All'inizio nella dieta si pretendeva l'unanimità su ogni decisione da prendere e se questa non veniva raggiunta la trattanda veniva archiviata e ripresa in futuro. Nell'Ancien Régime prese piede la regola che la maggioranza fosse quella che prendeva la decisione, ma in questo caso la minoranza non era forzata a fare ciò che la maggioranza aveva deciso. Vi era uno spirito collegiale, federale e repubblicano. I punti deboli di questa dieta erano la scarsità di potere decisionale, non c'era un organismo comune autonomo e non poteva agire con sufficiente autorità a livello federale a causa degli equilibri politico-confessionali molto mutevoli e dinamici. Nell'Ancien Régime si ebbe, a questo proposito, un aumento del peso politico delle citt... rispetto ai Waldstätten e alle alpi da cui derivò una rafforzata influenza delle borghesie corporative; questo spostamento del baricentro politico si vide bene con l'istituzione del "Vorort", un cantone direttore, principale (nel 1700 fu Zurigo ad esserne insignito). Indicatore dei reali rapporti di forza tra cantoni in quei secoli è la "classifica per importanza" che vedeva al primo posto Zurigo e all'ultimo Appenzello e che evidenziava il predominio dei protestanti sui cattolici. Durante le diete venivano tenuti dei verbali, gli "Abschiede", importanti e principali fonti storiografiche di quei secoli.

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    I MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE NELL'ANCIEN RÉGIME

    Si ebbero agitazioni nelle campagne bernesi, vaudesi, basilesi, lucernesi, nei dintorni di Zurigo e anche in Valle Leventina (1755). Queste insurrezioni furono molto disomogenee. La situazione più evidente fu quella della Bauernkrieg (1650~) ma anche i moti autonomisti nell'area del Vaud (1720) sono passati alla storia. Il 1653 fu l'apogeo di secoli di contestazioni contadine, esso ebbe, quale epicentro, l'Entlebuch (tra Berna e Lucerna). Gli attori sociali di questa guerra contadina furono i Dorfaristokratiken (medi e grandi proprietari). Le cause sono da imputare al rapporto campagna-città e alle questioni fiscali relative. La causa strutturale a lungo incubata era il fatto che la campagna non avesse diritti politici: la Dorfaristokratie, ai posti alti dei villaggi, aveva determinate influenze sul balivo ma ben poco margine di manovra economica, doveva sottostare a costrizioni di mercato ("Marktzwang"), era obbligata a vendere il raccolto esclusivamente alla citt... sovrana. Il singolo proprietario non era tutelato, infatti in campagna non si avevano corporazioni. Fin qui l'establishment (il 15-20% dei rivoltosi), la maggioranza era composta da contadini e braccianti nullatenenti: le masse emarginate. Queste masse si unirono alla Dorfaristokratie e, oltre alla rivolta, nacque una ideologia protodemocratica, una cultura politica con elementi antipatriziali, antiurbani e assembleari (riscoperta della Landsgemeinde). Il movimento aveva carattere sacrale, confessionale, e, spesso, anche interconfessionle spesso, anche interconfessionale. Tra le cause congiunturali (di brevi periodi) a queste sommosse si inserì l'aristocratizzazione della vita politica che restringeva ancor di più gli spazi di libertà delle campagne. Altra causa di questo tipo fu la guerra dei Trent'Anni (1618-1648) alla fine della quale la Confederazione ottenne l'indipendenza formale a livello giuridico dall'Impero Germanico. Le ripercussioni socioeconomiche della guerra sulla Confederazione dei 13 cantoni diedero notevoli vantaggi: il servizio mercenario aumentò i suoi profitti e, grazie alla buona produzione agraria, anche l'esportazione aumentò in quantità e introiti. La fine di questa guerra causò però "disoccupazione" e il crollo dei prezzi dei prodotti agrari, fenomeni che procurarono alla Svizzera disagio e malcontento. Solo nel 1850 circa la Confederazione raggiunse un'unità monetaria. Attorno al 1650, in un contesto già di crisi, Berna e Lucerna decisero di svalutare la loro moneta in modo improvviso, unilaterale e molto marcato. Questa svalutazione colse di sorpresa la Dorfaristokratie e i contadini suscitando in loro una grande indignazione. Nelle campagne andò, di conseguenza, rafforzandosi la saldatura tra contadini e Dorfaristokratie. Su questo sfondo nacquero le Leghe di Rustici, attorno al 1653, legate da accordi e patti spesso basati sulla mitologia del nostro paese, queste leghe si davano pure, nel più dei casi, strutture sia militari che politiche (Landsgemeinde). Si profilava quindi uno scontro fra contadini e borghesi cittadini. La repressione di questi moti fu guidata dalla dieta (patrizi e borghesie corporative). Tale repressione fu rapida, la dieta si scelse truppe provenienti da campagne non toccate da questi moti. Una volta sconfitti in battaglia la repressione continuò a danno dei campagnoli, a loro vennero inferte pene di morte, decenni di galera (le barche a remi veneziane) o torture (mutilazioni).

    LA RIVOLTA DEL 1755 IN LEVENTINA

    Crescendo la morsa degli eccellentissimi signori di Altdorf nacque in questa valle un clima di insofferenza nei confronti del cantone sovrano il quale voleva pure abrogare alcuni degli statuti più antichi della zona (gestione dei capitali pupillari). Alcuni giovani bloccarono un landfogto che stava per tornare ad Uri; questa notizia, giunta ad Altdorf, prese sembianza di un affronto e fece credere ai sovrani urani che si trattasse di una sollevazione della Levantina: furono 2500 gli uomini che scesero in Leventina e lì si piazzarono. Queste truppe militari istaurarono un loro regime di occupazione caratterizzato da varie restrizioni e vari momenti repressivi quali decapitazioni (Faido): molti leventinesi fuggirono nei boschi.

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    (a continuare...)


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