Condizionati come siamo da un mondo di acute contraddizioni sociali, (...), noi continuiamo a vivere e a pensare sotto il segno di una pesante solitudine spirituale. E' una "solitudine" che esiste nelle città piene di grida, di chiasso, di folla, financo nei gruppi di intimi amici e di compagni di lavoro. E' per questo che l'uomo nutre l'illusione possessiva e morbosa di trovare nell'altro sesso "un'anima gemmella" o spera che furtivi amori scongiurino sia pure temporaneamente lo spettro dell'invincibile solitudine. Forse mai come oggi l'uomo ha avvertito una solitudine spirituale così profonda e persistente. Probabilmente mai ha raggiunto un tale stadio di depressione, vittima dell'influsso paralizzante di questa solitudine.
Alexandra Kollontaj, 1920 |