LE PAROLE DEI FIGLI...
Io credo che le persone vive,
quelle che riescono a sfiorare l'anima del mondo siano quelle più insicure,
un poco sofferenti che sono avvezze a scavare nel profondo delle cose
spinte da un senso di non appagamento verso ciò che le circonda.
I personaggi di Dostoevskij mi danno questa sensazione,
mi permettono di toccare per un momento il cuore palpitante della vita,
con i loro dubbi e le loro perplessità
e mi dimostrano che l'uomo non è solo materia,
è molto di più...
un gioco complesso di sensazioni infinite.
Anche
se viviamo in un mondo fatto di apparenza e di oscurità
ci sono sempre delle stelle che continuano a brillare
e ti aiutano a ritagliare uno spazio di
sereno...
sono i libri, le passioni,e nel mio caso Dostoevskij...
mi fa sentire viva.
Ma la cosa che più mi ha reso felice
è che siete così tanti a condividere il mio sentire
e l'amore per questo scrittore che ci ha donato
e ci regala ogni giorno momenti sublimi...
Alice
A soli 17 anni temo di parlare a sproposito riguardo Dostoevskij.
Di lui ho letto "soltanto" Delitto e Castigo,
e a chi, come quelli della mia età,
si
affaccia da poco alla vita,
certo questo grandioso autore
dà una spinta
irreversibile e parabolica verso la luce.
Una luce che va intesa
nient'altro che come l'assoluto.
Ho studiato diversi filosofi,
e mi rincresce che D. non sia annoverato tra questi.
Nessuno ha mai saputo filosofare come lui,
nel senso più stretto di questo termine,
ossia amare la verità, tendere ad essa lungo un percorso terrificante,
dove non esiste nè il bene nè il male,
nè l'uomo grande nè l'uomo misero,
nè la vita nè la morte.
Tutto è uno, converge in ciò che semplicemente definiamo la bellezza,
essenza immutabile della nostra pur dinamica esistenza
(un "conatus", avrebbe detto Spinoza).
Una frase come "l'intelletto è l'inferno dell'uomo",
che sconvolge e mescola tutti gli opposti metafisicamente possibili,
non può non dischiudere una realtà immensa fino a prima ignota,
un kantiano "colpo di luce" che ti marchia per sempre:
la vita è l'eterno fiume eracliteo che scorre sempre,
e ad esso, dice saggiamente Porfirij Petrovich,
bisogna lasciarsi andare con fede.
Ed a pensarci bene, non esiste alternativa alla nostra libertà intenzionale.
Questo è il grande insegnamento di D.,
e credo che sia sufficiente ad innamorarsi definitivamente dell'umanità intera.
Grazie Fedor.
Emanuela
Ho appena finito di leggere i Demoni,
dopo che avevo già letto Delitto e castigo, I fratelli Karamazov,
Il sosia, Memorie dal sottosuolo, Il giocatore...
Ebbene, sono certo nell'affermare che il mio caro Dostoevskij
è il più grande romanziere di tutti i tempi.
Come lui non c'è nessuno, insomma,
capace di affrontare in un modo meraviglioso tante e tanto difficili tematiche.
E' lui che ci svela il senso profondo della vita,
che ci intima di non fidarci delle menzogne,
che ci mette in guardia dal nostro sosia,
che ci apre la strada verso un Dio misericordioso che ama i suoi figli...
Grazie Fedor.
Dostoevskij è la dimostrazione di come davvero la letteratura
- l'arte in generale - potrebbe cambiare il mondo.
Se solo lo si fosse ascoltato,
leggendo attentamente quello che ci ha lasciato,
così trasparente e penetrante,
ci saremmo risparmiati almeno un paio di guerre mondiali e guerrette varie,
e un buon numero di
totalitarismi.
Dostoevskij non è stato solo il più grande romanziere di tutti i tempi
- mai ha avuto qualcuno di paragonabile dopo di lui.
E' stato anche un grande filosofo,
ma non di quelli che creano sistemi astratti belli quanto inutili:
uno che davvero ci insegnava a vivere.
Uno che ci spiegava come il mondo può essere migliore.
Ed è stato anche un grande teologo:
ci ha fatto capire che Dio non è per forza morto,
che la fede non è un limite per l'uomo,
anzi gli apre strade impensate.
E la fede può anche trasformarsi in qualcosa che cambia il mondo,
entra nella vita dell'uomo è può servire veramente a migliorarlo.
Molto meglio di tanti personaggi delle varie Chiese.
E poi, la bellezza dei suoi libri:
sono belli da vedere, da sfogliare,
e quando uno li ha letti (ahimé, col filtro della traduzione...)
si chiede se possa esserci qualcosa di più bello...
alla faccia di tanta sperimentazione inutile del Novecento.
Francesco
Dostoevskij e le sue opere non sono di questo mondo:
egli è l'idea dello scrittore e non un semplice scrittore,
così come "l'Idiota" è l'idea del romanzo e non un semplice romanzo.
Dobbiamo essere ogni giorno lieti di aver avuto Dostoevskij con noi,
egli ha lasciato pane in abbondanza
per tutte le anime che hanno una fame insaziabile di Bello.
Kevin
Sono una sedicenne molto inesperta,
ebbene, penso che non ci possa essere tanto da aggiungere a cio' che ho gia' letto.
Sono al mio primo romanzo vero dostoevskijano, I Fratelli Karamazov,
avendo prima letto Le Notti Bianche e qualche stralcio di Delitto e Castigo sui libri di scuola...
come sa prenderti Aleska, Mitja, Ivan, lo stesso grande buffone, Fedor Pavlovic,
come Dostoevskij sia capace di portarti
nel piu' profondo inferno dell'essere dell'uomo senza mai giudicare,
perche', come ben disse Mitja, anche se sono il piu' miserabile sono anche io Tuo figlio,
o mio Dio, e ti amo, e posso baciare la tunica nella quale si cela il tuo Divin corpo.
L'ingegno umano non ha davvero raggiunto meglio il sublime.
Roberta
Non sono una figlia casuale.
Mio padre prima di me amò tanto Fedor Dostoevskij da imparare il russo,
e trasferirsi a Mosca risposando una russa...
sono anni che abita le terre fredde e immense che furono la culla e la croce
dello scrittore che mi ha trafitto il cuore,
come l'idiota nel vedere la prima volta il
ritratto di Natasha Filippovna.
Lessi quasi svogliatamente le prime pagine di "delitto e castigo"
quell'ambientazione così strana e squallida era per me del tutto nuova,
e faticavo a comprenderla... piano piano rimasi avvinta dallo spirito di Raskolnikov,
dal peso insopportabile di Sonja portato con dignità e orgoglio...
rimasi per sempre intrappolata
senza neppure accorgermene in un universo di bellezza e orrore...
di morte e vita eterna...di luce e di tenebra,
la più abissale e smemorante a cui segue e si alterna un abbagliante chiarore.
Palpitai con Mitja nel suo immaginario inno divino che avrebbe intonato dal "sottosuolo",
un mondo oscuro così presente, sempre, impalpabilmente, nella mente di Dostoevskij...
fremetti nel recondito recesso della psiche di Ivan,
perennemente conteso dai suoi demoni assordanti e il suo silenzioso Cristo.
E mi incantai alla pura speranza, e immacolata innocenza di Aleksa, l'angelo consolatore,
colui che sapeva credere con la forza che solo gli animi grandi posseggono,
anche contro ogni evidenza... colui che rappresenta l'ideale di Fedor,
colui che incarna ogni sua inconfessabile aspettativa per la nuova umanità,
che invece si avviò tristemente sui passi di Ivan.
Come ringraziare di tante emozioni, di tanti viaggi dentro, nel profondo del cuore dell'uomo...
di OGNI uomo, di uomini VERI,
così REALI da non riuscire a capacitarsi di come una penna
possa avere in sè una simile forza creativa.
Dostoevskij rappresenta per me quanto di più vicino ci sia al divino in uno scrittore,
dare la vita, in un simile modo a delle ombre di carta e inchiostro è un'opera sovrumana.
Sabina (crystalfam@libero.it)
Penso che sia una delle poche persone che abbia capito una frazione di uomo,
ma quella piccola frazione mi ha sconvolto, accecato,
come se avessi guardato il sole da vicino per un istante;
spesso leggendolo mi balenano in mente idee, sensazioni,
sospetti su qualcosa di enorme che non riesco ad afferrare,
come se si stesse smuovendo qualcosa;
mi dà fiducia come poche cose; sono pronto a camminare con lui.
Gianluca (giancu@libero.it)
Come lui non c'è nessuno.
Solo Shakespeare sa darmi emozioni di pari intensità,
ma Dostoevskij continuo a prediligerlo.
Ho letto tutto, ma proprio tutto, già 3-4-5 volte,
eppure ogni volta che lo riprendo in mano
(e capita soprattutto nei momenti "importanti"), è tutto nuovo.
Come uno specchio. Ti ci vedi, a seconda di come sei o di quello che vuoi vedere.
Katia (salkat2001@libero.it)
Devo per forza ringraziare chi,da ormai quasi 10 anni mi accompagna
quotidianamente
nel magico mondo della letteratura...
Io, che in letteratura ho anche una
laurea,
io, che all'università ho dato 2 esami di lingua e letteratura
russa
solo per potermi sentire più vicino a lui,
io, che leggo e rileggo i suoi capolavori e ogni volta è come se fosse la prima volta,
io, che mi emoziono ad ogni riga,
ad ogni "immagine" e ogni volta che vedo scritto il suo nome.
Sì, io ti ringrazio Fedor,
perchè sei stato, sei e sarai per sempre il mio piccolo, grande genio russo.
Antonella (lastregaditonyblair@tiscalinet.it)
E' sempre bello sapere che illuminazione e genio non passino del tutto
inosservati in questo mondo, ne siete testimonianza elargendo le parole del Padre.
Mi permetto di inviarvi un piccolo racconto su un episodio
della vita del Maestro che ho composto qualche tempo fa,
sperando di non offendere troppo le parole attigue del Maestro.
Grazie ancora.
Francesco Fiori, scrittore
Quel viso da santo e criminale,
quel genio che tanto ha sofferto per farci capire una cosa molto semplice,
ma che ormai più nessuno ricorda:
l'essere uomini, solo e soltanto uomini!!!!!!
Marco (fommons@hotmail.com)
Sono anni che leggo e rileggo tutte le opere di Dostoevskij:
un giorno ho preso per caso in mano "Delitto e castigo"
e ne sono stata letteralmente affascinata, soprattutto dalla passione con cui l'autore scrive.
In seguito ho letto "Le notti bianche", "L'idiota", "L'adolescente"...
in pratica tutte le sue opere e tutte le ho trovate sempre magnifiche,
ma sono "I fratelli Karamazov" e "I demoni" quelli che più di tutti mi hanno conquistata:
ho vissuto con più passione qui le gioie e i dolori dei personaggi...
E' in questo che sta la grandezza di Dostoevskij:
riesce a rendere talmente reali le sue storie e
i suoi personaggi che già dal primo capitolo pensiamo di essere tuttuno con la storia.
E non appena chiudiamo il libro ci pare di esserci appena svegliati da un sogno...
Ne approfitto quindi per ringraziare il più grande scrittore
che sia mai esistito per avermi fatto sognare con i suoi libri
che continuerò a leggere per tutta la vita...
GRAZIE!
Alice
Non ricordo il primo impatto con Dostoevskij,
ma oggi ho finito di leggere "storia di una donna" (Netocka Nezvanova)
e sono rimasto affamato dal flusso di interiorità, di particolari, insomma di umanità.
La storia non ha una struttura ben definita,
ma spinge a leggere pur solo i pensieri della protagonista, anche quando sono ridondanti:
perchè così sono nella realtà,
e non ci si può non domandare come si possa rappresentarli solo come opera letteraria!
Ogni pensiero sembra fuoriuscire dal diario personale del personaggio.
Tutti diciamo di ritrovarci in essi,
ma saremmo degni, nella superficialità della vita attuale, di essere personaggi?
Yuri (yuri@unisannio.it)
.... Un grido morì nel suo petto oppresso (Il sosia, poema pietroburghese).
Un genio letterario che non tramonterà mai col passare degli anni!
Dostoevskij è per me come un caro amico. Grazie.
Irene (La Spezia)
Leggere le Sue parole è un'emozione continua,
un continuo sconvolgimento dell'anima.
Ha cambiato il mio modo di vedere le persone
e soprattutto di vedere me stessa.......grazie!
Elena
La sua fede illuminava il suo cuore e la sua mente
su ciò che solo si può intuire ed abbozzare sul "mistero" uomo.
La sua capacità umana e l'intelligenza, insieme con il suo vissuto,
sono state sempre accompagnate da quell'inquietudine
propria di chi cerca senso nella propia vita,
consapevole che il limite ultimo non fa parte di questo mondo.
Stefano
Le parole non possono bastare per personaggi che, anche se vissuti 150 anni fa,
riescono a lasciare un'impronta sulla tua vita.
Ha creato il retino oculare delle cose che vedo e sento. Grazie.
Ferdinando
Ho cominciato con Umiliati e offesi e la sorpresa è stata fortissima...
non avevo mai provato nulla di simile leggendo...
Ho continuato con Delitto e Castigo (finora il mio preferito) che mi ha cambiato molto,
tutto quello che mi circonda da allora è cambiato.
Leggere Fedor è diventata una necessità,
per leggere L'idiota ho confezionato una specie di rito:
dopo esserne entrato in possesso
l'ho conservato giorni senza iniziarlo perchè ciò avvenisse in un momento speciale.
Ora sto sognando cosa mi riserveranno i Fratelli...
e provo la stessa sensazione del giorno che precede la partenza per le vacanze...
(magari un viaggio a S.Pietroburgo.)
Maurizio
Mi trovo in difficoltà a scrivere anche soltanto poche righe
in onore di un maestro inarrivabile come F.M. Dostoevskij,
sento di non essere all' altezza nemmeno di abbandonarmi a lodi sperticate nei suoi confronti.
Anche questo significherebbe avere un approccio di tipo critico
nei confronti dell'opera dell'immenso maestro russo.
E' quello che facciamo, se ne abbiamo le capacità, con qualsiasi opera d'arte.
Ma con Dostoevskij no... è necessario lasciarsi andare,
poichè i suoi romanzi non agiscono sulla parte più razionale del nostro cervello,
bensì su quella del 'sottosuolo', che soltanto lui ha saputo rivelare
(con buona pace di un secolo di psicoanalisi).
Così tutte quelle convinzioni a cui un individuo ritiene di credere,
si rivelano insoddisfacenti,
facendoti sentire così vicino al Maestro nel disprezzare tutta la presunzione
dell'uomo moderno materialista ed ateo e facendoti amare i suoi personaggi senza tempo,
e soprattutto farti scoprire la grandezza del messaggio cristiano,
incentrato sull'amore, come nessun altro testo sacro propriamente potrà mai fare.
Adesso che ho iniziato a scrivere di Lui, vorrei continuare ancora a lungo, ma termino qui,
ricordando a tutti che Fedor Michajlovic Dostoesvskij
non ha nemmeno bisogno di essere ringraziato per averci dato ciò che ci ha dato,
in quanto non si può considerare un artista ma, in primissimo luogo, un profeta.
Simone
Dostoevskij è il pittore dell'interiore,
il quale per primo abbozzerà quel lato buio dell'umana natura,
da lui denominato sottosuolo, sfuggito all'immaginazione di generazioni di razionalisti
che avevano nell'essere razionalisti il proprio limite nella conoscenza di se stessi,
e che invece poteva essere individuato e parzialmente colorato solo da un pazzo anti-razionale,
ossessionato dalla miserabile condizione umana e
dalla propria oppressiva fede religiosa.
Carlo B. (peligro@email.it)
Non sono un'esperta, ho solo 17 anni ma... Delitto e Castigo...
Il mio primo libro letto di Dostoevskij è stato semplicemente Magnifico!
Ho amato il mio... il nostro... Rodka,
ho cercato di capirne la complessa personalità, i pensieri...
ho sofferto con lui e la sua Sonia svicolandomi con ansia per i vicoli angusti di S.Pietrobugo,
ho sperato che il libro non finisse mai continuando però a leggere assiduamente...
Il modo di scrivere di Dostoevskij è coinvolgente, stupefacente, meraviglioso...!
Un maestro al quale avrei voluto rivolgere tutta la mia ammirazione!
Chiara
Venerazione assoluta di una vetta inarrivabile.
Francesco
Il suo realismo romanzesco sembra farmi toccare con le mie stesse mani
una realtà che non ho mai vissuto;
mi sembra di vivere con i personaggi; credo di sentire gli odori, i sapori;
per un momento una parte di me esce dal mio corpo
e va ad infiltrarsi nella realtà altra raccontata da Dostoevskij...
è una sensazione stupenda...
E I SUOI CAPOLAVORI SONO SEMPLICEMENTE STRAORDINARI.
Michela
Lui è lo scrittore della vertigine. Un po' tutto l'animo russo lo è.
Non conosce mezze misure:
si butta a capofitto nella melma o s'innalza ad altezze imperscrutabili.
Le passioni, i peccati, la purezza dei suoi personaggi sono sublimi
ma soprattutto duali, contraddittorie, ti infiammano e ti raggelano.
E poi quella povertà di izbe fredde, di samovar spenti,
di vodka nascosta sotto giacigli di foglie secche
prelude sempre ad un riscatto cristallino.
Il suo uomo è estraneo al peccato, la colpa è sempre transitoria, indotta dalle feroci circostanze.
E le donne!
Grandissime sante, grandissime puttane, capaci di piegare uomini e destini.
Sensualissime entro la rigida moralità,
appena lasciano scattare la serratura della porta
sappiamo già che la loro passione potrà uccidere.
Gabriella
Leggo romanzi da una vita. Non ho mai trovato un autore
che mi faccia provare quello che mi ha fatto provare Dostoevskij.
I suoi libri sono vivi,
le
sue sono le pagine più cariche di vita che siano mai state pubblicate.
Un grazie a te Fedor da un umile lettore che non ti lascerà mai!!!!
Sergio
Credo che la forza di Dovstoevskij risieda nel suo scandagliare l'animo umano,
nel far emergere luci ed ombre della sua interiorità.
Non reputo possibile chiudere un suo libro
senza avere la sensazione di aver fatto un'esperienza dolorosa
ma illuminante e, soprattutto, necessaria.
Sergio Facchi
Per me Dostoevskij è prima di tutto un sorprendente conoscitore dello spirito umano.
La sua più grande scoperta nell'intimità umana è l'esistenza dell'uomo "sotteraneo",
cioè, di quello strato dello spirito dove nascono il male e il bene.
Per Dostoevskij, la chiave di comprensione
della situazione tragica dell'uomo va trovata nel problema della libertà.
Proprio nella libertà esiste continuamente la possibilità
di sconfitta del bene nel confronto con il male,
ciò introduce nell'aspetto ontologico
la disintegrazione dell'essere umano, la frantumazione,
la lacerazione o come dice Dostoevskij: lo "sdoppiamento"
della sua struttura spirituale, psichica e fisica.
In qualche senso Dostoevskij mi ha aiutato a capire l'uomo e Dio.
Dariusz Jastrzab (Polonia) (padre.dario@interia.pl)
Lei autore di questo omaggio dice di ritenersi in debito con lui,
così è pure la mia condizione nei suoi
confronti
e probabilmente quella di chiunque ne abbia scoperto le opere.
Non avrebbe creduto di certo il nostro Caro
che lui da debitore com’era sarebbe stato uno dei più grandi creditori.
Bianca Della Loggia
Sono Roberto,
e vi dico che quando leggo Dostoevskij mi sembra di essere in un mondo nuovo,
fatto di personaggi bizzarri e cospiratori,
e la cosa più bella è che non sai mai cosa possa accadere in un suo libro.
E' senza dubbio uno degli scrittori più importanti del secolo scorso !!!
Roberto
Penso che la lettura di Umiliati e offesi sia tra le esperienze più dolorose
che si possano affrontare. La sacralità umana delle figure di quest'opera trova
eguali solo in certe composizioni pittoriche quattrocentesche.
Alla fine, l'assoluzione c'è, ed è luminosa, ma a che prezzo!
Non v'è nulla di più arduo, di più bruciante, e direi anche di più rivoluzionario
dell'amore nella sua semplicità,
l'amore che spazza via ogni retorica, ogni mediocrità.
E' questo, a mio avviso, il grande insegnamento di Dostoevskij.
Marco Zenesini
Leggere Dostoevskij mi emoziona e mi strugge il cuore a volte fino a farmi piangere
per quanto e per come io ritrovi me stessa tra le righe dei suoi romanzi.
Oltre alla superba tecnica di scrittura
e alle infinite riflessioni a cui invitano i suoi romanzi,
ciò che più amo è l'analisi psicologica dei personaggi raccontati nei loro lati
"così umani" da farti avere il dubbio che esistano realmente!
Quando ho letto Dostoevskij per la prima volta mi sono praticamente innamorata
e con il tempo l'innamoramento si è trasformato in un amore profondo.
Certe volte mi chiedo come sarebbe stato conoscere Fedor e parlare con lui.
Monica
Mio Dio! Un attimo sol di felicità!
Credi che sia poco, anche se fosse l'unico, nella vita di un uomo?
Le notti bianche
Antonio
E' straordinario notare come i commenti dei cari amici (seppur non li conosca)
sul grande Fedor siano pieni di stupore per il fatto
che egli sia riuscito a descrivere noi stessi, i nostri pregi,
i nostri inconfessabili difetti che ritroviamo nei suoi personaggi;
io sono rimasto sbalordito da ciò, come tutti, e penso che chi abbia letto Dostoevskij
ha avuto la fortuna di trovare una porta di accesso per una parte,
anche piccolissima come egli stesso diceva, di conoscenza della natura umana.
I miei libri prediletti sono L'Idiota
e I fratelli Karamazov, romanzi incredibili.
Capitoli dei Karamazov come il grande Inquisitore, Cana di Galilea, lo starets Zosima...
non si potranno mai dimenticare, una volta incontrati nella propria vita.
E i bimbi, quelle storie di bimbi nei Karamazov.
E le figure di uomini e donne che ci sembra di aver personalmente conosciuto,
amato o odiato, Aglaja, Nastas'ja, il sublime Myskin, Ivan Karamazov...
leggiamo Dostoevskij, amici, e facciamolo leggere.
Senza di lui all'umanità sarebbe mancato qualcosa di speciale.
Corrado T.
Curiosando... scopro altri figli/e.
Proprio ora che per la terza volta rileggo L'idiota
e vado lamentando l'incomunicabilità di un lungo dialogo interiore.
Fedor non l'ho incontrato da solo
ma come in una delle interminabili riunioni che lui descrive ho conosciuto molti.
Tanti volti di uomini e donne. Sfaccettature dell'Uomo compreso nell'amore.
Gioisco nel trovare anche voi
in quest'amabile dialogo intorno alla bellezza che salverà il mondo.
E' vero, principe, che una volta avete detto che il mondo verrà salvato dalla "bellezza"?
Frate Stefano Casamassima (epifanio@aruba.it)
Questa mia per dire che Dostoevskij,
più che l’incredibile scrittore e poeta, è un uomo.
Un uomo qualunque
seppur dotato di straordinaria complessità ed innata arte dello scrivere.
Un uomo qualunque con le sue fatiche ed i suoi disagi
e con un’ineguagliabile sensibilità all’essere umano.
Dentro una vita che è in ogni caso un compromesso tra certezze e dubbi
e gioie e amarezze e passioni armoniose o brutali,
Dostoevskij riesce a scindere per poi rimischiare ed ancora unire per poi sciogliere,
ogni singola caratteristica, ogni particolare elemento dell’anima umana.
Ed è appunto in questa disordinata mischia che lo scrittore Dostoevskij imprime
la sublime arte della ricerca dell’ordine.
L’ordine primordiale dell’anima è ciò che Dostoevskij cerca.
Un ordine eterno del quale, per natura, non è possibile scorgere ampiezza e confini,
ma a cui Dostoevskij dona una propria sublime dimensione dedita alla ricerca ed all’analisi.
E’ questo ordine dell’anima ciò che scopriamo nel leggere la sua opera,
mentre gustiamo spazi nuovi, incontriamo persone di cui sentiamo l’odore
e lentamente riusciamo a colorare caselline bianche con forti tinte altrimenti sconosciute.
Noi amiamo Dostoevskij perché amiamo l’uomo:
l’uomo nella sua chiara e scura complessità.
I Fratelli Karamazov è "il romanzo dell’uomo".
Gabrinut (gabrinut@tin.it)
Il primo romanzo che ho letto del grande romanziere russo è Delitto e Castigo,
che per caso trovai negli scaffali di una vecchia biblioteca.
Rimasi di colpo affascinato dalla capacità di eplorazione dell'animo umano,
scandagliato con una finezza sovrumana.
Spinto dall'entusiasmo mi dedicai alla lettura dell'intera sua opera.
Ormai sono venti anni che ho conosciuto Dostoewskij
ma la passione per lui non mi ha mai abbandonato.
Ho conosciuto e studiato molti autori ma nessuno mi ha parlato come lui.
Mi sono sentito interpellato in profondità e spinto a considerare
i problemi fondamentali dell'esistenza
con una forza che nessuno era mai riuscito a comunicarmi.
Anche la fede in Dio, sempre vacillante,
acquista nuovo vigore pensando alla sua testimonianza di uomo perso e redento.
Pasquale D'Angelo
E' stato quasi un caso che io mi trovassi tra le mani il libro di Delitto e Castigo.
Lo avevano regalato a mio fratello e lui per motivi di lavoro non ha mai potuto leggerlo.
Non avevo mai - a causa della mia ignoranza - sentito parlare del grande scrittore russo,
ma mi incuriosiva molto il titolo del libro.
Ciò che subito mi colpì del romanzo
fu la capacità descrittiva di Dostoevskij dei numerosi personaggi presenti nel romanzo;
è eccezionale inoltre l'introspezione psicologica che lui fa di questi ultimi,
tramite la quale ho potuto imparare qualcosa in più sul mistero dell'uomo.
Una cosa però che non posso dimenticare è la conclusione del romanzo,
la quale vede il personaggio principale redimersi grazie all'amore di Sonia.
Ringrazio pertanto Dostoevskij
perché mi ha fatto capire che l'amore vince qualsiasi peccato.
Osservanza (frati.osservanza@libero.it)
Il primo libro che ho letto di Dostoevskij è stato Delitto e Castigo.
Per me è stato come entrare in un grande mondo, che riviveva in ogni pagina
e dentro di me. Da quando ho letto per la prima volta quelle pagine mi
sembra sempre di avere di fronte le strade di Pietroburgo, la Neva, e la
prospettiva Nevskij. Mi sono innamorato di Sonia, e con Raskolnikov mi sono
chiesto quanto fosse concesso a un uomo per raggiungere il suo successo.
Per la prima volta ho trovato me stesso nelle parole di un altro uomo. Per
la prima volta ho trovato fuori di me la parte più vera della mia persona.
A Dostoevskij devo la conoscenza che oggi ho di me stesso e delle persone
che mi circondano. A lui devo la voglia di leggere, di conoscere, di
osservare le persone che mi circondano e di cercare dietro agli sguardi
degli sconosciuti delle persone, delle storie.
A lui devo opere come Le
notti bianche, o Le memorie del sottosuolo,
nelle quali io, lettore, mi sento messo a nudo, spiegato, da Lui.
Grazie Fedor.
Roberto Garrucciu (robygarr@libero.it)
Non saprei con parole spiegare cos'ho sentito leggendo Dostoevskij la prima volta:
è stato un'incontro di sensazioni e parole uniche,
in cui lui metteva su carta quello che io mi rendevo conto di pensare.
E' una sensazione di pelle irripetibile,
ma che ho provato con ogni libro del grande Fedor Pavlovic che ho letto.
Soprattutto con Delitto e Castigo
la tue emozioni corrono sul filo delle pagine e della penna,
tenendoti col fiato sospeso
e la mente proiettata negli ambienti unici descritti,
in una S. Pietroburgo dai toni aggraziati ma al contempo duri e spietati.
Alberto
Adoro tutta la letteratura russa,
ma quando leggo Dostoevskij
provo una gioia interiore e una meraviglia incredibile,
mi chiedo "ma com'è possibile scrivere così, con questo stile...".
Di Dostoevskij ho letto per primo Delitto e castigo,
poi Memorie dal sottosuolo e Il giocatore,
e ho intenzione di leggerli tutti, anche i saggi critici.
La cosa che più mi stupisce
è che nelle sue pagine e tra le sue parole leggo i miei pensieri,
le mie stesse convinzioni, la stessa passione, me stessa insomma!
E' incredibile come un autore così lontano storicamente
possa essere così attuale e vicino alle nostre esperienze!
E poi il suo stile è fantastico e affascinante..
Lara Spagnuolo (a.laretta@ciaoweb.it)