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Il corpo e la madre
Madri e figli tra norma e scienza
Una ricerca Eurispes su sterilità,
adozione e riproduzione artificiale

Capitolo 4
Adozione e affidamento: un buco con il bambino intorno? Ancora nodi da sciogliere.

I nuovi modi di "adottare"

In questi ultimi anni sono nate una miriade di iniziative, soprattutto in concomitanza dei recenti avvenimenti bellici nei paesi dell'ex Jugoslavia, volte ad aiutare e sostenere bambini e famiglie nei Paesi in via di sviluppo in difficoltà dal punto di vista socio-economico; l'intento è quello di promuovere iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle condizioni di vita in cui sono costretti a vivere milioni di esseri umani.
"Adozioni a distanza", "madrinati", "tutoring", "solidarietà a distanza", "adozione spirituale" sono alcuni dei termini con cui si designano queste forme di solidarietà e di aiuto, la possibilità, per una determinata famiglia o per un singolo, di sostenere e proteggere un bambino o una famiglia in difficoltà nei paesi del terzo mondo.
Rispetto al termine "adozione a distanza", è stata l'ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie) a mettere in discussione questo termine che poteva creare confusione con la adozione vera e propria e, talvolta, generava nel sostenitore dell'iniziativa pericolose illusioni di possesso presente o futuro del bambino.
Infatti l'ANFAA sostiene che «l'adozione è un atto sociale e giuridico in base al quale i bambini diventano figli a tutti gli effetti di genitori che non gli hanno procreati e, parallelamente, i genitori diventano padre e madre di un figlio non nato da loro. Quindi essendo il rapporto di adozione un vero e proprio rapporto di filiazione, è preferibile non utilizzare la denominazione "adozione a distanza" e preferire, piuttosto, quella di "solidarietà a distanza" che non comporta connotazioni riduttive per l'adozione e mette in risalto gli aspetti positivi dell'aiuto disinteressato che persone e gruppi realizzano nei confronti di coloro che sono in situazione di grave indigenza».
Visto il moltiplicarsi di queste iniziative si è sentita l'esigenza di provare a fare chiarezza in questo settore popolato da una miriade di organizzazioni e organismi e animato da problemi, dubbi e perplessità spesso legittime. Si pone il problema di una chiara definizione degli interventi, delle loro modalità, dei limiti, della necessità, quindi, di informare correttamente e di esercitare maggiori controlli per far sì che le richieste di fondi servano realmente a sostenere le famiglie e i bambini in difficoltà e non organizzazioni di altro genere e natura.
C'è da dire, inoltre, che questo settore ha trovato legittima cittadinanza negli interventi della cooperazione allo sviluppo.
I principi che animano gli interventi di solidarietà a distanza si possono, secondo il presidente dell'Ai.Bi. così schematizzare:

  1. la centralità del bambino: l'interesse del minore è fondamentale e superiore a qualsiasi altro interesse. Ogni bambino a diritto a vivere nella sua famiglia e gli interventi di solidarietà a distanza devono garantire e asicurare in modo prioritario questo diritto;
  2. atto di solidarietà, non di assistenza: non un aiuto passivo, ma un sostegno per affiancare la famiglia. Solidarietà e non carità: la carità resta collocata nella relazione del dono, dell'offerta da parte di chi ha verso chi non ha, la solidarietà invece è la ricerca di una dimensione per costruire una relazione di scambio reciproco che riconosce l'esistenza di soggetti diversamente coinvolti;
  3. coinvolgimento con la realtà in cui vive il bambino: è proprio questo che costituisce il risultato di un corretto intervento di solidarietà, un processo di maturazione che prevede un primo momento in cui si comprende la sua realtà, si cerca cioè di conoscerla, studiarla e un secondo in cui si cerca di diffonderla al fine di sensibilizzare chi sta a noi vicino, di educare ai problemi della solidarietà con la nostra testimonianza di impegno e "vicinanza" alla realtà di questo bambino.

A partire dal primo dicembre 1993 l'Ai.Bi., il CIAI, Centro Italiano per l'Adozione Internazionale, la BISER, International Initiative of women from bosnia-herzegovina feminism, human rights and humanitarian aid e la Fondazione I.B. Mazuranic hanno avviato il progetto "Ricostruiamo dai bambini" Progetto Emergenza Minori Bosnia e Croazia a favore dei bambini colpiti dalla guerra nei paesi della ex Jugoslavia articolata nei seguenti progetti:

  1. solidarietà economica e sociale a distanza;
  2. interventi di emergenza;
  3. interventi su strutture educative e sanitarie.

In che cosa consiste l'attività di "Solidarietà economica e sociale"?
Tale iniziativa è un modo diretto per aiutare un bambino lontano che, pur avendo la sua famiglia, si trova in una situazione di obiettiva difficoltà; non si tratta soltanto di un impegno economico continuativo, ma di un tentativo di creare un rapporto con il bambino e la sua famiglia per il tramite di un corrispondente estero dell'Ai.Bi.. Si richiede pertanto non soltanto un rapporto di tipo economico, ma soprattutto la capacità di riversare sul bambino un po' di affetto, che il bambino sappia che qualcuno si interessa a lui.
Lo scopo di tale iniziativa è quello di seguire un bambino attraverso un impegno minimo di tre anni (nota numero 1), garantendo il suo diritto fondamentale a vivere, crescere, studiare, ad avere almeno una possibilità concreta nella vita.
La "Solidarietà economica e sociale" attua una vera opera di prevenzione nel tentativo di evitare l'abbandono dei minori: infatti l'iniziativa non può seguire casi di minori in stato di abbandono a meno che non siano state intraprese senza successo tutte le strade possibili per favorirne l'adozione nazionale o internazionale (età troppo avanzata, handicap o malattie gravi).
Inoltre, visto che "I contributi, le donazioni e le oblazioni erogate da persone fisiche e giuridiche in favore delle organizzazioni non governative idonee ai sensi dell'art. 28 sono deducibili dal reddito imponibile netto ai fini dell'imposta sul reddito... nella misura massima del 2 per cento di detto reddito" (art. 30, l.26/2/1987 n.49), al termine di ogni anno, l'Ai.Bi. rilascia una ricevuta in maniera tale che gli importi versati risultino deducibili dalla dichiarazione dei redditi.

Tabella 20
Dati dell'Ai.Bi. sull'attività di solidarietà economica e sociale
Anno 1994

Anche il CIAI, Centro Italiano per l'Adozione Internazionale, ha da sempre proposto e sostenuto "progetti di solidarietà" nei Paesi di origine dei bambini. Si tratta di progetti diversificati con l'obiettivo di dare una risposta mirata a un bisogno concreto: ad esempio il "Progetto Infanzia Dong Anh Child Care Center" nella provincia di Hanoi, Vietnam che si configura come centro polifunzionale per accogliere e valutare la situazione di minori in difficoltà; il "Progetto pilota Arsinakunte" in India per i problemi e la tutela delle donne e dei bambini; i "madrinati" nati per offrire anche ai bambini che sono ospitati in istituti (o perchè orfani o perchè appartenenti a famiglie disagiate) delle opportunità di felicità, la possibilità di appropiarsi di strumenti che potrebbero rendere il loro futuro meno triste. Studiare, frequentare una scuola e quindi avere la possibilità di entrare anche in contatto con realtà diverse da quella dell'istituto: il frequentare la scuola, ad esempio, anche laddove è un servizio pubblico e, quindi, gratuito, non solo ha un costo, ma sottrae braccia a una forza lavoro molto ambita perchè sottopagata e perchè contribuisce ad incrementare i magri introiti familiari. E' questo uno dei motivi dell'alto tasso di analfabetismo tuttora esistente in alcune zone del mondo che, tra l'altro, penalizza fortemente le bambine i cui diritti, amche i più elemetari vengono sacrificati a favore dei maschi e dei loro bisogni.

Tabella 21
Dati del CIAI sull'attività di "madrinato"

Tabella 22
Madrinati realizzati in Vietnam e in India per regioni

Note:

1) Se alla scadenza dei tre anni il bambino avrà ancora bisogno di aiuto, si valuterà la situazione e si deciderà, di comune accordo tra il sostenitore e il corrispondente che vive a stretto contatto con il bambino e l'Ai.Bi., se sarà il caso di continuare ancora, ma direttamente e autonomamente il rapporto.

Quanto sopra, è solo un estratto dell'intero rapporto Eurispes: quella, appunto, riguardante le adozioni a distanza. Per leggere il seguito, premere

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