ALEX E ROSA

di

livia cordanti (i b)            diana gentili (ii g)    

simone moccaldi (v d)       prof. anna rumi

con la gentile partecipazione di Chiara Bucci

   

Soggetto realizzato nell’ambito del Laboratorio di Sceneggiatura organizzato dall’Associazione Culturale

Il Naufragarmédolce”,

  svoltosi all’Istituto Tecnico Industriale “B. Pascal”

da gennaio a marzo 2001

 e finanziato dall’Ufficio Cultura della XX Circoscrizione.

 

Docenza e supervisione della 

Dott.ssa Alessandra Marino

 

 ______________________________________________________________

PROFILO DEI PERSONAGGI

Rosa ha 42 anni, fa l’infermiera in un ospizio da 20 anni ed è ormai diventata capoinfermiera. Possiede un cane, un chihuahua obeso di 12 anni, che ha molti problemi di salute: difficoltà nel muoversi, soffre di cacarella e irresistibilmente attratto dal cibo. Lei è single, ma non di sua scelta: è goffa, brutta, cicciona, porta gli occhiali e la sua pelle è in eruzione continua dalla sua pubertà. Non sa truccarsi perché nessuno glielo ha mai insegnato. Porta un paio di occhiali di quelli che si comprano in farmacia: una montatura spessa che vale poco, di un colore decisamente brutto per un paio di occhiali. I suoi vestiti sono stracci di nessun valore comprati in una bottega di vestiti usati: quelle giacche di cattiva stoffa con brutte figure che sembrano fatti con le tende dell’ospizio in cui lavora. Ha una madre decisamente ossessiva che la opprime ad ogni ora e la tratta come se fosse una bambina. Lei è triste, depressa, la sua unica ragione di vita è il suo cane. Capita spesso che nella solitudine della sua vita, Rosa rimanga ore persa a rimuginare su i pochi avvenimenti della sua vita: su quello che è successo e soprattutto su quello che non è successo. Il suo interrogativo più frequente è: se le cose fossero andate diversamente, lei avrebbe potuto essere un’altra persona? Che avrebbe dovuto fare per essere una persona più piacevole, almeno ai suoi occhi?

Rosa è decisamente  consapevole della sua vita vuota monotona, e sente il bisogno di una scossa, di qualcosa di nuovo che lei non sa fare.

 

Alex è un ragazzo di 19 anni flaccido e morfinoso, sensibile, introverso e ferito. E’ alto, magro ma con un po’ di pancetta,  coi capelli castani scuro lunghi, legati con il codino, non curati, occhi chiari e sottili ma espressivi. Si veste sempre allo stesso modo  con dei vestiti di taglia più grande della sua, jeans stracciati e magliette puzzolenti. Ha un grande tatuaggio nero sul petto raffigurante una tigre e uno sulla spalla dei Ghostbaster. Scarpe da ginnastica senza lacci. Vive con i genitori che  sono spesso assenti e quando sono presenti non fanno altro che litigare e picchiarsi. Alex è maturo nell’animo ma è sensibile e fragile come un bambino. Non ha alcun interesse per la vita né per gli avvenimenti che accadono, resiste solo perché, affezionato a sua sorella di 12 anni, si vuole assicurare che cresca con quella serenità e amore che lui non ha avuto. Solo con lei sa essere quasi materno, a volte anche protettivo e avvolgente. Alex si sente come bruciato e quando è molto disperato e solo si rifugia nella droga e va in cerca di qualche dose nei vicoli vicino alla stazione dove sa di trovare gli spacciatori.

 __________________________________

SINOSSI

 Alex ha appena accompagnato la sorella al pullman per le vacanze estive. Gira per le strade assolate e deserte con un’unica cosa in mente: trovare i soldi per una dose di eroina. Alex decide di andare all’ospizio dove vive la nonna per prendere dei soldi nella vecchia scatola di metallo sotto al letto. Quando Alex arriva, Rosa, la capo infermiera sta dando alcune medicine alla nonna. E’ ora di pranzo e Alex riesce a rimanere solo in stanza, ma dopo aver messo tutto a soqquadro trova la scatola vuota. In quel mentre torna la nonna che si accorge di quello che sta succedendo. Alex preso alla sprovvista alza la voce e la nonna ha un malore e sviene. Arriva in stanza Rosa richiamata dal rumore: accusa Alex di aver aggredito la nonna. Alex intanto ha trovato una boccetta di morfina e accusa di rimando Rosa di drogare i vecchi dell’ospizio e sostiene che è stata quella la causa del malore. Alla fine i due arrivano ad un patto: se la nonna si ristabilirà senza conseguenze potranno mettere tutto a tacere, altrimenti se dovesse morire, Rosa denuncerà Alex e lui potrà fare altrettanto. Intanto per controllarsi a vicenda, passeranno alcuni giorni insieme, a casa di Rosa fino a che non si definirà la situazione.

La convivenza è molto difficile all’inizio: diffidenze e pregiudizi dividono i due, che nonostante tutto devono essere complici per nascondersi dalla invadente madre di Rosa, che irrompe in casa a tutte le ore del giorno. Col passare del tempo Alex e Rosa si accorgono che la loro sofferenza, la loro solitudine e la loro sensibilità non è poi così diversa, e cominciano a fare amicizia. Intanto il loro umore è cadenzato dalle condizioni della nonna che è entrata in un coma leggero. Dopo qualche giorno la nonna è in fase di miglioramento e anche la loro situazione è molto migliorata: lui per tutto questo tempo non si è drogato, lei si è addolcita ed è riuscita a prendere un po’ le distanze dalla madre.

Dopo 12 giorni dall’inizio della convivenza arriva la notizia che la nonna si è svegliata: sta bene anche se non ricorda niente di quanto le è successo: Rosa e Alex ora possono separarsi.

E’ passato un po’ di tempo: Alex e Rosa si rincontrano all’ospizio. Lui sta seguendo un programma di recupero e fa volontariato, per sua scelta, proprio all’interno dell’ospizio. Lei ha iniziato a frequentare un collega e sta iniziando a vivere la sua vita.