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innanzitutto
nella nostra Banca Dati e quindi
in Internet (con le nostre metodologie di ricerca riusciamo a scovare
anche i dati delle più piccole librerie del mondo). Noi raccogliamo
le quotazioni dai cataloghi di vendita delle librerie antiquarie
(le più attendibili), si tratta quindi di reali valori
di mercato e non di personali valutazioni e nemmeno di "gonfiate"
expertise. Si tratta del reale valore di mercato, il prezzo al quale è
stato venduto il libro.
4)
A questo punto ti diciamo quale è l'importo da pagare per ricevere
le quotazioni. Il
pagamento avviene con accredito su c/c postale n. 42131201 intestato a
Osservatorio Libri.
5)
Invia
per fax 02.3983.1751 per e-mail info@osservatoriolibri.com
o per posta ordinaria Osservatorio Libri - Via Palmieri 66 - 20141 Milano
copia dell'avvenuto versamento, dati anagrafici e come desideri ricevere
la risposta (e-mail, fax).
Per
visualizzare una quotazione vedi Esempio.
Il
costo di una quotazione è compreso tra 17,00
e 22,00 Euro. |
Ricordiamo
che si pagano solo le quotazioni trovate.
Se ad esempio chiedete la quotazione di 10 libri
e noi vi diamo solo quotazione di 5,
pagherete in totale solo 85,00 Euro (5 x 17,00). |
Per
intere Biblioteche o per un numero di libri da quotare superiore
alle 20 unità, il costo per quotazione scende.
Ad esempio, per 100 quotazioni pagherete solo 500,00 Euro.
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Se hai difficoltà
a rilevare alcuni dei dati richiesti chiamaci, ti aiuteremo noi.
In
Internet non sempre è facile reperire informazioni sui libri
antichi e libri rari e soprattutto comprenderle:
-
le banche dati disponibili on-line sono spesso incomplete
- di
difficile consultazione per i non esperti
- non
forniscono proprio l'unico dato che interessa
- permettono
solo interrogazioni limitate
- a
volte sono lente nelle risposte
Ottenere le nostre informazioni , invece , è
semplicissimo .
Basta una e-mail con la tua richiesta . Oppure telefona allo 02.3983.1751
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Condizioni
speciali per soci e dipendenti:
Unione Commercio e Industria di Milano e Provincia.
LifeGate coloro che vivono e lavorano secondo i principi
di eco-cultura scegliendo la "civiltà della coscienza"
rispetto alla "civiltà dei consumi".
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