Testi di recente pubblicazione
Giovanni Damiano, L'espansionismo
americano.Un "destino manifesto"?, Edizioni di Ar, euro 16
RISVOLTO DI COPERTINA
Attraverso una ricostruzione storica che parte dalla guerra d’indipendenza per giungere
ai giorni nostri, questo testo (alieno da condanne ideologico-moralistiche) si propone
una messa in discussione dell’idea di ‘destino manifesto’, a sua volta collegata
con la concezione dell’inevitabilità del dominio ‘occidentale’. L’espansionismo
statunitense, infatti, si è sviluppato in maniera nient’affatto scontata e lineare,
ma seguendo percorsi tortuosi e accidentati, ricchi di svolte e di repentini cambi
di direzione. Il saggio di Giovanni Damiano mostra, quindi, come il voler ‘costringere’
la concreta prassi storica nella ‘camicia di forza’ dell’ideologia sia sempre un
errore fatale. Infine, l’Autore cerca d’individuare un’alternativa all’attuale egemonia
americana, indicandola in un nomos di ‘grandi spazi’ capace di restituire all’Europa
la sua piena sovranità e di dar vita ad un nuovo scenario multipolare e ad una rinnovata
società internazionale di stampo ‘neo-groziano’.
INDICE DEL VOLUME
Prologo - La guerra d’indipendenza - Un’occasione mancata: la rivoluzione francese
- La dottrina Monroe - Una cesura: la guerra di secessione - Teorie dell’espansione
- Politica di potenza - Un Manifest Destiny planetario - Ironie della storia - Il
tramonto dell’isolazionismo - Nuovo ordine mondiale - Atlantico contra Urali? -
Tra espansione e crisi - Dopo il Muro - Stato di eccezione globale - Una egemonia
‘hobbesiana’ - Epilogo
Teofrasto, I caratteri (Traduzione di G. Coppola), Edizioni di
Ar, euro 13
Opera fondamentale per chi si accinga a studiare, da qualsiasi angolo di visuale,
luomo, I Caratteri di Teofrasto ispirarono Leopardi e Della Casa, il filosofo e
l'uomo di mondo. Perché nei ritratti che lo scrittore greco spiccò dalla sua penna
ci può trovare di che leggere chiunque: tanto il moderno quanto l'antico [...] La
presente edizione dello scritto di teofrasto segue la traduzione e il commento di
Goffredo Coppola[...] Goffredo Coppolla fu anche il "primo della lista dei giustiziati
di Dongo"[...]
INDICE DEL VOLUME
La falsità - L'adulazione - La loquacità - La cafoneria - La piaggeria - L'impudenza
- La ciarleria - Il contar frottole - La sfrontatezza - La spilorceria - La scostumatezza
- L'inopportunità - L'officiosità - La storditezza - La malacreanza - La superstizione
- La scontentezza - La diffidenza - La sudiceria - La spiacevolezza - La vanità
- La tenacia - La millanteria - La superbia - La vigliaccheria - Lo spirito oligarchico
- Il giovaneggiare - La maldicenza - La mafia - L'avarizia.
Julius Evola, I testi de La vita italiana, Edizioni di Ar, euro
70
In due volumi per circa 1100 pagine, tutti gli scritti evoliani apparsi sulla rivista
di Giovanni Preziosi. Contiene anche i saggi:
- Evola fra tradizionalismo e fascismo, Piero Di Vona
- Il "razzismo totalitario" di Julius Evola, Massimo Pacilio.
L'opera viene pubblicata in sole 500 copie.
Beniamino Massimo di Dario, La
Notitia Dignitatum. Immagini e simboli del Tardo Impero Romano,
Edizioni di Ar. Collezione 'Paganitas', euro 28,00
Quest'opera - qui riprodotta in un formato più ampio rispetto alle dimensioni dei
titoli della collezione, per rendere con maggiore efficacia la bellezza delle 25
tavole a colori - ritrovata nel corso del XV secolo, ha rappresentato uno dei documenti
fondamentali per la conoscenza e la comprensione della storia romana tardoantica.
Lo studio di Beniamino M. di Dario ne pone in risalto la complessa matrice simbolica,
interpretando questo "registro delle cariche civili e militari" dell'Impero, come
un libro di araldica della romanità.
Artis Chemisticae. Libri tres, Edizioni di Ar. Collezione "Domicilium
Stellarum", euro 25,00
Presentando questo prezioso volume - pubblicato nel 1979 e ora riproposto - l'Editore
ne disse, in una esortazione al Lettore: "esso illumina sulla reale dimensione della
alchimia: scienza dello spirito che si traduce in scienza della manipolazione di
tutte le cose - non degradandosi a mera chimica, ma ordinandosi a espressione autentica
dell'arte del Creare."
Questo compendio di sapienza figurata è interamente manoscritto dall'incisore Claudio
Dorigo, di Venezia, ed è corredato da numerose sue incisioni, ottenute mediante
tecnica xilografica.
Piazza Fontana:una vendetta ideologica,
Edizioni di Ar, euro 10,00
Nella nuova collezione di scritture ‘di contrasto’ delle Edizioni di Ar, 'La gualdana',
un’audace e antiretorica inchiesta che fa luce sull’innesco del caso di Piazza Fontana,
e analizza da una prospettiva inaudita le mosse della magistratura nella cerca del
colpevole.
Dalla ‘quarta di copertina’: La dimostrazione di come il diritto,in Italia, non
sia una scienza, ma il coacervo degli umori, delle velleità, dei rancori, delle
passioni - e di come sia pericolosamente in errore chiunque pretenda di sedare con
la forza il dissenso.
Piero Carini (a cura), Evola
no-global ?, Edizioni di Ar, Euro 9,00
Il libro pone il problema di una successione storica tra l’antiamericanismo del
pensatore tradizionalista Julius Evola e il ribellismo antiamericano dei no-global.
Dalla ‘quarta di copertina’:Destra e sinistra vanno considerate forme residuali
di identità politico-culturale: categorie logore che pur pretendono di continuare
a ‘spartirsi’ il campo della geografia politica. Della politica esse sono, allora,
‘luoghi comuni’ e non ‘luoghi geometrici’.
Eduard Erkes, Credenze religiose
della Cina antica. Traduzione di Julius Evola, Edizioni di Ar. Collezione:
‘Paganitas’. Euro 14,00
Eduard Erkes (1891-1958) fu uno dei maggiori sinologi tedeschi
del secolo scorso. [...] Nominato nel 1921 conservatore della sezione per l’Asia
e l’Europa del museo etnologico di Lipsia e nel 1928 professore straordinario sempre
all’università di Lipsia, Erkes, membro della SPD dal 1919, venne allontanato da
tutte le sue cariche all’avvento del nazionalsocialismo. Nel maggio del 1945 Erkes
venne reintegrato nella sua cattedra universitaria, per poi essere nominato, nel
1947, ordinario di sinologia e direttore del seminario dell’Asia Orientale (dal
1951, Istituto per l’Asia Orientale) [...] L’opera qui riproposta, tradotta da Julius
Evola, apparve nel 1958 a cura dell’IsMEO, Roma, come supplemento n. 1 a "Cina".
Corneliu Z. Codreanu, Per i Legionari.
Guardia di Ferro. A cura del Gruppo di Ar. Collezione: ‘I tempi e l’epoca
dei fascismi’. Euro 30,00
«Non tengo conto di alcun genere di regole imposte agli autori di libri. Non ho
tempo. Scrivo a precipizio dal campo di battaglia, in mezzo agli attacchi nemici».
Così il capitano Corneliu Codreanu prende a narrare la storia della propria vita
e della proprie battaglie, descrivendo il periodo che va dal 1919 al 1933. Si scopre,
in questo testo, la ‘genealogia’ del movimento legionario romano, e, attraverso
i più significativi tratti della figura del suo capo, si intuisce la fatale necessità
del suo ingresso nella lotta.
Piero Di Vona, Giuliano Kremmerz,
Edizioni di Ar. Collezione: Domicilium Stellarum. Euro 10,00
Giuliano Kremmerz (Ciro Formisano),
erede di antiche scuole misteriche italiche, riparato in Francia per sfuggire alla
legge contro le società segrete, indica al lettore con lingua semplice e piana le
vie dell’ascenso umano ad «immortale secolo», come dice Dante. In questo scritto
dedicato alla sua figura, Piero Di Vona ricorda come Kremmerz chiami all’opera ermetica
anche filosofi, professori universitari, scienziati e naturalisti. La magia, liberata
dalle imposture del nostro tempo e dal disprezzo della scienza, con metodo scettico
e personale esperienza apre al lettore profonde intuizioni e visioni di un mondo
nuovo.
Chiude il libro un saggio di Di Vona sul simbolismo di Mercurio in John Dee, Cesare
della Riviera, Julius Evola e Giuliano Kremmerz.
Nitobe I., Bushidô, Edizioni
di Ar - Sannô Kai. Collezione Yûgao. Euro 16,00
Libro mirabile, dove si descrive il portamento eroico e si ricorda la storia millenaria
della Cavalleria nipponica, Bushidô, è la fonte principale per comprendere il Giappone
dei samurai. Scritta nel 1899, è un’opera che, con tratti indelebili, disegna e
insegna: vi si vedono campeggiare figure superbe, che introducono alla natura della
sapienza orientale. Ma Bushidô è, sopra tutto, un trattato sul senso dell’esistenza.
Il testo di Inazô Nitobe è integrato dallo studio introduttivo di Rinaldo Massi
che, soffermandosi sulle fonti spirituali del bushidô, ne pone in risalto l’anima
segreta di «via del samurai»: di ascesi spirituale conforme alla natura e al carattere
della casta guerriera del «Paese degli Dei».
Friedrich Nietzsche, L’anticristiano.
Imprecazione sul cristianesimo. A cura di Anna K. Valerio e Franco G. Freda.
Collezione: ‘Alter Ego’. Euro 19,00.
Il cristianesimo contro cui Nietzsche ‘impreca’, dalle pagine di questo straordinario
testo del 1888, compendia tutte le caratteristiche del mondo moderno. Il suo insorgere
mediante la predicazione evangelica, «la madre di tutte le rivoluzioni», rappresentò
il momento storico in cui la regressione cominciò ad accellerare. Lungi, dunque,
dall’essere il pamphlet di un risentito, dettato dall’imminenza delle tremenda follia,
L’anticristiano è il libro per eccellenza filosofico - composto dall’«ultimo grande
filosofo europeo» -, che nasce dall’intima necessità di trovare la definizione per
il paesaggio décadent, di comprenderne la natura radicale, la genitura profonda.
Tutto ciò, al fine di riuscire ad immaginare, per contrasto, il cosmo che porti
il segno opposto. Senza liberare l’atmosfera circostante dalla caligine cristiana,
era impossibile, per Nietzsche, pervenire a quall’intreccio di serenità e sobrietà
e severità - l’«economia del grande stile» - che, innestato sull’indole dell’uomo
di genio, consente il dispiegarsi di una vera liturgia del sapere, e si pone, in
questa opera capitale, quale terminus ad quem della pratica filosofica (dal risvolto
di copertina).
Salvatore Giuseppe Verde, Scritti
di estrema Destra. A cura di Giovanni Damiano. Collezione: ‘Le due bestie’.
Euro 16,00.
In questo volume (una raccolta di scritti che vanno dal 1965 al 2003), ‘segnato’
da un titolo volutamente inattuale, si potranno leggere analisi che sembrano formulate
oggi ma che, in alcuni casi, risalgono addirittura a decenni fa. Qualche esempio:
leggere di tecnocrazia e di ‘Bilderbergers’ in un testo del 1965, o di mondialismo
in un testo del 1981, o, ancora, dell’inevitabile tracollo yugoslavo e del miserando
ruolo ritagliato nella UE all’Italia in un articolo del 1982, crediamo mostri a
sufficienza la capacità dell’Autore di anticipare temi ed eventi poi regolarmente
realizzatisi. Non solo, perché lo ‘spettro’ di questo volume è estremamente ampio,
tanto da abbracciare i maggiori ‘snodi’ della nostra epoca. Ma, ed è questo il ‘timbro’
autentico della raccolta, sempre unendo una coerente ‘passione’ politica alla forza
argomentativa, sì da evitare le comode scorciatoie dell’ideologismo vanamente declamatorio
(dal risvolto di copertina).
Pietrangelo Buttafuoco - Giovanni Damiano
- Piero Di Vona - Francesco Ingravalle - Lorenzo Scandroglio, L’ora che viene.
Note su Evola e Spengler. Collezione: ‘Ascendenze’. Euro 6,00
Il titolo di questo volume, dedicato sia a Spengler che all’interpretazione data
da Evola dell’opera del filosofo tedesco, allude al ‘decisionismo’ spengleriano.
“L’ora che viene” è, infatti, l’ora della decisione, del taglio del nodo gordiano.
In specie in Anni della decisione, l’imminenza improcrastinabile di una decisione
era avvertita da Spengler in tutta la sua forza e su questa aspetto si concentra
lo scritto di Damiano. Di Vona, invece, si occupa, in un saggio dettagliato, dell’analisi
evoliana del pensiero di Spengler, mentre lo studio di Ingravalle s’interroga su
un peculiare aspetto della teoresi spengleriana, e cioè la morfologia. Anche il
testo di Scandroglio esamina il problema della forma in Spengler, ma da un’angolazione
diversa, ossia ricercandone i presupposti, soprattutto platonici-goethiani. Chiude
il volume uno scritto di Buttafuoco che si segnala per una incomune profondità ricognitiva
(dal risvolto di copertina).
Sandro Consolato - Giovanni Damiano - Beniamino
di Dario - Piero Di Vona - Nello Gatta - Massimo Pacilio - Luca L. Rimbotti - Anna
K. Valerio, Il gentil seme. L’idea di Europa: radici e innesti,
Edizioni di Ar, Padova 2004. Collezione ‘Paganitas’. Euro 14,00
“Il titolo di questo volume, preso a prestito da Dante, allude alle origini dell’Europa.
Mentre s’insisteva per introdurre nella costituzione europea un rimando a presunte
‘radici giudaico-cristiane’, le Edizioni di Ar hanno ritenuto opportuno, con un
gesto che ha valore di richiamo del passato e di auspicio per il futuro, ricordare
quale fu il ‘seme’ che diede vita all’Europa. Il risultato è questo libro, davvero
un unicum. Sia per la ‘nota di fondo’ che lo sostiene, sia per la pluralità delle
prospettive a cui i vari scritti hanno dato vita. Infatti, voci diverse, pur non
confondendosi, pur mantenendo la loro particolare ‘timbricità’, hanno finito per
intessere un’armonia di suoni. Come ricordava qualcuno, “nella camera dipinta dei
nostri vecchi pittori era comune che figure dissimili, dalle varie pareti, alludessero
con lo stesso gesto a un solo centro, un solo ospite assente o presente”. Che, infine,
il testo sia stato pubblicato nella collana Paganitas, crediamo spieghi a sufficienza
quali siano e dove vadano rinvenute le origini dell’Europa” (dal risvolto di copertina).
Adriano Romualdi, GLi Indoeuropei.
Origini e migrazioni, Edizioni di Ar. Nuova edizione a cura di Fabrizio
Sandrelli. Euro 20,00
Questa raccolta di saggi di Adriano Romualdi costituisce un’ampia introduzione di
carattere divulgativo ai punti più controversi della ricerca sugli Indoeuropei:
formazione, antropologia fisica, connotati spirituali, espansione geografica e destino
di un popolo le cui origini si perdono nella più remota preistoria e in cui affondano
le radici della nostra cultura. [...] l'opera si distingue tutt'ora per la complessità
di idee, la perentorietà di analisi e l'efficacia di stile del giovane precocemente
scomparso.
Julius Evola, I testi de La
Stampa. A cura di Giovanni Damiano, Edizioni di Ar, euro 14,00. Il
libro, che raccoglie diciassette scritti evoliani apparsi sul quotidiano torinese
tra l'ottobre del 1942 e il dicembre del 1943, include uno scritto di Giovanni Damiano:
'Spiritualità aria e forma dorica', e uno scritto di Piero Di Vona: 'Guerra e liberazione'.
[...]'Da ultimo, gli articoli evoliani de La Stampa sono importanti, perché pur
essendo in numero esiguo, riescono comunque a rivelare la ricchezza di prospettive
e di temi che innerva l'opera di Evola. Anzi a noi sembra che, in qualche modo,
Evola abbia addirittura voluto offrire al lettore (...) una sorta di sintetico 'vocabolario
del suo pensiero[...].
(dallo scritto di Giovanni Damiano)
[...] Pur nella loro brevità essi [gli articoli]offrono prospettive che non possono
essere trascurate dallo studioso del pensiero di Evola[...].
(dallo scritto di Piero Di Vona)
Arianna De Giorgio, Per grazia, con grazia. Nietzsche:
una forma di lettura. Edizioni di Ar, euro 9,00
Questo libro si sofferma sulla natura della filosofia di Nietzsche, per la quale
l'impeto della forma, le ragioni dello stile, non si risolsero mai in esercitazioni
per eruditi. Nel libro si considerano lo Zarathustra, il Nietzsche politico e la
volontà di potenza. Non ci si lasci ingannare dal titolo: nessuna intenzione di
depotenziare il pensiero nietzscheano percorre queste pagine; la Grazia a cui si
allude intende solo riflettere quella 'forza' che nella sua massima espressione
diventa, appunto, 'piena di grazia'.
Sonia Michelacci, Il comunismo
gerarchico. L’integralismo fascista della corporazione e della Volksgemeinschaft,
Edizioni di Ar, pagine 196; Collezione: Il tempo e l’epoca dei fascismi. Prefazione
di Luigi Lombardi Vallauri. Euro 20,00
...Dopo aver scandito con nettezza i vari passi del fascismo rivoluzionario verso
una concezione della proprietà privata che postulava di superare tanto l’individualismo
liberale quanto il collettivismo comunista, il libro individua come prima realizzazione
coerente e chiara dell’ideale fascista l’ordinamento fondato, con la Socializzazione
delle imprese, dalla Repubblica sociale...(dalla prefazione di Luigi Lombardi Vallauri,
Filosofo del Diritto)
...Una delle prime formulazioni
di Ugo Spirito sul comunismo gerarchico – da lui identificato con il corporativismo
– risale al 1935, nella relazione ‘Corporativismo e libertà’ presentata al Convegno
italo-francese di studi corporativi che si tenne a Roma nel maggio di quell’anno.
In essa il filosofo aretino così tratteggiava il tipo di collaborazione gerarchica
da lui posta a fondamento della nuova società: “Per poter vincere il capitalismo
occorre vincerlo tecnicamente e spiritualmente, non con la violenza del numero,
ma con la superiorità tecnica di una gerarchia totalitaria in cui i valori umani
si differenziano al massimo”...(dall’introduzione dell’Autrice)
Adriano Segatori, L’anima e le
sue parole. Psicofobia ed etnocidio interiore, Edizioni di Ar, pagine 84;
Collezione: Le due bestie. Prefazione di Claudio Bonvecchio. 3 foto di Gianfranco
Idà. Euro 8,00
...“stare al gioco” implica (...) l’accettazione di quella parodia della realtà
che è il mondo tecno-mediatico-consumista: di certo il peggiore dei mondi possibili.
Coincide con l’appiattimento, prima, e l’annullamento, poi, dell’uomo e cona la
sua – drammatica – ridozione a replicante, come si vede e si legge in tanti film
e romanzi di fantascienza, che hanno, verosimilmente, profetizzato ciò che sarebbe
accaduto, ma che non è, ancora, del tutto, accaduto. Tutto questo – piaccia o no
– è stato imposto dalla forza delle armi e dal potere dell’economia, dal sapere
moderno e dal suo veicolo politico: la cultura anglo-americana...
(dalla prefazione di Claudio Bonvecchio, ordinario di filosofia delle scienze sociali
e comunicazione politica presso l’Università degli Studi dell’Insubria)
L’Autore di questo testo sostiene che la salute dei cuori può
scaturire soltanto da parole sane. Non certo l’esorcismo farmacologico sa venire
a capo del caos interiore che, nella modernità, dilaga, ma la disciplina del discorso,
che è contemplazione, mimesi dell’ordine armonioso. (dalla quarta di copertina)
Julius Evola, I testi de La rivolta
ideale. A cura di Marco Iacona.
Contiene i 28 articoli pubblicati da Evola tra il 1949 e il 1953, e i saggi:
'Evola e la politica inattuale (1949-1953)' di M. Iacona, e
'Interregno e utopia' di P. Di Vona. Edizioni di Ar, euro 14,00
...I testi evoliani che brevemente considereremo sono caratterizzati da un Leitmotiv,
da una melodia riassumibile in poche note? Pensiamo di si. Molti di questi contributi,
a nostra giudizio, ripropongono un modo di argomentare tipico di uno degli 'autori
di rimando' del filosofo tradizionalista: Friedrich Nietzsche....
(M. Iacona)
...Un altro aspetto imprescindibile e fondamentale degli articoli usciti su La rivolta
ideale è che Evola vi definì alcuni dei concetti principali della sua dottrina...
Anzitutto la tradizione da lui intesa come una forza spirituale formatrice che si
mantiene una attraverso la forme varie, in cui essa storicamente si afferma...Evola
poi spiega con chiarezza quale significato abbia per lui la storia...
(P. Di Vona)
Alfred Baeumler, L’innocenza del
divenire, a cura di L. Alessandro Terzuolo, Edizioni di Ar, Padova 2003,
collezione “Gli inattuali”. Pp. 280. 25,00
Dopo la pubblicazione di Nietzsche filosofo e politico, le Edizioni di Ar presentano
qui gli scritti su Nietzsche che Alfred Baeumler, in qualità di saggista e curatore,
ha pubblicato tra il 1930 e il 1964. Il titolo di questo volume, L’innocenza del
divenire, riprende quello della “Postfazione” al Nachlass di Nietzsche scelto e
ordinato dallo stesso Baeumler per i tipi di Kroener. Il criterio seguito nella
cura di questo testo ha cercato di raccogliere da un lato le “Postfazioni” che Baeumler
ha inserito nella sua edizione delle Opere di Nietzsche; dall’altro i saggi dedicati
a Nietzsche - ponendo in testa al volume gli scritti “Nietzsche pensatore esistenziale”
e “L’innocenza del divenire”, in considerazione del loro significato cruciale per
la rappresentazione baeumleriana. Conclude il corpo dell’opera il fondamentale studio
di Baeumler “La solitudine di Nietzsche”, in cui - sgombrando il campo da ogni riduzionismo
psicologistico - si pone in risalto il valore storico del pensiero nietzscheano.
Oltre alla postfazione del Curatore, “Come interpretare il Nachlass di Nietzsche”,
compaiono in appendice le “Postille alle tesi di Mazzino Montinari su Baeumler interprete
di Nietzsche”, composte da Marianne Baeumler in replica agli “Appunti su Nietzsche
e il Nazionalsocialismo (L’interpretazione di Alfred Baeumler)”, scritti da Montinari.
A questo proposito, per ripristinare la verità storica sull’esegesi baeumleriana
di Nietzsche (sopra tutto di fronte alle “imputazioni” di Montinari), viene qui
pubblicato il saggio di Baeumler “Nietzsche e il nazionalsocialismo”.
Léon Degrelle, Militia,
Edizioni di Ar, Padova 2003, collezione “Il tempo e l’epoca dei fascismi”. Euro
12.00.
Militia: per i tipi di Ar, questo ‘libro esistenziale’ vale da testo-simbolo di
scritture la cui insegna è il desiderio delle idee e la considerazione delle cose
pure. Raccolte in questo volume (giunto alla sua quarta edizione), le parole del
leggendario Comandante Léon Degrelle esulano dalle ordinarie formulazioni mentali
per riflettere verità perenni ed evocare impressioni originarie in chi abbia disposizione
a udirle rettamente. Militia oltrepassa quindi la dimensione - che pure integra
e configura con precisione - del ‘breviario’ etico-politico, per rappresentare una
lezione di verità e una percezione ideale che stanno raccolte in sé, senza alcuna
esigenza di ‘parlare’ (ovvero di confrontarsi) con situazioni ed eventi attuali.
Di Léon Degrelle, il volume comprende pure lo scritto La nostra Europa, che rievoca
con generosità di accenti la Sehnsucht dell’Ordine Nuovo Europeo, generata da esperienze
e illuminata da visioni estranee alle pratiche e alle vedute dell’Europa odierna,
guastata dalla infezione occidentalista. In chiusa, la postfazione di Anna K. Valerio,
“L’ora del lupo”.
Piero Di Vona, Evola e l’alchimia
dello spirito, Collezione: ‘gli Inattuali’, vol. XVI, pp.82. Euro 8.
Ingiustamente qualificata come trattazione specialistica, La Tradizione ermetica
di Julius Evola è invece un testo luminoso e audace, che esalta gli aspetti attivi,
eroici e regali della Tradizione. Questo studio che Piero Di Vona dedica al saggio
evoliano vuole appunto scostare il velo dei simboli, vincere il labirintico e cifrato
codice degli alchimisti, fino a trasformare la descrizione dell’arte alchemica nella
filosofia di essa. Semplice e immediato nel suo stile, profondo e sottile nelle
conclusioni che trae, Evola e l’alchimia dello spirito restituisce all’universo
speculativo di Evola la sua energia suscitatrice. Che nell’intorpidirsi di quest’epoca
prende risalto soprattutto per virtù di antitesi, opponendosi alla tirannia dei
simboli, delle figurazioni e delle ideologie cristiane. Scrive infatti il Di Vona:
“Fu un grande merito di Evola l’aver cercato di costruire un pensiero ed una visione
del mondo indipendenti dalla religione venuta a dominare nel mondo occidentale”.
Alfred Baeumler, Nietzsche filosofo
e politico, ‘gli Inattuali’, circa 200 pp. – volume pubblicato con il contributo
dell’Università di Torino (dipartimento di discipline filosofiche) – Edizione italiana
e traduzione a cura di Luigi Alessandro Terzuolo. Euro 20.
In questo suo fondamentale studio su Nietzsche, pubblicato a Dresda nel 1931, Alfred
Baeumler si confronta con duemila anni di storia della civiltà europea, sottoponendone
al vaglio della critica “dogmi” cardinali sotto il riguardo pratico-teoretico: dal
cristianesimo alla pax romana, dal cartesianesimo alla morale borghese, dall’illuminismo
al romanticismo, dal darwinismo al democratismo. Il metodo baeumleriano non si concede
sottigliezze né fronzoli di sorta, e, a questo proposito, è molto semplice ed efficace:
far parlare Nietzsche di Nietzsche. Ma sopra tutto far parlare la sua opera fondamentale,
ovvero La Volontà di potenza, che si erge sullo sfondo delle opere di Nietzsche
come il vero caposaldo metafisico del suo pensiero. Nonostante siano trascorsi ben
settantadue anni dalla sua prima edizione in lingua tedesca, il testo di Baeumler
continua a costituire un contributo irrinunciabile per l’interpretazione nietzscheana.
Nietzsche filosofo e politico mostra infatti come Baeumler sia stato un interprete
assolutamente autonomo e insieme convinto di Nietzsche, tanto da dedicare al suo
Autore –oggetto di uno studio durato un’intera esistenza- una gran mole di saggi
e di commenti collegati con le varie edizioni delle opere di Nietzsche curate dallo
stesso Baeumler, durante un arco temporale che si tende dall’inizio degli anni Trenta
agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo. Le Edizioni di Ar stanno raccogliendo
tutto il materiale edito e inedito, lasciato da Baeumler in riferimento ai suoi
studi di Nietzsche, poiché reputano che sia questo il momento di presentare ai Lettori
italiani un interprete nietzscheano che –pur senza far leva sui trucchi “filologici”
al fine di distorcere il contenuto essenziale delle opere analizzate- può gettare
molta luce sulle manipolazioni che i testi nietzscheani hanno subito dagli anni
Trenta in avanti, e proprio all’interno del famoso Nietzsche-Archiv.
Cristoforo Andreoli, La politica totale di Pitagora.
Per la cura di Anna K. Valerio, il volume comprende infine la versione italiana
(con il testo greco a fronte) dei Versi Aurei pitagorei, seguita dallo scritto “Una
chiamata per anime di vetta” sulla ‘vocazione’pitagorica. Collezione: Paganitas.
Pp. 100. 2 illustrazioni. 12.
Il pensiero di Pitagora e dei Pitagorici è stato letto dai suoi interpreti in tutti
gli elementi primi -scientifici, matematici, esoterici e simbolico-religiosi- che
lo formano. Ma dove esso tende al superamento della interruzione tra il superiore
e l’inferiore, tra l’immateriale e il pratico, ovvero tra l’idea della politica
e la sua prassi, le letture non si sono soffermate, benché le testimonianze antiche
siano generose di rimandi a questa dimensione dello “stile di vita” pitagorico.
Infatti i testi di Giamblico e di Porfirio accennano sovente alla politica di Pitagora,
indugiando sulle trasformazioni dell’assetto di governo e del tessuto sociale intervenute
nel mondo greco tra il VI e il V secolo a. C. Questo studio di Cristoforo Andreoli
si propone quindi di dimostrare come le allusioni di Giamblico e Porfirio alla genesi
della democrazia greca e alla sua azione livellatrice, tirannica e intollerante,
siano indispensabili per comprendere i motivi dell’intervento politico dei Pitagorici,
basato sul rifiuto della demagogia, il ripristino dell’ethnos ellenico, la selezione
e la formazione degli uomini adatti al governo della comunità ossia in grado di
tradurre in pratica l’essenza della regalità sacra.
Julius Evola, I testi del ‘Meridiano
d’Italia’. A cura di Francesco Ingravalle. Contributi di F. Ingravalle: ‘Una
meditazione per l’azione’; P. Di Vona: ‘Evola, il fascismo e la ricostruzione nazionale’;
A. Braccio: ‘Nota sul ‘Meridiano d’Italia’’ Collezione ‘I testi di Julius Evola’.
Pp. 240 circa. 21.
Gli interventi evoliani sul ‘Meridiano d’Italia’, dal ‘49 al ‘58, costituiscono
un contributo dottrinario per l’azione. Scrive F. Ingravalle: “L’ambiente della
‘destra radicale’ italiano fu effettivamente formato, sotto il profilo teorico,
da Evola. Che, poi, la sua parola, trasposta sul terreno della prassi, paia ‘semplificata’,
è cosa normale per ogni idea che sia trasposta sul terreno della prassi”.
Pietrangelo Buttafuoco, "Fogli consanguinei",
Avvertenza di Franco Freda.
Prefazione di Giuliano Ferrara. Pp. 88. Euro 7
"La democrazia non è un sofisma né un obbligo, ma solo una possibilità". Così nella
presentazione di Giuliano Ferrara a questo testo, che raccoglie tra i più dispittosi
e intelligenti articoli di Pietrangelo Buttafuoco, giornalista del Foglio. Sgorgati
per caso dalle urgenze della cronaca, ma generati verso l'alto, essi compongono
un seducente florilegio dei pensieri
antimoderni. Ogni cosa, sapientemente annerita dall'inchiostro di Buttafuoco, può
prendere aspetti paradossali, ironici e irriverenti. È in questo modo che la virtualità
dello scrivere (esaltata dal virtuosismo della scrittura) fa le proprie vendette
contro la prepotenza del secolo e la sua malattia più fortunata: la democrazia.
La prima parte di Fogli consanguinei considera infatti le interviste ad alcuni tra
i nemici peggiori del mondo moderno (indignati intellettuali, polemisti estetizzanti,
persone irriducibili al dramma storico). La seconda è invece pura prosa di
divagazione e tentativo. Quale sarebbe la sua mitologia, se la modernità potesse
averne una? Tra il beffardo e l'ironico la risposta.
Julius Evola, I testi di 'Totalità',
'Il Borghese', 'la Destra'.
A c. di R. Melchionda. Contributi di Roberto Melchionda: "Politica dell'apolitìa.
Evolismo metafisico ed evolismo politico" e di Piero di Vona: "Osservazioni". Collezione:
I testi di Julius Evola. Euro 18
Il volume contienegli articoli di Julius Evola pubblicati dai periodici Totalità'
di Firenze, 'Il Borghese' di Milano, 'la Destra' di Roma.
Con l'eccezione di un articolo del 1953, gli scritti appartengono tutti agli ultimi
sette anni di vita dell'Autore.
Julius Evola, I Testi del 'Corriere
Padano'. A cura di Giovanni Damiano.
Contributi di G. Damiano: 'Negli anni della decisione. Appunti su Evola e il fascismo';
P. Di Vona: 'Evola fra Tradizione e Cattolicesimo'. Euro 40,00
La collaborazione di Evola al 'Corriere Padano' va dal 1933 al 1942 e consta di
più di cento articoli. La collaborazione di Evola al 'Corriere Padano', "espressione
ufficiale del fascismo ferrarese', confrontata con la sua collaborazione ad altri
giornali e riviste fasciste del tempo, dimostra che egli estese a tutti gli ambienti
fascisti del tempo che poté raggiungere, la sua propaganda tradizionalista.
Beniamino M. di Dario, Il Sole Invincibile.
Aureliano riformatore politico e religioso. Presentazione di Luca Leonello Rimbotti.
Euro 12,00.
E' al culmine di una congiuntura terribile per l'Impero Romano, devastato sfigurato,
spaccato, vacillante al punto da far ritenere agli stessi contemporanei di doverne
salutare l'ultima ora, che sorge e si impone l'astro salvifico dell'imperatore Aureliano.
In soli cinque anni di regno (270-275), con volontà ferrea, il grande Illirico,
attraverso vittorie militari di eccezionale portata e una serie di riforme radicali
(nel senso etimologico del termine), porta a compimento un disegno i cui contorni
hanno del portentoso, riunificando un impero poco prima agonizzante sotto l'egida
di un "nuovo" sovrano divino, Il Sole Invincibile.
Jack London , Il vagabondo delle stelle.
Il Cavallo alato.Traduzione a cura di Fabrizio Sandrelli. Euro 20,00
Nel vagabondo delle stelle (The Star Rover, 1915), romanzo “spirituale” di Jack
London (18761916), reale e fantastico si confondono senza posa in una narrazione
dinamica. La rappresentazione e la denuncia del violento universo carcerario si
alternano, infatti, con racconti e riflessioni sui rapporti tra spirito e materia,
mente e corpo che evocano, direttamente o indirettamente, i concetti di evoluzione,
“memoria atavica” e reincarnazione. Protagonista dell’opera, che si ispira in parte
alle vicende di personaggi reali, è Darrell Standing, un professore di agronomia
condannato prima all’ergastolo per l’omicidio di un collega e poi alla forca per
l’aggressione di un secondino. Segregato in una cella d’isolamento e stretto nella
camicia di forza, egli riesce ad annullare temporaneamente, con uno sforzo di volontà,
il corpo fisico e a liberare il proprio spirito da ogni vincolo spazio-temporale.
Darrell Standing o, piuttosto, il suo sé immortale, può così ricordare e rivivere
la lunga sequela delle sue precedenti incarnazioni, dei suoi amori e dei suoi odi.
Attraverso i millenni, sotto molteplici sembianze, egli ha sperimentato ogni aspetto
e ogni possibilità della condizione umana e può infine salire al patibolo irridendo
i suoi ottusi carnefici. O, forse, come insinua un altro carcerato, tutto questo
non è che una patetica illusione, un sogno evanescente, come quello prodotto da
una droga.
Corneliu Zelea Codreanu, Il Capo di
cuib. Collana Il tempo e l'epoca dei fascismi. In appendice: Giovanni Damiano,
Platonismo legionario.
Euro 12
Nuova edizione di questo breviario di ortodossia e di ortoetica che,
scritto da Codreanu per i legionari della ‘Guardia di Ferro’,
con l'intento di allevare anime, di fare dell'anima il soggetto che nell'uomo guida
la contemplazione e ne disciplina la concentrazione e la comprensione,
venne da Nae Jonescu paragonato agli Esercizi spirituali di S. Ignazio di Lojola.
Simone Paliaga, L’uomo senza meraviglia.
La globalizzazione nell’epoca della rete. Prefazione di C. Bonvecchio. Euro
9.
La meraviglia divampa dalla pluralità. L’esperienza delle differenze (come Erlebnis:
senso della vita) innerva l’uomo, e lo stupore che ne viene destato lo chiama, pretende
da lui una risposta. La chiamata è una domanda intorno al senso del mondo, cui egli
non può sottrarsi, pena la rinuncia alla libertà. Allorché dispiega le sue maglie
sull’intero pianeta, la globalizzazione finisce con l’avvolgerlo in una flessibile
quanto fitta rete di scambi commerciali e finanziari. Irretito in una trama inesauribile
di contatti virtuali, il mondo si immergein un chiarore grigio, da cui non trapela
alcun segno che annunci la presenza della pluralità delle culture, dei popoli -
delle forme viventi. Il mercato si espande e qualsiasi prodotto che vi circoli deve
proporsi ovunque, come cosa mutilata proprio di quelle differenze che, intarsiando
la terra, rivelano la bellezza-bontà della imago mundi. La rete, che diffonde le
merci in ogni contrada, deve risultare indispensabile. E’ allora che il pensiero
unico assurge a condizione essenziale per il funzionamento di questo apparato di
fragile complessità. La estinzione delle diversità culturali diviene la condizione
del sussistere di una economia-mondo, per conformare e strutturare l’universo dell’homo
oeconomicus. E al sistema reticolare che regge la sussistenza economica spetta il
compito di esonerare l’uomo dal partecipare alla vita, ossia all’anima, dei suoi
luoghi, di coltivare i suoi rapporti con il mondo, di instaurare le proprie relazioni
con gli altri: poiché ogni suo bisogno troverà soddisfazione con l’accesso a questo
meccanismo.
Così, l’onere di confrontarsi con un mondo abitato dalle differenze, di parlare
con esse, si dilegua. A quest’uomo muto e mutilo tocca solo sviluppare le competenze
che gli consentiranno di accedere ai servizi offerti dall’unica rete disponibile.
Allora la pluralità diserterà il tempo degli uomini, di essa restando solo esangui
simulacri e avanzi induriti. Così come si eclisserà la Stimmung che rende la vita
meritevole di essere vissuta: l’aura del meraviglioso. Svuotato di essa, disanimato,
l’uomo non saprà più diventare ciò che è, ma si perderà nella gestione dell’esistente
- senza meraviglia.
Chiara Stellati, Una ideologia dell’Origine.
Franco Freda e la Controdecadenza. Prefazione di Anna K. Valerio («La misteriosa
audacia del radicalismo»); Conclusione di Piero Carini («Vera Destra», «radicalismo
di Destra» e «cultura integrale»). Edizioni di Ar. Collezione ‘Consonanze’, 6, pp.
200. Euro 21,00.
Il testo raccolto in questo volume è una tesi di laurea (Franco Freda e la componente
tradizionalista della destra radicale. 1963-1996. Università degli studi di Perugia,
1998/99) che descrive l’esperienza politico-culturale e accenna all’universo ideale
di Franco G. Freda. Asettico e ricognitivo, il racconto dell’Autrice comincia dalla
fondazione del Gruppo di Ar di quasi quarant’anni fa, e si conclude con l’avventura
del Fronte Nazionale. Senza troppo indulgere nell’aneddotico, mira a cogliere l’atmosfera
(la Stimmung?) dell’‘ambiente’ della destra radicale. Un denso coro di voci -citazioni
di storici, avversari, camerati- che la Stellati, con cura opportuna e intelligente,
allega alla propria, dà modo di mettere a paragone il recto e il verso delle questioni.
La sua narrazione tende infatti all’oggettività (solo a tratti qualche accenno di
giudizio). (dalla prefazione di Anna K. Valerio).
Junyû Kitayama, Lo Stile eroico.
L'eroismo in Giappone, pp. 136. Traduzione a cura di Vittorio Penzo. Note preliminari
di Giuseppe FIni; postfazione di Anna K. Valerio. Collezione Ryû, per i tipi di
Sannô-kai, VIII, 2002. Euro 12,00.
Severa e sublime come quell’incrocio di destini che portò, con Junyû Kitayama, il
Giappone in Prussia, quest’opera sfida i limiti delle rappresentazioni occidentali
dell’eroicità. È un poema che sgorga da una struttura saggistica: racconto di ‘portamenti’
grandiosi, florilegio di gesta e di gesti magnanimi della personalità. Disegnando
una sorta di ‘metafisica dello stile’, l’Autore delinea i profili della condizione
eroica.
Junyû Kitayama nasce nel 1902. Dal 1930 al 1936 è ‘lettore’ di cultura e lingua
giapponese all’università di Francoforte nonché assistente all’università di Marburgo,
in cui, a partire dal 1940, insegna come ‘professore onorario’ religioni e cultura
dell’Asia orientale. Nel maggio 1945, arrestato per collaborazionismo a Praga, sconta
in diversi campi di concentramento cecoslovacchi la pena di un anno ai lavori forzati.
In seguito, dal governo cecoslovacco non gli viene mai consentito di lasciare quel
Paese. Muore a Praga nel 1962 (dal risvolto di copertina).
Gian Pio Mattogno, L’antigiudaismo nell’Antichità
classica, pp. 230. Collezione “Paganitas”, VIII, 2002, Euro 21,00.
L’opera curata da Gian Pio Mattogno costituisce la prima raccolta organica sinora
apparsa in Italia di testi antigiudaici relativi all’antichità classica nonché l’unica,
in assoluto, dopo le opere di Th. Reinach e di M. Stern. In essa, inoltre -ed è
questa una caratteristica che la differenzia da tutte le altre ricerche affini-,
i testi sono preceduti da uno studio che li inserisce sistematicamente nel contesto
delle origini della questione ebraica nel mondo ellenico-romano. Mentre i numerosi
saggi sull’antigiudaismo nel mondo antico si dimostrano, in generale, lavori apologetici
che, rifiutando di analizzare le cause reali, preferiscono affidare a espedienti
propagandistici la spiegazione dell’ostilità (“calunnia”, “menzogna”, “pregiudizio”
etc.), la ricerca di Gian Pio Mattogno si propone di verificare oggettivamente la
veridicità delle accuse degli Autori classici sulla scorta delle fonti giudaiche
contemporanee (Bibbia, Talmud di Gerusalemme, Talmaud babilonese, Midrash, Apocrifi)
(dal risvolto di copertina).
S o m m a r i o:
Parte prima. Le origini della questione ebraica nel mondo greco-romano.
1. Introduzione. 2. L’antigiudaismo classico nella storiografia nazional-socialista.
3. La storiografia apologetica moderna. 4. La genesi greco-egizia dell’antigiudaismo
classico. 5. L’antigiudaismo nella letteratura latina. 6. L’autodifesa del giudaismo
nell’apologetica antica. 7. Le cause reali dell’antigiudaismo classico. 8. Esclusivismo
etnico-religioso, misantropia e misoxenia nella letteratura giudaica antica. 9.
Messianesimo e dominio mondiale giudaico nelle fonti letterarie ebraiche e nelle
guerre escatologiche contro Roma.
Parte seconda. L’antigiudaismo nelle fonti greco-romane.
1. Ecateo. 2. Manetone. 3. Agatarchide. 4. Posidonio. 5. Apolonio Molone. 6. Stradone.
7. Lisimaco. 8. Cheremone. 9. Apione. 10. Damocrito. 11. Tolomeo. 12. Filostrato.
13. Cicerone. 14. Pompeo Trogo. 15. Seneca. 16. Plinio il Vecchio. 17. Tacito. 18.
Svetonio. 19. Persio. 20. Petronio. 21. Giovenale. 22. Quintiliano. 23. Celso. 24.
Cassio Dione. 25. Giuliano. 26. Rutilio Namaziano.
Pierre Drieu La Rochelle, L’agente doppio, pp.
84. Traduzione a cura di Tiberio Graziani, con testo originale a fronte. Collezione
gli ‘Inattuali’, XIII, 2002. Comprende un corollario di note di commento a opera
di: Gruppo di Ar (“Una professione di fede”); Dragos Kalajic (“Il contesto storico
de ‘L’agente doppio’”); Claudio Mutti (“Strane riconciliazioni”); Anna K. Valerio
(“Coniunctio oppositorum”). Euro 7,00.
Il protagonista del racconto L’agente doppio è una spia russa. Non tradisce per
denaro, per paura, per scambio di favori. Ma per vocazione: per una sorta di inusitata
vocazione. Nessun idealismo condiziona la scelta dell’agente russo, nessuna bandiera
di colore opposto, ma il fastidio verso ogni tipo di ‘colore’, tinto com’esso è
da una fantasia da ceto medio, sintomo del suo sciatto negligente vizio di esigere,
sopra tutto, la classificazione. Invece, l’onore della Russia è il solo buon motivo
per cui la spia sa che si può pensare grandiosamente e affermativamente. È l’onore
ciò che salda i due labbri dell’anima divaricata dell’agente doppio; che mette d’accordo
il suo doppio rifiuto (contro i bianchi, contro i rossi); che trasforma infine in
rivolta (in creazione, in vita che si rinnova) la congestione novecentesca della
negazione (dal risvolto di copertina).
Julius Evola, I testi de 'Il Conciliatore',
pp. 228, a cura di Anna K. Valerio, con uno scritto di Piero Di Vona e una nota
di Aldo Braccio, Collezione " I testi di Julius Evola", 2002, Euro 21.00.
"Le parole di Evola sembrano fatte ad arte per resistere. Per rovesciare - a dirla
con sua formula - il tavolo del gioco. Che siano linee accennate su giornali, o
pensieri definitivi consegnati ad un'opera che ha la certezza di imporsi al tempo
(naturalmente contro il tempo), i ritmi restano quelli di chi conosce il vero, ne
ha sostenuto la vertigine, ha imparato a rispettarlo e ora ne disciplina il culto"
(dalla prefazione di Anna K. Valerio).
Adriano Segatori, La comunità vivente.
Organismo comunitario e organizzazione sociale, pp. 112, con una presentazione
di Luca Leonello Rimbotti, Collezione "Le due bestie", 2002, Euro 9.00
L'Autore sviluppa l'analisi dell'antagonismo tra i significati della comunità e
i contenuti della società, proponendo le sue considerazioni da una prospettiva che
riflette la visione tradizionlistica del mondo e della vita, alla luce sopra tutto
degli insegnamenti di Julius Evola.
Julius Evola, I Testi di 'Ordine
Nuovo', pp. 164. a cura di R. del Ponte, con una notizia di P. Di Vona.
Collezione ‘I testi di Julius Evola’. 2001. Euro 18,00
Evola dopo il 1951 continuerà ad offrire, fino all’ultimo
giorno della sua esistenza, un appoggio morale e un apporto culturale a chi ancora
si proponeva di resistere “in un mondo di rovine”. Pure il significato della sua
cooperazione sarà esclusivamente quello di un contributo dottrinle per un valido
sostegno delle vocazioni e un corretto orientamento delle qualità nell’epoca “dell’uomo
sfuggente”. È in questo senso che andranno intese le collaborazioni date, a partire
dal 1955, a Ordine Nuovo e alle varie testate che, con diverse denominazioni, ne
seguirono le sorti sino alla metà degli anni settanta. (Dall’introduzione di R.
del Ponte)
(Dall'appunto di Piero di Vona)
Julius Evola, I testi de 'La Difesa
della Razza', a cura di P. Di Vona, Collezione "I testi di Julius Evola",
Euro 21,00.
Ne "I testi di Julius Evola" le Edizioni di Ar - che già nel 1970 avevano ristampato
i saggi di Evola apparsi su "Bilychnis" e su "Nuova Antologia" - pubblicano la raccolta
di tutti gli articoli composti dall’Autore per ciascuno dei periodici a cui egli
prestò la sua collaborazione. Inaugura la collezione questo volume, che comprende
i trentaquattro articoli di Evola pubblicati su "La Difesa della Razza" dal 5 gennaio
1939 al 20 aprile 1942 - allorché insanabili dissidi dottrinari interruppero la
sua collaborazione al quindicinale diretto da Telesio Interlandi.
Anche se il motivo specifico di ciascuno scritto risulta chiaramente ripreso nel
motivo conduttore della razza, per cui è questo tema generale il Leitmotiv
dell’intera composizione, il contenuto di questi articoli si può (utilmente purché
non rigidamente) classificare secondo il loro argomento.
Un primo gruppo comprende i numerosi articoli di soggetto razziologico; un secondo
gruppo riguarda Roma e le sue origini; un terzo gruppo considera le origini della
civiltà; un quarto gruppo, le questioni inerenti all’arianità; un quinto gruppo,
alcuni simboli dell’arianità e della romanità; un sesto gruppo il problema del rapporto
tra la razza e la filosofia; un settimo gruppo, infine, il problema dell’ebraicità
e dell’ebraismo.
Tutti i volumi di questa collezione sono curati dal comitato di edizione formato
da Aldo Braccio, Giovanni Damiano, Italo De Giorgi, Beniamino M. di Dario, Francesco
Ingravalle, Massimo Pacilio. Il comitato di edizione è presieduto da Piero Di Vona
e la sua attività viene coordinata da Roberto Melchionda.
Carlo Mattogno, "Sonderbehandlung" ad Auschwitz. Genesi e significato,
188 pp. Euro 20,00.
Nei documenti tedeschi su Auschwitz del periodo 1942-1944 appaiono termini enigmatici
come “Sonderbehandlung” (trattamento speciale”), “Sonderaktion” (azione
speciale”) e altri di tal fatta che, secondo una convenzione instaurata
nel 1946 dalla “Commissione centrale di inchiesta sui crimini tedeschi in
Polonia” e divenuta poi patrimonio storiografico comune,
sarebbero dei criptonimi escogitati dalle SS per nascondere delitti inconfessabili.
Nessuno storico, tuttavia, ha mai verificato
questo postulato; e nessuno storico si è
mai curato di ricercare nuovi documenti di questa categoria e di studiarli
nel loro contesto storico.
Perciò, fino ad ora, non è mai stato pubblicato uno studio
specifico su questo problema,
non certo irrilevante, della storia del campo di Auschwitz:
perfino gli specialisti si sono limitati a trasmettersi l’un l’altro in
poche righe l’interpretazione della
Commissione polacca, apportando ad essa, al più, qualche lieve ritocco.
Nello studio recentemente pubblicato dalle Edizioni di Ar
“Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato, Carlo Mattogno
ha colmato questa grave lacuna sulla base di una documentazione di
prima mano, in massima parte inedita e ignota anche agli specialisti di Auschwitz,
da lui reperita negli archivi moscoviti,
di cui in appendice presenta un’ampia crestomazia
(26 documenti).
Grazie ad una
penetrante analisi storico-documentaria e ad una
sapiente ricostruzione degli
scenari storici che fanno da sfondo
ai documenti, Mattogno fornisce una interpretazione non conformista
che non manca di riservare sorprese
insospettate, ma documentariamente fondate, come
quella relativa alla visita di Himmler ad Auschwitz
nel luglio 1942 o quella che
riguarda l’attribuzione
al personale dei crematori della denominazione di “Sonderkommando”.
Julius Evola, Metafisica della guerra,
a cura di Roberto Melchionda. Collezione ‘gli Inattuali’. Euro 16,00
Aber das Leben ist Krieg: in sé la vita è guerra, affermava Spengler. Necessaria
alla libertà quanto la pace, la guerra è nel destino inaugurale della vita umana:
essa procede dallo stesso principio dell’essere in quanto coscienza e libertà. Cause
svariatissime, ideali e materiali, nobili e ignobili generano storicamente le guerre.
Nel 1940, Julius Evola constatava: "In Occidente, tensioni spirituali e materiali
si sono a tal punto compresse, negli ultimi anni, che esse alla fine possono venir
risolte solo attraverso il combattimento". Oggi, noi sappiamo che le ‘crociate’
pacifiste, umanitarie e poliziesche, al servizio delle sovrane ragioni dell’economia,
assicureranno un futuro rigoglioso alle guerre nucleari e informatiche…
Questi testi divulgativi di Evola sulla metafisica della guerra presumono un lettore
non sordo a ciò che si può chiamare l’eroicità latente dell’uomo, l’ "archetipo
dell’eroe". Seguendo un ritmo di espansione concentrica di considerazioni su questo
tema, l’Autore afferma che la guerra -tra gli uomini e dentro l’uomo- è soltanto
un aspetto della contesa che sta nelle cose del mondo, ma il suo atto di nascita
va ricondotto al sopramondo. L’esperienza propriamente eroica deve coinvolgere le
strutture della coscienza, deve schiudere il coraggio fisico-morale del combattente,
in modo che questi sciolga l’anima dal corpo per volgerla definitivamente
allo Spirito. La guerra ‘materiale’, quella che cade nella storia, diventa
quindi mezzo per la guerra ‘spirituale’, quella che si dispiega nella metastoria.
Per chi ritenga di dovere, e senta di potere, trasmutare in farmaco il veleno della
Modernità, la lettura dei pensieri contenuti in Metafisica della guerra -oltre
a confermare la profonda coerenza speculativa del loro Autore- contribuirà a rivelargli
le necessarie forme di coesione implicite nella propria decisione etica di stare
‘combattivamente’ nella storia.
Introdotto dalle considerazioni di Roberto Melchionda Sulla doppia guerra,
questo volume -curato dallo stesso Melchionda- raccoglie alcuni scritti pubblicati
da Julius Evola, nell’arco di tempo compreso tra il 1935 e il 1950, su quotidiani
e periodici quali "il Regime Fascista", "La Vita Italiana", "Augustea", "La Stampa",
nonché la versione italiana (con testo originale a fronte) della conferenza "Die
arische Lehre von Kampf und Sieg", pronunziata dall’Autore in lingua tedesca
a Roma, il 7 dicembre 1940.
Beniamino M. di Dario, La via
romana al Divino. Julius Evola e la religione romana. Collezione ‘Paganitas’.
Euro 16,00
Con questo studio, l’autore tenta per la prima volta di ricostruire in maniera organica
l’interpretazione del culto romano e, più in generale, della civiltà di Roma propria
di Julius Evola. Pur se Evola non ha mai trattato della religione romana in un’opera
specifica e unitaria, di Dario individua i passaggi-cardine della sua configurazione
sviluppando gli accenni presenti nei testi evoliani -compresi alcuni saggi e scritti
d’occasione- e soprattutto ripercorrendo lo svolgimento dell’idea di tradizione
nella fondamentale opera Rivolta contro il mondo moderno, in cui Evola stesso
indica le "categorie" del mondo tradizionale. Nel ciclo romano Evola coglieva infatti
la manifestazione di alcuni capisaldi della sua formulazione dell’idea di tradizione:
le dottrine della regalità e dell’imperium, la forza impersonale del rito,
la via dell’azione. E’ soprattutto su quest’ultima che l’autore si sofferma ogni
qualvolta essa conduca l’interpretazione di Evola verso determinate conclusioni,
marcandone in tal modo il carattere di "predisposizione". Nel delineare progressivamente
la visione evoliana del culto e della civiltà romana, il libro tocca via via questioni
imprescindibili, quali la sistemazione del ciclo romano all’interno delle complesse
concezioni cosmostoriche di Evola e la comprensione del "significato ultimo" di
Roma, nonché il tema del rapporto tra Evola e il cristianesimo - meglio definito
dallo svolgersi del suo "paganesimo" – fino a trattare della posizione tenuta da
Evola nei confronti del fascismo e del tradizionalismo romano. Il di Dario non manca
poi di studiare la formazione di alcune tesi evoliane in base al costante confronto
con le proposizioni di pensatori quali il Bachofen e il Piganiol: attraversando
una progressiva ‘decantazione’, le caratteristiche storiche del loro pensiero si
trasformano nei caratteri metastorici (e metafisici) delle considerazioni di Evola.
G. Simmel, Il conflitto della
cultura moderna. Collezione ‘gli Inattuali’. Euro 15,00
Mentre la "Grande Guerra" si andava spegnendo, Georg Simmel dava alle stampe una
conferenza dedicata al conflitto inevitabile fra la "vita" e le "forme della cultura".
Il contenuto di questa conferenza raffigura efficacemente la lacerazione che contrassegna
il moderno inteso come propaggine estrema della modernità. Alla fine delle "grandi
narrazioni" metafisiche, la cultura moderna è la consapevolezza del carattere necessariamente
aperto del conflitto tra fluire della vita e forme culturali, della relatività e
della provvisorietà di ciascuna forma culturale. Questa coscienza della relatività
delle forme culturali appare a Simmel come la fase in cui la vita, il puro movimento
– il puro divenire inteso nel senso voluto da Eraclito – tenta di manifestarsi in
modo assoluto, al di là di ogni forma: nell’arte espressionistica, nella filosofia
pragmatistica, nell’etica e nella religione.
In tutta la sua vita, Georg Simmel fu il più onesto analista del negativo, dell’angoscia
del moderno. Tutti noi siamo intessuti anche della negatività che ha lacerato il
moderno. Superare questa negatività in una sintesi: è il motivo che spiega la pubblicazione
del Conflitto della cultura moderna (con testo originale a fronte) nella
collezione ‘gli Inattuali’ per i tipi di Ar.
In Georg Simmel e la cultura moderna -lo scritto del curatore Francesco Ingravalle
che conclude questo volume- vengono infine descritte le molteplici linee teoriche,
convergenti in questa opera di Simmel, che hanno segnato il processo di conversione
della filosofia moderna in filosofia della vita e in visione del mondo.
Georg Simmel (1858-1918) insegnò filosofia alle Università di Berlino e di Strasburgo.
Con Ferdinand Toennies, Max Weber, Werner Sombart partecipò alla fondazione (1909)
della "Deutsche Gesellschaft fuer Soziologie". Allo scoppio della "Grande Guerra"
assunse posizioni nazionalistiche.
Jean Haudry, Gli Indoeuropei. Edizione
italiana rivista e aumentata. Traduzione a cura di Fabrizio Sandrelli. Collezione
Gli "inattuali", 16 ill.. Euro 22,00.
Non di una semplice arca linguistica indoeuropea occorre parlare, ma di una vera
e propria comunità etnica indoeuropea, che prende forma in epoca preistorica:
è la convinzione espressa ripetutamente in questo saggio di Jean Haudry. Sulla scorta
dei fondamentali contributi di Georges Dumézil e di Emile Benveniste sull’ideologia
della tripartizione funzionale e sulle quattro cerchie dell’appartenenza sociale,
lo studioso francese si propone di restituirci, nelle dimensioni di una Weltanschauung
indoeuropea, le idee e i significati che hanno generato le istituzioni religiose,
giuridiche e socio-economiche di quella comunità primordiale. Concentrando le sue
analisi sui contenuti più convergenti della mitologia e del patrimonio lessicale
degli Indoeuropei, l’Autore traccia con efficacia la fisionomia spirituale del popolo
ario: questa si riflette, in particolare, nel ritmo di chiarezza, di stabilità e
di ordine gerarchico delle sue stratificazioni sociali, trasmettendosi a quel "culto
della verità" che rappresenta l’essenza della sua religione. A conclusione del suo
studio l’Autore, dopo aver affermato che i dati antropologici precisano l’appartenenza
degli Indoeuropei, o almeno della loro aristocrazia, alla "razza nordica", rivaluta
le tesi di Tilak e Klause che situavano la patria originaria di quel popolo nelle
regioni circumpolari dell’Europa settentrionale. Egli si sofferma quindi sull’espansione
indoeuropea, la cui forza impulsiva si rinviene nei lineamenti dell’anima di quelle
genti -in quelli che Spengler avrebbe definito i segni naturali della loro ‘animità’-,
più che in sollecitazioni di ordine demografico e ambientale.
Poggiando su una sicura consistenza di testimonianze letterarie e archeologiche,
questo libro di Jean Haudry permette a noi, lontani e distanti discendenti delle
tribù indoeuropee, di portare uno sguardo complessivo sul mondo dei nostri antenati
ari: sul senso remoto di un vivere che, pur da noi abbandonato in numerosi suoi
elementi, rimane come contenuto latente di aspetti fondamentali della nostra esistenza
moderna, e può quindi sempre riapparire nella sua dinamica con i caratteri di una
risorgenza - o riaffiorarvi nei tratti di un ‘ritorno del rimosso’.
Franco Freda - I lupi azzurri.
Documenti del Fronte Nazionale, a cura di Giovanni Damiano. Corollario con scritti
del curatore e di Francesco Ingravalle. Nell’appendice scritti di E. Santarelli,
F. Ingravalle, A. Brandirali, P. Buscaroli, C. Taormina, G. Damiano. Collezione
‘Iperborei ed Etiopi’. Euro 13,00
In antichi testi europei, "lupi azzurri" sono chiamati i proscritti, gli espulsi:
coloro che, sentiti come estranei e perciò dichiarati inassimilabili, vengono messi
al bando dalla comunità. Per analogia, il titolo di questo libro riguarda i membri
di un sodalizio razzista, il Fronte Nazionale, fondato nel 1990 dall’autore e sciolto
dal Consiglio dei Ministri nel 2000. Ponendo al centro delle proprie intenzioni
pedagogico-politiche l’idea-forma di razza e affermando l’equivalenza tra l’immigrazione
di masse extraeuropee e l’invasione dell’Europa, il Fronte Nazionale è stato il
primo gruppo politico italiano ad avvertire sugli effetti del disgregamento dei
nessi razziali ed etnici: lo snaturamento delle stirpi europee nella "massa mondiale",
la loro dissoluzione nella società globale –la scomparsa dei popoli del Continente
dalla "storia mondiale".
Il volume, che contiene tutti i documenti del Fronte Nazionale, è stato curato da
Giovanni Damiano secondo un criterio di sviluppo ‘genealogico-gerarchico’. Esso
infatti riporta all’inizio lo Statuto, in quanto atto di nascita -di riconoscimento
della natura e del significato dell’azione- del sodalizio. Quindi, le relazioni
del suo reggente, che riflettono il carattere proprio, metapolitico e dottrinario,
del Fronte Nazionale: la sua dimensione normativa, orientata alla selezione qualitativa
dei membri del gruppo e alla pratica delle tesi del "razzismo morfologico". In seguito,
i manifesti, che rappresentano invece l’applicazione, sul piano della divulgazione
politica, dei precetti professati dal sodalizio e dei suggerimenti del reggente.
Raccolte nel corollario, le considerazioni di Francesco Ingravalle (Una metafisica
della forma: il "razzismo morfologico") e di Giovanni Damiano (La paganità di
un sodalizio) compiono poi la ricognizione analitica delle proposizioni
dottrinarie del Fronte Nazionale. Nell’appendice, infine, vengono ospitati alcuni
scritti aggiuntivi (di Enzo Santarelli, Francesco Ingravalle, Aldo Brandirali, Piero
Buscaroli, Carlo Taormina e Giovanni Damiano), riconducibili direttamente alle vicende
giudiziarie dei "lupi azzurri".
Franco Giorgio Freda - La Disintegrazione del sistema, quarta edizione,
integrata con scritti degli anni 60/80, a cura di Francesco Ingravalle. Corollario
con scritti del Curatore, di Giovanni Damiano e Piero Di Vona. Collezione ‘Consonanze’.
Euro 13,00.
La disintegrazione del sistema manifesta una intuizione che è stata
sviluppata dall’autore nella pratica politica non meno che nell’opera editoriale:
la possibilità di invertire la tendenza del decadimento dell’occidente, di restaurare
la Gestalt aria attraverso il disfacimento della civilizzazione del Terzo
Stato. Disintegrare il sistema borghese equivale a eliminare ciò che, integrando
le sue parti complementari, ne permette il funzionamento: ossia eliminare la proprietà
privata dei mezzi di produzione e la funzione di sintesi sociale propria del danaro.
Freda ha colto con chiarezza come l’ostacolo alla realizzazione del "vero Stato"
sia l’organizzazione capitalista della società, oltre all’ethos borghese
che la fonda (e che su di essa si fonda).
La disintegrazione del sistema è l’unico esempio di "platonismo politico"
all’interno della cultura italiana contemporanea. Dietro questo scritto di Freda
c’è Platone, ossia la più compiuta formulazione del "vero Stato", che è paradigma
intemporale destinato a "incarnarsi" di volta in volta nella realtà storica senza
mai esaurirsi totalmente in essa. Pertanto lo "Stato Popolare" di Freda altro non
è che la proiezione dell’idea platonica dell’Ordine adattata a un particolare contesto
storico.
La disintegrazione del sistema non è però il patetico tentativo di
annullare tutta la distanza storico-temporale che ci separa dal modello (lo Stato
platonico): essa ha invece rappresentato il tentativo di vivificare il passato alla
luce del presente, di far iniziare in modo nuovo (con il rimando allo "Stato popolare")
quel che è perenne (il "vero Stato").
Rileggere oggi La disintegrazione del sistema significa riflettere su quanto
l’autore scriveva allora: "Nella Disintegrazione non vi è nulla di originale;
di personale vi sono i punti e le virgole; di originario quasi tutto." Quasi
tutto: non la tattica, legata a fattori contingenti; non la configurazione dello
"Stato popolare", mero strumento per eliminare la cultura borghese. Ma l’idea-forma
del vero Stato: il contenuto essenziale, il punto perenne da cui si sviluppano tutte
la possibili figure della prassi politica.
A cura di Francesco Ingravalle, questa edizione della Disintegrazione del sistema
è integrata da una raccolta di testi -composti dall’autore tra il 1961 e il 1988-
e arricchita da un corollario di saggi, a opera di Giovanni Damiano (Un agguato alla
storia), Piero Di Vona (Spinozismo di destra, spinozismo di sinistra)
e Francesco Ingravalle (Un comunismo dorico).
Indice degli scritti: La disintegrazione del sistema, Alienazioni e prospettive,
Per un radicalismo di destra: Cavalcare la tigre, "Le fascisme, notre mal
du siècle", Gruppo tradizionalista di Ar, Manifesto dell'Argo, L'ordine di Sparta,
Il vero Stato secondo Platone, Due lettere controcorrente, Risguardo, Ordine dei
Ranghi, Il cattiverio e le beatitudini, Lettera a un commilitone, La rievocazione
di un autore Corollario: Un 'agguato' alla storia, Spinozismo di destra spinozismo
di sinistra, Un comunismo 'dorico'
Julius Evola, Orientamenti. Undici
punti, a cura di Franco Freda. Collezione "Gli inattuali". Euro 12,00
Il magistero della dottrina politica e metapolitica di Julius Evola può condensarsi
in questo precetto: ‘Occorre tornare alle origini: attraversando e superando la
sostanza erronea della modernità - colonizzata dal razionalismo e dal materialismo
-, si deve riscoprire e riassumere la forza essenziale delle verità perenni’. Con
il potere di un cantus firmus simile insegnamento è diffuso nelle stesse
pagine di Orientamenti, breve ma solenne testo che l’Autore scrisse nel 1950,
con l’intento particolare di rivolgersi, nella voragine carsica della sconfitta,
alla nobiltà degli sconfitti: quegli ‘scudieri’ che, rispondendo alla chiamata del
loro Capo, si erano levati in armi nella milizia della Rsi. Il perno su cui si innestano
Orientamenti è l’uomo nella sua qualità spirituale, il vir nelle sue
virtù dell’anima, nella sua formazione caratteriale - non il sistema ideologico,
il programma politico o l’organizzazione partitica. A quest’uomo, la permanenza
della fisionomia legionaria avrebbe richiesto, ora, di proseguire la propria milizia
per un ordine considerato come luogo dello spirito, con il proposito di fondere
le condizioni normative, interiori ed esteriori, dello Stato giusto, di trasformare
l’operato politico: da gestione del potere in esercizio della potenza come pratica
dell’idea. Orientamenti richiama condizioni formative di simboli e miti,
rimanda a una misteriosa forza generativa, essenziale e immateriale, che dall’alto
sgorga e fluisce nello spazio dello Stato vero, rendendolo così corpo mitico e mistico
dell’idea di Stato. "Fluido" invisibile ma reale, essa non può non inerire - in
un grado germinativo pur elementare - nella religiosità politica dei sodalizi che
aspirano al vero regimen della comunità. Nel linguaggio concentrico di Orientamenti,
conclusivo di contenuti latenti che ‘si danno’ per manifestazione intuitiva,
punto di intersezione è la nozione di "visione del mondo". E’ questa il puro centro
di gravità della "forma interna" per un Lettore che avverta in sé, in qualche modo
e misura, la vocazione a guardarla e custodirla. Una Weltanschauung fondativa,
che non viene mediata dalla dialettica e dalla retorica, né distratta dalle verifiche
razionali, ma è - sul piano dell’anima - originaria intuizione-percezione-contemplazione
(Anschauung) del mondo (Welt). Attorno a Orientamenti-
e ai due brevi scritti coevi inclusi in questa edizione curata da Franco Freda -
si sviluppa un ricco corollario. Qui (applicando valori interpretativi diversi)
Giovanni Damiano, Piero Di Vona, Enzo Erra, Roberto Melchionda, Giovanni Perez considerano
lo specifico contenuto storico politico del testo, inserito nelle generali dimensioni
metastoriche e metapolitiche dell’etica e dei "pensier contemplativi" del Maestro
Evola. Gli exerga ospitano, infine, la glossa marginale di Luciano Licandro e una
aggiunta editoriale.
Piero Di Vona, Metafisica e politica
in Julius Evola, Postfazione di Giovanni Damiano, Collzione "Gli inattuali".
Euro 16,00
Mancava sinora un testo in grado di riconoscere, attraverso una indagine rigorosa,
le articolazioni fondamentali dell'opera di Julius Evola, restituendone le funzioni
nel significato generale della sua intuizione del mondo. La lacuna viene colmata
da questo studio, che, sin dal titolo, illustra con efficacia il complesso di motivi
esaminati. Infatti la congiunzione di metafisica e politica segna il punto capiatale
in cui converge quella prospettiva da cui Evola ricompone - quasi fosse una "immagine
latente" - la figura tradizionale dell'universo umano.
Antonio Venier, Il disastro di una nazione. Saccheggio dell'Italia e globalizzazione,
Presentazione di Bettino Craxi. Euro 16,00
In totale dissenso dalla vulgata propagandistica di "Mani pulite", questo libro
espone un'analisi non convenzionale degli avvenimenti italiani succedutisi nell'arco
di tempo 1992-1998. Per l'Autore vanno compresi nella considerazione del perverso
mercato totale senza limiti né scopi, sicché non si rivelano certo pure coincidenze:
la sottomissione al trattato di Mastrìcht; le grandi 'privatizzazioni' e la demolizione
dei servizi pubblici; il progressivo impoverimento suscitato dall'attacco alla Stato
'sociale'
Ulderico Nisticò, Prontuario oscurantista, Prologo di Pietrangelo Buttafuoco,
Collezione "Gli inattuali". Euro 16,00
Prontuario Oscurantista è p;nel titolo e nel contenuto- una negazione irriverente
dei luoghi comuni, una ricusazione irridente della propaganda illuministica: sopra
tutto una affermazione della verità, sottratta alla menzogna in cui da due secoli
si perdono gli accadimenti che -attraverso sanguinari sacrifici giacobini- segnalarono
la dissolvenza della cultura etnica della patria meridionale.
Oswald Spengler, Albori della storia mondiale, vol. II. Frammenti del lascito
manoscritto.
Euro 15,00
Versione italiana di Carlo Sandrelli.
Questo secondo volume di inediti frammenti spengleriani presenta, accanto allo sviluppo
di tesi e intuizioni espresse già nella prima parte della raccolta, nuovi tratti
di riflessioni attorno ad alcuni dei motivi più caratteristici della speculazione
storico-filosofica dell'Autore del 'Tramonto dell'Occidente'.
La parte degli abbozzi spengleriani qui contenuta fa centro sui seguenti nodi tematici:
il senso del divino; il senso della vita e della morte; il rapporto tra maschile
e femminile; l'appartenenza dell'uomo al suo paesaggio; significato e funzione del
carro da combattimento.
Giovanni Damiano, Elogio delle differenze. Per una critica della globalizzazione.
Euro 16,00
I più si dispongono a sottomettersi alla globalizzazione dietro questa assicurazione
consolatoria: la globalizzazione è un fenomeno di natura (quasi esclusivamente)
economica. L'"Elogio delle differenze" sostiene invece la tesi contraria: la globalizzazione
deve essere sentita e compresa come il risultato di una variegata, ma identica,
volontà di trasformazione, che sviluppandosi secondo numerose dimensioni - tutte
tra loro congiunte, o connesse, e convergenti -, tende ad imporre l'egemonia di
un modello generale unico ai vari aspetti della vita e del mondo degli uomini.
...
In particolare, questo testo si sofferma criticamente sulla società globale o multirazziale
di cui rintraccia i presupposti giuridico-ideologici, per poi delineare in una prospettiva
radicalmente estranea alla globalizzazione, i caratteri dell'universo delle differenze.
Max Scheler, Modelli e capi. Euro 20,00
Edizione italiana a cura di Francesco Ingravalle. Traduzione di Franco Freda.
'Modelli e capi', con le aggiunte recuperate dagli scritti postumi, non vide mai
la luce durante la vita di Max Scheler. Questo testo conobbe una lunga elaborazione
che non giunse mai alla fine. I manoscritti che ci sono pervenuti risalgono tutti
a un arco di tempo che va dal 1911 al 1921.
Per il significato etico-anagogico che il modo d'essere del modello possiede, la
nozione di modello assume in Scheler maggiore rilevanza, teorica e pratica, rispetto
alla nozione di capo, le cui caratteristiche hanno un rilievo propriamente sociologico
ed 'etologico'.
Per l'Autore tutte le forme dell'autorità sono riconducibili tipologicamente alla
«autorità carismatica personale»: il capo deve sapere e e volere essere capo - ed
è questa la vera legittimazione della sua funzione.
Rifiutando il determinismo - nelle sue varianti positivistiche o darwinistiche o
marxiane -, Scheler sostiene che sono le costanti essenziali, antropologiche e sociologiche,
'personificate' nei modelli e nei capi a orientare non solo la vita storica dei
gruppi umani ma la corrente vitale creatrice che sostanzia tutte le forme dell'essere.
Precede il testo di 'Modelli e capi' l'ampio studio di Francesco Ingravalle dedicato
a «Max Scheler e il problema dei valori».
Martin Walser, La banalità del bene. Come nasce una predica critica. Euro
7,00
Edizione italiana e traduzione a cura di F. Coppellotti. Con un elogio di F. Schirrmacher
e una considerazione critica di di F. Coppellotti.
Con il titolo "La banalità del bene" si pubblica la trasposizione in lingua italiana
- accompagnata da testo tedesco - della predica critica che l'Autore ha tenuto l'11
ottobre 1998 nella Paulskirche di Francoforte, in occasione del premio della pace
dei librai tedeschi per il 1998.
Giustamente il Seminario di retorica universale di Tubinga, dichiarando che la predica
critica di Walser e stata "il discorso dell'anno", ha sostenuto che si tratta "dell'operazione
retorica di maggior valore scritta in lingua tedesca".
Ignatz Bubis, capo del consiglio della comunità ebraica tedesca ha accusato l'Autore
di "incendio doloso intellettuale".
Francesco Ingravalle, La teoria e le sue ombre.
Sul vero come dissonanza. Euro 14,00
Presentazione di Piero Di Vona.
Il presente scritto è la continuazione del precedente "Nietzsche, illuminista o
illuminato?", e verte sul rapporto Teoria/Prassi e sul legame tra verità e visioni
del mondo.
Alfred Baeumler, Estetica. Euro 16,00
Pp. 168. Presentazione di Marzio Pinottini e Francesco Ingravalle. Traduzione di
Francesco Coppellotti.
Partendo dal presupposto secondo cui "La riflessione estetica si è accesa davanti
all'apparizione del bello e non di fronte a quella dell'arte", Baeumler sviluppa
in due sezioni ("L'idea del bello" e "Il concetto dell'arte") l'intera vicenda dell'estetica
occidentale, da Platone e Aristotele fino ai teorici rinascimentali dell'arte.
Conclude il volume un breve schizzo sulle tendenze estetiche dal XVIII al XX secolo.
All'antitesi Classicismo/Romanticismo e Impressionismo/Espressionismo, Baeumler
oppone la visione dell'arte come stile: "L'arte può nascere solo dalla volontà di
fissare un contenuto per l'eternità, e lo stile è l'espressione di questa volontà
{...}. "Il sentimento supremo di potenza e di sicurezza trova la sua espressione
in ciò che ha grande stile", come afferma Nietzsche nel GÖtzendammerung.
Bernard Faÿ, La massoneria e la rivoluzione intellettuale del Settecento.
Euro 21,00
Pp. 302. Edizione italiana e traduzione a cura di Italo De Giorgi. Con una appendice
di Julius Evola.
Una ricerca che, al di là delle suggestioni e del conformismo della storiografia
dominante, indaga i veri restroscena delle rivoluzioni del Settecento, da quelle
intellettuali a quelle politiche che sfociarono nella Rivoluzione Francese - la
"Grande Rivoluzione".
In pagine penetranti e briose, non prive di una certa predilezione per il lato aneddotico
e il bozzetto psicologico, con la sua opera Bernard Faÿ documenta il ruolo determinante
svolto dalla massoneria - arma "formidabile" - nella diffusione delle nuove idee
illuministiche e nella preparazione del 1789.
Egli offre in questo modo un importante contributo al dibattito storiografico sulle
origini della Rivoluzione francese, inserendosi a pieno titolo nel filone della
migliore storiografia controrivoluzionaria che ebbe nell'abate Augustin Barruel,
autore dei "Mémoires pour servir à l'histoire du jacobinisme" (1797-98), il padre
incontestato.
Tratto da libreriaAr