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11 settembre 2001: Attacco agli USA - Guerra in Afganistan |
CHI E' IL MANDANTE DELL'11 SETTEMBRE?
Da un articolo del manifesto 9/10/01 (Le divisioni dei "nostri terroristi")
Considerazioni su un articolo di Alessandro Portelli ("il nostro mondo visto da lontano")
Possono gli USA diffondere Antrace?
E' il "terrorismo" a generare la crisi o la crisi a generare il "terrorismo"?
CHI E' IL MANDANTE DELL'11 SETTEMBRE?
Ormai è chiaro che è il governo USA e il sistema economico capitalistico nel suo insieme.
Per quanto attiene alle ragioni economiche, agli sbocchi della crisi, abbiamo già visto la situazione pre e post 11 settembre.
Ma c'è anche una responsabilità precisa, diretta. Ovvero, quando si dice che gli USA sono il "mandante" non si fa solo della propaganda retorica e ideologica, ma si individuano una precisa serie di cause ed effetti.
Ci aiuta in questo una serie di articoli di Tariq Ali, pubblicati il 2 e il 3 ottobre da "il manifesto".
Innanzitutto, su quali paesi "islamici" si appoggiano gli USA? Due ci interessano: l'Arabia Saudita e il Pakistan.
Arabia Saudita
Questo paese è l'origine del fondamentalismo islamico di cui Talebani e Bin Laden rappresentano il prodotto odierno. Come il Kuwait, anche l'Arabia Saudita nasce per ottemperare ai desideri imperiali prima e imperialistici poi di GB e USA. Gli USA, paladini del cristianesimo, sostengono senza lesinare aiuti la monarchia wahhabita (interessante leggere ciò che Tariq Ali dice circa la nascita di questa corrente islamica), che è reazionaria all'interno come all'estero.
Con la scoperta delle ricchezze petrolifere, la guerra interimperialista ha portato gli USA ha fondere Esso, Texaco e Mobil in una società - la Aramco - che controlla il petrolio in Arabia Saudita (1933).
Dice Tariq Ali: "Il monarca saudita ricevette milioni di dollari per favorire lo sviluppo del Regno Saudita. Il regime era dispotico, ma era visto come un importante baluardo contro il comunismo e il nazionalismo nella regione e per questo motivo gli Stati Uniti scelsero di ignorare quello che succedeva dietro i suoi confini".
"Il wahhabismo rimane la religione di stato dell'Arabia Saudita, importata con i petro-dollari per finanziare l'estremismo in altre parti del mondo.
Durante la guerra contro l'Unione Sovietica (in afganistan, ndr), l'intelligence militare pakistana richiese la presenza di un principe saudita per condurre la jihad in Afganistan. [...] I leader sauditi raccomandarono un rampollo di una ricca famiglia vicina alla monarchia.
OSAMA BIN LADEN FU SPEDITO AL CONFINE PAKISTANO e arrivò in tempo per sentire Brezinski, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter, turbante sulla testa, gridare: 'Allah è dalla vostra parte!'. "
Bene, quindi che gli USA abbiano creato una struttura di intelligence e di infiltrazione in funzione anticomunista nel mondo arabo, e che questa si poggi su Arabia Saudita e Pakistan (come meglio vedremo), e che Osama e i suoi guerriglieri santi siano prodotto di tutto ciò è un dato acquisito. Che naturalmente Bush e Blair si guardano bene dal sottolineare pur non potendolo negare. A riprova di quanto strette siano le relazioni di causa effetto tra politica imperialista USA e l'azione delle torri gemelle, dovrebbe servire anche il fatto che le famose prove che inchiodano Bin Laden sono "segrete": sono tali perchè, oltre a rivelare ovviamente le fonti di intelligence rivelano anche i connubi. Insomma alla NATO dicono: noi vogliamo provare che Bin Laden è colpevole, mica che lo siamo pure noi!
Conclude Tariq Ali, sull'Arabia Saudita: "Le forze di spedizione inviate in Pakistan per tagliare i tentacoli della piovra Wahhabita, possono avere successo oppure no, ma la sua testa è sana e salva in Arabia Saudita, dove fa la guardia ai pozzi di petrolio, mentre i tentacoli le ricrescono, protetta da soldati americani e dalla base Usaf a Dhahran".
PAKISTAN
I militari pakistani sostengono oggi i talebani. Dal 1951 questi militari avevano servito fedelmente gli USA (e continuano a farlo, nonostante tutto!), solo che poi si sono sentiti umiliati! Dice TAriq Ali: "fu durante il governo di Zia-ul-Haq (1977-89) che fu creata una rete di madrassas (scuole religiose) finanzaita dal regime saudita", che è appunto il padre dell'integralismo talebano. Le 2500 scuole coraniche hanno prodotto 225.000 combattenti religiosi pronti a uccidere e a morire per la fede. Furono mandati in Afganistan per combattere contro altri musulmani.
"I taleban non avrebbero comunque potuto catturare Kabul da soli...
Erano armati e comandati da volontari dell'esercito pakistano". Dice ancora Brezinski: "Che cosa era più importante per la storia del mondo? I taleban o la caduta dell'impero sovietico? Qualche musulmano eccitato o la liberazione dell'Europa centrale e la fine della guerra fredda?"
Il Pakistan farà da testa di ponte della guerra americana in afganistan? forse, ma bisogna considerare questo suo ruolo nella presa del potere dei taleban e il fatto che sono presenti nelle basi militari talebane soldati e ufficiali pakistani: con chi si schierebbero?
Conclusioni
Gli USA, ma anche il sistema capitalistico internazionale, con epicentro americano, hanno creato le basi sia in senso economico (sottosviluppo, regime petroliferi) sia culturale e ideologico (sostegno all'islamismo wahhabita) perchè le masse arabe cerchino la soluzione ai propri problemi in forme di lotta che - brutalmente (ma la guerra moderna non è forse brutale?) - affrontano con i mezzi dei poveri l'imperialismo stesso. Si badi bene: non affrontano i regimi che direttamente le dominano, perchè questi ne sono - contraddittoriamente - un sottoprodotto. Gli aerei si sono abbattuti contro New York non contro Islamabad. Quindi si tratta di una guerra che ha ragioni di classe (le masse diseredate contro il capitale multinazionale) e ragioni - secondarie, indotte - culturali, etiche, religiose ecc.
Gli USA hanno, però anche creato quegli stessi soggetti che oggi indicano come nemici e colpevoli. Avendoli creati e indotti ad agire in questo modo per propri interessi geostrategici sono quindi essi stessi i mandanti della morte di migliaia di persone a New York e Washington.
Ecco quindi il groviglio - che mi sembra fin troppo facile da sciogliere! - in cui viene avvolta l'opinione pubblica occidentale. E che può essere riassunta nelle dichiarazioni dell'assistente per la politica estera di Blair, Robert Cooper: "Dobbiamo abituarci all'idea del doppio standard".
Sapete cosa significa? "PUNIREMO I CRIMINI DEI NOSTRI NEMICI E RICOMPENSEREMO I CRIMINI DEI NOSTRI AMICI" (Tariq Ali) Israele, infatti, "può impunemente ignorare le risoluzioni dell'ONU, l'India può tiranneggiare il Kashmir, la Russia può distruggere Grozny ma è l'Iraq che deve essere punito e sono i palestinesi che devono continuare a soffrire" (Tariq Ali)
Dice ancora Cooper, l'assistente di Blair: "... accettate l'idea che l'intervento (degli stati post moderni) negli stati pre-moderni sarà un fatto della vita. Tali interventi potranno non risolvere i problemi ma possono salvare la coscienza". E, aggiungerei, i profitti!
E gli USA? Negli ultimi sessant'anni gli USA hanno fatto cadere leader democratici, bombardato paesi in tre continenti, usato armi nucleari contro civili giapponesi ma non avevano mai saputo che effetto faccia essere sotto attacco.
Conlude allora Tariq: " alle vittime dell'attacco possiamo offrire la nostra solidarietà.. ma accettare che una vita americana valga più di quella di un ruandese, un iracheno, uno jugoslavo, un vietnamita, un coreano, un giapponese, un palestinese... questo è inaccettabile"
3/10/01 Centro Documentazione e Lotta
Da un articolo del manifesto 9/10/01 (Le divisioni dei "nostri terroristi")
Dice Robert Fisk, già inviato nei Balcani per The Indipendent: "Alla CNN la chiamano "la nuova guerra". Naturalmente come sempre si sbagliano perché nel nostro desiderio di 'consegnare alla giustizia' (ricordiamoci di queste parole nei prossimi giorni) quegli uomini crudeli che hanno pianificato i crimini contro l'umanità effettuati a New York e Washington il mese scorso, stiamo ingaggiando, affinchè lavorino per noi, dei noti stupratori, e assassini... tali sono i vari Dostum e gli altri comandanti dell'Alleanza del nord, per questo sono temuti a Kabul.[...]
"Nel Vietnam gi americani volevano evitare ulteriori perdite, così riarmarono e rifecero l'esercito sudvietnamita perchè assumesse il ruolo dei loro soldati di fanteria. Nel Libano meridionale, per combattere i palestinesi e gli Hezbollah gli israeliani usarono la teppaglia delle loro milizie libanesi. La Falange e il cosiddetto 'Esercito del Libano del Sud' avrebbero dovuto servire da fanteria per Israele. Fallirono, ma ciò è insito nella natura delle guerre per procura. Nel Kosovo abbiamo tenuto le nostre ben armate truppe NATO tranquillamente fuori dal pericolo mentre l'UCK agiva da nostra fanteria. E adesso senza arrossire e nemmeno deglutire per l'imbarazzo siamo sul punto di ingaggiare in Afganistan la cosiddetta Alleanza del nord. I giornali americani dicono senza ironia che anche loro saranno i nostri 'fanti' nella nostra guerra per braccare/ consegnare alla giustizia/ far saltar fuori/ sradicare/ liquidare Osama Bin Laden e i Taleban.
I funzionari USA che conoscono molto bene l'intero sanguinario e rapace curriculum degli assassini che stanno nell'Alleanza, sostengono in buona fede che questi sono gli uomini che ci aiuteranno a portare la democrazia in Afghanistan.
"In realtà - conclude Robert Fisk - noi siamo pronti ad assumere una banda di terroristi, i nostri terroristi, per liberarci da un'altra banda di terroristi. Che cosa, mi chiedo, penserebbero i morti di Washington e New York di questo?"
Per concludere direi che Fisk dovrebbe rispondere guardando altrove: un altro titolo esplicativo della situazione dice che "i missili non abbattono le borse"... E' dall'economia capitalistica, dalla sua crisi strutturale che viene la giustificazione di una "morale" che Fisk ritiene forse ingenuamente duplice. In realtà essa è coerente con gli interessi economici e finanziari che erano preesistenti all'attacco dell'11 settembre, che lo hanno generato sia nella scelta dei suoi esecutori (restauratori dell'ordine capitalistico nel medio e lontano oriente) che nel momento (crisi economica senza via d'uscita), che lo seguono con la ripresa dell'economia sull'onda della guerra - da una parte - e con licenziamenti di massa finalmente "giustificabili" (crisi dei trasporti ecc.) - dall'altra.
9/10/01 Centro Documentazione e Lotta
Alcuni passaggi tratti da un articolo di Alessandro Portelli ("il nostro mondo visto da lontano") sul manifesto del 9/10/01 e alcune riflessioni
Portelli affronta il problema di come gli altri vedano noi, la nostra storia. Infatti L'occidente tende ad essere, ovviamente, molto generoso nel giudicarsi. Quando si citano dei casi negativi, in particolare della storia contemporanea, ci si riferisce sempre a Hitler e a Stalin, senza fare distinguo, magari! Indubbiamente sono prodotto della cultura occidentale.
Portelli cita Eco, su questo. Però, aggiunge "il problema è che Hitler e Stalin fanno troppo parte della cultura occidentale: li riconosciamo come mostri [sic] perchè i loro crimini sono stati compiuti all'interno dell'occidente, in città che sono le nostre, contro vittime 'occidentali', come noi".
A parte il giudizio astorico di "mostro", nonchè sulla diversità oggettiva e soggettiva tra Hitler e l'ideologia nazista, da una parte, e Stalin e il socialismo dall'altra, c'è un fondo di verità in questa osservazione, ma ci si dimentica delle categorie economiche che hanno sottinteso l'hitlerismo: ossia la necessità del capitale tedesco di espandersi, e con questo di 'conquistare' terreno tramite la guerra, portandola anche in Africa e Asia. Insomma, la guerra imperialista scatenata da Hitler per conto della borghesia tedesca (e non solo), non ha risparmiato i paesi "terzi".
Ma seguiamo comunque il filo del pensiero di Portelli. "Ma se invece che dall'interno noi guadassimo da fuori, di mostri ne vedremmo altri che non sono meno spaventosi solo perchè hanno ammazzato gente di diverso colore e religione in continenti diversi dal nostro". Ecco alcuni esempi.
"Se guardassi la civiltà occidentale dal Congo, vedrei re Leopoldo del Belgio, sovrano forse amatissimo dai suoi cittadini e massacratore e rapinatore in Africa. [...] Se la guardassi dall'Algeria vedrei [...] le quindicimila (secondo fonti francesi) o quarantacinquemila (secondo fonti algerine) persone ammazzate nell'arco di due giorni durante i moti indipendentisti del maggio 1945, dalla civile e democratica Francia".
Insomma, a voler fare esempi (c'è il libro nero del capitalismo che ce ne fornisce molti) si capisce bene che "milioni di persone non pensano a come viviamo noi [occidentali], ma a come facciamo vivere loro". Si parla di rispetto delle diversità, dei modi di vita e noi rivolgiamo questo giudizio ai nostri ospiti forzosi, immigrati extracomunitari. "Il punto - dice portelli - è che la cosa funziona in tutte e due le direzioni: ben prima che loro venissero a 'casa nostra', siamo stati noi ad andare a casa loro, non sempre con le buone maniere e non sempre [direi mai, n. mia] per fare i lavori più umili che loro non volevano fare".
"Se per noi occidentali sono un problema le ragazze orientali che vogliono portare il chador in Francia, non sono forse un problema per gli 'orientali' le donne occidentali che non lo portano in Pakistan o in Algeria?" Naturalmente possiamo anche esprimerci se sia giusto portarlo o meno, o se sia comunque una scelta o un obbligo.
La parte più interessante della divagazione di Portelli è però questa: il "doppio legame" che unisce la "civiltà occidentale" alle altre civiltà: un doppio legame che impone di "essere come noi [occidentali]" e "al tempo stesso ti impedisce di esserlo, che accende desideri [per quanto banali e negativi, n. mia] e poi li nega, che ti ordina 'sii libero' e manda le cannoniere se ci provi, che ti può usare da cavia per una ricerca sull'Aids ma [poi devi fare] una battaglia infinita per avere accesso ai farmaci che ne derivano".
"Se davvero il modello di vita euro-nordamericano si estendesse al mondo intero [...] il pianeta non ce la farebbe a sostenerlo. Questo lo sanno benissimo fuori dall'occidente e lo sappiamo benissimo anche noi (c'è un ecologismo antimmigrazione negli USA: ogni messicano che diventa nordamericano significa un aumento dei consumi di energia e dei danni ambientali...). Che senso ha - prosegue Portelli - allora imporre un modello di civiltà e benessere che non potrebbe esistere senza la loro fame?"
Manca, come spesso accade in questa riflessioni peraltro intelligenti, la conclusione. Il senso sta proprio nel fatto che la rivendicazione di un mondo a misura di civiltà capitalistica (occidentale e un aggettivo solo indicativo di cultura e costumi) comprende proprio il fatto che questa civiltà è fatta di ricchi e poveri, sfruttati e sfruttatori, tanto all'interno degli stessi paesi capitalistici che tra i paesi del mondo. Pertanto non siamo in presenza di una contraddizione che produce la crisi dei valori che il mondo occidentale esporta, bensì della crisi che produce una contraddizione risolvibile solo al di fuori del sistema stesso.
E pertanto la guerra serve a mantenere in piedi il sistema in crisi affinchè la contraddizione, manipolata dai media, dall'economia, dall'intellighenzia, si sopisca ancora per un po'.
17/10/01 Centro Documentazione e Lotta
Possono gli USA diffondere Antrace?
Dall'11 settembre. in più occasione e con argomenti ben collaudati si è ipotizzato che gli USA abbiano voluto e/o potuto "auto attentarsi" per darsi una occasione di ripresa economica politica e militare.
Le analisi sulla crisi, sulla recessione, sul crollo della borsa americana collacano tutte questi elementi "prima" dell'attacco alle torri gemelle e al Pentagono.
Quindi le condizioni e gli effetti attuali (ripresa, azioni di guerra) ci sono tutte.
Ma, ci si chiede, soprattutto da parte di persone meno schierate di quanto potremmo essere noi comunisti o antimperialisti, lo avrebbero veramente fatto?
Naturalmente non sarà cosa dirimibile ora, seppure abbia un senso conoscere questa verità. La cosa importante, per noi e per tutte le persone che vogliono capire, è che esistono le condizioni, esiste la capacità e anche la volontà degli organismi terroristici USA (governo e CIA ma anche la destra nazionalistica e razzista) di compiere azioni del genere. Non si dimentichi che gli attentati precedenti negli USA, compreso quello al WTC e a Oklahoma City, sono stati compiuti da WASP, ossia americani bianchi purosangue.
Ma ora c'è il pericolo Antrace. Ebbene anche qui le riflessioni convergono: è possibile, è fattibile ma, soprattutto, è già avvenuto che i terroristi governativi statunitensi abbiano colpito i loro stessi cittadini.
Il biologo USA Garth Nicolson ha dichiarato di ritenere che "questo tipo di bioterrorismo abbia stretti collegamenti con ambienti della base militare di Fort Detrick, in Maryland, e con i laboratori di ricerca scientifica militare del governo americano a Boca Raton, in Florida", che è tra l'altro la località in cui si è registrato il primo caso di Antrace.
Non vi piacciono le coincidenze? Bene, allora vediamo le attività precedenti dei bioterroristi americani.
Il Pentagono ha ammesso che casi di questo tipo sono avvenuti negli ultimi 50 anni in territorio USA (non vogliamo nemmeno provare a pensare cosa possano aver fatto, questi terroristi capitalisti, nel resto del mondo!).
Il 23 dicembre del '76 l'International Herald Tribune riporto la notizia che nel novembre 1950 l'esercito USA aveva disseminato nella città di San Francisco dei germi per verficare le potenzialità di un attacco batteriologico. Il dipartimento della difesa, messo alle strette ammise la verità: dal 1950 al 1960 aveva volutamente effettuato almeno 239 disseminazioni di agenti batteriologici in luoghi molto frequentati (la metropolitana di New York, l'aeroporto di Washington, tunnel autostradali, tra questi).
Questi dati si trovano in documenti ufficiali del Pentagono.
Nessuno ha mai saputo quali siano stai gli effetti di queste epidemie provocate, nè se sono continuati (fino a che qualcuno non costringerà di nuovo il dipartimento di stato ad ammetterlo!)
Nel frattempo gli USA sono andati "avanti" nella tecnologia batteriologica e genetica, sono diventati i dominatori del "nuovo Ordine Mondiale", e così si sono permessi di disdettare la convenzione sulle Armi Batteriologiche del '72, di rifiutarsi di sottoscrivere l'accordo sulle ispezioni nei laboratori.
Il New York Times il 4 settembre scorso (una settimana prima dell'attacco) rivelava che una agenzia del Pentagono aveva costruito nel Nevada un laboratorio segreto per la produzione di agenti patogeni per la guerra biologica. Ma c'è di più e di peggio: funzionari della difesa hanno dichiarato allo stesso giornale in quei giorni che "il Pentagono ha redatto, all'inizio di quest'anno, un piano per produrre con l'ingegneria genetica una variante potenzialmente più efficace del batterio che provoca l'antrace..."
Vedete come è interessante la rilettura dei giornali precedenti un certo evento: tutto ciò che prima poteva passare inosservato viene improvvisamente inondato di luce nuova! E non è una lettura dietrologica, ma invece una rilevanza di dati che non avevano molto senso sensa un evento che li sottoponesse ad una prova fattuale, almeno potenziale.
Risulta quindi fondata l'ipotesi di Garth Nicolson che gli atti di bioterrorismo possano avere una matrice interna agli USA. Come si direbbe in gergo giudiziario, il Pentagono e le "agenzie" connesse avevano gli strumenti, la capacità organizzativa nonchè i precedenti per commettere azioni simili. E soprattutto avevano la motivazione politica a farlo. In fondo, lo stesso Bin Laden non è ora sotto bombardamento, insieme a milioni di afgani, per considerazioni di questo tipo (precedenti, possibilità e disponibilità a farlo)?
Ora, consideriamo cosa avviene con l'antrace: qualche morto ma molta paura. Ed è questo il vero obiettivo del terrorismo di stato: far raccogliere consenso attorno ad una politica emergenziale, impedire di ragionare sulle vere cause della guerra.
Appunto, le vere cause, economiche, politiche, militari tutte preesistenti all'11 settembre 2001.
Coincidenze...? Non è credibile!
23/10/01 - CDL
E' il "terrorismo" a generare la crisi o la crisi a generare il "terrorismo"?
A questa domanda non si può rispondere schematicamente, ma neppure ci si può nascondere dietro la valutazione di impatto - oserei dire ambientale! - che l'azione dell'11 settembre ha avuto, per aggirare le problematiche, già sottolineate, di natura economica e sociale che hanno fatto da premessa e corollario a tale evento.
Fino al punto, come si è già accennato da più parti, da mostrare fin troppe connessioni logiche e politiche per una accusa di "autoattentato", o quantomeno di gestione allegra dell'intelligence, ritenendo di poter poi gestire l'eventuale azione "terroristica". Che magari potrebbe anche essere andata oltre ciò che si preventivava da parte CIA...
Ciò senza nulla togliere alle ragioni e alla volontà dei soggetti agenti, ossia quello che in genere viene definito fondamentalismo islamico: decenni di oppressione imperialista, milioni di morti ammazzati per mano USA e europea, fame e miseria in nome del sistema capitalistico, torture e terrorismo di stato...
C'è ne ben donde per dare senso ad un qualunque agire!
Ciò non toglie una doverosa critica di sistemi che poi, proprio grazie al potere imperialistico di cui dispongono gli USA, si ritorcono contro le stesse masse che si intende difendere o vendicare.
Ma torniamo allo scenario nel paese oggetto dell'azione dell'11 settembre e soggetto dei massacri di civili in Afganistan.
Mentre il settore militare-industriale si esalta per gli affari in corso - affari che costano vite umane si intende! - e mentre i media e il governo arringano le masse a favore della guerra e queste sembrano rispondere "partiam!" - sindacati dell'AFL-CIO compresi... - i proletari pagano il prezzo non certo del crollo delle Twin towers quanto della recessione che era già in corso prima dell'11 settembre.
Potremmo dire che, se di mezzo c'è un miliardario saudita, questi agisce per conto della borghesia internazionale, dando al capitale nazionale USA l'occasione per licenziare e ristrutturare...
A New York 4225 camerieri, 3365 pulitori, 2843 commessi, 2284 cucinieri, 2282 cassieri, 1840 colf, 1718 commessi di fast-food hanno perso il lavoro dopo l'11 settembre. E' ovvio, la gente presa dalla guerra non va più a cena fuori o a fare le spese! O, più semplicemente, la recessione aveva già ridotto il volume di affari, gli acquisti, i consumi medio-bassi, per cui questi posti di lavoro erano già segnati: la magica parola di "guerra al terrorismo" ha aperto la strada ai licenziamenti.
Si tratta, come si vede, di posti di lavoro "poveri".
E questo scenario vale per tutto il paese. Dice M. D'Eramo sul Manifesto dell'8 novembre 2001: "Non tutto è dovuto al terrorismo e all'antrace. L'economia aveva già frenato alla fine dell'anno scorso".
L'industria aveva già frenato e ora il calo si è accelerato: le scorte complessive sono calate progressivamente a suon di decine di miliardi di dollari a trimestre (a settembre di 50 mld). Sono crollate le importazioni (sempre a settembre del 15,2%), con il rallentamento a catena delle economie esportatrici, in particolare quelle asiatiche.
Conclusione: il PIL si è contratto dello 0,4% nel terzo trimestre e le industrie USA (le industrie, ricordiamo a fantasiosi postfordisti, sono quelle cose che producono ricchezza, senza la quale non è possibile alcun investimento finanziario) lavorano al 75%.
Antrace: come ti stermino... i posti di lavoro dei servizi.
L'antrace è una mirabile chimera: non si è mai vista arma letale... meno letale di questa! Fortunatamente aggiungiamo, ma innegabilmente la sua letalità ha fatto e fa gioco al governo e ai padroni, non solo in USA. L'Antrace, ovvero dal produttore al consumatore, nel senso che è stata prodotta dagli USA per sterminare i popoli del mondo ove occorresse fare piazza pulita di ogni possibile ostacolo alle mire economiche e geostrategiche USA, e che ora lì ritorna, veicolata, come dice l'FBI ma pochi si peritano di ricordare, da purosangue WASP (persone bianche e anglosassoni).
L'antrace, l'arma letale che:
- non è contaggiosa
- ha già un antibiotico che la cura efficacemente (della Bayer, ma questa è un'altra storia)
Insomma l'arma letale ad hoc per far paura senza macchiarsi della vita di troppi propri concittadini, non vi sembra!?
Infatti, mentre l'antrace ha fatto n° 5 morti (se la vita avesse senso, sarebbero comunque troppi) e una 15 di infettati, gli americani spandono armi intelligenti che di morti ne fanno ben di più, ma tutto questo poco conta per i vari telecommentatori e per gli opportunisti dell'opposizione (quelli al governo si prostituiscono per un invito a cena da Blair...) che sperano di raccogliere le briciole al prossimo cambio di governo.
Immaginiamoci questi "terroristi" dalla mano leggera: gente che non c'ha pensato due volte a schiantarsi sui grattacieli e sul pentagono, e oggi timidi timidi buttano lì un po di polvere bianca, là un altro po', ma mai troppa, non si sa mai i servizi di sicurezza non fossero in grado di fermarla in tempo!
Quando qualunque folle nordamericano armato di tutto punto che entra nel primo supermercato fa fuori molta più gente!
Ma che deve pensare, mi chiedo, uno di questi americani che si massacrano tra loro, che producono armi terribili (tali solo per il fatto di essere concepite come armi) e poi si lamentano che qualcuno - loro stessi? - le usi nelle loro buste da lettera? Deve pensare che sono dei viziati odiosi, dei vili capaci di sganciare bombe da 20mila metri, ma che si cacano sotto per un po' di antrace!
Ma torniamo all'economia di guerra e di pace...
Le sole linee aere hanno finora licenziato più di 100.000 lavoratori. Il turismo è morto, i giapponesi sono scomparsi dalle strade americane.
"... a ottobre i servizi hanno distrutto 110.000 posti di lavoro, la maggior perdita dal 1938. [...] la disoccupazione è passata dal 3,8% del setembre 2000 al 5,4% di oggi. E i dati sull'occupazione negli Stati Uniti sono falsati da 3 fattori" - ricorda sempre M. D'Eramo - ": 1) la definizione di disoccupato è assai restrittiva...; 2) nei 7,7 milioni di disoccupati ufficialmente censiti non vengono contati i 2 milioni di reclusi nelle carceri...; 3) le forze armate USA impiegano 3 milioni di persone".
I totali delle vittime fatte dall'economia USA sono: 900.000 posti di lavoro tra marzo e ottobre, 615.000 dall'11 settembre, 400.000 a ottobre.
Ma è colpa della guerra?
Abbiamo visto che una serie di elementi indicano la preesistenza di condizioni di crisi all'11 settembre. Dice M. D'Eramo che il 7 novembre il "Wall Street Journal [si interrogava se] gli USA non stanno per caso rotolando sulla stessa china che ha disastrato l'economia giapponese?"
Se il WSJ si chiede questo, si capisce che si tralasciano le cause "terroristiche", visto che il punto di riferimento è il Giappone!
"Le somiglianze vanno oltre. L'industria giapponese aveva investito troppo nelle fabbriche di chips, gli Stati Uniti nelle linee telefoniche ad alta velocità", dice sempre D'Eramo.
La bolla giapponese è scoppiata nel '91 con un crollo da 40.000 a 10.000 punti del Nikkei. Ma anche gli USA hanno avuto la loro "bolla", con il crollo dei titoli della new economy. Ma la bolla dovrebbe ancora scoppiare, secondo alcuni. Allora ecco che una bella guerra potrebbe preventivamente risolvere il problema.
Occorre quindi sempre alzare il tiro della riflessione: quel che è accaduto è terribile come la guerra e l'embargo in Iraq, come l'embargo a Cuba, i golpe provocati dalla CIA... e gli afgani prima lasciati in mano dei Taleban (contro il comunismo) e ora sotto le bombe degli anticomunisti.
Insomma gli USA spandono morte fuori e dentro i loro confini, i loro presidenti agiscono sempre per difendere gli interessi nazionali, che non sono quelli della salvaguardia di vite umane innocenti ma dell'economia nazionale che di queste si nutre, manipolandole per i propri scopi, sia uccidendole per ristabilire il presunto ordine mondiale, sia licenziandole per ristabilire i profitti capitalistici.
Il tutto naturalmente, mentre la grancassa e i pifferi suonano le marce di guerra e i nazionalisti idioti, servi sciocchi e felloni, in tutto il mondo fanno ala agitando le orribili bandierine.
8/11/01 Centro Documentazione e Lotta
I prigionieri taleban, afgani o meno, non meritano rispetto, e possono
essere impunemente massacrati, sacrificati sull'altare della pacificazione dell'Afganistan.Gli USA non rispettano nessuna delle regole che pretendono che gli altri
rispettino. Non applicano convenzioni, non si adeguano alle decisioni ONU (vedi condanna dell'embargo a Cuba) non si fanno controllare da nessuno, loro!Ma è giusto che sia così. Devono garantire la libera circolazione delle
merci, e di due in particolare con le quali affamano e uccidono al contempo che arricchiscono e sviluppano. Quali? Ma certamente il petrolio e i suoi derivati, da una parte, e l'oppio dall'altra.Del petrolio, del gas, dei "corridoi", di come questi uniscano in un
evidente e anche semplice a vedersi filo comune la guerra all'Iraq, quella in Bosnia, poi in Kosovo e ora quella in Afganistan, abbiamo detto. Così come della situazione economica degli USA.Vediamo l'oppio. Gli USA hanno sempre finanziato il
commercio mondiale di eroina, di cocaina: hanno finanziato e finanziano il mercato che poi accusano "di distruggere la vita dei giovani occidentali".Allora che fanno? Lungi dal porre fine a questi traffici, decidono ogni
tanto di riequilibrare i conti, avendo deciso di sacrificare la propria "migliore gioventù" per imprescindibili motivi economici e politici, allora vanno a sterminare un altro po' di bambini, uomini e donne nei paesi di produzione delle droghe, senza far nulla - ma proprio nulla! - per porre fine a tale commercio.Questo succede in Colombia, come in Afganistan.
"La caduta dei taliban, il vuoto di potere ... produrrà un primo fatto
certo. La ripresa della coltivazione del papavero da oppio" (il manifesto 29/11/01). I taliban, infatti, nella loro orgia di integralismo religioso avevano anche decretato una fatwa contro la coltivazione del papavero, riducendo abbastanza questo prodotto.Allora, come mai, gli USA che stanno infliggendo tanti orrori in
soprannumero agli Afgani, si ritrovano oggi a vincere la battaglia dell'oppio, ossia a farne produrre di più? La ragione è semplice, e uguale in ogni luogo: il capitalismo impone la logica del profitto, e essa si attua scegliendo quale prodotto è più remunerativo. Anche per i contadini afgani si impone, non certo per libero arbitrio, la scelta. "Dicono i contadini: perché seminare legumi e verdure se poi non possiamo portarli al mercato perché le strade sono insicure?E
poi, se seminassimo un ettaro a grano ne ricaveremmo 6000 rupie per tutto l'anno. [...] Ma se quell'ettaro lo seminassimo a papavero, raccoglieremmo 14 chili di oppio grezzo, a 20.000 rupie al chilo". (il manifesto 29/11/01) Come può il libero mercato USA negare l'evidente convenienza del suo stesso sistema economico applicato alla produzione del Papavero (o della Coca)?D'altra parte, ad ognuno il suo. Una volta distrutta nel corso dei
decenni la libera scelta produttiva di una economia di sola sussistenza, ciò che resta è una qualche monocoltura per l'esportazione: fa differenza se si produce caffè o oppio? Per l'economia che esporta no, è solo questione di punti di vista.D'altronde, nemmeno tutte le economie hanno la capacità naturale di
adeguarsi agli ordini del mercato capitalistico. Alcune devono subire le bombe altri subiscono il Fondo Monetario Internazionale, in attesa che le convulsioni sociali sfocino in tale situazione pre rivoluzionaria, da richiedere anche le bombe... da 20.000 metri of course!In Argentina il FMI fa strage di diritti e garanzie nelle condizioni dei
lavoratori e delle classi popolari: il governo si adegua ammazzando chi sciopera. In Turchia, alleato in prima fila degli USA e per questo sollevato dall'incombenza del rispondere dei massacri perpetrati contro oppositori di ogni sorta, lo stesso FMI da un premio, proprio per non far venir meno questo alleato. L'Argentina si trova in quel sub continente degli USA, e non fa paura (per ora), la Turchia è in uno snodo cruciale est-ovest nord-sud, e va tenuta buona con l'impunità e i soldi.Non diciamo questo per invocare una qualche "omogeneità e coerenza"
dell'azione giudiziaria internazionale, perpetrata a suon di bombe dagli USA e dai suoi alleati, Italia compresa. E' folle colui che invoca il carnefice affinchè non dismetta la mannaia e anzi la cali pure su altri colli, tanto per appianare differenze di giudizio. Noi denunciamo le cause delle guerre e invochiamo la caduta del carnefice, per mano delle sue stesse vittime, che non sono i "terroristi", i "violatori dei diritti umani", che siedono sempre saldi a difesa dei traffici capitalistici e degli interessi delle multinazionali: vittime sono i popoli, le classi lavoratrici salariate, che con differenti gradi di pesantezza (anche mortale) subiscono l'oppressione del capitale.Una nota di "colore", tanto per ricordare come si parli tanto per non
dire niente.Vi ricordate il "pericolo Antrace"? L'allarme epidemia terroristica? Che
fine ha fatto questo terrificante batterio? Ma che fine volete abbia fatto?! E' rientrato nei laboratori da cui è uscito, portato in giro... ma da chi? La mente e il braccio di tale epidemia sono bianchi americani cristianissimi! "Sarebbe un microbiologo americano, membro del programma americano di ricerca sulle armi biologiche" e il sospetto non è nostro, che siamo notoriamente antiamericani (e ci piace ricordarlo, sulla punta delle dita - insufficienti - con cui contiamo gli atti terroristici USA!), ma di Washington. Già nelle settimane scorse, sottovoce, era arrivata la notizia che l'FBI non indagava su mediorientali, ma sui loro bravi ragazzi americani.Dicono Barbara Rosenberg (già consigliere di Clinton) Jan Van Aken
(esperto di armi chimiche): l'antrace per lettera non arrivava dal medio oriente."Le
spore inviate al senatore democratico Tom Dashle erano mischiate ad un gel di silice usato proprio nel programma di armi biologiche americane, in Iraq si usa invece un'altra sostanza, il bentonite. Lo scopo dell'infezione, progettata ben prima dell'11 settembre era di spingere il governo americano a aumentare la spesa per i programmi di guerra biologica" (il manifesto 29/11/01). Vi sembra strano tutto questo? No, perchè siete persone intelligenti che capiscono come i pezzi del puzzle vanno meglio al loro posto in questo modo che con ipotesi diverse. Solo un Ferrara e il suo servo sciocco Gad Lerner, possono fare spallucce e continuare nello loro presunzione a dire che bisogna ammazzarli tutti - i bambini afgani e iracheni - prima che diventino terroristi. Che se muoiono è per il loro bene, e la colpa comunque è dei loro genitori, che sono a loro volta afgani, iracheni, palestinesi ecc.Roma, 29/11/01
Centro Documentazione e Lotta