LOTTARE A FAVORE DI ACCORDI RESPINTI DAI LAVORATORI?

Nell'ottobre '92, le piazze d'Italia sono state testimoni di un nuovo protagonismo operaio. Contro gli accordi di Luglio che abolivano la scala mobile, migliaia di lavoratori esprimevano il loro dissenso, contestando duramente i vertici sindacali. La risposta furono le cariche dei servizi d'ordine e della polizia.
Nel Luglio '93, con un altro accordo estivo, i Sindacati Confederali sancivano la quadriennalizzazione dei contratti, la determinazione di aumenti salariali all'interno del tetto d'inflazione programmata, la nascita delle RSU con il loro 33% di delegati "riservati".
I lavoratori metalmeccanici sono oggi chiamati a scioperare per il rispetto di quell'accordo: comunque vadano le cose, chi saranno i vincitori e chi i vinti?

TRAINATI DAL SINDACATO O ALLA TESTA DEL CONFLITTO?

Questi sindacati hanno barattato le conquiste operaie contro le chiacchiere sul contenimento di prezzi e tariffe, sui contratti integrativi aziendali con funzione di recupero di quanto si e' perso, sulla difesa dell'occupazione e dello "Stato sociale"; e lo hanno fatto con i pescecani che ci sfruttano. Al di la' della riuscita dello sciopero, si tornera' a casa sconfitti: nella migliore delle ipotesi si otterra' solo un parziale recupero dell'erosione salariale dovuta all'inflazione. La verita' e' che la politica concertativa e collaborazionista dei sindacati, non solo limita la vertenza contrattuale dei metalmeccanici ad un'assurda rincorsa tra inflazione programmata e inflazione reale, ma ha determinato i presupposti per una crescente arroganza padronale, che si esprime oggi con il mancato rispetto degli accordi sottoscritti dagli stessi padroni.
Questo ci insegna che ogni passo in avanti che lasciamo fare ai Sindacati Confederali su questa strada riporta il movimento dei lavoratori indietro di anni. E` quindi necessario oltre che lottare, rideterminare quali obiettivi raggiungere: dobbiamo scioperare per il rispetto degli accordi di Luglio, o per ottenere concreti aumenti contrattuali?.
Le iniziative di lotta, le assemblee, gli scioperi aziendali che hanno preceduto questa giornata, dimostrano una volonta' di lotta, che non puo' arenarsi sulle secche della concertazione sindacale.

I LAVORATORI DEVONO TORNARE AD ESSERE PROTAGONISTI

I Sindacati Confederali da anni impongono la loro politica di cogestione aziendale, attraverso accordi decisi a tavolino che tutelano il profitto. Per costoro, il rispetto di questi accordi dovrebbe essere la premessa per ogni richiesta fatta dai lavoratori. Occorre ribaltare questa logica! Riproporre vertenzialita', essere i promotori di piattaforme in cui far emergere chiaramente i propri interessi, costruire la mobilitazione dei lavoratori intorno a veri obiettivi di classe.
Lottare contro ogni ulteriore svendita attuata dai Confederali, riproporre prepotentemente l'esigenza di consistenti aumenti salariali, riappropriarsi dei diritti di rappresentanza; sono questi i terreni sui quali i lavoratori possono sperare di ottenere qualche reale vittoria!
E` su questo terreno che chi pretende di condurre una battaglia contro le politiche collaborazioniste confederali, fuori o dentro i sindacati, ha il dovere di misurarsi, guidando i lavoratori nella tenace resistenza che stanno conducendo contro l'attacco padronale, governativo e sindacale.
Per il futuro dovremo tenere a mente questa esperienza, e di fronte ai nuovi colpi - perche' ce ne saranno - alle condizioni operaie, resistere con piu' decisione e intransigenza. E' sicuramente piu' "pagante" scontrarsi al momento giusto con i padroni e i sindacati per difendere la rigidita' operaia, mantenere lo stato di agitazione anche se e' impegnativo, contestare duramente e senza risparmio gli accordi "a tradimento" e farglieli rimangiare (o almeno provarci), che continuare a cedere terreno per trovarsi poi con piu' strada da fare, e tutta in salita.

DOCUMENTARE LE LOTTE UNIFICARE LA CLASSE

In questa situazione, in cui la vertenza metalmeccanica e' solo un aspetto del piu' ampio conflitto che oppone i salariati al capitale, il nostro contributo di lavoratori e di comunisti e' quello di favorire la comprensione dell'attuale fase.
Nei posti di lavoro i sindacati confederali aiutano il padronato nei processi di ristrutturazione; non si oppongono alle privatizzazioni dei pubblici servizi; non organizzano piu' i lavoratori. La classe operaia viene data per sparita, eppure tutti si accaniscono per sconfiggerne la resistenza.
Il nostro lavoro - ancora minimo - puo' aiutare ad allargare la solidarieta' di classe attorno alle differenti lotte che oppongono lavoro e capitale.
Raccogliere documentazioni, far parlare i protagonisti, fare incontrare le realta' di lotta, favorire i processi organizzativi e di unita' della classe: su questi punti abbiamo dato vita ad un centro di documentazione - Centro di Documentazione e Lotta"Rosso 16" - che e' anche di lotta, perche' non intendiamo solo "osservare" la realta' ma anche tradurre la documentazione in migliori percorsi organizzativi, a partire dalle nostre specifiche esperienze.
Auspichiamo che ogni futura lotta aumenti l'unita' della classe, raccolga le forze sparse e le convogli verso obiettivi unitari: lotta alle privatizzazioni, alla flessibilizzazione della forza lavoro, alla disoccupazione.
Siamo pero' consapevoli - e cercheremo di lavorare per diffondere questa consapevolezza - che l'attuale organizzazione sindacale confederale non rappresenta gli interessi di classe, e che vada superata la frammentazione dell'autorganizzazione sindacale. In ogni caso sta all'intelligenza dei lavoratori saper scegliere lo strumento migliore per il raggiungimento dei fini collettivi.
Invitiamo a mettersi in contatto con noi, a costruire con noi una rete di avanguardie di classe che superi le divisioni e diffonda sapere operaio sullo scontro in atto; vi chiediamo di inviarci i vostri contributi, nonche' di costruire esperienze simili in altre citta'.
UNITA' DI CLASSE CONTRO LA RISTRUTTURAZIONE CAPITALISTICA. Roma, 22/11/96